La prima giornata torinese di mussolini

La prima giornata torinese di mussolini La prima giornata torinese di mussolini li 8) li salutò dei torinesi all'ori. Mussolini, che per la prima volta 6 venuto nell'antica capitale piemontese quale Capo del Governo è flato caloroso c cordiale, ed egli, ieri mattina, attraversando il centro defila città da Porta Nuova ni Municipio, 6 stato gradevolmente sorpreso dell'accoglienza, così che appariva molto lieto e sorrider*0. Sebbene la visita sia avvem v in una giornata feriale, nelle prime ore del mattino, in cui per solito le vie sono ancora immerse nella quiete, prima di destarsi alla vita ed al traffico, c'è stato nel centro della città un movimento continuato, quasi febbrile. Esso era dato soprattutto dai drappelli della Milizia nazionale e dai raparti di truppa che si recavano a prendere 11 loro posto lungo il tragitto che doveva essere percorso dal corteo presidenziale. 11 centro dalla città è stato unito a tutte le caserme, come da una raggiera, lungo 1 fili della quale affluivano le rappresentanze militari. 1 torinesi che sono soesi di buon mattino nelle strade sono subito stati colpiti dall'aspetto festoso della città. Sotto il cielo lievemente velato di nebbia, lungo le muraglie delle case, in basso ed In alto, sventolano innumerevoli bandiere: migliaia e migliaia. Già ieri alle finestre ed ai balconi ne erano appaT.se molte, moltissime ; al loro numero ria semplicemente sbalordito. Certe strade, e basta nominare via Roma, non sembrano più strade; non si direbbero fiancheggiate da palazzi, bensì da spettacolose siepi di tricolori, sorte e fiorite come per incanto durante la notte. Sul percorso L'organizzazione dei festeggiamenti al PreRidente del Consiglio ha preparato all'ospite, dalla stazione di Porta Nuova al Municipio, dove ha luogo la prima cerimonia ufficiale, un tragitto veramente trionfale. Alle 8,30, cioè mezz'ora prima dell'arrivo dell'on. Mussolini, abbiamo fatto una... corsa lungo il tragitto segnato al corteo presidenziale. La parte occidentale di piazza Carlo Felice è tutta sgombra; sono occupati soltanto i marciapiedi rialzati. Da una parte e dall'altra sono schierate le centurie delle camicie nere, al comando dei loro ufficiali. E' ima doppia distesa compatta, fitta, ordinata. A destra, un barbaglio di dorature ed un fiammeggiare di colori vivaci indica il luogo dove si sono riuniti i gagliardetti. Dietro le camicie nere, molta folla; i portici sono affollati. Si sono qui improvvisati comodi osservatori con sedie, panche, scale, ecc. Le finestre sono già gremite di gente in attesa. Imbocchiamo via Roma. E' uno spettacolo, un colpo d'occhio meraviglioso. La strada sembra restringersi e soffocare sotto il numero incredibile delle bandiere, che pare vogliano toccarsi e congiungei-si in alto, come per formare una fantastica galleria. Sotto questa galleria, lontano, in piazza San Carlo, vediamo quello che dovrebbe essere il monumento ad Emanuele Filiberto, e che ci apparo nvece come una ridente macchia candida costellato di vivaci colori. Esso è stato invaso al suo basamento dalle scolaresche, che l'hanno cosi trasformato in un'aiuola fiorita. Entriamo in piazza San Carlo, ed un'escla inazione di lieto stupore ci sfugge dalle lab . bra E' un quadro, una visione che resterà/ memorabile per chi l'ha veduta. Entro la/ cornice sobria dei palazzi, decorati da file continue di bandiere, spicca una cornice mi nore, sorta come per incanto nella laboriosa^ notte dei preparativi. Altissimi pennoni sono> stati innalzati ai due lati, e da ognuno di essi pende un immenso gonfalone crociato dallo scudo di Savoia. Da un pennone all'altro, corrono in graziosa