Il caos e il fioretto

Il caos e il fioretto Il caos e il fioretto Ai ferri corti tra Sassonia e Governo centrale Il Governo sassone chiede l'immediata convocazione del Consiglio della Federazione a i e i a r e o 2 (Servirlo special e della « Stampa •) Berlino, 29, notte. 11 Governo tedesco, sabato scorso; ha spedito, come ben. sapete, tanto al Governo sassone quanto al Governo bavarese una intimazione (in forma sensibilmente più mite per la Baviera) affinchè ridiano ai loro paesi un regime ed una situazione conformi alla Costituzione. Nè la Sassonia ne la Baviera hanno obbedito a questa intimazione. Il Governo bi vide costretto quindi ad agire. 1 suoi primi provvedimenti, presi con rapidità, riguardano la Sassonia. La situazione creata dall'ultimatum di Stresemann alla Sassonia, ultimatum con cui il Cancellerie chiedeva le dimissioni de! Governo social-comunista, è assai grave ed oscura, come lasciavamo prevedere l'altra sera. I! Governo sassone ne respinto le pretese del Cancelliere; e, in un comunicato, dichiara che non vi è alcuna ragione politica nò giuridica per imporre al Governo tali decisioni. La protesta e l'appello del Governo di Sassonia « La domanda del Governo centrale — rileva il comunicato — dal punto di vista costituzioiìale è inammissibile. Soltanto la Camera sassone ha l'autorità di esprimere la sua fiducia al Governo, o di chiederne le dimissioni. Il Governo sassone rimarrà quindi al suo posto; ed esso si presenterà quindi al ptit presto daaimli al Landtao, per domandare una decisione in argom4:nto ». Come si vede, giuridicamente e politicamente il comunicato del Governo di Sassonia è molto abile; e con la sua forma, esso cerca di accaparrarsi anche quegli elementi che potevano essere finora incerti. Nei circoli socialisti di Berlino regna, in proposito una straordinaria irritazione; e si confronta il tono della nota inviata alla Sassonia con quello mite della nota inviata alla Baviera; e si fa specialmente notare che Zeigncr, negli ultimi tempi, aveva abbondantemente fatto dichiarazioni di lealismo e di devozione alle autorità dello Stato, eel aveva saputo fare valere con successo la sua influenza presso i comunisti. Secondo notizie raccolte dallaWelt ani Montati i membri socialisti del Governo centrale avrebbero votato contro l'ultimatum. Lo stesso giornale, che ha un violento articolo e!| fondo contro Stresemann, giudica il discorso tenuto dal Cancelliere ad Hagen come un « suicidio politico"; e crede imminente la crisi. 11 ppricolo della siluazione in Sassonia è perii riconosciuto generalmente, anche da quella stampa democratica che finora aveva volentieri taciuto. .11 « Berliner Tageblatt » parla, in un articolo del suo direttole Teodoro W'olff, liei terrorismo organizzato, che conduce, rapidamente alla rovina la vita economica, della Sassonia, terrorismo condotto sotto l'egida della leg:iiità da ministri responsabili iscritti al partito comunista. La situazione in Sassonia era ormai divenuta intollerabile. Interessante è esaminare un foglietto volante diffuso in Sassonia, sabato scorso, dal presidente comunista e dalla frazione parlamentare sassone del partito comunista, foglietto che hajdato l'ultimo impulso alle decisioni del Cancelliere'; ed in cui si dice fra l'altro : « Le mani alla gola! Il rapprescnlante della democrazia tedésca, Mueller, vuole abbattere definitivamente le crrjani-.zazioni operaie della Sassonia. Il signor Generale cerca di mettere colle, spalle al muro il Governo social-comunista. .Voi comunisti diremo che ce ve in fischiamo altamente delle proibizioni che riguardano le centurie proletarie, proibizioni fatte dal. signor Generale. .Voi ce ne ineschiamo altresì altamente