Il discorso alla fiat

Il discorso alla fiat Il discorso alla fiat " Per questa Italia nuova io vi chiedo l'adempimento silenzioso del vostro dovere di operai e di cittadini n l a g ^L nsa io e, lO oa Ine La visita agli stabilimenti della Fiat Lingotto era ilssata in i>rogramnva per le ore 9,30, ma il presidente del Consiglio non ha potuto giungere al convegno che alle 11,45. Lungo la via Nizza a partire da Porta Nuova erano stati scaglionati di cento in cento metri, gruppetti di camicie nere per mantenere libera la strada all'automobile del Presidente. Non vi è gran Xulla lungo Ja via, ma i balconi imbandierati sono gremiti di pubblico. La folla aumenta invece oltre la vecchia barriera ed è una folla assai diversa di quella che ha preso parte alle precedenti manifestazioni. Ci troviamo in una località opemia, dove esistono molti opifici e molte oase popolari, e in attesa sono, senza alcuna impazienza, pariicolarmcnte donne del popolo e fanciulli. Lungo tutto il percorso dal centro della città alla Fiat sono disposti a tratti agenti, militi e carabinieri in servizio di vigilanza. Ai lati del primo corpo dei fabbricati della Fiat stanno due forti nuclei di carabinieri ; il servizio di P. S. è affidato al Commissario cav, CoUamarini ed al commissario aggiunto dott. Russo. Le gigantesche costruzioni sembrano silenziose, come se nell'interno di esse migliaia e migliaia di operai non stessero in quel mentre lavorando. Penetriamo nel primo cortile dove sono raccolti gli invitati. La porta d'entrata è ornata di festoni di sempre verdi e di trofei tricolori. Un gruppo di sorvegliami in divisa vigila scrupolosamente; le maglie rosse del «Gruppo Sportivo Fiat » ed i pompieri della Fiat prestano servizio d'onore e provvedono a disciplinare 11 flusso degli invitati, tra i quali notiamo il sen. Rebamlengo, gli on. Mazzini, Olivetti, Villabruna, Quilico, Gray ; i generali Glannuzzl-Savelli, conto Morelli di Popolo, Sani, comandante il Como d'Armata di Bologna, con numerosi ufficiali, il capitano principe Buffo (li Calatila, medaglia d'oro, il conto Thaon di Beve], il conte di Rohllant, il conte di Sambuy, il conte Fossati, il presidente del Tribunale gr. uff. Martlnengo, 11 direttore della Banca d'Italia comm. Codevilla, il presidente della Cassa di Bisparmio comm. Geàsser col Consiglio di amministrazione, il grande uff. dott. Borrirli, 11 comm. Gino Finzi, Mario Gioda, 11 comm. Ovazza ed il comm. Bocca della Camera di Commercio, l'ing. Boella dell'Aroma, il comm. Pellicciotti, il ''omm. Goria-Gatti, il comm. Guidetti-Serra, il comm. Chevalloy, lo scultore Canonica, tutto il Consiglio della Lega industriale; e moltissimi Industriali, commercianti, ecc. C'è un gruppo cle-?amissimo dt signore, tra cui donna Virginia Agnelli, la principessa di S. Faustino, la signora dell'on. Finzi. la signora Soria, ecc. Per ingannare l'attesa la musica della Fiat suona di tratto in tratto qualche marcia. Negli intervalli dalla folla che occupa parie del grande cortile si leva quel caratteristico brusio prodotto da cento dialoghi die si incrociano, In tutti i crocchi si parìa naturalmente del Presidente e si cerca di indovinare la ragione del ritardo. Intanto nello spazio centrale rimasto libero, siilo.no le automobili che recano gli invitati, e paesano impiegati e dirigenti della Fiat. Più affaccendali di tutti appara l'ing. Gobbato, die in tutte le cerimonie si assume sempre l'incarico di improvvisare la decorazione* esterna del fabbricati. Al lato des-ro del sottopassaggio che conduce al secondo cortile, sono schierati buon numero di operai ex-combattenti che porano sul petto medaglie e decorazioni meritai" in guerra. Facciamo una capatina all'esterno. Il grande stradale si e ventilo ancor più popolando nll'iiltlma ora. Una siepe nereggiante che per effetto prospettico sembra congiiingers! là in fondo verso la chiù orla 1 bordi della strada. Un riflesso di pallido sole, filtra attraverso il vririore del cielo a spargere un po' di polvere d'oro sulla massicciata e accende vivi riflessi sulle handlere che sventolano alle finestre ed ai balconi. Non si vedono qui 1 grandi stendardi die sventolano nello vie della citta: si tratfa per lo più di piccole bandiere che là distanza rende ancor più minuscole: airone sono addirittura di carte colorata, ma nella loro modesta apparenza esse re^con non meno gradito a chi guarda questa piccola fioritura di tricolori. La visita Alle 11,45 finalmente tre squilli annunciano l'arrivo del Presidente, e qualche istante dopo un'automobile, col capo del Governo, il ministro della Marina, il senatore Agnelli e l'ing. Fornaca varca il cancello della u Fiat ». La banda intona le note della Marcia Beale, mentre il cielo è solcato da aeroplani. L'autumoblle del Presidente e quella che lo segue immediatamente col ministro Le Stefani e l'on. Devecchi, si sottraggono " i subito alia vista della folla degli invitati. 