curva colossali festoni di sempreverdi. La pittoresca piazza ne esce ancora più suggestiva e grandiosa. A questo si aggiunga la parto della folla, che completa il quadro, e si avrà una pallida idea del mirabile insieme. Continuiamo la nostra ispezione. La seconda parto di via Roma si può dire militare. E' lieto e popolato e ridente come la prima, ma ha altro aspetto. Qui in prima fila, ai due lati, sono schierate per tutta la sua lunghezza, le truppe, le rappresentanze dei vari corpi e reparti di stanza a Torino. Dielro ad esse si assiepa il pubblico dei curiosi. La parata militare continua di qui fino quasi al Municipio. La duplice ordinata fila delle uniformi, interrotto, ogni tanto da una banda, passa per piazza Castello, via Pietro Micca, via Monte di Pietà, dove, con la sua sobria e severa divisa, è schierata la legione degli allievi carabinieri, comandato dal colonnello Da Pozzo, prosegue per via Genova, e segna nettamente e gaiamente 11 cammino che dovrà essere percorso dal corteo. L'arrivo s Porta Nuova Mancano ancora quasi due ore all'arrivo del treno presidenziale e già l'accesso alla stazione dalla parte degli arrivi è diffìcile Guardie municipali e carabinieri provvedono e trattenere il pubblico — composto in gran parte di signore e signorine — che vorrebbe tutto quanto assicurarsi 1 primi posti. Molte 6ignore recano sulle braccia fasci di fiori per.farne omaggio, poi, al Presidente del Consiglio. Sotto il grande atrio sono sente' rati i vecchi garibaldini, le cui camicie fiammanti mettono una vivida nota di colore nella cupezza dell'ambiente, 1 mutilati, gli ex-arditi, ed un folto gruppo' dì orfani di guerra. DI rincontro, sono allineati eu quadruplice fila gli ufficiali in congedo, in alta uniforme e decorazioni. Li presso è il gruppo dei funzionari che dirigono il servizio. Nell'interno della stazione di fronte alla gaiette reale, stonno riuniti gli ufficiali generali. Notiamo S. E. Petitti di Roreto comandante del Corro d'Armata, generale Bonzani comandante della Divisione, il generale Gianuzzi-Savelli comandante del Gemo, il generale Liuzzi comandante della Scuola di guerra, il generale Giuria comandante deil'Accademia, e poi 1 generali Sestili, Barat'•ieri, Berruto. Sacco, Gloria, Costa, Segato, -Xvaciocchi. Vi sono pure i generali Perol -Somaro comandanti di zona della Milizia -male. Di personalità civili vi è soltanto 11 vione, essendo le altre raccolte al ad attendere l'on. Mussolini, ma delle 9 giunge S. E. l'ammlraì di Revel, ministro della Marina, .ato dal suo aiutante di bandiera, 'ia, giungono il Prefetto gr. uff. ol Capo gabinetto corniti, Lattes, irio Prefettizio barone La Via col enerale comm. Fubinl, i comrnis' Bocca, Mercandino, Gribaudi, ia. Gemelli, Pedrazzi, Orsi, il rale Zamboni che vesto la dlizia Nazionale. Subito dopo sfibri del Direttorio del Fascio altri maggiorenti del fascismo olisi-Rossi, aw. Bardanzellu, , Bagnaico, ecc. gli onori all'un. Mussolini è jito la tettoia un reparto del 3.o ■j alpini con la banda di Corpo ■i ..ta. , ^yihto a questo reparto e allineata la cenToti. Poi, sotto le pensiline del lato sì.ì sono schierati i ferrovieri fascisti: tìfciìa centuria Doglia. Sono pure adunati 11 pfesso i gruppi di rappresentanti dei ferrovieri di tutto il compili timemo di Torino, Alessandria, Valenza, Asti, Bra, R:\rdonocchia Mortara, Novara, Moucalieii, Chivasso, Collèano. Clriè-Lanzo, Santhià, Sattimo, Cuneo-col rtepettivi gagliardetti. Un gruppo di VMolchetttorl di Mussolini. è allineato sotto la pensilina per scortare il Presidente. "j5ià*8 59 il treno speciale è annunziato. Il forte irrùppo delle autorità e del generali si LvWa^rso il punto ove 11 Salon