Un messaggio di Millerand alla Francia

Un messaggio di Millerand alla Francia Un messaggio di Millerand alla Francia invocante il blocco nazionale "Contro la dittatura di una sola classe, qualunque essa sia,, (Servizio speciale della STAMPA) Parigi, lu matti.-!'' Invece di uno dei consueti discorsi domenicali di Poincaré, abbiamo avuto ieri un mec-saggio di Millerand alla nazione francese. Tale infatti può definirsi il discorso che egli ha pronunciato ad Evreux; e nel quale, prodromo alle non lontane elezioni legislative, il capo dello Stato ha sviluppato il programma del blocco nazionale. Questo discorso è stato per la maggior parte consacrato a questioni di politica interna, ma, nel prospettare la posizione della Francia, quale essa si presenta cinque anni dopo la fine della guerra, il capo dello Stato non poteva non fare accenno alla sempre scottante questione delle riparazioni, nè ad altre questioni che sono tuttora oggetto di discussione. «La guerra — ha detto. Millerand — non è terminata favorevolmente agli alleati che a costo di sacrifici inauditi di uomini e di beni, di cui la Francia ha sopportato il più pesante fardello. L'insieme dell'Europa è uscito trasformato da questa lotta gigantesca. In Russia si è avuta un'esplosione rivoluzionaria, senza dubbio .inevitabile, ma che scoppiando in -un popolo insufficientemente preparato alle libere istituzioni, ha condotto a quello che voi tutti sapete. Noi non possiamo che far voti, affinchè quel nobile paese che ci ha recato nei primi anni del conflitto un appoggio cosi eroico ed efficace, esca al più presto possibile dal caos in cui si trova. «Un grande impero si è sciolto. Soltanto dei teorici potevano sognare il suo mantenimento, poiché esso era fatalmente condannato a scomparire. La lotta voluta e sferrata dalla Germania con criminale pazzia, aveva per posta necessaria e primordiale la riparazione dell'iniquità del 1871 e cioè il ritorno alla madre patria dell'Alsazia e della Lorena. Altre conseguenze dovevano derivare dalla lotta; altre Alsazie e Lorene aspettavano sotto il giogo l'ora della liberazione. Come mai il trionfo del diritto avrebbe potuto accomodarsi con la consacrazione della spartizione della Polonia, col mantenimento sotto la dominazione degli Absburgo di nazionalità oppresse e protestatarie? Il crollo dell'impero austro-ungarico era, dunque, nella logica delle cose. La Società delle Nazioni e la Ruhr La Società delle Nazioni, di cui la Francia si fa onore d'uvere già da secoli emessa la primitiva idea, non costituisce soltanto una promessa. La sua breve esistenza le ha già permesso, attraverso gli urti inevitabili, di giustificare la sua creazione con benefici indiscutibil. Essa non potrebbe essere compromessa se non dagli errori dei dottrinari che, scorgendo solo un aspetto della realtà; dimenticassero le condizioni sostanziali della sua prosperità, indicate nel suo stesso titolo. Chi dice Società delle nazioni dice nazioni. I nuovi Stati sanno per principio la preoccupazione di stabilizzarsi, di darsi istituzioni e quadri indispensabili al loro stabilimento definitivo. La sicurezza estera è il loro primo bisogno. Essi sanno che la Francia, "che ha per legge il rispetto dei trattati, non permetterebbe che fosse turbato l'ordine che la vittoria- ha creato. Per esercitare la sua. azione essa gode — ed è permesso anche ai francesi di constatarlo — di un prestigio che deve meno ancora alla sua potenza materiale, che non alla sua autorità morale. Essa non ha chiesto ed ottenuto dal successo delle sue armi che il ritorno al grembo materno delle sue due figlie che la forza le aveva strappato. Essa non chiede ora che quanto le è dovuto. Il suo più ardente desiderio è di restringere i vincoli di amicizia e di alleanza annodati dal pericolo comune con popoli di cui essa non dimenticherà mai i sacrifici compiuti per la causa comune. Il popolo francese è galantuomo. Lo ha provato coi suoi atteggiamenti, tanto all'interno che al di fuori delle sue frontiere dopo l'inizio delle ostilità. « Rispettoso del diritto e della volontà dei popoli, esso ha spinto lo scrupolo sino a sacrificare a queste preoccupazioni garanzie importanti per la sua sicurezza. Ha aspettato per tre anni, nel corso dei quali ha esagerato forse in concessioni, prima di risolversi ad usare, coi suoi amici belgi, del diritto di costrizione che veniva riconosciuto dal testo del trattato di Versailles, e che, d'altronde, rispondeva ad uno del suol più elementari diritti. Tuttavia, al posto del debitore inadempiente, esso ha anticipato oltre cento miliardi pr la ricostruzione delle regioni devastate, per assicurare i sei-vizi di allocuzione alle