11 Presidente in quel momento imprende la visita del grandioso stabilimento. La visita dura poco più di mezz'ora, nel qual mentre il pubblico degli invitati è ammesso nel primo grande cortile interno, dove Mussolini parlerà alle maestr inze riunite. Queste man manoohe il corteo dei visitatori ha visitato un pian.-, abbandonano il lavoro e scondono nd cortile. Cosi successivamente si riuniscono tulli gli operai dei numerosi reparti, in ' idiue silenziosa e ordinata. Più animate- e l'ingrosso dei gruppi delle Impiegate e delle dattilografe. Sotto il palco presidenziale, drappeggiato di velini' cremisi, si sono schierati gli alfieri dei gagliardetti del Gruppo sportivo Fiat mentre il servizio di parata nel vasto cortile è fatte esclusivamente dei giovani del detto gruppo sportivi . dal pompieri e dai guardiani interni i'i alla tenuiu L'ordine e la disposizioiie sr rio perfetti Solo quattro automobili sono ammesse alla visita integralo dclin fabbrica, die avviene esattamente come quella ordinala ih occasiona de.Ua visita di S, M„ il Ile, J cortili sono pae FtepvpnincoenuavtureilcvlacalanmlarlidplfbtsgctltddiolpAssgtlActi pa t i , a a , 1 . i . . a t a i e o, el oina g. e ao o eeno er à aao' e le 1 ie le ù te za da ate o, lli lla arola ro no 11 la ta re rini an ato no co in ma e di eri n è tto apola ne iono perfettamente vuoti, e gli operai tutti sono al lavoro ognuno nel proprio reparto solito e alla propria macchina e al proprio pezzo. Facciamo da un capo all'altro della gigantesca costruzione lo stesso viaggio cho compiono i vari materiali componenti le singole vetture. La fabbrica a sei plani, compreso il pian terreno e la pista, e esattamente organata come un lungo e complesso cordone intestinale, che afferra e affina e assimila il continuo nutrimento. Nessun pezzo, una volta entrato, una volta afferrato dai rulli, fa più un solo movimento all'indietro ; l'operaio lo afferra, lo lavora, lo raffina e lo spinge davanti dove un altro operaio lo prende sotto tutela, lo rilavora e lo sospinge avanti, di reparto in reparto, e da piano a piano. Lungo il percorso i vari pezzi si incontrano, si accordano, si fondono insieme, si formano i vari organi delle vetture, dai cardani ai volanti, dai magneti a! motori, dalle mote alla carrozzerie. Ogni operaio attende sempre alla stessa lavorazione, nella quale è perfezionato. Cosi ogni vettura esce come una somma di lavori perfezionati. Così si lavora nella maggiore fabbrica torinese, cosi essa ha raggiunto col suoi prodotti un primato italiano e una celebrità mondiale. Il percorso è così lungo che non c'è tempo di soffermarsi. Non si fa che passare da reparto a reparto, da un piano caricatore all'altro, sempre più 6ti verso il piano più alto formato dalla pista, di cui si intrawedono 1 bordi in cemento attraverso le immense vetrate. Eccoci alla fine in piena luce. U Presidente vuol percorrere in piena velocità un giro di pista: poi è la volta delle due macchine rosse da corsa, che irrompono a un tratto dalla curva verso il rettilineo, a un lato del quale si sono fermate le quattro vetture, L'on. Mussolini, al frastuono dei motori delle due-litri, chs irrompono in corsa gut date da Salamano e da'Bordino, si leva ritto in piedi sulla vettura a guardare. Passano oome due bolidi le due macchine, affrontano la curva in pendenza, scompaiono un istante per riapparire nel rettilineo verso la collina Allo stesso tempo un BR empie il cielo di strepito, passando rasente la pista. L'on. Mussolini sembra gli volga uno sguardo nostalgico. Egli saluta oon tm cenno Salamano e Bordino, che si sono fermati accanto alla vettura presidenziale. Dopo alouni girl fatti sulla pista da varie vetture di prova, il senatore Agnelli dà l'ordine di ridiscendere. I piani caricatori ci riconducono al basso, nel cortile dove già sono raccolti gli operai. Il saluto alle maestranze Quando iil Presidente, di ritorno dalla visita, la il suo arrivo nel cortile, lo accoglie un lungo applauso, mentre la banda intona una marcia. Il Presidente si sofferma un istante sorpreso a guardare quella folla eccezionale che gremisce il cortile e s'è arrampicata sul primo cornicione e si sporge lassù in alto nell'estremo piano dell'edificio, poi sale rapidamente la scaletta del palco. La folla si è fatta silenziosa ed il senatore Agnelli gli rivolge il