del Presidènte si arresterà. Quando il treno si ferina e l'on Mussolini ne scende è uno scoppio di Sntusi'asma La banda Intona le prime battute della «marcia reale», seguita subito dainnno fasclsts! I ferrovieri Ivi radunati emettono poderoso alala, mentrei lei destro ri protendono nel saluto romano. Lton. Mussolini, che sorride, visibilmente «oddlsfatto e compiaciuto, stringe una dopo 1 altra una infinità di mani. Ma tutti vogliono esser vicini ai Presidente e la ressa diventa tale che la breve le autorità del seguito vengono tagliate fuori dal piccolo corteo che ti avvia residente'cosi attorniato procede Comi pufancoegmasalmol'osarsco■ mcedNeaugiadierossi conSteso, Corla danRomiil quiil danColdi CombriDirQda schcuozioè aromsvebaldisottL'oil cchipreIritàcomPrMulenmoscisgaMasolmedasi colcol— qudal'ap Ncherivtoralcnel« MlinniznoMsuMupitdelo cocoomdeColanveevvprè ege ltargnIdepaglidosi Sapachniil mpanerispmmgira« aufotitustfaveGLnirizichedvesoe gudisvai■dichdealchcocogrdechColesizididolustnel'asiesgnlaGvcctarsntlrbb può salutando incessantemente coloro che gli fanno omaggio. Dalle finestre in alto una piccola folla femminile gli lancia dei fiorì, ed egli ringrazia, sorridendo, con cenni delle mani. L'on. Mussolini non si trattiene nella sala reale. No esce subito e monta in automobile con l'ammiraglio Tahon di Revel, 'on. Devecchi e il barone La Via commissario del Comune. Otto carabinieri a cavallo scortano la vettura che è circondata dai ■ moschettieri » del Presidente, i quali procedono al passo col moschetto sul braccio. Nelle seguenti vetture prendono posto le altre autorità, mentre sotto l'ampio atrio echeggiano incessanti entusiastici evviva, le bandiere si inchinano, e la folla applaude calorosamente. Il corteo, fra continui battimani si compone ed esce dalla stazione. Nella seconda vettura hanno preso posto: S. E. De Stefani, S. E. Pinzi, S. E. Torre, comm. Russo, nella terza S. E. Petitti, comandante il Corpo d'Armata, il gen. Bonzani, comandante a Divisione militare, il gen. Sestili, comandante il gruppo carabinieri, il comandante Rossini, nella quarta il Prefetto gr. uff. Palmieri, il gen. Zamboni, questore di Torino, l comm. Scrinzo, comm. Cliiavolini. nella quinta il capo gabinetto di S. E. De Stefani, l comm. Nestl, il colonnello Blais. comandante la Legione dei carabinieri reali, 11 cav. Colisi-Rossi, segretario provinciale del Fascio di Torino; nelle altre vetture ancora sono i Commissari aggiunti del Municipio ed i membri della Federazione provinciale fascista, Direttorio del Fascio di Torino. Il corteo Quando la vettura presidenziale, scortata da otto carabinieri a cavallo e da venti a moschettieri », in una caratteristica casacca di cuoio nero, appare fuori dell'atrio della stazione, la folla, che in piazza Carlo Felice si è addensata assai più fitta che altrove, prorompe in un lungo ed entusiastico applauso, sventolando cappelli e fazzoletti. Dall'alto dei balconi cadono i primi fiori. Echeggiano a distesa grida di « evviva », Sconpiano dagli ottoni le note fragorose e liete' degli inni. L'on. Mussolini sorride e ringrazia, volgendo l capo da ogni pai-te, e in alto. Comandi secchi ed energici si odono, e le camicie nere presentano le armi. Il corteo si ordina con una relativa celerità, pei- mettersi in moto. Tutta l'attenzione, come è naturale, è rivolta alla vettura del Presidente, tutti gli sguardi vanno all'on. Mussolini. La vettura che lo ospita si muove entamente, a passo d'uomo,' dietro le automobili della Questura ed un drappello di fascisti montati sulle biciclette, fra la vistosa e sgargiante scorta dei carabinieri a cavallo. Ma il procedere dell'automobile dell'on. Mussolini