La minaccia bavarese

La minaccia bavarese La minaccia bavarese Berlino, 27, notte. A' voler immaginare la Federazione germanica corno una famiglia di numerose e diverse persone, è impossibile non raffigurarsi la Baviera come la suocera della co- muniti, illogica, caparbia, prepotente. Sem- o o c , a prò di contrario parere,,sempre minacciosa e brontolone. Accampata, gonna corta damontnnara ed il busto esuberante, fra le Alpi e la pianura con un cipiglio che nessuna preghiera spiana, che nessuna concessione rasserena. Non si è mai dato il caso che la cronaca bavarese sia logica o conciliante. La Baviera è l'enorme « ma » in fondo ad ogni decisione del paese, è la perpetua riserva mentale, e l'eterno punto nero. Non fu mai giovane e confidente. Non si abbandonò mai fiduciosa al marito prussiano del Nord, anzi fu sempre intollerante di quelle nozze «li convenienza. Sfogliate a ritroso la sua cronaca, la troverete sempre cosi dispettosa ed egoista. Uno studioso tedesco, il Nielrisch, la definì appuntino: «La storia della Baviera dai primi tempi fino ad oggi è sempre stata una storia di allo tradimento continuato verso la patria tedesca ». Tradizionale è dunque l'opposizione in Baviera. Forse per questo, perù, diciamolo subito, non ci deve di soverchio allarmare- Le ragioni psicologiche ed etniche che fanno del bavarese un prodotto a su nella famiglia germanica non sono decisive per farne prevedere un fatale distacco dagli altri confederati. Le ragioni politiche sono molto più forti,. ma contingenti, mutevoli, contraddittorie esse stesse in parte, e quindi in parte destinate ad eliminarsi a vicenda; tali che possono produrre un cataclisma immediato (ricordate la Repubblica rossa di Eisner), ma non tali da dare a qualsiasi assetto catastrofico un carattere solido e duraturo. *** Diciamo subito che la Baviera del Nord coi suoi grandi opifici e la popolazione prevalentemente operala e socialista non va compresa nel concetto della Baviera separatista e reazionaria di cui parliamo. Il nord della Balera 6 orientato piuttosto verso gli Stati socialisti della Germania media e settentrionale: la Turingia e la Sassonia. Nonostante 1 « comunisti tedeschi '» nelle sue città, essa si tiene estranea al movimento del sud del paose Wìttclsbnehlano o Hitleriano che sia. Vero è solo una rosa. Che la Baviera dei nord comincia a soffrire crudelmente della crisi industriale, della mancante esportazione. Gli alti fornii st spengono uno ad uno. Le schiere del disoccupati gettati sulla via possono ascoltare e lasciarsi convincere dal più audace, dal più utopista e:, dal più violento programma, siano anche le fantasiose visioni del capitano Heiss bollente come il nome ed additante a pugni tesi la cittadella del nemico ereditario contro, il quale bisogna marciare.in falange. Parigi? No, ingenui, ma Berlino. Ma la Baviera del Sud, a cui si può appiccicare anche il Baden ed un po' del Wurtenberg, 6 l'ideale ferreno di esperimento per i nazionalisti reazionari ed anti prussiani! Le parole che fanno presa sui tedeschi più' evoluti « il concetto di una patria comune'.per tutti i tedeschi, l'ideale comune della schiatta alemanna, i comuni sacrifici per la integrità dello Slato » non hanno eco in questo teste di contadini e di montanari. I monti rinserrano più gelosamente le loro schiatte' più che non facciano le grandi pianure sonza confini del Nord. 11 concetto di patria vi è angusto, limitato, provinciale, quello stesso deplorato da Goethe più di cento anni fa quello contro cui Bismarck-dovette combattere cosi a lungo e con cosi amara tenacia. E la sua vittoria fu più una vittoria di forza che di persuasione. Le aspirazioni di politica estera dei bavaresi non abbracciano mai la schiatta tedesca del-Nord. Tutt'al più tendono ad aggregarsi le schiatte tedesche del Sud, fino a Vienna ed a Bolzano. Questo si deve tener presente nell'osaminare la situazione bavarese. Sia Hitler colla sua marcia su Berlino, sia Ludendorff dietro a lui in borghese, ma coll'uniforme pronta e