Poincaré Inflessibile

Poincaré Inflessibile Poincaré Inflessibile Cortese intransigente risposta a Baldwin : nessuna soluzione conferenziale, ma solo Commissione delle riparazioni - "Non lasceremo i pegni prima di avere riscosso,, - La catastrofe tedesca è colpa della Germania (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, 20. mattino. Tra pochi giorni, a Brive La Gaillardc, poi più tardi a Parigi, Poincaré traccierà le. grandi linee del suo programma di politica interna ; ma ieri a Champigny, inaugurando il monumento ai caduti del suo villaggio, il capo del Governo ha esclusivamente trattato delle questioni che dominano il campo della politica internazionale ; dall'occupazione della Ruhr alla catastrofe della Germania e al progetto di .Conferenza degli esperti. La catastrofe germanica .« Quando la Germania — ha detto PoinIcaré — ha clamorosamente annunciata la cessazione della pazza resistenza che ci Aveva opposto, io ho creduto di dover consigliare la diffidenza e soffiare su qualche illusione. Non mi ero disgraziatamente ingannato dicendo che noi non avevamo ancora finito con gli intrighi e le scappatoie. L'anno scorso, prima che prendessimo i pegni, la Germania pretendeva che non poteva consegnarci la quantità, di carbone fissata dalla Commissione delle l'ipaTazioni perchè ne aveva bisógno per le proprie industrie. Quest'anno la nostra occupazione della Ruhr ha dimostrato che il Reich era perfettamente in grado di fare a meno di questo carbone. Immediatamente esso ha mutato sistema e ci dichiara nuovamente che esso può effettivamente lasciar fare le consegne, ma che non è In grado di pagarle. Tutta la tattica della Germania debitrice appare nell'ipocrisia di questo volta faccia. Ma è avvenuto che questa politica di negazione e di cattiva volontà, accompagnata da sperperi finanziari e dal disordine monetario, ha condotto alla catastrofe interna, ha riaperto la lotta tra interessi contrari, ha risvegliato il vecchio antagonismo degli Stati tedeschi. Mentre la Prussia, la Sassoni:!, la Baviera, cercavano di ricacciarsi ia responsabilità di una anarchia che esse avevano tutte contribuito a far nascere e di cui, — non dispiaccia al signor Stresemann — esse portano sole la responsabilità, sono scoppiati nella regione occupata dei movimenti che il malessere delle popolazioni e la vecchia opposizione di molta parte di esse alla Prusisa hanno spontaneamente provocato. Oneste iniziative non sono opera nostra. Noi siamo rimasti'sempre scrupolosamente estranei agli affari interni della Germania e non Bono le allegazioni del Govei-no tedesco, oltraggiosamente diffuse in Europa e nel nuovo mondo, che oscureranno una verità .che appare dagli occhi di tutti gii spetta-to'ri imparziali. Quale possa essere domani ila costituzione della Germania, quali possano essere più tardi le relazioni scambievoli degli Stati che componevano all'in'domani del Trattato l'Impero germanico, noi non penseremo mai a far violenza alla coscienza delle popolazioni. I pegni « Noi non nutriamo nessun progetto di annessione .Ma noi non rinunciamo a reclamare dei pegni permanenti di sicurezza. Quelli che ci erano stati promessi a Versailles non ci sono stati forniti. La Germania, da parie sua, ha paralizzato ida parecchi mesi il controllo della Commissione militare interalleata, si è sottratta alla maggiore parte delle obbligazioni che aveva sottoscritto per il numero degli armamenti e degli uomini conservati alle armi. Essa è in grado di riadattare rapidamente le sue offifneine alla fabbricazione dei cannoni e delle munizioni ; essa può equipaggiare in pochi giorni la sua flotta jwrea ; essa non ha scosso nessuna delle Influenze militari che hanno così a lungo dominato; essa incoraggia, tollera ovunque una propaganda forsennata di rlvin cita e di imperialismo. Noi saremmo dunque ben imprudenti a non mantenerci sul <i chi vive » e ad abbandonare o indebolire i nostri mezzi di protezione. Non siamo neppure disposti a sacrificare i nostri diritti alle riparazioni. Tutto ciò chf oggi avviene dimostra, che noi abbiamo avuto ragione prendendo dei pegni. Se non li avessimo presi, e se al mese di