suo saluto con queste parole: i MI è gradito ringraziare a nome del Con sigilo dì amministrazione, degli impiegati < della mastranza numerosa della Fiat Vostra Eccellenza di questa visita che ci allieta e ci onora. Uomini di lavoro, non è nostra materia esprimere a parole i sentimenti che abbiamo in animo, ma speriamo che Vostra Eccellenza nd visitare gli stabilimenti ove si svolge la quotidiana opera nostra avrà sentito Cini l'ispirazione di noi tutti è l'amore di Patria, che ci sorregge e ci guida nel continuare a mantenere in vita e portare al migliore destino un'azienda degna della nostra Nazione. E' quindi con animo pervaso di riconoscenza sincera al capo del Governo che lauto l'ha innalzato ed animato e con una speranza confortata da sicura fiducia nell opera nostra, che riverenti vi salutiamo col gn do di: Viva Mussolini! „ . „ ^ Un applauso accoglie la fine delle brevi parole del sen. Agnelli. A questo punto la folla si fa di nuovo in tontissima. Nell'immenso cortile è un reh gkKo silenzio. Si attende che parli i on. Mussolini Onesti è visibilmente commosso. La sua maschia figura spicca In prima linea fra il gruppo folto di autorità. Il presidente del Consiglio si volge in un primo istante verso il sen. Agnelli, poi subito dopo verso le maestranze. Alle prime parole pronunciate a voce bassa e commossa', seizuo il resto del discorso a voce sempre più alta e più chiara figli di'.-e: Senatore, operai, « Ho le orecchie frastuonate e gli occh abbagliati per lo spettacolo superbo che sta mane si è offerto al mio sguardo. Come capo del Governo e come italiano sono orgoglioso di questa vostra splendida città del lavoro. Credb non ci sia nulla di simile in Italia e forse nemimeno in Europa. Tutto ciò deve rendervi orgogliosi e darvi quello che 10 chiamo l'orgoglio di fabbrica. Voi, del resto, lo sentite quest'orgoglio, perché voi siete legati al successo della vostra opera. Non è indifferente per voi che la vostra macchina giunga prima o seconda in un cimento europeo e mondiale. E' nel vostro interesso che giunga prima, perchè ciò aumenterà le vostre possibilità di lavoro. Tutto si lega nella vita economica. C'è un limite che non si può varcare, un limite per gli industriali ed un limite per gli operai. E' cioè nell'interesse degli industriali che gii operai siano tranquilli, che conducano una vita tranquilla, die abbiano il necessario alla vita, che non siano assillati dai bisogni insoddisfatti. Ma ft anche interesse degli operai che Ja produzione si svolga con un ritmo ordinato, vorrei quasi dire solenne, perchè 11 lavoro è la cosa più so'enne, più nobile a più religiosa della vita. E, soprattutto, non pensate di potervi straniare dalla vita, dall'anima e dalla storia dlla nazione. Anche se voi lo .volesti .SQL aon et 4uàcir.estet per¬ sinfgzlbiggtLfiPtlndds cliè non si può riuscire a' rinnegare la propria madre. « Lo vogliate o non lo vogliate, siamo tutti italiani o dobbiamo avere l'orgoglio di essere italiani, non solo per le glorie del passato, nobilissime glorie, ma sulle quali non vogliamo vivere di rendita come dei nipoti degeneri e parassiti, ma soprattutto per questa Italia nuova, che va sorgendo nei cantieri e nelle officine e che ha qui, in questa vostra i.-obrica, raggiunto un primato europeo.». Per questa Italia nuova io vi chiedo Ptwifmpimento silenzioso del vostro dovere di operai e di cittadini. Solo eoi lavoro e colla collaborazione tra unti gli elementi della produzione si aumenterà il benessere generale e quindi anche il benessere individuale. Fuori di qui, io lo proclamo solennemente, fuori di questo limite vi è la miseria individualo e la rovina della Nazione. Dopo di che io — che ho lavorato collo braccia e vengo dal popolo, ed ho questo orgoglio — vi saluto, non con la mentita simpatia dei demagoghi venditori di fumo, ma colla sincerità rude di un lavoratore, di un uomo che non vi vuole, ingannare, di un uomo che vuole imporre a tutti la disciplina necessaria, agi anche agli avversari stazione della mia simpatia più fraterna coll'augurio che il primato europeo e mondiale della vostra fabbrica non abbia mai a cessare! ». a e e o e l a e l n ò e i . o o e a n i i a a ni o è a n le r¬ le dimtre sonspequitatopròal dnacrevze, ausstravoleintel'afitalUte cvoltcomdalgioE 1vivu. proamici sopraxtutto cu urepiziatevi la manne-1 vinla mmado lutasi curcheCdelvinvécmiViadaPreMificiCaItistza imfertreDietarcorqughgenra,Coszanuni moglibinmaUCotutmaalttomcolsulsidgiuincArevuffizi Vichespmee pdi Codiin voquin logLdela d'osititisFaQutrecolomessireCorali DavturadoontazacadApusudcongnl'saserasmppqvtalacd6cnispFitscnnmnQaslsgdrsqadmrvCcsIl