di tutte le proibizioni delle ordinanze che potranno venir.e ancora in seguito. Noi siamo vernili al Governo per mobilitare, d'accordo coi socialisti,. I" masse operaie. Nella lotta contro la dittatura militare, contro il Fascismo, contro l'affamamento, noi mobiliteremo le nostre masse; ed il siqnor Generale può ballare finche vuole alla musica che gli suonano t/U industriali junker, gli speculatori ed i fascisti. Il Governo sassone è forte abbastanza per abbattere lutti i nemici degli operai. « Operai della Sassonia! Siate pronti e preparali, fc" possibile che domani o d0po noi dobbiamo resistere collo sciopero generale nella luringia e nell'intera Germania alla dittatura militare ». L'intrico della situazione Questo appello e questo contegno dei comuufeti ha dato ai nervi anche al « Vorwaerts », che, pur deplorando il contegno troppo affrettato del Governo, riconosce che comunisti e socialisti non possono più collaborare insieme nel Governo di Sassonia. Il giornale socialista spera soltanto che la scissione avvenga per forza spontanea; e trova inanimissi bile e sbagliate le decisioni governative, che suscitano pericoli misteriosi. A questi pericoli il giornale si accontenta di accennare con aria fatale, senza specificarli. Si deve credere che alluda alla possibilità di una rottura della grande coalizione, conte scriveva stamane il giornale democratico di Von Gerlach, la « Welt am Montag »? Bisogna però notare, riguardo alle informazioni del giornale mattutino, che, come accennavamo, vari membri del Consiglio, socialisti, nel Consiglio dei ministri abbiano votato in senso contrario alle decisioni del C"ncelliere. Nel Consiglio dei ministri i socialisti, a quanto risulta da un comunicato ufficialo del partito, hanno riconosciuto la necessità che i ministri comunisti della Sassonia si debbano eliminare dal Gabinetto ; ed hanno avvertito il Cancelliere di astenersi da un passo immediato, che avrebbe potuto avere conseguenze incalcolabili in Sassonia ed in Germania. In seguito a tale loro contegno ammonitore ottennero che la decisione, die era già stata fissata per sabato sera, assumesse la forma di un ultimatum condizionato, e desse tempo vcntiqualtr'ore a! Governo sassone per meditare il suo atteggiamento. Durante queste ventiquattro ore i capi socialisti a Dresda cercarono di ottenere una soluzione pacifica della questione. E' certo però che i socialisti in Sassonia rimanevano troppo inattivi davanti al contegno dei comunisti. La decisione del presidente della Repubblica, costituzionalmente è pcifelia, come lo riconosce lo stesso » Vorwaortf >\ ricordando un precedente tiellii Confedonv/.iou-e svizzera nei ri,:i':u di del (>PI >:i Tieni", il |« Berliner Tageblatt « elude che ri potreb¬ gghpbvsm a a ! o i o ¬ be fare una distinzione fra socialisti e comunisti : arrestare magari i membri comunisti, se fosse il caso ; e sciogliere anche il partito comunista sassone, come si ò fatto a Berlino con un partito nazionalista estremo. 11 giornale deplora la proibizione della seduta del Landtng, fatta dal generale Muellcr. soggiungendo risultargli che il presidente del Coii'siglio Zeigncr aveva l'intenzione di fare decidere hi sua caduta dalla Camera sassone ; e probabilmente questo fatto avrebbe contribuito a migliorare la situazione. L'intervento del generale Mueller ha reso impossibile, secóndo il giudizio dei circoli democratici, questa soluzione conciliativa. L'ordinanza del Presidente della Repubblica Ecco la cronaca delle disposizioni governative in argomento. In seguito alla risposta negativa del Governo sassone all'ultimatum di sabato scorso, il presidente della Repubblica ha emanato starnane una ordinanza, la quale « allo scopo di ristabilirc l'ordine c la sicurezza e la face Milo Stalo libero di Sassonia, concede la facoltà al Cancelliere di esonerare dall'ufficio i membri, del Governo sassone ed autorità comunali e provinciali dello Stato, affidando ad altre persone il, loro incarico ». Data questa autorizzazione, il Cancelliere ha deciso di inviare un commissario governativo in Sassonia, secondo il progetto già discusso in Consiglio dei ministri .'