è come segnalato da un vasto movimento, da un sorcio mormorio proveniente dalla folla che lo aspetta con impazienza, che si alza sulla punta dei piedi, che tende- il collo per meglio vedere. Più fortunali sono coloro che stanno alle finestre ed ai balconi — in gran parte signore e signorine — i quali sono quelli che meglio vedano e che danno il «la» scrosciante di entusiasmo al'avvicinarsi del Presidente, p Non appena il corteo si è mosso, i mutilati, che presenziavano in gran numero all'arrivo, hanno voluto, in segno di onore, attorniare l'automobile del Presidente. Infatti alcuni di essi ruppero le file o si portarono nel mezzo dello spiazzo riservato, gridando: « Mutilati, con Mussolini! Attorno a Mussoini! ». Ma per ragioni di ordine e di organizzazione, il tentativo, sebbene ispirato da nobile sentimento, venne impedito. Mentre all'imbocco di via Roma una banda suona gioiosamente a] suo passaggio, l'on. Mussolini entra in via Roma. Anch'egli è colpito dall'aspetto imponente, grandioso e lieto della strada. Il suo occhio abbraccia d'un solo sguardo le bandiere e la folla, e la propria commozione si rivela in un sorriso aperto, cordiale, in cui non è neppure la più lontana ombra del cipiglio con cui siamo soliti vedere effigiate le sembianze dei Presidente del Consiglio. Egli passa sotto un nutritissimo lancio di fiori, che in poco tempo forma un vero tappeto sulla strada. Gli applausi e gli evviva al suo indirizzo sono incessanti, sempre più calorosi. Si spengono qua, dove egli è già passato, per risorgere più oltre, dove egli sta passando. L'entusiasmo lo circonda e lo accompagna. Egli non tralascia di salutare e ringraziare, ed il suo volto reca i segni di una vera commozione. In via Roma per un certo tempo il corteo delle automobili rimane interrotto, perchè una parte del pubblico entusiasta, fra cui sono gli studenti, prende il mezzo della strada dopo il passaggio delle prime automobili, e si mette al seguito di queste. Ma in piazza San Carlo l'ordine è ristabilito. Gli studenti passano in coda olle automobili del corteo, che essi seguono di buon passo, cantando inni patriottici e canti goliardici. In piazza San Carlo l'on. Mussolini riceve il fresco e vibrante saluto delle scolaresche, mentre, le truppe gli presentano le armi. Egli passa, visibilmente ammirato e commosso, nella bellissima piazza, che appare ora addirittura meravigliosa. Il suo saluto, la sua risposta agli applausi ed agli onori è qui più marcato, quasi vibrante. In mezzo a queste manifestazioni dì ammirazione, l'on. Mussolini prosegue il tragitto. Saluta cordialmente le truppe schierate in via Roma, rigide nella posizione di « attenti ». , „ Prima di entrare in piazza Castello la sua automobile è quasi coperta da un lancio di foglietti tricolori redatti in suo onore. Continuano a piovere fiori; la vettura ne è ormai tutta cosparsa. Il corteo entra in piazza Castello, svolta in via Pietro Micca, e, sempre fatto segno al più grande entusiasmò attraversa via Monte di Pietà, ' si inoltra per via Genova, e giunge cosi al Palazzo di Città. La cerimonia in Municipio Le autorità sono invitate a trovarsi in Municipio per le ore 8.15. E' questa la prima cerimonia della giornata. Ma poiché è a cognizione di tutti che fi Presidente sosterà qualche poco ad Alessandria e fors'anco ad Asti, ed in conseguenza si avrà qualche ritardo, verso le ore 8 nelle sale municipali non vi sono ancora che le autorità della provincia, e la piazza è ancora deserta. Le case che guardano al Comune e tutta la via Palazzo di Città, sono una sola bandiera. Il tricolore sventola ad ogni finestra: dal piano terreno ai tetti. Non vi è soffitta senza il suo segno ■di festa. Ai balconi del primo piano delle case che fanno fronte al monumento al Conte Verde sono appesi degli stendardi, che mutano alla piazza- il suo aspetto decorativo. PaTe che sia stota creata una balconata d'onore. La facciata del Palazzo comunale ha la decorazione delle grandi festività. Il lungo balcone del primo piano è coperto di velluto granata e sul velluto sono tese delle ghirlande di alloro. Un grande mazzo di rose bianche e rosse sta sotto la bandiera del Comune. Con trionfi di verde e di fiori sono decorate le finestre. Si ha l'impressione che l'aula consigliare, e le sale e salette dell'amministrazione comunale siano state tramutate in giardino e che dall'Interno fronde e fiori sì tendono verso l'esterno alla ricerca di maggiore luce. Che l'inferno del palazzo del Comune sia stato tramutato in una meravigliosa serra ce ne avvediamo non appena posto piede sotto l'atrio d'ingresso. Piante magnifiche e bellissimi fiori dappertutto. Le colonne dell'atrio escono fuori da ampi ciuffi di verzura. Ogni gradino dello scalone ha la sua decorazione naturale : Il salone centrale su cui si aprono la sala della Congregazione e quella della Giunta 6 fiorito come un giardino in primavera. Ne 1 fiori e il verde mancano nell'aula consigliare ove avrà luogo la cerimonia ufficiale della consegna all'on. Mussolini della' targa ricordo. Dinanzi al seggio sindacale e agli scanni degli assessori sono disposti del ricchi mazzi di fiori. Piante ornamentali sono nel centro della sala ove sono disposti numerosi seggioloni per i senatori e i deputati che piesenzioranno alla cerimonia. Salo le due tribune, quella della stampa e natila riservata, sono sguernite, rna ci accorgiamo ben presto che esse si adorneranno dei più bei Dori che ha creato madre natura. Le tri¬ ' ¬ bune sono riservate alle signore e assai prima che la cerimonia si Inizi si guerniscono di bellissimi visi femminili sorridenti. Le Autorità Lo autorità si attardano ad entrare nell'aula. Si sa che il Presidente non potrà essere nel Palazzo Comunale prima delle ore 9 e i senatori, i deputati, gli ex-assessori e consiglieri comunali, 1 rappresentanti dell'Esercito e della Magistratura, le personalità del mondo degli studi che sono stati puntuali all'invito, si fermano a conversare nel salone d'imgresso. Le personalità politiche della provincia compaiono presto. Vediamo l'exPresldente del Consiglio on. Facta, gli exministri Bertone e Soleri. Si trovano con essi l'on. Pivano, l'on. Imberti, l'on. Fino, il sindaco di Racconigi comm. Tribaudino, il comm. Riva. L'ex-Presidente e i due ex-ministri si intrattengono con il senatore Teofilo Rossi che prima delle 8 già era in Municipio. L'ampia sala si affolla presto ma non riesce facile fare un elenco preciso dei presenti perchè è un continuo formarsi di gruppi che subito si sciolgono e nell'aula consigliare nessuno entra. Dei collari dell'Annunziata è presente l'on. Boselli che non si sofferma nel salone d'ingresso, ma viene ac-i compagnato nella sala della Giunta. Del Ministri di Stato, olire al senatore Rossi, l'ex ambasciatore Gallina. L'ex-sindaco grand'uff. Riccardo Cattaneo giunge in Comuno con parecchi ex-assessori e consiglieri comunali. In un gruppo di medici scorgiamo i senatori Carle e Pescarolo. Coi senatori Setti e Milano D'Aragona, che rappresentano alla cerimonia l'alta magistratura, vediamo 1 senatori Blscaretti. Di Saluzzo, D'Ovidio, Agnelli, ecc. Tra 1 deputati, oltre ai già ricordati, si trovano gli onorevoli Olivetti, Bevione, Villabruna, Cesare Rossi, Imberti, Cullino, eco. Con i senatori Setti e Milano sono presenti per la Magistratura il Procuratore generale della Corte d'Appello, Prato, il