Mussolini riaprirà la Camera?

Mussolini riaprirà la Camera? Mussolini riaprirà la Camera? con un discorso sulla politica estera pLungo colloquio del Presidente con l'on. De Nicola « La visita a Torino : ritocchi al programma— Viva attesa per il Gran Consiglio fascista. Roma, 10, notte, II presidiente del Consiglio ha avuto 'oggi un colloquio di notevole importanza politica col sottosegretario di Stato alla Presidenza, on. Acerbo. L'importanza del colloquio deriva dal fatto che in esso vennero trattate varie questioni politiche del giorno, nonché incidentalmente della ancora lontana riapertura della. Camera. Il Senato si riaprirà, come é noto, l'8 novembre peir l'esame della riforma Acerbo. Nel colloquio di oggi si è trattato specialmente della prossima visita dell'oli. Mussolini a Torino e dell'imminente riforma da introdursi nella costituzione del pai-tifo fascista. La visita del presidente del Consiglia a Torino avverrà, se non sorgeranno impedimenti, per ragioni di Stato, il 2i ottóbre. Tutti i particolari furono regolati in .un colloquio avvenuto tra l'on. Mussolini ed il prefetto di Torini gr. uff. Palmieri il quale lascierà domani sera la capitale per far ritorno a Torino. In sostanza rimane immutalo, per il 21 e 25 ottobre, il programma già stabilito per il 20 settembre; ma il Presidente ha tenuto a conferire una maggiore sobrietà al programma stesso sfrondandolo di alcune cerimonie minori. Sono invece conservati i tre capisaldi del programma precedente, cioè: rivista della milizia nazionale e sfllamento in piazza Castello, visita alla Fiat, Carosello storico allo Stadium. L'ori. Mussolini ha oggi ricevuto varie personalità del partito fasc'sta, in relazione al Gran Consiglio che sarà tenuto dopo domani per la relazione dell'on. Mus. solini sull'attuale situazione del fascismo e sulla necessità di riforma dell'ordinamento interno del partito. Per domani è annunciato l'arrivo da Torino dell'on. Devecchi. Si afferma essero intenzione del Covorno di offrire al deputato fascista torinese una importante carica coloniale, probabilmente in Somalia L'on. Devecchi verrà forse ricevuto nei prossimi giorni dal ministro delle Colonie, on. Federzoni, e successivamente dall'on. Mussolini. La. giornata dell'on. Mussolini si è chiusa col colloquio — di cui l'odierno comunicato ufficiale — col presidente della Camera on. De Nicola. Da questo colloquio è risultato che la ripresa parlamentare avverrà, come di consueto, nella terza decade di novembre. L'unico fatto nuovo è il proposito, enunciato finora dal presidente del Consiglio, di pronunciare all'inizio del breve prossimo periodo di lavori parlamentari un discorso-esposizione di politica estera. S'ignora se il Governo consentirà che a quelle dichiarazioni segua la relativa discussione. Quanto alla nuova richiesta 'di pieni poteri si afferma _.nelle sfere ministieriali essere intenzione 'del capo del Governo di chiedere la proroga per sei mesi dei pieni poteri già concessi. Un comunicato ufficiale 'del Governo dice : '« Oggi alle 17 il sottosegretario alla pre sidenza del Consiglio on. Acerbo, si è re cato a Montecitorio dove ha avuto un lungo colloquio col presidente della Camera onorevole De Nicola. Quindi, alle 18, l'onorevole De Nicolu, accompagnato dall'on. Acerbo, è stato ricevuto a Palazzo, Chigi dal presidente del Consiglio, col quale si e intrattenuto più di un'ora e mezza. Sì è discusso sulla data della riapertura della Camera e sull'ordine del giorno dei lavori parlamentari. Per la data della riapertura si è convenuto che essa avrà luogo, come di consueto, nella terza decade di novembre, salvo precisarne il giorno definitivo. Per l'ordino del giorno dei lavori parlamentali il presidente del Consiglio ha comunicato al presidente della Camera che è sua intenzione aprire la sessione con un suo discorso sull'indirizzo di politica estera seguita dal Governo. Dopo di che il presidente del Consiglio si è lungamente intrattenuto con l'on. De Nicola sulla situazione generale ». Situazioni episodi Roma, 10, notte Per quanto la ripresa parlamentare non appaia ancora