Il serio e il faceto nella truffa del milione

Il serio e il faceto nella truffa del milioneIl serio e il faceto nella truffa del milione La Polizia alla ricerca del truffatore: itu'aiitomoMlo » Milano e una tornedo segnalata a Mondorì — La somma rubata supera il milione: «00.000 frantili francesi ~ «Voglio ritirarmi dagli affari!,, — " Quando troverò un galantuomo? ... | che sicurezza Mentre la Polizia fa quanto può e sa per raggiungere o sorprendere, se ja sorpresa è ancora possibile, il truffutoro della Banca Commerciale e della Bunca Nazionale di Credito, e si moltipllcano le segnalazioni e si accentuano i controlli in tutte le località ove il presunto Pietro Cossa può essere riparalo, vagliando ogni indizio, facendo tesoro di ogni elemento che possa servire a portare all'arresto dell'audace lestofante, vengono in luce altri particolari curiosi sul modo con cui la truffa è stala effettuata. Si tratta di piccole cose, ma non mancano di sapore. Il truffatore quando si presentò agli sporf ': della Banca Commerciale fu costretto a i ire qualche tempo In attesa perchè altri dovevano fare delle operazioni priniu di lui. Da persona che gli fu vicina in quel momento apprendiamo questi interessanti particolari. 11 Cossa. elegante, inguantato, teneva tra le mani la bella vnhgietia di cuoio. Non dimostrava nè preoccupazione, nò premura. Per ingannare il tempo prese a parlare con i vicini, interessandosi di cambi, di esportazioni, di particolari movimenti di denaro, determinali da recenti operazioni borsistiche. Parlò anche dei suoi affari. Ad una -persona rhe aveva virino dichiarò di avevo, specillando sui cambi, perduto nella scorsa settimana otto o nove mila 1i'-e. J? continuò: «•DI cambi non ine ne voglio occupare più. E' più forle 11 rischio che il guadagno. Si sia sempre col cuore in ansia. Troppi elementi sfuggono perchè si possa arrischiare con intellhrenza. Sono smuro t\< giuochi di Borsa. Voglio ritirarmi dal commercio e darmi a vita tranquilla. Mi fi stata offerta una villa nei pressi di Torino: fi una bella rroprlelà. Realizzale le somme che ho in giro, liquidati i miei affari, compro questa villane mi rilivo. Sono momenti tropòo difficili questi per chi vuole fare del commercio onestamente ». E diceva nueslo mentre teneva tra le mani i falsi chtrtiies e slava attuando la impressionante truffa. A ritirarsi dadi... affari forse pensava, ma certo non dagli affari onesti. Il "portafoglio,, estero Di quale somma è stala truffata la Commerciale? Ufficiosamente sf dice di seicentpmlla lire. Dirottamente però non abbiamo potuto avere la conferma di tale cifra. Da quanto apprendiamo in via indiretta sembra j che la somma truffata sia un poco superiore. I Non si tratterebbe cioè di seicenlomila licei ma di seiccntomila franchi. Dato il cambio i la differenza ó notevole. Che si tratti di franchi e non di lire lo fa pensare il fatto che il presunto Cessa non presentò il ehiQ'ie per la Urina di controllo al « portafoglio » nazionale, ma a quello estero. E tnlt ostacoli incontrò che, per potersi presentare a ritirare la somma, fu costretto a ricorrere ad uno dei vico-direttori, il Foa, per farsi rilasciare la firma, di convalidazione. Onesto oberine, si disse in un primo tèmpo, figurava crune emesso dalla filiale di Parigi: questa prima informazione venne corvetta poi con alno dichiarazioni, stando alle quali il Cossa nvrehne presentato degli chèrpies che figurano rilasciati da filiali italiano della Banca: si parla di Milano, di Ancona, di Bologna. In ogni modo quello che a noi risulla accertato c che trultavuri di franchi e non di lire, il che'fa salire la cifra complessiva del denari truffati dal Cossa «ih Commercial*» e alla Nazionale- ad olire \m milione. E di tale cifra ci si rarlò sin dalla prima ora. Il presunto Cossa felle sia proprio questo il suo nome si fanno delle riserve', da quanto ci risulta, oltre che essere noto nel mondo commerciale per a podea naosdilifuunnoalgilustfampataOtechsvnribetoreratarivMcosadsadgadoststnppdtesi.Se rusufe,1trlatuscspfldlebpqInselafeiiicteficepnsla esteriorità da lui datai "x a , o i , i al ra e l o ui ooa 1 oiti a lad affari normali conclusi nella nòstra citi non era un ignoto ira la gente di banca. Di Banche e di operazioni bancarie