Procuratore generale Campus-Campus, il sostituto Procuratore Generale Crosta-Curti, il Procuratore del Re Bruno, il presidente del Tribunale Martinengo, il col. Vogliotti della Avvocatura del Tribunale Militare. Di consiglieri dell'ultima ed anche delle passate amministrazioni, ne vediamo parecchi. Le personalità del mondo universitario sono numerosissime. Impossibile fare l'elenco. Il mondo ecclesiastico è rappresentato da Mons. Castrale, da Mons. Callabiana e da Mons. Gauthier. Mons. Gauthier benedirà la lapide che ricorda 1 fascisti caduti. Alle ore 9 poco prima che il suono della Marcia Reale preannunzi l'arrivo dell'on. Mussolini, entriamo nell'aula consigliare. E' gremita. Le due tribune sono affollatissime. Negli scanni dei consiglieri e nei seggioloni posti nel centro della sala non si trova più posto. Non ci sono di liberi più che gli scanni della Giunta. Tutta la parete destra dell'aula è occupala dalle famiglie dei fascisti morti e dai rar.presentanti delle Associazioni dei combattenti. Le presidenti delle Associazioni delle Madri e delle Vedove dei soldati morti in guerra prendono posto tra i senatori e deputati. L'azzurro gonfalone comunale con il ricco stemma della città è appeso dietro il segato sindacale e campeggia sulla bandiera nazionale. L'argentea mazza del Comune è deposta tra i fiori dinnanzi al posto del Sindaco. La solennità del momento è espressa dal senso di viva attesa che è in tutti. Il ricevimento Poco dopo le 9, prima ancora che si sentano gli squilli delle fanfare si ha l'annunzio che il Presidente del Consiglio è giunto e sta attraversando la città dal particolare movimento che si nota nell'aula. Passano pochi minuti poi squillano le note della marcia reale, seguila quasi subito dal caratteristico rumore che fa la truppa quando presenta le armi. Quindi scoppia sulla piazza una lunga ovazione. Il Presidente è giunto in Comune. Rendono gli onori plotoni di guardie municipali e di pompieri in alta tenuta. Tutto la piazza è tenuta sgombra, ma bastano ad afr follarla i Sindaci dei comuni del Piemonte convenuti alla cerimonia. Sono moltissimi e occupano tutta una lunga fila che va dalla via Quattro Marzo alla via Garibaldi. Circondano il monumento al Conte Verde. Ogni comune ha la sua bandiera e l'assieme delle rappresentanze comunali porta nella piazza una nota pittoresca. L'automobile che porta il Presidente, e nella quale si trovano il commissario prefettizio comm. La Via, il Duca Thaon di Revel e l'on. De Vecchi, entra sotto l'androne principale seguito dalle altre automobili. E l'ovazione che l'accolse al comparire si prolunga sino a che scompare. L'on. Mussolini monta rapidamente, saluta le truppe che presentano le armi poi si avvia per lo scalone conversando con il Commissario Prefettizio. Nel seguito del Presidente vediamo tutti i commissari aggiunti del Comune, la medaglia d'oro Gemelli, il prof. Broglia, il comm. Pedrazzi, il comm. Bocca, il comm. Mercandino, l'ing. Orsi il prof. Gribaudo, il conto Antonielli. Con il Presidente si trovano il ministro De Stefani, l'alto commissario alle Ferrovie on. Torre, il sottosegretario Finzi e il suo personale di Gabinetto. Il saluto del Commissario Prefettizio Il Presidente del Consiglio, giunto nell'atrio d'ingresso, si sofferma un istante ad osservare le diverse lapidi che sono murate alle pareti, quindi entra nel salone ove irovansi schierate le autorità. Un lungo applauso lo accoglie. Ringrazia leggermente inchinandosi ed entra nella sala della Giunta ove però non resta che pochi minuti. 