vittime sacre della lotta: mutilati, vedove di guerra, pupilli della nazione, ecc. Per fare fronte a cosi epaventosi bisogni era necessario creare nuove risórse ed è un onore per il Parlamento non avere esitato, senza preoccuparsi di una facile popolarità, a votare in tuia sola volta nove miliardi di nuove imposte ». Le relazioni col Vaticano Quindi Millerand ha esaltato l'unione sacra, che tanto ha contribuito alla vittoria ed alla pacificazione interna. « Una delle conseguenze — ha continuato l'oratore — di c|i;:sta pacificazione è stato il ristabilimento delle relazioni col Vaticano. La ripresa delle relazioni diplomatiche tra la Repubblica e la Santa Sede, ripresa imposta dall'esatta visione dei nostri interessi, dall'esempio dei popoli stessi meno sospetti di simpatia verso il Papato, avrebbe certamente sollevato vivacissime proteste sei anni fa, e ciò in seguito ad una stretta e falsa concezione dei compiti dello stato repubblicano e laico. La repubblica ha dato con la separazione della Chiesa e dello Stato la conclusione naturale e logica alla fondamentale dottrina del Governo francese, che cioè nessuna intrusione di potenza spirituale nel dominio del potere civile poteva essere tollerata. Esso si trova maggiormente a suo agio per osservare verso tutte le religioni quell'atteggiamento di deferente neutralità che è loro dovuto. Nessuna considerazione poteva dunque trattenere il Governo francese dal riannodare col Vaticano relazioni diplomatiche, che se potevano servire gli interessi della sua politica estera contribuivano nello stesso tempo alla pacificazione interna, pacificazione che all'indomani della guerra è parsa minacciata da una lunga serie di disordini economici, conseguenza, purtroppo naturale del cataclisma che ha sconvolto il mondo. Ma la politica operaia seguita dai Governi che si sono succeduti al potere è valsa, coll'uso moderato delle stesse armi legali, a porre termine a queste agitazioni. Revisione della Costituzione « Dopo l'enunciazione delle direttive del programma politico che si può riassumere nell'equilibrio delle spese colle risorse del paese, nel bandire dalle dispute politiche le preoccupazioni confessionali e consolidare cosi l'unione dei francesi e perseguire il progresso sociale in un'atmosfera di calma e di lavoro, l'on. Millerand ha tenuto a rendere un pubblico omaggio al Poincaré, col dire che « non tarderà il giorno in cui la fermezza e la tenacia della politica estera della Francia, così risolutamente condotta tra gli applausi del paese, dal presidente del Consiglio, avrà portato i suoi frutti, permettendo di intraprendere l'opera -delicata ed indispensabile della revisione della costituzione, con ritocchi misurati nelle forme che essa stessa ha previsto, adattandola ai bisogni generalmente sentiti, di dare al Governo maggiore stabilità ed agli interessi economici maggiori garanzie, facendone insomma uno strumento più adatto e più sicuro per una politica repubblicana, sociale e nazionale esclusivamente dedicata alla prosperità ed alla grandezza della patria ». Costruzione, non distruzione Alludendo poi alla possibilità della riduzione della durata del servizio militare, Millerand non ha dimenticato di mettere in rilievo che la più sicura garanzia di pace e dell'ordine di cose derivato dalla guerra deve consistere nella forza di coloro, che sono pronti a difendere l'attuale situazione,- in modo che nessuno possa essere indotto a tentare avventure. Le promesse ed i discorsi non bastano: ci vuole la forza, « Come potremmo dimenticare la lezione dell'agosto del 1914 e la smentita solenne inflitta alle speranze dei nostri pacifisti? I socialisti francesi erano in buona fede. Essi aveva avuto fiducia nelle promesse dei socialisti tedeschi, e forse questi non si erano chiaramente reso conto, sino al giorno in cui scoppiò la folgore, che erano tedeschi prima di essere internazionalisti. Se malgrado l'esperienza questi uomini dovessero lasciarsi trascinare dalle stesse chimere, noi siamo certi che la nazione ha capito e non si lascierà fuorviare. Essa non dimenticherà facilmente quello che è avvenute ». E, dopo un biasimo al bolscevismo, il Presidente della Repubblica ha concluso il suo discorso, frequentemente interrotto dà applausi ed accolto alla fine da una vera ovazione, elevandosi « contro la dittatura di una sola classe, qualunque essa sia, e rivolgendo un vibrato appello alla costruzione o non alla distruzione, appello — egli ha detto — alla nazione tutta, padrona dei suoi destini ed alla quale egli si rivolge fiducioso e cosciente. « Noi auguriamo che tutti i francesi si uniscano in una larga politica sociale, poiché per introdurre maggiore