gennaio ultimo scorso avessimo semplicemente ac cordato alla Germania la moratoria di 'due o tre anni che la Germania chiedeva, essa non sarebbe soltanto padrona di non versarci nulla, ma sarebbe libera di continuare ad arricchirsi a nostre spese e sovralimentare tutte le officine del Reich, con il carbone' della Ruhr. Ora. invece, la Germania 6 interessata a «rendere al piy presto le misure necessarie per pagare i suoi creditori. « La Germania sa che noi non le lascicremo i nostri pegni prima di aver riscosso Vammontarc delle vostre riparazioni, E'da essa che spella di anticipare con uno sforzo sincero la data del nostro sgombero della Ruhr. Nessuna riduzione di cifra «Jn quanto ai nostri Alleati, che cosa aspettiamo da essi ? Mente altro che l'osservanza del Trattalo che hannn firmato con noi. Il delitto tedesco è slato coscicnsiosame'ntc fissato dalla Commissione delle riparazioni. Tale fissazione non è stata fatta — come è stato detto talvolta — senta un esame sufficiènte e sulla sola indicazione dei Governi interessati: essa ha invece dato luogo a studi prolungati ed alla audizione reiterata dei rappresentantdel Reich. Persino la do7nanda 'malese stata ridotta dalla Commissione che l'htrovata csagcrrin. La cifra fissata in seguito e sign^caia alla Germania è stalaccettala dal Governo del signor LloyGeorge ed ha fatto oggetto il 5 maggi1921 di uno stato di pagamento redattdagli Alleati su proposta formale del Gabinetto di Londra. Questo stato di pagamento e stato comunicato ai Reich per rdi un ultimatum. La fissazione h dunqudefinitiva, e come è stata preceduta dalesecuzione del Tratalo di Versailles, essnon può pia essere modificata senza il nstro consenso. Il Trattato prevede, espretamente, infqtti, che nessuna riduzion a a d o o a e a a ose non potrà essere accordata alla Germania se non all'unanimità, dei Governi creditori e la Francia è stala troppo provala per dare la sua. adesione ad una. riduzione. « Ci si chiede tuttavia ad. ogni 7ìiomento di procedere ad una nuova valutazione della, capacità di pagamento della Germania. Che. cosa si intende con questo? Si tratta di arrivare per una via indiretta alla diminuzione della cifra del debito tedesco. E' una combinazione che noi siamo decisi a non favorire. Se si tratta di apprezzare quello che la Germania può pagare domani e in un avvenire immediato nulla di più necessario di questo esame. Ma precisamente la Commissione delle riparazioni è stata incaricata dal Trattalo di valutare di tanto in tanto questa capacità di pagamento, naturalmente variabile secondo lo stalo economico e finanziario della Germania. Non vi è nessun motivo per togliere alla Commissione delle riparazioni una delle sue più importanti funioni. Essa non merita di essere colpita di suspicione. Essa ha sempre dato prova di competenza e di imparzialità. Essa deve dare alla Germania, prima di ogni sua decisione, equa facoltà di presentare le sue osservazioni. Essa ha la buona fortuna di avere ad ognuna, delle sue sedute un rappresentante ufficioso degli Slati Uniti, che è uomo di alla coscienza e di assoluta lealtà. Essa conta tra i suoi membri dele gati britannici, italiani; belgi, che sono tutti spiriti elettissimi. Non voglio parlare poi del suo presidente, perchè egli è francese e mio amico ; ma non si pretenderà, 10 penso, che egli manchi d'intelligenza e di esperienza. Mi sembra in ogni caso che la conclusione si imponga : la Germania ha ripreso contano con la Commissione. Questa intenderà senza dubbio, tra breve, i delegati del Reich. Che le si lasci dunque il tempo di lavorare e di assolvere al suo mandato! "La Commissiono delle riparazioni ò la!,, u Von. Signor Sta7iley Baldwin, ol quale mi sono compiaciuto di aver potuto avere a Parigi un cordialissimo colloquio, mi ha pubblicamente rivolto tre giorni sono un invito e una preghiera. Un invito cortese ad una Conferenza intemazionale o ad una Commissione di esperti, posta sotto gli auspici della Commissione delle riparazioni; ed un'amichevole preghiera: di riflettere fino a tre volle prima di declinare questa proposta. Non ho bisogno ai dire che qualsiasi suggerimento del Primo Ministro