discorso è stalo Interrotto in più punii dagli applausi levatisi da alcuni gruppi dì presenti più vicini all'oratore. La maestranza nel complesso ha ascoltato con la più deferente attenzione. Un vasto e caloroso applauso accoglie le. ultime parole del Presidente, il quale, seguito dal sen. Agnelli e dalle altre autorità, lascia subito il palco, per recarsi in un salone della Fiat dove pone la sua firma In un albo d'onore, e dove si congeda, risalendo in automobile. Dopo di lui la grande moltitudine degli operai e dello maestranze abbandona il cortile e risale nei grandiosi reparti dove 1orna a pulsare 11 lavoro. Lentamente pure sfolla il pubblico degli invitati e abbandona lo stabilimento. ' E' il tocco. L'on. Mussolini pd corso Umberto e via Pietro Micea discende alla Prefettura. La colazione in Prefettura Come ha fatto ieri, il Presidente del Consiglio si è trattenuto alle ore 13 a colazione in Prefettura. Vi erano stati invitati dal Prefetto i minidri Thaon di Revel e De Stefani, gli onorevoli Finzi, Devecchi, Olivetti, Mazzini e 'Mazzucco, i senatori Bosdli ed Agnelli, il Commissario prefettizio per il Comune, barone La Via, l'ex-sindaco gr. uff. Cattaneo, il presidente della Deputazione provinciale, grand'ufr. Anselml, l'ingegnere Fornaca, l'ingegnere Ponti. 1 capi di Gabinetto ed i segretari particolari dei ministri, ecc. Le cerimonie rie! pomeriggio L'inaugurazione della lapide alle medaglie d'oro La lapide che il Consiglio provinciale ha fatto murare sotto i portici delia Prefettura in onore e memoria dei rvilitari della nostra Provincia, decorati ai medaglia d'oro, durante la grande guerra, è stata inaugurata dall'on. Mussolini, ieri, alle ore l-ii30. Cerimonia semplice, raccolta, commovente. 1 portici ddla Prefettura sono stati riccamente ornati di piante sempre-verdi. Sotto la lapide — a sinistra dal portone d'ingresso, dopo quella dedicata al Des Ambrois — è addirittura un trofeo di foglie e di fiori. La lapido è coperta da un candido lenzuolo. Di frunte sono le poltrone delle maggiori autorità, al lati sono iltspos;o le seggiole per autorità e rappresentanze. Alle 14, mentre cordoni di truppa e di camicie nere trattengono in quadralo la folla dei curiosi sulla piazza, già cominciano ad affluire gli invitati, che affollano man mano i posti ad essi riservati. Fra le autorità notiamo l'ex-presidente del consiglio on. Facta, i senatori Fìrassail, Teofllo Rossi, RuiQni, Mosca, Brondi, Fracassi, Di Saluzzo, Ferrerò di Cambiano, D'Ovidio ; i deputati Villabruna o Quirico; il gen. Petitti di Roreto; i membri del Consiglio e della Deputazione provinciale Calandra, vice presidente del Consiglio, Anselml presidente della Deputazione, Badini, Molinar.i, Ciiieso, Vincent, D'Unirei-es, Peyron, Cliabloz, Forino, Falchi, Casalis, Sesia, Toesca, Armandis, ecc. Sono inoltre presenti i commissari aggiunti municipali Broglia, Gribaudi e Grassi, il grand'uff. avv. Prato ed il comm. avv. Crosla-Curtl per la magistratura, il prof. Vidarl dell'Università, il prof. ColonnetU del Politecnico, il comm. Silvio BQselli, l'ex-sottoprefetto Boggio, il comm. Lanza, dell'Ordine Maurlziano, l'cx-presidente della Deputazione comm. ing. Borgese, ecc. A sinistra hanno preso posto le rappresentanze militari con bandiere, le famiglie del decorati, le madri e vedove del caduti. In prima fila sono sedute alcune signore fregiate di medaglia d'oro. Alle 14,30 dallo scalone della Prefettura scende l'on. Mussolini, accompagnato dall'on Eoselli, on. De Stefani, on. Finzi, on. De vecchi, ammiraglio Thaon di Revel, il prefetto Palmièri, l'on. Acerbo, l'on. Olivetti il questore gen. Zamboni, e alcuni alti ufficiali ddla milizia nazionale. Tutti i presenti sono in piedi, e salutano con nutriti battimani il presidente del Consiglio, che sorride e ringrazia. I nuovi venuti seggono ai posti d'onore. L'on. Boselll si porta davanti alla lapide, che viene scoperta del drappo che la nasconde. Un secondo applauso scoppia; mentre tutti sono nuovamente in piedi. L'on. Mussolini saluta col gesto romano. La lapide fu progettata e disegnata dall'lng, cav. Gilardl dell'Ufficio tecnico provinriale, e porta la seguente epigrafe dettata dal presidente della Deputazione provinciale gr. uff. avv. Anselml: « 1915-1918 — ai suol decorati di guerra — con medaglia d'oro — la Provincia di Torino — orgogliosa e ammirante — onorando in essi — gli altieri delle recenti vittorie — gli ispiratori di ogni vittoria ventura ». Segue l'elenco degli eroi, comunicalo dall'autorità militare, che vengono indicati eoi solo cognome e nome, e per ordine cronologico del decreto