prossima, Montecitorio si ò già «la alcuni giorni spogliato della sua squallida veste estiva ed è andato man mano riassumendo quell'aspetto che, attraverso la rinata crescente animazione del suoi corridoi e delle sue sale severe, lo caratterizza quando, pur ad aule chiuse, avvenimenti di grande interosse politico sono all'orizzonte I)a un partito all'altro Non certo privo d'interesse 6, per esempio /pi-elio che si è detto in questi giorni nelle aule di Montecitorio a 'proposito della campagna per il revisionismo fascista e per gli eventuali altri progetti revisionistici in via di verificarsi in alcuni partiti, che dal facciamo più o meno profondamente dissentono. I giornali ne hanno già dato conto, e poiché nessun fatto preciso si è finora manifestato, non vale forse la pena, almeno per ora, di riprendere un motivo oggi quasi abusato. Dalle conversazioni svoltesi tra i deputati che vanno riapparendo a Montecitorio e da alcuni elementi che sono a nostra conoscenza, lo posizioni attuali.dei partiti nei confronti del Governo e del partito dominante possono essere del resto riassunte in non molti periodi, premettendo però che l'attitu. dine definitiva sarà presa so)tanto quando al cuni tra gli avvenimenti politici in vista et imminenti saranno un fatto preciso o coni pluto. Abbiamo già detto altre volte che l'atteggiamento del Partito popolare è di benevoli) ma vigile attesa. Gli organi dirigenti, dal partito seguono tuttavia, e con una attenzio ne di cui sarebbe superfluo dire la ragione, 3o vicende interno del Partito fascista risei; vandosi, abbiamo motivo di credere, di usci re dall'attuale contegno di riserbo e di resi stenza per u>-.-:-nenie mi altro di volonterosa collaborazioni- qualora la revisione fascisti avvenga e sia tradotta in atto, senza pretes< da parte del Governo di costringere il Partito popolare a transazioni umilianti e a rinun eie programmatiche, e permetta inoltre al l'organizzazione politica ed economica che i partito ha in provincia di esplicare liberamente la propria funzione. I socialisti unitari non nascondono un cev to scetticismo circa il domani della politici fascista e soprattutto circa la possibilità di vita che il fascismo, sia pure riveduto, offre al partiti non disposti a sopprimersi inquadrandosi, cioè annientandosi, nella compagine politica ed economica al seguito del Go verno o sotto l'influenza diretta del Governi mltldozcmoqmprCptcflsssoftdrrqsscminprEncds_zfsivfdQvatvlserOdcamacngCcalpnddtdlptdcènpdtladt7deFpartito chete sostiene. Gli unitari, però, et riuniranno il giorno :;o, se non andiamo 'Sratii e avranno modo di esprimere ufficiai- te a o i e aio i mante il loro pensiero nonché di enunciare le loro decisioni. Ci risulta intanto che i contatti, anche ultimamente, degli esponenti della Confederazione del lavoro col presidente del Consiglio non sono «tati generalmente oggetto di deplorazione. Si cerca, in sostanza, di non lasciarsi dominare da apriorismi che potrebbero riuscire dannosi, mentre da molti si considera anche la necessità di non ostacolare l'opera della Con federazione, la quale non vuole che la propria attività rimanga isolata e che i suoi organizzati escano, per preoccupazioni di ordine politico superate, anzi in un certo senso ripudiate. La Confederazione, quindi, tratti col Governo problemi tecnici del lavoro e sorvegli attentamente frattanto le vicende intime e le inclinazioni del fascismo verso i lavoratori non fascisti; i socialisti unitari vedranno alla loro volta l'esito della crisi fascista, e se oggi sono scettici, domani, colla prova del fatti, saranno definitivamente dei decisi in un senso o nell'altro. Ciò ben inteso senza rinunzie o dedizioni. Questa la corrente di pensiero, forse predominante, del partito socialista unitario, corrente, che a. voler essere esatti, crediamo non manchi di oppositori ed anche di recisi negatori. Questi ultimi si trovano pertanto a percorrere, in questa materia, una via parallela a quella che si è tracciata — e sembra inflessibilmente voler seguire — il partito, socialista massimalista. I massimalisti, in una recente