-abaio scorso. E' stato nominato a tale ut fido il dottor Heintze, già ministrò della Giustizia in Sassonia, e poi ministro della Giustizia getmanico e vice-cancelliere nel Gabinetto Feronbach, inscritto al partito popolare, lo stesso parlilo di Stresemann ma orientalo verso sinistra. Il commissario governativo, giunto nella mattinata a Dresda, ha comunicato immediatamente a Zeigner, insieme colle sue lettere di presentazione, l'ordine di dimettersi in un con tutto il Gabinetto. Contemporaneamente il generale Mueller vietiva " t convocazione della Dieta in Sassonia, indetta per domani, rinviandola fino ad ulteriori ordini del commissario Heintze. Forti reparti di polizia, rinforzati da pattuglie della Reichswehr. hanno immediatamente piantonato gli accessi dell'edilizio della Dieta. Più tardi l'edifizio è stato oc cupato dalle truppe della Reichswehr. Altro truppe hanno occupato la sede della presidenza dei ministri, gli uffici postali e telegrafici. La popolazione si è conservata tranquilla; e non si sono avuti incidenti. Immediatamente dopo la comunicazione dell'ordine di dimissioni, fatta dall'alto commissario, il Governo sassone ha emù nato un comunicato ufficiale che contiene una viva protesta in meritò. 11 Governo sassone dichiara che presenterà questa sua. protesta al Governo centrale, pretendendo l'immediata convocazione del Con siglio della Federazione. ' p, m. t'Ag. Stefani comunica da Dresda. 29: Ciascuno dei ministri sassoni ha ricevuto a mezzogiorno un ordinanza del governatore civile che li destituisce. I ministri prò testarono contro tale destituzione presso il Governo del ìlei eh, chiedendo Vimmedia, la convocazione del llcischsral, nonché una conferenza dei presidenti dei Consigli de ministri, dei paesi confederati tedeschi. . Ancora l'Agenzia Stefuni comunica da Berlino, 29: 11 Wolff Bureau riceve da Dresda che negli scontri di sabato scorso tra la Reichswehr e gli elementi radicali comunisti, questi adoperando una mitragliatric: nonché altre armi da fuoco e granate a mano, procedevano con un evidente piano prestabilito. Parteciparono agli scontri stessi anche elementi forestieri. Si riten gono probabili nuovi atti di terrorismo di sabotaggio da parte dei comunisti, quali hanno pubblicato un appello viru lento contro il Governo del Reich. Negli scontri di sabato vi sono stati due soldati gravemente feriti; e inoltre, fra i ribelli ventitré morti e trentun ferito. Nessuna soluzione conicrenttalc, na Mie Commissione delle riparazioni - " Non lasceremo i pegni prima di avere riscosso „ - La eata strole tedesca e colpa della Germania. Abbiamo date, nelle edizioni di ieri il testo ln'.etrralc del discorso pronunciato ria Poincaré, domenica, al mio villaggio eli Cliam l'igriy. Ter I lettori lontani ini jton k"uiig" no ìa edizioni del lunedi, ecco la parte essenziale del discorso stesso: Dopo avere affermato che la Francia non ha nessuna responsabilità della catastrofe tedesca, (f Nói — ha detto Poincaré — siamo rimasti sempre scrupolosamente esirauei arjl affari interni delia, tiennanla, e non sono le allegazioni del Governo leilesco. oltraggio summit e diffuse in Europa e nel nuovo mon do.