doveva intendersene perchè nel passato ad Istituto di credito era stato addetto come impiegato, Non sappiamo dove e non sappiamo quando, ma ci consta che dalla Banca ove trovava?! occupato, fu licenziato perchè si trovò non. essere tutto chiaro quello che faceva, tanto che si ebbero motivi per guardarlo, se non r.onsosnctto, con diffidenza. Possedendo esatte cognizioni sui movimenti bancari, sulle 0perazionl anche più delicate, si spiega come gli siastotopossibile organizzare il piano eie doveva portarlo ad effettuare, con una quali di successo, l'audace ed in* gente truffa. La sua condotta durame l'operazione, la sua calma, In sua imperturbabilità, dimostrano la sua audacia, ina dimostrano pure che egli doveva avere la certezza di agire a colpo sicuro. tcLe responsabilità La Polizia indaga, ed è lontano da noi il prorosito di intralciare con dello indiscrezioni le indagini che l'Autorità sta compiendo. Se tale risèrbo non ci losse imposto da ragioni die è ovvio precisare, molte cose di più potremmo dire. La trutta tana dal Cossa, ingeme per Ja somma carpila, è semplice nella sua architettura, -ma . appunto perchè semplice presenta una strie di punti interroga rivi clic risolti possouo portare a constamzioni di responsabilità. Responsabilità indirette, ma che debbono essere accertate Che il Cossa (ripetiamo dio il cognome può essere falso.i sia siato impiegato di Banca lo si dice da inulti con hisistimza Stando allo voci che corrono sarebbe siato'riconosciuto cerne lule anche da qualche impiegato delle Banche che lurouo coinvolte nella truffa. E vennero elevati anche dei sospetti. Come riusci il imitatore a far lacere queste voci e a farsi credeie un perfetto galantuomo lanto da aver diritto alla massima fiducia? E' un punto questo che la autorità sta accertando: Si è detto ciie il Cossa ò un uomo abile, scalilo, insinuante, uccappurrante. Quanti ebbero modo d avvicinarlo enreordano nel dire che sapeva conquistarsi di una subito simpatia e fiducia.' Questo spiega molte cose: non tinto. Si c accennato altresì che egli dovevo ave-re una forte quantità di denaro a disposizione per fare l'opera di preordinazione elio hr faito 0 anello questo deve essere vero si ohe ui sembrano giustificata le inoiesi di chi riallaccia quanto è successo n Torino con qualiio sul medesimo genere è successo a Milano. Ma tutto questo non è ancora Sufficiente per spiegare la relativa facilità con la quale il Cossa è riuscito a farsi consegnare dalle duo Banche sulla semplice presentazione ili due « chòques », senz'altra garanzia elio la sua, più di un milione di lire. Anche tenendo calcolo del giro di affari che ebbe colla Commerciale e dei crediti e delle operazioni di cui menava vanto, vi è chi pensa che a rendere possihile la truffa altri elementi, se non altro di debolezza, abbiano poi ino concorrervi oltre l'audacia dei lestofante. Sempre automobili Abbiamo illustrato ampiamente il debole che il Cossa nutriva per le automobili; ma non abbiamo detto timo. Alla elegante Celiano carrozzata a « bateau » e già comprata; alla « limousine » smontabilo a torpedo che etavn per acquistare; alla vettura sport del sig, Ernesto Ccirano che egli voleva pure contraltare, bisogna aggiungere un'altra vettura di cui non si è ancora parlato. SI trutta di una macchina di marca americana cho si trovava 111 « garage a a Milano. Il Cossa ne parlò sovente col suo chauffour Gin seppe Piovesana. La macchina era in ripara- Zj0ne, ed era slata messa a punto in questi e ultimi tempi. Una volta, in un « garage », - n Cossa vide una macchina di fabbricazione e americana e di tipo poco usato fra noi, e a disse al Piovesana; ! _ Ecco l'automobile che tengo a Milano o è come qìiesia; solo che la mia t- verniciata e- in altro rolure ». Tutto fa credere cho quedi st'àltrn auiomnbilc realmente esisteva e <»rn, l'esistènza della vettura ha un'impnr Itaiizu clic va più in là di quanto potrebbe cvvsCbrncP.infDmgldPtcvtfvvTPgtvD in:ta prima parere. Essa può avere il suo osto il suo capitolo, nella storia della fuga el truffatore. L'automobili» che questi teneva Torino « scomparsa con lui. Ma la più arte si crede che egli non sia fuggilo con se :. Ed il motivo sarebbe questo. La « baili » Coirono lui una carrozzeria ed una nea singolarissima. Slanciala davanti e afusolata posteriormente, bassa c raccolta, ha na linea a sé. molto caratteristica. Il cofao è coperto superiormente da una lastra di lluminio lucentlssimn, c la macchina, viogi;:inio in una giornata di sole, è tutta un uccichio. 