di conferimento della medaglia. Nella lapide fu però lasciato un conve niente spazio per poter eventualmente iscri vere quegli altri che ottengano in seguito la decorazione o che siano stati omessi per mancanza di informazioni; fra questi è da annoverare 11 tenente Carlo Freguglia, ora soltanto Teso noto. Ecco i nomi già incisi: Bettola Edoardo, Giordana Cario, Bibet G1o baimi, Buffa di Perrero Carlo, Bulent Giù seppe, Carroccio Alessandro, Bandaccio Gio vanni, Biamino Ettore, Ferrari Elio, Debernardi Lamberto, Lisa Gino, Rolando Fran eeseo, Dongiovanni Emilio, Lama Luigi .Salamano Alessandro, Gotti Enrico. Tre sol sono 1 superstiti: il colonnello Bettola, il te nenie Salamano ed il caporale Rulent, i quali sono presenti alla cerimonia. L'on. BosellUfra- un religioso silenzio, prò nuncia' il discorso inaugurale. La voce an Cora calda e chiara del vegliardo suscita on (laie di commozione fra gli uditori, quando, egli ricorda gli atti di valoie dei decorati, dopo aver notato che il presidente dd Consiglio è un ferito del Carso. Egli parla dello spirito di libertà, del valore che è nel pupolu piemontese di tutti i tempi, menziona Pietro Micca e Santorre di Santarosa, quindi così prosegue e conclude: - Per verità qui da ogni lato le rimembranze si consertano col l'opera vostra. Li presso fu bandito il 'pano sovrano sempre più indissolubile per d'unanimità tra Re e Popolo. DI là mosse 'eolla fatidica croce, il tricolore che più alto si estolle, quando l'Italia colla vostra parola e colla opera vostra, attutisce i superbi e confonde i mendaci che troppi sono al mondo: onde gl'italiani dentro e fuori d'Italia più alto mirano, più sicuri operano, e dove si attende e si spera pare elio meglio si approdimi il corso fatalo delia storia a rivendicare il diritto (leile nazioni. Poco lungi soiu'i le aule dove due volle fu proclamata capitale d'Italia Roma, alla quale voi restituite pienezza di romanità. Di ou) scorgiamo le stanze dove presero esca quei giusti ardimenti, coi quali voi serbate usanza, mentre presso allo folgori stanno i freni sagaci: sono le stanze dove il pensiero di Cavour speziò dalla Tauride a S. Martino, da Quarto qui concordato a Castclfldardo, dove il Dittatore dell'Emilia, sangue di Romagna, temprò i propositi invitti che salvarono l'Italia al disopra dei trattati e nonostante ogni minaccia ed ogni adescamento straniero. Onorevolissimo Presidente, da simili rimembranze, io vecchio del Risorgimento, traggo gii auspici propizi per l'avvenire dell'opera vostra. Fssa avrà pieno adempimento e durevole vigore perchè voi. colle luci del vostro intelletto e colle energie dell'animo vostro, l'affidate all'elevazione spirituale del popolo italiano ». Una calorosa ovazione accoglie la vibrante chiusa del discorso, già interrotto alcune volte dagli applausi. L'oratore è vivamente complimentato dall'nn. Mussolini, prima e dalle autorità poi. Una voce grida: « Per la giovinezza di Paolo Bosdli, eja, eja, alala! ». E 11 pubblico risponde con un prolungato cvvivu. Anche il presidente della 'Deputazione provinciale, grand'uff. Auselmi. pronuncia urevj c(j applaudite parole a nome della pro vincia. L'on. Mussolini si reca a stringere la mano alle Irò medaglie d'oro presenti, alle madri ed alle vedove dei decorati, rivolgendo loro cordiali e commosse parole. Egli saluta ancora romanamente la lapide, e quindi si allontana, accompagnato dai segni della curiosità e della ammirazione del pubblico, che in seguito a poco a poco sfolla. La presentazione degli ufficiali Compiuta la cerimonia della inaugurazione della lapide alle medaglie d'oro della provincia, il Presidente, del Consiglio, l'on. Devécchi, l'on. Finzi, il Prefetto grand'uff. Palmieri, il commissario prefettizio barone La Via, il questore generale Zamboni, e gli illudali della Milizia che sono al seguito del Presidente, passano alla vicina Accademia Militare, ove sono slati radunati tutti gli ufficiali del Presidio per la presentazione al Capo del Governo. Il cortile dell'Accademia, solenne per l'artistico colonnato e spazioso quanto ima piazza d'armi, presenta mi aspetto grandioso ed imponente. Tutti gli ufficiali superiori ed inferiori del Presidio si trovano schierati su tre lati del cortile e fanno fronte all'ingresso. Dietro gli ufficiali si trovano plotoni di militari di truppa di tutte lo armi. Nel centro del cortile sono raggruppati i generali, parte dei quali, quelli in congedo, vestono Fabro borghese. Vediamo nel gruppo le note figure dei generali Segato, Cavaciocchi, Sacheri, Albera, Rho, Bertele, Giannuzzi-Savelli, Liuzzi, Costa, Ceccarelli, Rondi, Solaro, San