britannico e e sarà sempre considerato da me come degno della più seria riflessione, e siccome il discorso del signor. Baldwin data da tre volte 24 ore, ho preso 11 tempo di meditarlo seriamente più di tre volle. Mi sono detto innanzi lutto che noi eravamo interamente d'accordo su un punto essenziale-, l'interesse, cioè, c)ie abbiamo a regolare al più presto possibile tra gli Alleati la questione delle riparazioni ed a concertarci per assicurarne i pagamenti. Noi siamo più interessali di qualsiasi altro a questo regolamento e non abbiamo la paziza di volerlo ritardare. Noi desideriamo pure, come il Primo Ministro britannico, che gli Stati Uniti acconsentano a non tenersi completamente in disparte dagli affari di Europa. Noi crediamo che più la solidarietà economica finanziaria e morale si restringerà ti;a il vecchio ed il nuovo continente e meglio la causa- dell'umanità sarà servita. •< Ma su che discuterebbe una Conferenza il.ter nazionale ? Come sarebbe composta » in quali rapporti di collaborazione e di dipendenza sarebbe essa, sia verso. Governi, sia verso la Cojiimìssione delle riparazioni? Quale sarebbe la sua attribuzione ? Questi sono altrettanti problemi che nel primo stadio delle mie riflessioni si sono perscnlali al mio spirito e che non sono riuscito a risolvere. Si è molto scherzato in Inghilterra sui miei discorsi domenicali. Quanti discorsi quotidiani e contraddittori, e inutili, non ci riserverebbe una Conferenza internazionale ? E nel [rat tempo, amici miei, voi continuereste ad aspettare pietre e tegole per la ricostruzione della vostra casa. Se veramente il Governo britannico non jiensa a chiederci di far sedere la Germania alla Conferenza di cui parla, se ha semplicemente come noi il desiderio di ottenere la cooperazione degli Stati Uniti, ci è molto facile intenderci su idee già prese in considerazione a.Parigi come a Washington, a Brusselle ed a Romu. La Commissione delle ripa razioni è tà. Essa procede ogni giorno ad inchieste ed a perizie. Essa può senza in novare nulla, chiedere al delegato ufficioso degli Stati Uniti di designare degli esperti americani per esaminare con quelli fran cesi, inglesi, italiani, belgi, la capacità d pagamento attuale della Germania e per reclamare dal Reich un programma pre ciso di riparazioni entro i limili del Trattato. Ma noi non potremmo accettare che la Commissione delle riparazioni non [osse più competente, nè che venisse sostituita da un organismo nel quale la nostra parte di influenza, già così inferiore alla nostra parte d'interesse, sarebbe ancora ri-gqvgndvindtttrtahmscvtviecm«ssnAdzedbiosdotta. M "La frontiera della libertà,, d o i r e e a roi- « Il limite delle nostre concessioni è raggiunto. Noi non lo oltrepasseremo. Sono quattro anni che facciamo le spese dei vantaggi accordati alla Germania, malgrado il Trattato ! E' abbastanza ! Noi non dimenticheremo mai la parte considerevole che tutti i nostri alleati hanno avuto nella vittoria comune ; conserveremo il ricordo viov e riconoscente della frater nilà d'armi che ha assicurato il successo dei nostri sforzi ; elio ognuno di noi, lottando per gli altri loti ava anche e sovratutto per sò stesso. Noi abbiamo dato tanto, altrettanto di quello che noi abbiamo ricevuto, e possiamo reclamare una gratitudine eguale a quella che noi dobbiamo ai nostri amici. Siamo stati quelli che hanno maggiormente sofferto per il numero dei morti e per l'estensione dei nostri danni, ed è sul nostro suolo devastato che si ò giocata la sorte della guerra. Non vegliamo sopportare da soli la quasi totalità delle speso di una causa, che era vitale per tutti e che abbiamo guadagnato insieme. Non vogliamo nemmeno rimanere esposti a nuove aggressioni in quelle Marche dell'est, che il presidente Wilson chiame va un giorno, con parola giustissima, «la frontiera della libertà». Noi ed i nostri amici belgi siamo i guardiani di questa frontiera, ma se essa dovesse un giorno nuovamente venire varcata, tutti i nostri Alleati sarebbero ben presto minacciati dietro a noi. La nostra politica di prudenza e di fermezza non ha dunque nulla di egoistico e di ristretto ; essa è comandata dal