riunione del direttorio, hanno riconfermato — come si ricorda — la loro assoluta infrangibile opposizione al Governo, che si propongono di combattere quale antìprolelario, entro e fuori del Parlamento. Dei liberali di destra nessuna nuova ecoE' facile prevedere che questo gruppo continuerà al Governo ed al fascismo la propria collaborazione con l'appoggio ormai incondizionato. I "democratici,, A proposito della sinistra democratica ò, stato oggi a Montecitorio causa di commenti i vario senso una breve polemica svoltasi a'il « Bollettino della democrazia sociale » _ il « Corriere Italiano » circa alcuni apprezzamenti fatti dall'organo, fascista nel confronti del programma e del quadri del pardo predetto « Il programma del partito — scriveva il « Bollettino » è fissato in modo inequivocabile nelle tavole statutarie approvate dal primo Congresso nazionale e la sua formulazione è precedente all'inquadramento del fascismo nell'organizzazione politica. Quanto al quadri, la democrazia sociale rivendica i suol precedenti interventisti e anli-rinunciatari, dichiara di aver combattuto il nemico interno e aver favorito 1 avvento del Governo nazionale >. E quel bollettino concludeva affermando essere necessario, perchè la collaborazione fra fascisti e democratici rossa verificarsi, che i fascisti restino fascisti e i democratici democratici. Ora il Corriere Italiano replica dichiarando di non aver nessuna ragione di polemizzare coi dirigenti, del partito « di cui conosce ad ,abundantla il patriottismo e anche, per molti; la Coerenza politica». * Una riserva avevamo fatto',— conclude il giornale — e ci aveva spinto a ripeterla l'ordine del giorno della sezione di Torino; la riserva riguardava alcuni elementi fuori e dentro il Consiglio nazionale del partito, il cui spirito ci parve e ci pare tuttora assai poco aderente ad un programma di collaborazione col Goerno di Mussolini ». E cosi è finita la polemichctta. Va segnalato però il malcontento diffuso nel partito per le ostilità e le vessazioni che si verificano sempre, specialmente in Sicilia, ai danni delle organizzazioni politiche ed economiche demo-sociali ad opera dei fascisti, malcontento che potrebbe un giorno o l'altro dare luoo a gravi conflitti. E a proposito di violenze fasciste, che perdurano in qualche provincia, è da segnalare la seguente interrogazione inviata oggi al presidente del Consiglio e ministro degli Interni ed al Ministro di Grazia e Giustizia dall'on. Ferdinando Innamorati, deputato socialista unitario di Perugia: « per sapere se è ulteriormente tollerabile che perdurino minacele a mano armata, violenze, sequestri di persone e bandi, mentre è in corso l'opera di ricostruzione civile e di pacificazione intrapresa dal Governo nazionale; se siano a loro conoscenza i fatti su riferiti consumati a danno di cittadini ». La riforma dottorale Per completare la cronaca di Montecitorio, dopo la sommaria rassegna della posizione dei vari partiti, accenneremo al caso Terzaghi. Il deputato fascista, cui un redattore del Corriere Italiano aveva attribuito dichiarazioni intese a prospettare la possibilità dt modificazioni che il Governo penserebbe di apportarti alla legge elettorale, e di un probabile successivo ritorno al collegio uninominale, ha scritto al predetto giornale una lettera di smentita dichiarando fra l'altro: «Ritengo che le condizioni generali di ambiente, "e quali ini hanno fatto giudicare utile la leg,re elettorale approvata poche settimane fa dalla Camera, sussistono ancora. E per cambiare la legge bisognerebbe intanto cominciare a stabilirò se sono cambiate quelle famose condizioni ». A proposito della legge elettorale ci risulta che il Presidente del Senato ha fatto sapere alla Commissione il suo desiderio che la relazione sia pronta per il 2G-27 ottobre, affinchè il Senato possa occuparsene Uno dalla prima seduta convocata per i'8 novembre. La Commissione si riunirà fra il 20 e il 26 ot tobre. Nella discussione generale — informa il Corriere d'Italia — essa non concorda nel l'apprezzamento sostanziale del sistema proposto, essendosi tra l'altro