Marzano, ecc. Tutti gli ufficiali vestono l'alta uniforme. Nella imponente adunata spiccano i kolbak dei cavalleggeri, l'elmo del Piemonte Reale, i cappelli piumati dei bersaglieri o i pennacchi rosso-azzurri dei carabinieri. Nota dominanto il bleu delle fiammanti bandoliere. Uno squillo di tromba segnala l'arrivo del Comandante il Corpo d'Armata generale Potuti di Roreto che è accompagnato dal comandante la Divisione generale Bonzani. Un altro squillo ed entra nell'Accademia l'automobile presidenziale. L'on. Mussolini è accolto dal suono della Marcia Beale. Rigidi sull'attenti il generale Petitti presenta al Presidente gli ufficiali esprimendo per essi il giuramento di devozione al He e della fede incrollabile nel destini gloriosi della Patria. Accompagnato dal generale Petitti, l'onorevole Mussolini passa poi dinanzi a tutti gli ufficiali. Le autorità lo accompagnano. Innanzi al Monumento che ricorda la vittoria di Vittorio Veneto si sofferma qualche poco e chiede informazioni. Compiuta la rivista, esprime al'generale Petitti il suo compiacimento con parole di alto elogio per l'esercito e per gli ufficiali del nostro Presidio. Prima di risalire in automobile il Presidente del Consiglio è accompagnato a visitare la lapide die ricorda gli allievi dell'Accademia caduti in guerra. L'elenco è lunghissimo, c l'onorevole Mussolini si sofferma a leggerlo. Ossequiato dalle Autorità presenti risale quindi in automobile. Gli invitati che gremiscono il loggiato lo salutano con -una ovazione. La presentazione del segretari politici fascisti L'adunata dei segretari politici fascisti delle quattro Provincie piemontesi era fissala per le li,3U. Già un'ora prima il servizio d'ordine affidato alla centuria Cesare Battisiti aveva provveduto a sgombrare, con moltissimo rigore, le ociaceiize della Sede del Fascio, sbarrando le vie che vi adducono. Quando, dopo non breve attesa, possiamo oltrepassare i cordoni e possiamo penetrare nei cortile, questo 6 già in buona parte occupalo dai segretari uei Fasci piemontesi, e dai membri aei Gruppi di competenza che pure essi saranno presentati al Presidente del Con siglio. Frammisti alla folla abbiam potuto notare 1 senatori Bistoltl e Mosca, l'on. Gray, Commissari PeL'razzi, Bocca, Gemelli, ed i rappresentami delle Federazioni provinciali di Torino: avv. Giordano, dott. Bu.=so, avv. Deveochi, sig. Merio, Colisi-Rossi, Mongini, avv. Gino, Bagnasco, Pedrazzi Orsi, Bortuetti, Avenati, Behnondo, Bardanzeliu, Girardi; di Novara: comm. Belloni, console Oddone, ing. comm. Forni, Console Rizzoli on. Gray; di Cuneo: cav. Frinetti, avv. Ber: tacchi, avv. Fulclieri, cav. Roà, console Rezzani; di Alessandria: comm. prof, Buronzo, cav. Mezzetti. L'ampio cortile è tutto pavesato con trofei di bandiere, l'estoni di verzura e oritlainme. Ad una estremità ci esso è stato costruito un palco decorato di piante ornamentali e con un grande stemma di Torino, campeggi onte sul fondo arancio dell'addobbo. Al centro del cortile è una gigantesca elegantissima corbeille di fiori, omaggio gentile delle donne fasciste. Sul palco, da una parie si raggruppano i sindaci, i Comimssari straordinari ed i Consiglieri provinciali fascisti Dall'altra si affollano i gagliardetti — numerosissimi — delle Sezioni del Fasdo Di fronte al palco nel cortile si ammassa la folla dei segretari politici, dietro ai quali sono scliierati i gagliardetti dei Sindacati. Tutta questa folla irrequieta si agita, mentre i cinematografisti continuano a ritrarre la scena piena di vivacità e di movimento Poco dopo le 15, si diffonde l'avvertimento- « E' qui, è qui! ». La. indizia presenta le armi e viene comandatoli saiuto. Sulla ma*sa folta e scura, raccolta nel cortile, si distende la chiarità delle mani protese. Scoppia una cordiale risata generale, invece del Presi dente, entrano correndo e ridendo grazio 6issime, sotto l'atrio le signorine in' costume che rappresentano le varie regioni piemon- AÌle 15,20 il triplice segnale d'attenti an nunzia l'arrivo t'eU'on. Mussolini che fra incessanti « alala » entra a passo spedito e si reca subito sul palco d'onore Lo accompagnano il Ministro Thaon di Revel l'on Finzi, l'on. Torre, l'on. Devecclii, il Prefetto" il Questore, il barone La Via ed altre Autorità. Quando lo acclamazioni e gli applausi si acquetano prende la parola l'on Devecchl che porge il benvenuto al Presidente a nome dei fascisti piemontesi, > i quali dice non hanno bisogno di giurare fedeltà e promettervi disciplina perchè i piemontesi sono disciplinati e fedeli per temperamento » Quindi poli. Devecchi porge al Presidente uii astuccio e gli dice