giustizia nei rapporti fra gli uomini e per migliorare la condizione dei miseri, Ih guerra civile non è ccrl-i preludio indispensabile. Giustamente, fiera della vii Loria a così raro prezzò conquistata, risoluta a non lasciarsi sfuggire alcuno dei suoi legit¬ timi frutti, la Francia sa che la pace "civile come la pace all'estero, che la concordia fra i cittadini corno l'accordo con gli altri popoli, sono condizioni di progresso sociale; i fomentatori di odio e di dissensi non riusciranno nè ad oscurare la chiarezza del suo giudizio, nè a scuotere la saldezza del suo buon senso. Nulla prevarrà contro la sua volontà chiaroveggente e prudente ». Un nuovo passo tedesco presso la Francia (Servizio speciale dalla - Stamja 0 Parigi, 15 mattino. Il corrispondente da Berlino del Petit Journal, confermando che Stresemann cerca di negoziare con gli industriali della Ruhr, presi separatamente per indebolire il gruppo Stinnes, elice essere informato che è Imminente un riuovo passo dell'incaricato di affare a Parigi Von Hoetsch presso Poincaré. Questo passo potrebbe essere compiuto forse oggi stesso. Il rappresentante del Heich parlerebbe al Presidente del Consiglio francese della questione delle riparazioni In natura. Il Petit Parisien ha da Bruxelles che la Commissione delle riparazioni esaminerà prossimamente gli studi tecnici belgi sulle riparazioni. ^ La Ruhr Continuano i negoziati franco-belgi con industriali e operai tedeschi (Servizio speciale delta • Stampa■ Bruxelle, 15 mattino. Il ministro degli Esteri Jaspar ha avuto Ieri mattina un colloquio con Hannecart, capo della delegazione belga nella fluhr, il quale gli hu fatto un lungo rapporto del negoziati continuati In questi ultimi giorni a Duesseldorf, fra 1 rappresentanti del Governo francese e belga da una parte e gli Industriali e operai tedeschi dall'altra. Blsulterebbe che • gli industriali tedeschi si presentano in numero sempre crescente per intavolare negoziati, in vista della ripresa del lavoro, della fornitura del carbone e delle prestazioni in natura e che nuovi accordi sono conclusi ogni giorno. Da parte loro gli operai tedeschi avrebbero deciso in un gran numero di località, di riprendere il lavoro. Anche nelle miniere Vikton e Ickern, sfruttate dU'ettamente dalle autorità di occupazione, gli operai avrebbero deciso la ripresa generale del lavoro setto la direzione degli ingegneri francesi e belgi. Infine si conferma che i ferrovieri tedeschi riprenderebbero il lavoro mereoledì prossimo in tutta l'estensione dei territori occupati. In quanto ai rifornimenti della popolazione della Ruhr, il numero dei vagoni di vettovaglie che penetrano ogni giorno in quella zona sarebbe ora il doppio di quello di due mesi fa. Gli approvlglonamenti sarebbero dunque perfettamente assicurati. Misterioso viaggio di Ladenilorfff a Berlino L'emissione di cinque nuove monete (Servizio speciale della « Stampa • Berlino, 15. mattino. La giornata domenicale è trascorsa calma in Germania. Si ha notizia di una dimostrazione di disoccupati a Francoforte, che fu sciolta dalla polizia. Si ebbero due feriti. Da Weimar si ha notizia che quelle autorità hanno proibito il congresso indetto per oggi dei rappresentanti dei Consigli di fabbrica. Suscita una certa impressione in Berlino la notizia, conosciuta solamente oggi, secondo la quale la settimana scorsa, cioè fino a sabato, Ludeudorff fu qui, in Berlino, dove partecipò a conferenze tedesconazionali e nazionaliste ed antisemite. Ludendorff aveav preso alloggio all'Hotel Bristol. Oggi sarà probabilmente deciso nella riunione del gabinetto il progetto della emissione della nuova moneta. Subito dopo la riunione verrà emessa l'ordinanza relativa. Non si sa ancora quale sarà la soluzione che il Governo tedesco potrà adottare, ma un giornale del mattino; crede di potere affermare che il progetto contemplerà l'emissione di cinque monete, ciascuna dello quali avrà contemporaneamente corso e valore, e cioè: la moneta aurea, la cosidetta' moneta intermedia sarà il neumark : terzo, il marco carato • quarto, un certificato di possesso di divise" estere rilasciato a coloro che hanno valori stranieri in deposito presso le Banche ; quinto, i titoli di prestito. Il Reich riesamina la sistemazione dei debiti tra privati francesi e tedeschi Parigi, 45 mattino. Il neieh ha ripreso la sua collaborazione con gli ulna di compensazione, incuneati cti sistemale la questione ilei debiti di anteg'icrra fra 1 privati francesi e tedeschi, collaborazione interrotta dulia Germania per spirilo di rappresuglia all'indomani della occiinazione della Ruhr. {Stefani)

Persone citate: Jaspar, Ludendorff, Petit, Poincaré, Von Hoetsch