- che oscureranno una verità che appare agii occhi di tutti gli spettatori imparziali quale possa essere domani la costituzlon della Germania, quali possano essere più tardi le relazioni scambievoli degli Stati che componevano all'indomani del Trattato l'Im pero sei-manico, noi non penseremo mai far violenza alla crisejenza delle popolazioni »), il Presidente del Consiglio francese ha soggiunto: Nessuna riduzione di cifra « La Germania sa che noi non le lasceremo i nostri pegni prima di aver riscosso l'ammontare delle nostre riparazioni, da essa che spetta di anticipare con uno sforzo sincero la data del nostro sgombero della Iìuhr. a In quanto ai nostri Alleali, che cosa aspettiamo da essi? Niente altro che l'osservanza del Trattato che hanno firmato con noi. H debito tedesco è stato coscienziosamente fìssalo dalla Commissione del le riparazioni. Tale fissazione non è stata fatta — come è sialo dello talvolta — sen za un esame sufficiente e sulla sola indicazione dei Governi interessali: essa ha invece dato luogo a studi prolungati ed alla audizione reiterala dei rappresentanti del Reich. Persino la domanda inglese stata ridotta dalla Commissione che l'ha trovata esagerala. La cifra fissata in se guito e significata alla Germania è stala accettata dal Governo del signor Lloyd George ed ha fatto oggetto il 5 maggio 1921 dì uno stalo di pagamento redallo dagli Alleati su proposta formale del Gabinetto di Londra. Questo stalo di paga mento à staio comunicato al Jìeich per via di un ultimatum. La fissazione è dunque definitiva, e come è stata preceduta dalla esecuzione del Trattato di Versailles, essa non può più essere modificala senza il no ■Uro nonsenso. Il Trattato prevede espres tornente, infatti, che nessuna riduzion non potrà essere accordala alla Germania se o n e o o e ù e e o o o a o a a d i a a d o o a e a a a se non all'unanimità dei GovcrM creditori e la Francia è stata troppo provata per dare la sua adesione ad una. riduzione. a Ci si chiede tuttavia ad ogni momento di procedere ad una nuova valutazione della capacità di pagamento della Germania. Che cosa si intende con questot Si tratta di arrivare per una via indiretta alla diminuzione della cifra del debito tedesco. E' una combinazione che noi siamo decisi a non favorire. Se si tratta ài apprezzare quello che la Germania può pagare domani e in un avvenire immedialo nulla di più necessario di questo esame. Ma precisamente la Commissione delle iparazioni è stata incaricala dal Trattato di valutare di tanto in tanto questa capacità di pagamento, naturalmerm variabile secondo lo stato economico e finanziario della Germania. Non vi- è nessun motivo per togliere alla Commissione delle ripaazioni una delle, sue più importanti funioni. Essa non merita di essere colpita di suspicione. Essa ha sempre dato prova di competenza e di imparzialità. Essa deve dare alla Germania, prima di ogni sua decisione, equa facoltà di presentare le sue osservazioni. Essa ha la buona fortuna di avere ad ognuna delle sue sedute un rappresentante ufficioso degli Stati Uni'J. che è uomo di alta coscienza e di assolxUa lealtà. Essa conta tra i suoi membri delegali britannici, italiani, belgi, che sono tutti spiriti elettissimi. Non voglio parlare poi del suo presidente, perchè egli è francese e mio amico; ma non si pretenderà, 10 penso, che egli manchi d'intelligenza e di esperienza. Mi sembra in ogni caso che la conclusione si imponga : la Germania ha ripreso contatto con la Commissione. Questa intenderà senza dubbio, tra breve, i delegoii del Reich. Che le si lasci dunque il tempo di lavorare e di assolvere al suo mandalo! "La Commissione dello riparazioni ò la!,, ' u L'on. Signor Stanley Baldwin, col quale mi sono compiaciuto di aver potuto avere a Parigi un cordialissimo