dichiarati prò porzionalisti convinti i senatori Dull'Oglio e Grosoli, ma ha però unanimemente ricono scruto l'opportunità di consentire alla vi follila proposta, e quindi è da prevedere ohe approverà la relazione Bolliceli!, che in tale senso concluderà senza propone modificazione alcuna. A sua volta, il Senato accoglierà l'invito del Governo e della Commissione per raccoglimento del progetto che da tanto fervore di discussione fu circondato nel luglio scarso. L'on. Bolliceli! trovasi ora o Brescia dove attendo all'estensione della re lezione della quale è incaricato. Si parlava anche oggi alla Camera di eie zionl in primavera, ma la notizia — si afferma da molte parti — 6 poco attendibile tlgdpMasrtdtpsgcmGssnsgcMtnccacpeasvlndpdtctcsvdvptdlt" llessa intorno al Duce,, Domani, intanto, si riunirà il Consiglio dei ministri e dopo domani avrà luogo l'attesa riunione del Gran Consiglio fascista. Sulle proposte dell'on. Mussolini circa la riforma della costituzione del partito nazionale fascista, che dovranno essere discusse dalla sessione del Gran «.""figlio, ji corriere Italiano ha dato stamane alcune informazioni e stasera da. fonte, autorevole tali informazioni ci sono confermate. Anzitutto l'on. Mussolini intende che l'opera di revisione e di riforma sia rapidamente ultimata perché non solo ogni ragione di polemica sia scomparsa prinia/dell'anniversario della marcia su Roma, ma anche perchè il partito sia saldamente ricostituito per la prossima ricorrenza. Se il capo del fascismo riuscirà o meno ò, nel suo intento, soltanto 11 prossimo avvenire o potrà dire; ma non sembra a molli probabile i-1 che la soluzione della crisi fascista, e sovrat- e e e a l tutto l'eliminazione di qualche ras turbolento, potrà avvenire .senza strascichi di beghe e polemiche. Naturalmente la curiosità degli' ambienti politici si rivolge, più che ai possibili nuovi congegni direttivi che l'on. Mussolini vorrà dare al partito, alle persone a cui egli affiderà le alte cariche del partito stesso. In materia di persone le voci che cor; rono sono moltissime e contraddittorie. Si tratta naturalmente di candidature e anche di auto-candidature lanciale più o meno interessatamente da numerosi aspiranti. Al proposito il Giornale d'Italia scrive: « Vi è non poca ressa intorno al Duce, ma si afferma che questi mantiene il suo atteggiamento impenetrabile e si riserva di far conoscere il suo pensiero all'ultimissimo momento, cioè quando si troverà di fronte al Gran Consiglio ». A proposito Ai feste per la marcia su Roma Intanto si vanno prendendo le ultime disposizioni per la commemorazione della marcia su Roma che, come è noto, una Commissione fascista ha concretato. I festeggiamenti si svolgeranno attraverso gli ultimi quattro giorni di ottobre e culmineranno in alcuno cerimonie a Milano, a Perugia e a Roma. Il Mondo si occuna stasera, in un editoriale, di tale commemorazione e trova « ohe l'Italia non ha precisamente bisogno oggi di pubbliche manifestazioni, di cortei, discorsi e riti commemorativi, e che un partito il quale avendo conquistato il potere e l'obbligo particolare di pedagogia politica verso il nostro popolo, farebbe opera assai più efficace ed educativa se cercasse convincere gli italiani ad abbandonare le piazze dove gli entusiasmi e i clamori, anche so generosi, poco giovano alla ricostruzióne ed alla grandezza dell'Italiu, e ad assorbirsi nel silenzio, disciplina e nel lavoro dal quale soltanto possono derivare le fortune pubbliche e private del paese »• 11 giornale ricorda pure che si tratta della celebrazione di un evento a cui è legato un profondo acerbo dissenso intorno.e richiama poi l'attenzione su un punto importantissimo, sul fatto cioè che il programma commemorativo proposto dalla Commissione stabilisce la partecipazione delle autorità civili e militari a quella che è una cerimonia di partito. « Non deve essere possibile — scrive il Mondo — che le autorità, le quali rappresentano lo Stato, possano essere convocate ad una celebrazione di eventi che riguardano la vita di un partito, all'infuori del quale vi sono cittadini che