11 Commissario comm. La Via gli presenta 1 commissari aggiunti. Presentazione rapida. Compiuta questa formalità, il Presidente, seguito dalle autorità che lo accompagnano, riattraversa il salone, passa nella sala delle Congregazioni, entra nell'aula consigliare. Tutti i presenti scattano in piedi e si ha una ovazione calorosissima che si prolunga per parecchi minuti. Tra gli applausi, eccheggiano ripetutamente le grida di evviva. 11 maggiore Friguglia che rappresento la Federazione degli Arditi d'Italia lancia ripetuti alali! al ricostruttore d'Italia. L'on. Mussolini rimane in piedi presso 11 seggio sindacale avendo a fianco il barone La Via e il ministro De Stefani. Sorride alle autorità che lo applaudono e osserva l'ambiente. Il suo sguardo si sofferma particolarmente al medaglione che ricorda Camillo Cavour. Quando l'aula torna a farsi silenziosa, il Commissario Prefettizio saluto il Presidente. Egli si dichiara orgoglioso e commosso del compito che il suo ufficio gli ha riserbato di poter salutare il Duce e il Presidente, non solo a nome della città di Torino, ma di tutto il vecchio Piemonte che alla cerimonia partecipa con fervore di consenso e di ammirazione. « Il vecchio Piemonte, egli dice rivolto al Presidente, segue con ammirazione la vo stra opera di ricostruzione e saluta in voi non solo il capo del Governo che regge le sorti del paese con mano maestra e lo fa rispettato e temuto all'estero, ma il salvatore valoroso di tutte le buone battaglie. Il vecchio Piemonte vi ha seguito e vi segue in tutte le opere vostre e sarà domani con voi nella rievocazione di quella marcia che riprende e segna la via del ritorno della Roma Impe riale ». Le parole del barone La Via provo cano una nuova calorosa ovazione diretta al Presidente del Consiglio. Si ha poi un momento di attesa. Il Commissario deve offrire all'on. Mussolini la targa d'argento commemorativa, opera del Casanova, targa che ha nel centro lo stemma di Torino con la scritto: «Augusta Taurinorum » e reca la dedica: «A Benito Mussolini ». Ma la targa è rimasta nella sala della Giunta. Nell'attesa il Presidente si intrattiene col Commissario. Il barone La Via osserva: « Lo stemma di Torino è significativo. E' una manifestazione di forza e di resistenza ». L'on. Mussolini sorride. Finalmente la targa arriva e viene mostrala al Presidente del Consiglio che si manifesta riconoscente per l'offerta. Torna poi a farsi silenzio e l'on. Mussolini risponde al saluto della città. La risposta di Mussolini '« Signori I « Torino non mi ha sorpreso perchè io ero sicuro che Torino mi sarebbe venula incontro con la sua anima solida, litri;.-ima e devota: mi sarebbe venuta incontro non per onorare la mia perdona. La mia persona passa in secondo ordine; io sono un soldato, come già dissi, fedele al Capo e fedele alla consegna. MdredstsqcttgcsdnastsrznssicppyXEtnilmnzntsunLMldul Ma io credo che la manifestazione sia slata dirotta al Governo che ho l'onore di presiedere e al movimento che ho creato, elio ho educato e che educherò ancora fino a quando non sia diventato sempre migliore. Questo movimento, questo partito, ha assunto la terribile responsabilità del potere: sulle spalle di pochi uomini pesa il desffho di quaranta milioni d'italiani. C'è da meditare, c'è da sentirsi un poco umili di fronte a tanta fatica e a tanta responsabilità; ma questo tremito e questa trepidazione elio è di tutti gii artieri, che è di tutti i patrioti, trova compenso nelle adesioni sempre più vaste e sempre più profonde del popolo italiano. « Dopo dodici mesi di governo, governo duro, governo antidemagogico, governo che non ha potuto ancora dare benefici tangibili al popolo Italiano, dopo dodici mesi di questo governo, il popolo italiano è stretto attorno agli uomini del Governo, manifesto sempre più vivamente