L'inaugurazione del monumento a De Amicis

L'inaugurazione del monumento a De Amicis L'inaugurazione del monumento a De Amicis e e e o e a n e a o i o e i , l o i , i a ri n i me aa, idi ai , a a e a e si e aia i, e urn rnlnue eei ulne nnal o ri o la e o a o aamaoa sppa; a p e aem e oa o te re i. e di di 1 o le' to sal la di di el La città elio fu particolarmente caTa a Edmondo De Amicis. il quaje, ligure di nascita, può e deve essere considerato torinese, ha reso omaggio all'autore di Cuore con animo riconoscente e con affettuosità dolco o spontanea. Una magnifica folla ha assistito ieri alla cerimonia dello scoprimento della mirabile opera di Edoardo Rubino. Si era raccolta attorno alla cancellata che delimita il giardino di piazza Carlo Felice, le cui aiuole sembravano essersi per virtù magica coperte di fiori : : fiori vivi, quelli che il De Amicis amò più di ogni altra cosa e che gli ispirarono il capolavoro. Fanciulli di tutte le scuole, coi grembiulini bianchi o neri, coi berretti colorati, allineati od a gruppi, sorvegliati da maestri e maestre. Ed ogni scuola portava la sua bandiera: un grande tricolore che ondeggiava sul capo delle piccole schiere. Di fronte ul monumento, che sorge vicino alla, cancellata fronteggiante la piazza'Paleocapa, era stato eretto un palco d'onore per le Autorità. In prima fila stava Ugo De Amicis, iì figlio dell'illustre maestro; vicino a lui il barone La Via, in rappresentanza del Municipio, ed il viceprefetto, cav. Palomba. Venivano poi il generale Bonzani, comandante la Divisione, con un gruppo di ufficiali, il questore, genenerailc Zamboni, il generale Perol, comandante di zona deiia Milizia, i Commissari aggiunti municipali, comm. Grassi, commendatore Pedrazzi, comm. Broglia, copnnlendatore Gribaudi, comm. iMercondino, comm. Bocca ed ing. Orsi ; della Magistratura erano presenti il grand'uff. Martinengo, presidente del Tribunale, il comm. Muggia, Piero Glacosa,, il barone Manno, il commendatore Bobba, una larga rappresentanza di insegnanti attorniava il direttore didattico, comm. Antonio Ambrosini. Si notavano pure molli ex-consiglieri, il vice-segretario politico della Federazione fascista, signor Girardi; ed un gruppo di artisti, fra i quali il' sonatore Bistolfi, il comm. Grosso, il comm. AUoati ed U comm. Chevalley, che complimentarono vivamente l'autore del monumento. Questo, ancora coperto da un drappo bianco, spiccava sul cielo plumbeo. Tutti i circostanti viali apparivano gremiti di spettatori privilegiati, che avevano potuto superare il cordone delle guardie e penetrare nell'interno del giardino per assistere alla simpatica e commovente cerimonia.' La cerimonia Questa ebbe inizio alle 11, con un coro di fanciulli, accompagnati dalla musica dei dipendenti comunali. Il drappo che celeva l'opera d'arte cadde ed i presenti poterono ammirare il bellissimo monumento, che armonicamente st inquadra fra il verde degli alberi. Si iniziarono i discorsi. Pel Comitato organizzatore parlò il comm. Saladino-Naxdlni. Egli illustrò efficacemente e succintamente la figura dell'eminente scrittore, il cui monumento, espressione di vita e di poesia, è sorto a due passi dalla citta rumososa e pulsante, in quell'oasi di verzura, di raccoglimento e di pace che è il piccolo giardino dove i bimbi vengono giornalmente a trastullarsi. Ricordò dell'Illustre estinto l'opera grandiosa, oggi più viva che mai nel ricordo di tutti, opera d'amore, scritta col cuore per il cuore dei bimbi, semente gettata in terreno fecondo — come dice la leggenda dettata da Amalia Guglielminetli — che ha fatto in passato e farà ancora germogliare in avvenire uomini che ameranno e glorificheranno la Patria. L'oratore elogiò poi l'orerà d'arte, dovuta alla sapienza ed all'intelletto dello scultore Rubino, che noi concepirla si ispirò alla giovinezza, quella stessa giovinezza che altamente glorifica il presidente del Consiglio, on. 