bene generale dei popoli. Se noi l'abbandonassimo non tradiremmo soltanto la ancia: noi serviremmo male il mondo intero ». Questo discorso di Poincaré, accolto ad ogni istante da applausi, venne alla fin salutato da clamorose acclamazioni. e t | ihiiiv b I nella Ruhr Morti e feriti a Duesseldorf (Servizio speciale della a Stampa») Parigi, 29, mattino. La calma continua a regnare a Magonza ed a Wiesbaden. La giornata di ieri passata tranquilla. Le bandiere continuano a sventolare sui principali edifici ; 10 stato d'assedio 6 stato mitigato, e la proibizione di circolare nelle strade non comincia più che alle 9 di sera. A Duesseldorf invece la notte dal sabato alla domenica è stata agitata. Fucilate sono state sparate in parecchi punti della città. Ieri mattina la calma pareva ristabilita ; ma poco più tardi, nel sobborgo di Unterbilk migliaia di disoccupati hanno saccheggiato di nuovo i magazzini. La polizia « azzurra » è sopraggiunta in autocarri ed ha fatto' uso delle armi. Vi sarebbero quattro morti. Centoventi prigionieri sono stati-rinchiusi nelle carceri della città. Nel pomeriggio ad Oberlik, il quartiere popolare di Duesseldorf, disoccupati si sono impadroniti di una grande botte di alcool da bruciare, che veniva trasportata su di un carretto verso una officina. I disoccupati la forarono, e cominciarono a bere quell'alcool a 90 gradi. Ne seguì una vera scena di orgia ; e la strada fu ben presto piena di individui ubbriache I disoccupati si diedero poi a nuovi saccheggi, e fracassarono le vetrine dei magazzini circostanti. Quando la polizia giunse sui luoghi in autocarro, scortata da due auto-mitragliatrici francesi, accerchiò i saccheggiatori e fece una quarantina di arresti. Poi raccolse gli ubbriachi erano stesi a terra. Tre di essi erano già morti, in seguito all'azione violenta dell'alcool ; altri furono trasportati alla ambulanza della Croce Rosas in uno stato pietoso. E ieri sera la calma era ovunque ristabilita a Duesseldorf. Nel complesso la situazione della Ruhr continua ad essere grave, appunto in seguito ai disoccupati, il cui numero aumenta, per la serrata proclamata da alcuni proprietari di miniere e di officine. A Bochum sono avvenuti nuovi saccheggi di depositi di carbone dello miniere. Distaccamenti di truppe francési, scortati da auto-mitragliatrici, si sono recati sui luoghi, ed hanno arrostato i saccheggiatori. Bochum conta attualmente da tà a 70 mila scioperanti. Le miniere Haimibal e Hannover continuano a lavorare. Per contro Stinnes ha congedato 30 mila minatori, sospendendo l'estrazione del carbone dalle miniere Dcutsch e Lussemburgo. Si contano poi 14 mila disoccupati a Mulheim, che riscuotono ognuno da 12 a 13 miliardi di marchi per settimana. Ve ne sono da 50 a 60 mila a Gelsenkirchen, 11 cui Municipio ha fatto affiggere un ultimo avviso per dichiarare che gli agenti di polizia hanno ricevuto l'ordine di tirare contro i saccheggiatori senza nuovo avviso. Nelle numerose città del bacino carb-j nifero si segnalano grandi difficoltà ne rifornimenti. Mancano le patate, le uova, il burro. Il pane nero è passato da 4 mi liardi e C00 milioni a 17 miliardi og.ii pezzo di tre chili ! Cucine popolari sono stato organizzate un po 'dappertutto. A Duisburg la città è in istato d'assedio. Aggravata situazione in Polonia per l'estendersi degli scioperi Il rimpasto del Gabinetto [Servizio speciale «eli;. • Stampa •) Vienna, 29, mattino. La situazione generale in Polonia continua ad aggravarsi. Lo sciopero ferroviario assume sempre maggiori proporzioni. Le industrie tessili della regione di Lodz hanno pure cessato il lavoro. Contro le ferrovie si segnalano numerosi al li di sabotaggio. Allo scopo di rafforzare il Ministero c stato raggiunto l'accordo fra 1 parlili. Il noto agitatore Korfanti è slato nominalo ministro senza portafogli con la i-arica ili vice-presidente del Consiglili. 11 deputato Dniowski assume il portafoglio degli Esteri, mentre l'attuale ministro degli Esteri seyda diventa sottosegretario dello stesso Dicastero. Cnneunmq(lslip[ancMomAnbaqttGpszltbspgsmldpEddpseogpisrpcvsssctPcebporcvp

Persone citate: Baldwin, Poincaré, Romu, Rosas