che Torino gli offre la spada romana che egli ha ben meritato L"on. Mussolini apre l'astuccio ne trae la spada, la sguaina e la brandisce in alto sopra il capo. Un uragano d'applausi occo. glie 11 gesto. L'on. Devecchi prosegue dicendo die il sangue versato ed i sacrifici durati nei quattro anni di passione fascista sono ricompensati: c Se voi fate appello a questo popolo egli vi risponderà! Grida ed applausi accolgono queste parole e 11 Presi dente levando il braccio grida: • Por il Pie monte fascista, eia, eja, eja alala! » Tutti ripetono il grido in mezzo a nuovi applausi. Quindi il Presidente scioglie i lacci che avvolgono i gagliardetti d-dle Federazioni di Cuneo e Novara, e li dispiega, procedendo così alla loro Inaugurazione. Ultimato qua sto rito, che si ì; svolto in perielio silenzio, i e i a a ; . , , . i — i i ae ri o r a a : o ù o rn i l e aò n n do, i, nla el na di ui no il er se to la e nia ve pngi ta timo il Pco • fio gliesonRomgio—minmaUla. pon—nar——do sa ——.avrglo1clame sdel attezionschnosaccridtraperNpongreunomatatofizstri—chesardi Izio—Lmegremirigpiavi/Salsuoini FasL'1gioè ronruai lorvacecrgiacoacfatemrimcoS. —unchciprnapaonnelo.pepareintofinprscprdemProrsacusirododarad'bosochnigeil mcacopsusavevodiglcotaginl'chcireriMpodzdczgco—edsnsdsinddnslasscAcGnRcsMznRistz i o l . i i e ai . , i : , i . n n e o a ngiloe ei eeea oE' e le a i o e n- n a e mn o" uuc a e oo» ii la ae to o. nuta a ed si e ti si. vdi do a o, il Presidente si avanza sul davanti del pati co O parla. • Parto da 'l'orino — dico — coi cuore gonfio di commozione. Torino con le sue accoglienze lia superato tutte lo altre c:Hà dove sono stato ». Accenna quindi alla marcia su Roma, di cui cado l'anniversario fra pochi giorni e poi, alzando la voce, soggiunge: — Il rompilo non è finito, n appena incominciato. Vi domando ora: se. è necessario marciare verso altre mete, side pronti voi? Un formidabile « si » prorompe dalla folla. Mussolini con un cenno della mano Impone il silenzio, e dice: — Siete disposti per la fede nostra a c"c-< nare la vita, affrontando anche la morte? — Sì! — Siete pronti a dare all'Italia ed al mondo lo spettacolo di una disciplina silenziosa e di una fede operante? — Sii — E allora io vi dico che le camicie nera .avranno tutte le vittorie e daranno tutte le glorie all'Italia immortale! 11 discorso è coronato da una grande ncclamazione. I! Presidènte scendo dal palco e si avvia allo scalone per visitare la sede del Fascio. Una graziosissimn sorpresa lo attende. Lungo i gradini, magnifica decorazione vivente di leggiadria e di grazie, sono schierato le giovani vestite dei costumi delle noslro valli. Nel salire il Presidente passa accanto a. quella superba siepe umana sorridente ed inneggiante, e sorride anche lui tradendo l'intimo vivissimo compiacimento per il bellissimo "spettacolo che gli è offerto. Nel salone superiore sono schierati i componenti dei gruppi di competenza, die il Segretario regionale ing. Bertoldo presenta uno ad uno all'on. Mussolini che stringo la mano ad ognuno. Quando gli viene presentato l'ing. Bisazza, direttore della nostra fizicfnda elettrica municipale, questi nello stringer la mano al Presidente eli dice: — Eccellenza. l'Azienda di Torino è quella che ha le tariffe più basso <u tutta Italia, e sarebbe in grado, pur ottenendo degli utili, di portarle al livello di quelle dcll'ahte-guerra. I! Presidente fa qualche cenino d'appruvaziono col capo e quindi dice: — Bravo, me ne congratulo! L'on. Mussolini prosegue quindi rapidamente la visita ai locali recandosi alla segreteria Sindacale e, poi, alla sede del Comitato di Assistenza del Fascio, dove i dirigenti gli spiegano e gli illustrano eli impianti sanitari ed il funzionamento dei servi/i. Sono quasi le 10 e la visita è ultimata, Salutato da nuove acclamazioni e dagli inni suonati dalla Banda, l'on. Mussolini risala ini automobile e abbandona la sede del Fascio. L'on. Mussolini visita i foriti nell'accidente dello Stadiuni 1 feriti hanno passata l'altra notte e lai giornata di ieri in buono condizioni, se cosi è consentito di dire di disgraziati die subirono dolorosissime e gravi operazioni dii-> rurgiche. Li vegliò durante la notte, insieme ai congiunti subito accórsi al capezzale dei loro cari, il loro compagno sergente De Giovannini; nella giornata iu una continua processione di parenti, amici o commilitoni che credevano di portare una parola di incoraggiamento a creature doloranti e sconfortate e con non poco loro stupore venivano invece accolte col sorriso sul labbro e con qualche faceta risposta da quei cinque che dopo tanto tempo dalla smobilitazione, erano ancora rimasti soldati. 