'Mussolini, il quale, ospita di Torino fra giorni, non mancherà di ammirare il ricordo che i torinesi hanno voluto erigere alla memoria di Edmondo De Amicis. Parlò poi il barone La Via, il quale, prendendo in consegna il monumento a nome della città che fu ispiratrice dell'opera di infinita poesia del De Amicis, ebbe parole di esaltazione e d'amore per le numerose schiere di bimbi convenuti a quella festa del Cuore, il libro che preparerà le piccole aninlfQa,1 £l'anai eroismi ed agli inevitabili sacrifici che la vita tiene in serbo per tutti. Per ultima, l'alunna della sesta classe elementare Erneslina Rossi, una bimba vispa e disinvolta nel suo grembiulino bianco, si fece largo fra la siepe degli adulti che attorniavano il palco delle Autorità Weva an mbateh essa il suo brem discorsetto da pronunciare, e lo disse sA panico e senza esitazioni, accompagnaiiW le paiole coi gesti mi¬ surati delle piccole manine. Era il suo cedo verso De Amicis Ella parlò non solo a nome dei bimbi convenuti alla festa, ma a nome dei bimbi di tutto il mondo, che st Cuore oommossi e «Sélizltiji alla lettura di La piccola dicitrice, che assolse mollo bene il proprio compito, non fu come gli altri oratori solamente applaudita, ma signore e signori vivamente commossi dalla innata sua grazia le copersero il volto di baci, finche essa scappò a rifugiarsi fra le braccia della mamma. La sua piccola anima serberà di questo giorno il più grato ricordo. Terminati i discorsi, cominciò lo sfilameliJo dei bimbi dinanzi ni monumento di Edmondo De Amicis sul cui basamento era stata deposta una grande corona di fiori. Dirigeva la coreografica sfilata il prof. cap. Carli del Magistero di educazione fisica. Classe par classe, allineati militarmente, colla bandiera in testa, le schiere di bambini e di bambine, passavano tendendo le destre nel saluto romano o lanciando tralci di fiori che andavano a cadere sparpagliati a pie' del monumento, formando un variopinto tappeto sul quale tiovava maggior rilievo il candore del marmo. Alcune classi erano precedute da minuscoli tamburini che scandevano il tempo di marcia e contemporaneamente la fanfara della scuola « Gaspare Gozzi » suonava. Le gote dei piccoli suonatori di tromba si gonfiavano sotto lo sforzo per trarre acute note che il vento portava via. ma essi non apparivano per nulla stanchi e porsisievano nella bisogna orgogliosi di tenere una così importante parte nella bella cerimonia. Ed i berretti azzurri, i grigi ed i bleu, passavano colle grandi bandiere sventolanti; sembrava che quella sfilata non dovesse aver più termine. Quattromila furono i fanciulli che coi loro maestri hanno ieri onorato la memoria del De Amicis, e questa per l'autore di Cuore è stata certamente la migliore di unte lo glorificazióni. Le schiere dei bimbi uscite dal giardino ripassavano poscia, sempre ordinate in colonna, a! di fuori dei cancelli prospicienti la piazza Paleoeapa, dove il pubblico assiepato e contenuto da cordoni di guardie municipali e carabinieri, li salutava applaudendo. Solamente a cerimonia ultimata, la folla oote riversarsi nel giardino ad ammirare l'opera d'arte del Rubino. Il servizio d'ordine era diretto dal commissario di P. S. cav. Azzini e dal comandante delle guardia municipnljl maggiore Tessióre. l.ri •■ei'iiuuiiia. coni'uria- trcvd—l a n o o i e e e i o a d n o o a , , i , ti , e n . i uee di iomolo xail ea cia oel ol a a a n eà o si ie a moe ne di di eel imonte ade inveterate abitudini, anche per la brevità dei discorsi, si è svolta rapidamente'. Poco più di mezz'ora in lutto. Quando le Autorità si sono allontanate, ci a