colloquio, mi ha pubblicamente rivolto tre giorni sono un invilo e una preghiera. Un invito cortese ad uva Conferenza internazionale o ad una Commissione di esperti, posta sotto gli auspici della Commissione dell» riparazioni ; ed un'amichevole preghiera : di riflettere flno a tre volle prima di declinare questa proposta. Non ho bisogno iti dire che qualsiasi suggerimento del Primo Ministro britannico è e sarà sempre con. siderato da me come degno della più seria riflessione, e siccome il discorso del signor. Baldwin data da tre volte 2-i ore, Ito presti 11 tempo di meditarlo seriamente più di tre volte. Mi sono detto innanzi lutto the noi eravamo interamente d'accordo su un? punto essenziale-, Tinteresse, cioè, che oo-'ibiawio a regolare al più presto possibile tra gli Alleali la questione delle riparazioni ed a conceliarci per assicurarne i pagamenti. Noi siamo più interessati di qualsiasi altro a questo regolamento e non abbiamo la pazzia di volerlo ritardar re. Noi desideriamo pure, come il Ptimo Ministro britannico, che gli Slati Uniti ae» consentano a non tenersi completamente in disparte dagli affari di Europa. Nei crediamo che più la solidarietà econssàien finanziaria e morale si restringerà tr.a il vecchio ed il nuovo continente e meglio, la causa dell'umanità sarà servita. •i Ma su che discuterebbe una Conferenza internazionale ? Come sarebbe eowtposta ? in quali rapporti di collaborazione e di dipendenza sarebbe essa, sia verso i Governi sia verso la Commissione delle riparazioni? Quale sarebbe la sua atlrU buzione ? Questi seno altrettanti problèmi cl-.c nel primo stadio delle mie riflessioni si sono persenlati al mio spirito e che non sono riuscito a risolvere. Si È molto scherzato in l7ighilterra sui miei discorsi domenicali. Quanti discorsi quotidiani e con. ' traddittori, e inutili, non ci riserverebbe una Conferenza internazionale ? E nel frattempo, amici miei, t;oi continuereste ai aspettare pietre e tegole per la ricostruzione della vostra casa. Se veramente U Governo britannico non pensa a chiederei di far sedere la Germania alla Conferenza di cui parla, se ha semplicemente come noi il desiderio di ottenere la cooperazione degli Stali Uniti, ci è mollo facile intenderci su idee già prese in considerazione a Parigi come a Washington, a Brusselle ed a Roma. La Commissione delle ripa, razioni e là. Essa procede ogni giornotad inchieste ed a perizie. Essa può senza innovare nulla, chiedere al delegato ufficioso degli Stali Uniti di designare degli esperti americani per esaminare con quelli Irancesi, inglesi, italiani, belgi, la capacità di pagamento attuale della Germania e net reclamare dal Reich un programma preciso di riparazioni entro i liìniti del Trattalo. Ma noi non potremmo accettare che la Commissione delle riparazioni non fatte, più competente, nè che venisse sostituita da un organismo nel quale la nostra par* te di influenza, già cosi inferiore alla no* stra parla d'interesse, sarebbe ancora ri* dotta. Poincaré ha concluso, parlando dolisi « frontiera della libertà > : « Non vogliamo nemmeno rimanere esposti a nuove aggressioni in quelle Mar» che dell'est, che il presidente Wilson chift» me va un giorno, con parola giustissima, « la frontiera della libertà ». Noi ed i nostri amici belgi siamo i guardiani di questa frontiera, ma se essa dovesse un giorno nuovamente venire varcata, tutti i nostri Alleati sarebbero ben presto minacciali dietro a noi. La nostra politica di prudenza e di fermezza non ha dunque nulla di egoistico e di ristretto ; essa è re-mondata dal bene generale dei popoli. Su noi Fab« bandonassiino non tradiremmo soltanto la! Francia: noi serviremmo male il mondo1 intero ».