il suo consenso alla loro fatica. Senza bisogno di ricorrere alla forza, &k il consenso. E perchè? Per mia ragiomplice. Noi non siamo degli amancora dei vanitosi, meno ano pose d'infallibili. ' Siamo degli uomini che lavorano, posti una disciplina e per ciò il diritto d'imporla a quelli recalcitranti tra il popolo italiano (applausi) perchè, o signori, la libertà senza ordine e senza disciplina significa dissoluzione e catastrofe (applausi). Il popolo italiano, che è certamente più sano spesso di coloro che presumono di rappresentarlo, apprezza i vantaggi di questo regime che impone ila disciplina necessaria. Non siamo in yXtti momento facile, o signori, specialmente in Europa, e quando la nave della nazione sulla quale noi siamo caricati è sbattuta dai flutti delle tempeste, è necessario che la disciplina sia rigidissima. Quando avremo toccato il porto e la meta, allora si potrà dare una libertà ragionevole agli equipaggi. Non prima, i>»rchè sarebbe delitto contro la nazione (applausi prolungati). . « Con questo consenso e con le nostre forze, non FOiltamto materiali, ma anche con Je nostro forze spirituali, noi domineremo la situazione. Dico forze spirituali, perchè il fascismo, prima ancora di essere un partito, è una religione, è una passione. Potrà errare negli uomini e nei gruppi, ma la fiamma che lo anima è inestinguibile, è immortale. dsuti E' la fiamma per cui noi slamo sorti a nazione, per cui qui si è fatta la nazione, pur cui Torino è la culla della nazione italiana, porche altrove la passione del Risorgimento è stata na-ssione di piccoli gruppi di professionisti^Si sparuti gruppi di artigiani. Ma il Piemonte, il vecchio, solido e fedele Piemonte, già sessanta o settanta anni fa, aveva il coraggio di mandare i suoi magnifici battaglioni contro uno degl'imperi più polenti della storia. Qui l'unità italiana ò stata sforzo di popolo perchè tutti gli elementi del popolo venivano reclutati nel vostro esercito che era l'unico esercito che ci fosso nella penisola italiana. Ed è stato questo esercito che con altri elementi, ma soprattutto col suo spirito di devozione, di sacrificio, colle sue battaglie e le sue vittorie, ha dato impulso al risorgimento ed ha fatto l'unità della Pa- dentro ». Sottolineato da approvazioni il breve discorso del Presidente è accolto alla fine da una lunghissima acclamazione. Tutti sorgono In piedi. La cerimonia è finita. L'on. Mussolini, accompagnato dalle autorità, passa nel salone d'ingresso e si reca nell'atrio per assistere allo scoprimento della lapide ai fascisti caduti. La lapide (una cornice di marmo verde, avente al centro una testa di Medusa, opera dello scultore Rubino), è murata a fianco delle lapidi che ricordano i fasti del risorgimento. Reca con i nomi dei morti, una dedica, dettata dal Commissario Pedrazzi. Il Presidente si ferma dinanzi la lapide ed assiste alla benedizione. E' mons. Gauthier che compie il rito religioso. L'on. De Vecchi evoca quindi i morti con commosse parole ed il Barone La Via, a nome del Comune, prende in consegna la lapide. Compiuta cosi anche questa seconda cerimonia, il Presidente lascia la casa comunale tper recarsi alla Prefettura ad assistere alla rivista. Quando la sua automobile compare in piazza Palazzo di Citfà le musiche suonano l'inno fascista e tutti 1 rappresentanti del Piemonte agitano le bandiere ed acclamano. E l'applauso continua ancora quando già l'automobile è giunta in via Garibaldi, tutta un trionfo di bandiere tricolorimcMtria. Ora questa unità della Patria è intan- *gibtle. Noi la difenderemo a qualunque costo, Ianche a prezzo di lacrime e di 6angue contro /i tiranni di fuori e contro i vigliacchi di /