hanno diritto di sentirsi moralmente, non meno che giuridicamente, rappresentati dallo Sfato, di fronte a cui essi hanno i precisi doveri di tutti gli altri cittadini ». Ma nel programma di festeggiamenti proposto daila Commissione fascista vi è ancora di più in quanto esso contempla l'esposizione della bandiera nazionale da parte delle regie Ambasciate, dei Consolatì e fa partecipazione del Duca d'Aosta e degli altri principi reali al ricevimento che sarà offerto a Palazzo Venezia per solennizzare l'anniversario. E qui sembra al giornale che l'Inopportunità, della proposta sia anche nvj> giore « in quanto le nostre rapprésjmtanze diplomatiche rappresentano direttamente il Re e l'intervento dei principi reali ad una commemorazione di partito, anche sa si t'at-/j tMlsdaenmcpgp"nacmnpadlaCvta di un partito che oggi è al Governo, fa d scendere l'istituto monarchico da quel livello superiore alle competizioni politiche, che gli è proprio e nel quale è bene che resti, e mette in una situazione penosa tutti quei cittadini, tra cui ve ne sono molti non ostili al fascismo, i quali non siano disposti a confondere i fasti di un partito con i fasti dello Slato e della Patrio ». Il Mondo conclude rivolgendosi direttamente all'on. Mussolini, « affinchè consideri lo prospettate osservazioni o ne tenga conto, mentre il Governo o lo sl;sso partito fascista non sono ancora impegnati dalle proposte della Commissione ». Infino un comunicato ufficiale, che annuncia la emissione di uno speciale francobollo per la celebrazione dell'avvento del partilo nazionale fascista al potere, dà al Mondo ancora modo di una breve puntata polemica contro l'on. DI Cesare. Il giornale esprime le sue congratulazioni all'on. De Cesare il quale — scrive il giornale — * sarà lietissimo di poter dimostrare ai suoi critici fascisti che egli è veramente in polemica con noi. Naturalmente non osiamo sperare che l'onorevole DI Ceserò tenti dimostrare in un qualunque bollettino della democrazia sociale, non soltanto che egli è in polemica con noi, ma altresj che egli ò In perfetta armonia con le tradizioni e le idee dei suo partito ». i a e a a i . e é u ao e e t- il dissidio nel fascismo cremonese Parlateci riafferma il «trattare politico della Stilisi» nazionale e dice che U finn Consiglio gli dui ragione. Cremona. 10 notte. Sabato scordo la Giustizia di Milano pubblicava una corrispondenza da Cremona in cui si parlava di un grave dissidio sorto tra l'on. Farinacci ed i fascisti della prima ora, ili seguito alle polemiche del Capo del fascismo cremonese con Massimo Rocca. La corrispondenza in parola diceva che » oltre 250 fascisti della prima ora, non condividendo la politica seguita nell'ultimo tempi- dall'on. Farinacci, avevano inviato all'on. Mussolini duo telegrammi, di cui uno diceva: « Fascisti cremonesi prima ora, sventolano sempre vecchia bandiera sulla quale è scritto un solo nome: Mussolini! ». E l'altro era cosi concepito: « Fascisti cremonesi prima ora, indignati polemiche incresciose Cremona Nuova, fieri di essere mussoliniani. invocano energici provvedimenti dittatura prò vinciate instaurata dopo marcia su Roma ». Questa notizia apparsa sulla Giustizia venne riportata integralmente dalla Cremona Nuova di domenica. Sotto dt essa Farinacci faceva seguire un breve commento, in cui diceva che i telegrammi « portavano la firma di une dozzina di ingenui, che si ciano la sciali adescare da espulsi e da dimissionari del Partito ». E soggiungeva che « discorrere di dittatura dell'on. Farinacci era roba da far ridere 1 polli ». Ora tale pubblicazione di Cremona Suova deve avere destato un certo movimento in tutti i fascisti della provincia, poiché il giornale dell'on. Farinacei, ieri mattina, pubblicava sotto il titolo su quattro colonne: « La risposta dei fascisti cremonesi «Ile affermazioni della Giustizia », numerosi telegrammi e lettere dei sindaci, amministrazioni comunali, fascisti, comandi di milizia, mutilati, combattenti, ecc. col quali telegrammi e lettere « dirigenti e gregari riaffermano la loro solidarietà e devozione all'on. Farinacci ». Parla