11 maggiore Freguglia che col tenente Mariot.ti, troviamo all'ospedale dt S. Giovanni ci dice: — Essi non hanno avuto un lamento,, non! un'impreoazione pel disgraziato accidente che li ha mutilati. E sono unti operai, gente cioè che più d'ogni altra ha bisogno delle proprie mani per procacciarsi il pano giornaliero. Nessuno li ha obbligati a prender parte all'azione militare dello Stadium in onore del Presidente, si sono offerti spontaneamente pel desiderio di rivivere un'ora del loro glorioso passa'o. Ed il magg. Freguglia ci racconta come e .perchè avvennero le disgrazie. — Le bombe erano difettose: la prova lam* pante di questa asserzione è daia dalle parecchie centinaia di queste bombe rimaste' inesplose e che sono tutte ugualmente difettose. Fu un lenente ad accorgei-si durante lai finzione d'attacco, cho l'accensione dei! proiettili avveniva immediatamente sema lasciare il tempo necessario a lanciare il proiettile, e fu lui ad ordinare la cessazione del fuoco. Senza questo tutti sarebberfl rimasti feriti. Abbiamo denunciato il fatto al' Procuratore del Re. Nelle corsi dell'ospedale vi era ieri alle/ ore 16 una strana ed insolita agitazione. St sapeva che il Presidente del Consiglio, la cui visita era preannunciata fin dal mattilo, si era mosso in quell'ora dall'Albergo d'Europa per recarsi all'Ospedale. Po.'hi minuti dopo, infatti, l'on. Mussolini, accompagnato! dall'on. Finzi, dall'on. Devecchi, daH'ammP raglio Thaon 'di Revel, dal prefetto, graiN d'uff. Palmieri, dal questore, generale Zane boni, dal generale Cornaro e .da altre rei; sonalità. entra, fra due fitte ale di puhblicq che attende all'esterno del San Giovanni. Vanno od incontrarlo il direttorigenerale del nosocomio, comm. Pezzana, ed il prof. Fantino, seguito da un nugolo di camici bianchi: i dottori dell'ospedale, e di ali candide: le suore. Dal letto dei malati che occupano la prima) . corsia che il Presidente attraversa, parte un prolungato applauso. Gli infermi si alzane* sui gomiti per poter vederlo mentre egli passa per recarsi nella seziono dove sono rico< verati i cinque arditi feriti. Uno vicino all'altro, divisi fra loro da tavolini, sui quali sorridono splendidi mazzi di rose, coricati nei bianchi lettucci, stanno gli infortunati. Vicino ai capezzali sono rac colti i congiunti e, di fronte, schierati milii tarmente 1 compagni: gli arditi, col mag< giore Freguglia ed il capitano della milizia' nazionale Nino Macellari. I feriti salutano l'on. Mussolini ad ima voce, col grido : « A! chi l'onore? A noi! ». Il Presidente si avvicina a ciascun letto, confortandoli con amorevoli parole e compiacendosi pel lord spi" rito. « Sono contento di voi » egli dice. La visita è brevissima ma affettuosa: l'on* Mussolini prima di andarsene si feitma a parlare al maggiore Freguglia e gli fa noto ohe egli dona quattromila lire alle vittime del disgraziato accidente. Il Comitato centrale della Federazione Nazionale Arditi d'Italia a proposito dell'accidente allo Stadium dirama ai giornali un comunicato col quale — esposte le spiegazioni che ha dato a noi il maggiore Freguglia sulla difettosità dello bombe e della: conseguente denuncia al Procuratore del Re — -ricorda che « i feriti sono tutti lavoratori ed hanno bisogno di assistenze. Gli Arditi della F. N. A. I. nella loro grande famiglia; sono ricchi di affetto e di entusiasmo, ma' non dispongono di fondi per aiutare come si conviene questi valorosi che pure nella; disgrazia confermano l'elevatezza del loro spirito prodigato una volta ancora — senza! indennità alcuna — per affermare una tradizione di guerra ed uno sconfinai amore di Patria ». Il Comitato aggiunge che nessuna sottoscrizione privata e individuale è stata autorizzata ed esprime In fiducia che la cittadinanza saprà provvedere essa ai disgraziati, per i quali l'on. Mussolini ha ver. suto quattromila lire ed il Prefetto cinque" cento lire. Come è noto i feriti sono: Tenente Negro! Alberto - XIII Reparto d'Assalto, mutilazione completa mano destra; Sergente Violata! Giuseppe - X Reparto d'Assalto - Mutilazione completa mano destra; Ardito Tesio • V Reparto d'Assalto - (mancino) lacerazione completa del tendini e muscoli della mano sinistra e perdita dell'indice; Ardito NIeddu Mario - XIV Reparto d'Assalto ■ Perdita parziale indice e medio mano destra, lacerazione al palmo; Ardito Raimonda Oreste - XX1S Reparto d'Assalto - Perdita falange pollice, indice, lacerazione al palmo della mano de^ stia: Caporalo Gallino Giovanni - L1I Repaix to d'Assalto - Amputazione medio e lacera» ziono falange e palmo mano destra.