l'attendente, che è diventato provvisoriamente un agènte politico, sono in un certo senso fuori e in contrasto con il movimento genuino bavarese, quello che la capo a Heim ed a von Kahr. Esso ò più profondo, pur se mono vivace di quello dt Hitler. Con questi ha avuto rapporti diversi di collaborazione, di cooperazione, infine di ostimi). E sopra questa ostilità, manifestatasi più viva negli ultimi tempi, sembra abbia voluto oggi giocare il Governo di Monaco per evitare un colpo di Sudo llitlerLudendorff. • #** II. dottor Heim si proclama capò dei contadini e un programma nettamente monarchico e separatista egli lo chiama federalista, come afferma l'ordine del giorno del Partito popolare bavarese del settembre del 1920. Ma non è audacia verbale identificare i due concetti. Heim cominciò, dopo la sconfitta, a proclamrao che la. Baviera era ad un bivio: o restare legata ai prussiani che le violentano la personalità » o mettersi in lega, staccandosi dalla Germania del nord, con l'Austria ed il Tirolo, formando uno Stato .cattolico del sud. Secondo la concezione del dottor Heim, si può considerare la possibilità della rinascita della Confederazione renana dalle Alpi al mare: la Confederazione renana del 1812, naturalmonlc con la tradizionale protezione della Francia. Perciò Heim trattò a più riprese colla Francia per la realizzazione di questo piano. L'inviato diplomatico della Francia a Monaco. Dard, ebbe le mani in-pasta. Non è azzardalo affermare che mous. Pacelli, nunzio pontificio per la Germania, ino ostinatamente inamovibile da Monaco, ha. per lo meno -n un primo tempo, negoziato i buoni lapponi della Santa Sede coti Parigi, tenendo sotto mano, come nsjeno ili scambio, la politica separti lista del clero eaito lieo bavarese. Poilie rileiin è cniisideniiQ come In siii'nnatórc e j di strada a Fluptvcftt, il cloro, per tradizio ne legittimista e monarchico ed unico ammi¬ fi'a™rl » contadini che non vogliono pa nislratore delle coscienze politiche dei contadini, gli ha dato il più vivo appoggio; tanto più che la costituzione di Weimar, affermando il principio anodino della libertà religiosa per lutti, ha di molto ridotto i privilegi del clero cattolico in Baviera. Il programma interno di Heim 6 molto semplice ed è fatto apposta per essere apprezzato da gare nè tasse nò riparazioni. I suoi discorsi, se non sono coloriti come quelli di Heiss e di Hitler, sono abbastanza convincenti: « che cosa abbiamo noi di comune con quella scandalosa democrazta prussiana che ci. soffoca sotto la sua carta straccia e muta la sacra Baviera in una stalla? Berlino è la città senza fede degli immorali, dei corrotti, è la nuova Babilonia! Che cosa vogliono fare a Berlino della pia Baviera ? 11 verbo e: «ansmisten», quello stesso con cui si deslrive la fatica d'Ercole nelle stalle rogali. Ed il buon Kahr, l'impiegato fedele, come si è deflniio da sè, è il secondo profeta. E l'uno e l'altro preparano la via al legittimo signore, al non mai decaduto Bupreclit, elio deve tornare da un momento all'altro sul trono, se non proprio come re, almeno come presidente della Repubblica, tanto per essere tollerato anche dai prussiani e per non dover ora affrontare subito la questione del distacco. Come sono contagiosi gli esempi napoleonici I 11 programma di Heim, di Kahr e di Ruprecht è in genere alieno da violenze e dai fantasmi della guerra civile. « Non alla testa di reparti di mitragliatrici, —• ha dichiarato a suo tempo Ruprecht, — vorrei io rientrare nel vecchio castello di Monaco n.a preceduto da cortei di vergini, bianco vestite e gettanti fiori ». Ed il programma non ha carattere d'urgenza. Ruprecht ed i suoi fedeli pensano di agire soltanto il giorno in cui scoppierà nel nord della Germania la « inevitabile » rivoluzione comu nista. Ma è venuto poi Hitler.a rompere le uova nel paniere. Come abbiamo visto più volte, ha un programma socialistoide, germanico e nazionalista, che va dalle foci del Reno alia stretta di passavia. Oltre il confine egli non si impiccia troppo. La