stata, indicala nascosta tra la folla una vecchieifn. — Quella — ci ha dello il nostro interlocutore — è la signora Gandolfl, la maestra del povero Furto De Amicis, quella che lo scrittore ha tenuto presente scrivendo Cuore! L'opera d'arte A quindici anni di distanza dalla sua morte chi scrisse t Cuore » ha in Torino un monumento. E vibra nel marmo un altro cuore: quello dello scultore, oggi insigne, che col De. Amicis ebbe lunga consuetudine di vita, e comunanza di aspirazioni: Edoardo Rubino. A quali vicende sia andata soggetta l'opera d'arte ideata dall'artista col rimpianto nell'anima, ma vivificata dal sorriso della giovinezza, esultante nelle pagine più profonde, — certo più vibranti di umanità — lasciate dallo scrittore è noto. Né, esaltando queste pagine nel marino. Edoardo Rubino, nulla ebbe troppo a sacrificare per il lungo volgere di tempo, trascorso fra l'ideazione iniziale dell'opera e l'opera completa, quale oggi ci appare. Essa infatti conserva intatta l'impronta del pensiero, che. là creò Ma la signorilità del gusto, il senso dell'armonia, l'a scienza della distribuzione delle inasse vennero affinandosi nello scultore; e nel ridenti giardini di piazza Carlo Felice questa sua concezione trova finalmente un collocamento degno dell'ambiente, degno dello scrittore e dell'artista. « Date ai fanciulli semente di buone parole : no raccoglierete dagli uomini messe di opera ottima ». Tale l'iscrizione dell'esedra, ove una lunga teoria di ragazzi, disposti in gruppi, che delicata1 pianticella dividono — forma come l'ampio commento di tutte le virtù esaltate In « Cuore » : l'amore figliale, l'amore materno, lo studio, l'amicizia, la carità, il lavoro, l'amore di patria. E dinanzi al lungo altorilievo, ad una certa distanza, la figura della seminatrice, sovrastante-un sobrio piedestallo, ove, con superba rassomiglianza e con pienezza di vita interiore profilasi il ritratto del Do Amicis. Cosi un unico concetto raduna le due pardei monumento, che riesce per esso, a fondere in un insieme armonico ed originalo il simbolo con la realtà. Quale varietà poi di atteggiamenti nelle figure ; quanta delicatezza di visione,, e di esecuzione! Era oltremodo difficile equilibrare il gioco del chiaroscuro fra i diversi gruppi ; plasmare un fregio con quasi quaranta figure, radunate in azioni cosi diverse e compoile in un insieme organico; fare di esse uno sfondo alla virile e movimentata figura della seminatrice, rievocante quella famosa della moneta francese, e ottenere ad un tempo che questo sfondo conservasse tutla la sua importanza. Ma Edoardo Rubino affrontò arditamente la prova; ogni episodio, ravvivato da particolari gentili e gustosi, si presenta con chiarità di visione; certi aggruppamenti di testino sono un vero amore; il fregio si svolge euritmicamente e si snoda^ agile fra richiami delicati di ombre e di luci. Qui sono le bambine intente ad agucchiare e a ricamare; altrove la pietà per la povera sofferente suggerisce allo scultore particolari commoventi ; più in là è l'esultanza della vita familiare intorno al. bimbo, che muove i primi passi; in un angolo un giovanotto guida altri passi, quelli della vecchia nonna; all'altra estremità del fregio altri ragazzi, e'he incedono marzialmente, preludiano ài futuri difensori della nostra terra. E ovunque è un senso di giovinezza, eli pienezza di vita, che irrompe, elio dilaga, che ci penetra irresistibilmente. Il capolavoro del De Amicis trovò il suo magnifico commento ne! marmo. Ed Edoardo Rubino riescirà a rendere più caro lo scrittore, oggi un po' trascurato dai grandi, ma degno di avere un altare nel cuore di quei ragazzi,, che egli seppe comprendere, e, comprendendoli, seppe amare. E. F-

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