11 complesso di queste caratteri ticlie la fanno nutare ad intenditori c a prò ani. e vista una volta la si ricorda facilmente. lnfHiti, abbiamo giù dotto ieri che are 'diia gerite, a Torino, disse di «ver noala la macchina del Cosso nel Comasco. Ora — dicono molte persone — il .lestofane sapeva benissimo tutto ciò, e sapeva pure he tutto ciò gli sarebbe stato di grand» vantaggio in una fuga. La sua automobile on avrebbe che attirato gli sguardi e la cuio-ita della cente e il suo passaggio avrebe Lisciato dietro di so. come una scia di noorietà, laddove egli avrebbe, voluto lasciae il mistero. SI pensa dunque che il falso agioniere si sia valso di questa troppo noata automobile soltanto per fuggire da Toino, per recarsi in un lungo rebitivamonle icino. Questo luogo potrebbe anche essere Milano. L'esservi quivi un'altra automobile onforta la supposizione, a Milano il Cossa arebbe montato sulla macchina americana, i linea tult'affatto comune, e con essa si arebbe diretto verso qualche remoto nasconiglio, o verso la frontiera. Una segnalazione da Mondavi Ma queste non sono clic supposizioni; maari verosimili, ma .supposizioni. Ed anzi obbiamo dire che una circostanza è a notra conoscenza, la quale parrebbe contratare a tale ipotesi. Risulta a noi, che ii gioro in cui venne commessa la truffa fu vista assare per Moudovl un'automobile che trop po rtavviejno ricorda la ormai famosa torpeo a « bateau » dell'elegante e Intraprendene giovane. Crediamo che questa circostanza ia stala segnalata alla nostra Questura. Spctia quindi art essa vagliare'l'informazione dalle di conseguenza il peso che essa meita. Potrebbe anello darsi che si tratti di un falso allarmo, come pan; sia stato conultato nel caso dell'albergatore della perieria, che abbiamo ieri segnalalo. Tuttavia 1 nulo merita considerazione. Moudovl si rova sulla strada per Ventimiglia, cioè fra a frontiera, che il nostro messore aveva lui u l'interesse a guadagnare. Non è. questa la trada più breve e diretta, ma ciò conforta c non respinge la tosi del passaggio del Cos. sa, ili quanto costui doveva evidentemente preferire una strada non tioppo battuta: la liie.sra. cioè, piuttosto che la porta. a proposilo di tuga all'èstero, una domàn dà si affaccia all'autorità ed alle migliaia di . ettóri che si appassionano a questa rocum-1 bólescii impresa: aveva il Cossa jl passaporto? Non .riamo in erario di rispondere aliquesito. Tuttavia possiamo 'lire quni cosa. nerente all'argomento. Seminìi clic il Cossa |sia stalo all'estero. Parrebbe in modo certo elio cyii sia .slato in America. No ebbe a parare a parecchie parsone ed anche allo clinufeur Plovesann. Stabilita questa circostanza ii viaggi transoceanici, che dinota nel suo cniijcramento audace e avventuriero una endenza alla vita errabonda.' non riesce difficile ammettere che egli abbia visitalo qualche nazione al nostro conllne. S'è! quale caso egli si muoverebbe predisposta ai suoi scopi Ed ora, u titolo di curiosila, una breve notazione che riguarda lo chauffour Pioveana. E' quctjj ,Mi ),ravo giovanotto che ri- "insto disoccupato, si è dato d'attorno pei rovare impiego cappato in quei on già qualclic pedina !1Ma una prima volta fi inlicenle ingaggiatore di cliriuffeiiv uer l'Egiito. che risultò essere ni»1 volgare imbroglione. Ne ohbn 1,1 prova il Pio. vesana. che ci rimise una parte ilei «noi slenlati risparmi. Ora egli 6 incappalo nel Cossa. un allro imbroglione elle lo ha gabbato di 1000 lire e. per di più, gli ha impernio di accettare una buona occasione di collocamento presso un signore torinese. E il'Piovesana dice, sconfortato — Lo troverò ancora un 1elei a truffa alle due Ranche, non a di comune rolla loro cssere iota!- galantuomo? •"* . 1 signori Fausto e ricini Carello, abitanti in via Petrarca 20 ci pregano di pubblicare •ho il sig. Carello, anpurentc nella narrazio¬ ne del fai fa parie e Dilla, e dichiaratili inoltre di mente estranei alla Agenzia « Coirono » di coiso Vittorio L'inariuolo golo via .Sant'Anselmo. an-