questione del Tirolo italiano non gli pare cosi urgente come sembra al contadino Heim. La quesito ne di Vienna, per quanto egli sia di origine austriaca, è secondaria per lui, di fronte alla necessità di scacciare gli ebrei ed i socialisti da Berlino. Sopra un programma di aspetto fascista ha organizzato notoriamente delle centurie e del le associazioni di combattimento armate di tutto punto e divise in reparti di cavalleria e di fanteria, con servizi tecnici, con esercitazioni tattiche dando cosi sfogo alla no stalgia dei reduci di guerra e soddisfazione ai bollori dei giovanetti nati troppo tardi per la guerra vera. Ludendorff, al quale Heim indicò più volte la via dell'uscio, il futuro generalissimo bavarese, il concorrente di Ruprecht, Ludendorrf è il dio irresistibile ed il centro di questi maneggi. Giocano sul suo nome il Rosspach, gli Heiss, gli Erhardt, J capi centurie che emanano ordini di mobilitazione tanto segreti quanto strombazzati dalle reclute. Questa attività bellicosa ed energica fu per qualche tempo, all'origine, sfruttata dalla po litica volpone dei retteli di Ruprecht. Hitler fu spesso rappresentato come un assoldato ed uno strumento di costoro. Buono per ca povolgere l'ordine attuale e giovare così ai contadini monarchici di Heim ma buono anche, se il colpo fallisse, ad essere gabellato per pazzo e subire la parte di capro espiatorio. Ma poi la influenza di Ludendorff, nel campo di Hitler, si è fatta sempre maggiore Ludendorff è troppo intessuto di fede negl Hohenzollern e di imperialismo, gran tedesco per preferire ad un restaurato impero germanico bianco-rosso-nero una grande Baviera bianco-azzurra. I contrasti fra i due capi' sono divenuti a poco a poco violenti. In com penso Hitler, proclamato campione del germanesimo più puro, ha veduto crescere le aderenze oltre i confini della Baviera nella Slesia, nella Prussia orientale e sul Reno Si è veduto persino offrire misteriose e sotterranee alleanze da parie dei comunlst Tutta questa politica, si noti, 6 cosi irta di contraddizioni e di contrasti che spesso raro vedervi dentro. Ma se ne capisce la ragione Ludendorff è disposto a lasciar fare ad un altro la parte del Balilla per rijirarsì a tempo se le cose vanno male. La Deutsche Zeitung parla a mozza bocca di Hitler. Ludendorff si accontenta di stringersi nelle spalle Erhardt traina per suo conto in gabbia ed il colonnello Bauer sembra lavori a Vienna in contrasto col suo mandatario Ludendorff. Gli uni minacciano i francesi e gli altri se la prendono con gli ebrei. Quando qualche sconsigliato esce fuori in spropositi come Leo Pi-editing o il Kuchs, tutti gli altri gli gridano la croce addosso. Ma sono tutte astuzie di guerra. Il camp'o è diviso realmente iti due parti. Sono Heim e Ruprecht da un lato, Hitler o Ludendorff dall'altro. E' la Baviera, quella dei libri dì Thoina. la Baviera dei tranquilli od arguti borghesi contenti delle salsicce bianche e della birra scura, gonfi di materialismo e di quietismo adiposo, che guardano cogli occhietti strizziti e con disinteressamento indifferente alle pas- erSrictee mfodFsbsamdds.AssmdGtoczsgsstlasemutedesismgcmllCevppmIvvtl | sioni politiche dogli altri. E' appunto questa c massa amorfa clic ha favorito l'esperimento rosso di Eisner e l'esaltazione di Hitler. Oh, noti prenderanno cerio le armi contro la Prussia, questi bavaresi: Ma d'altra parie la sua violenta critica pomeridiana non varrebbe domani a trattenere da atti irreparabili e fatali lo sconsigliato Hitler. Anche per la Baviera, come vedemmo altre volte per il resto della Germania, la questione è sol-. tanto di poche migliaia di uomini animosi ! da una parte e dall'altra. La grossa massai¬ resterà inerte. La salvezza, in caso .li rivolta, non può venire che dal Governo centrale-1 il quale potrebbe servirsi della sua Reicliswelir, ma è lecito sperare che la rivolta sia resa impossibile ila quei contrasti, ogni cos'i diversi e M-.aci fin i monarchici dì lloitn ed jrtempestosi.squadristi di Hitler. PAOLO MONELLI. \