Farinacci Intanto ieri sera nel Palazzo municipale, ha avuto luogo l'assemblea generale straordinaria della sezione cremouese del vanito fascista per la nomina del nuovo Diretiorlo. L'on. Farinacci, presidente della assemblea, ha riaffermato lo sue vedute circa la milizia nazionale quale corpo politico e non militare. Ha detto che questa è l'opinione di nuli coloro che vivono a fianco della milizia, il che egli ha sentito il dovere di far noto a Mussolini. Poiché all'assemblea erano presunti i dissidenti. Farinacci ha detto: '< Il ti corrente si riunisce il Gian Consiglio. A qqesto. come membro della Giunta esecutiva, darò iasione del mio orciaio e fin d'ora posso accertare T miei critici clic il Gran Consiglio approverà la mia politica generale poiché esso, e non l'assemblea locale, ha vesto di erigersi a giudice. Che la mia politica, anche quando appaia il contrario, abbia avuto il consenso del Duce, stanno a provarlo alcuni fatti ». E dopo aver enumerato due o tre fatti, l'on. Farinacci prosegue: "Questo dico per duo ordini di iasioni: primo perchè nello svolgere la mia azione politica io mi sento in completa armonia colle direttive del partito : secondo, perchè se io assumo la veste di critico è sentirne intorno a questioni di alla importanza per il partito e per la nazione e l'on. Mussolini apprezza infinitamente più chi con lealtà e franchezza espone il' proprio pensiero, anziché i firmatari di telegrammi laudativi. Si sono inoltre fatle critiche alla mia aziono in qualità di membro della Giunta esecutiva, asserendo che lamia-intransigenza non può essere che dannosa al partito. La mia intransigenza in seno alla Giunta esecutiva, e quella stessa che lio spiegata nella provincia di Cremona, e cioè una intransigenza intelligente: intransigenza verso il partito, transigenza verso gli individui. Gli "omini semplici, gli uomini di volere, pur non essendo inscritti el partito, il abbiamo attirati a noi o ad essi abbiamo affidato compiti che eravamo sicuri avrebbero degnampiite assolti. Chiunque segue questi uomini nell'esercizio delle loro mansioni ha l'impressioni? di una attività magnifica che giova alla provincia, al comune, al fascismo. L'on. Farinacci risponde poi alle accuse di dittatore: « Ci si rivolge un'altra critica, quella di essere dittatore. Quali sono gli atti che autorizzano questo giudizio? Noi abbiamo Consiglio comunale fascista, Consiglio provinciale fascista ed io non sono mai inter¬ venuto ad ostacolare od influenzare colla mia autorità dittatoriale gli uomini che abbiamo eletto. In provincia abbiamo dirigenti locali cho svolgono la lóro attività locale, od io intervengo solo quando si commettono illegalità. Ciò ha permesso che nella provincia si sia svolta un'azione ricostnittiva, sia riguardo ai sindacati dei lavoratori sia dei datori di lavoro ». Le dimissioni del capo dei dissidenti Ha proso quindi In. parola, l'avv. Ottorino Frazzi che, a nome dei dissidenti, ha ribadito l'accusa a Farinacci di dittatura. Parlando delle recenti polemiche ha dichiarato che se le idee di Farinacci potevano rispecchiare le idee di molti, esse non erano però l'interpretazione del pensiero di tutti. Il Farinacci ha replicato giustificando il suo apetalo con la necessità assoluta di provvedimenti immediati; ma l'avv. Frazzi conferma a sua volta di aver firmalo il telegramma di rei lo a Mussolini e pubblicato dalla Giustizia di Milano. Égli si dichiara favorevole alla tesi di Massimo Rocca e contrario alla deliberazione della Giunta esecutiva e termina rassegnando le dimissioni nelle mani di Farinacci dal partito fascista, dimissioni che l'assemblea ha accettato all'unanimità. Si è poi proceduto alla votazione per la nomina del Direttorio. Sono riusciti eletti i nomi presentati dal triumvirato precedentemente in carica. La seduta è terminata verso mezzanotte. Stasera poi, negli ambienti bene informati, circolava la voce che l'avv. Frazzi aveva inviato ai sindaco una lettera, colla quale rassegnava le proprie dimissioni anche da consigliere comunale'e di conseguenza da tutte le cariche che erano a queUa connesse.