Come fu ideata ed attuata la truffa del milione

Come fu ideata ed attuata la truffa del milione Come fu ideata ed attuata la truffa del milione La complicata operazione • La fuga del truffatore - Singolari osservazioni di un fattorino'e di un agente - I misteriosi vagabondaggi automobilistici del ladro - Il racconto dello chauffeur - Prime segnalazioni - Un complice ? Sull'ingente truffa compiuta a danno di "due dei nostri massimi Istituti di credito abbiamo dato ieri le prime sommarie imormazioni. li fatto rcrò ha sollevato tanto interesse da meritare una cronaca diffuso. Per scrupolo, e per non intralciare nelle prime oro le Indagini, lo ricerche e gli appostaménti della Questura abbiamo ritenuto doveroso tacere il nonio delle Banche coinvolte nella faccenda e il nomo del truffatore. Tacere sul latto, come avrebbe desiderato l'autorità e chiedevano gli istituti interessati era puerile. Per indiscrezioni negli ambienti commerciali e finanziari della città la notìzia era già trapelata. Tacere significava offrire la possibilità di ampliare e difforme/re la notizia. Questo riserbo che ci siamo imposto non ha più, dopo un giorno, ragione di esaere. I due istituti che il truffatore è riuscito a raggirare sono la Banca Commerciale e la Banca Nazionale di Credito. Nelle prime notizie si diceva clic la Nazionale era. stata truffata di 025 e la Commercialo di 373 mila lire. Le cifre sono diverse, por emonio globalmente non risultino modificate. Alla Commerciale il truffatore ha carpite 600.001) li''e e 3.16.875 alla Nazionali'. Per la Nazionale però vi è ancora una variante. 11 malvivente, per assicurarsi la fiducia del cassiere della Nazionale che doveva pagare lo cheque, il cassiere Bonifacio, prima di ritirale la somma chiese la emissione di un » cheque » di mille sterline, per l'importo cioè di circa 100 mila lire italiane. La Banca verrebbe quindi a risiili are truffata solo di L. 2:ìil.S75. Ed ora veniamo ni truffatore. Ani he di iiuesti già conoscevamo il nome ma abbiamo creduto prudente tacerlo. E' il ragioniere (come tale almeno si spacciava) Pietro ('.ossa. La sua olà. precisa non ci è nota. All'apparenza dimostra dai trenta ai trentacinmie anni. Diremo poi delle sue abitudini e della vita che conduceva nella nostra città. Per la chiarezza della narrazione è pel momento sufficiente il notare che egli aveva modi ed abitudini da gran signore, clic vestiva elegantemente, che sdegnava ì modesti ambienti, non si serviva che di automobile di proprietà (sua o menlita non imporla', die nel suo presentarsii aveva tali viriti d'insinuazione da allontanare ogni sospetto. I.'u tniffalore? Nessuno lo avrebbe pensato. ilovltaelpmaCcocsCbcdtNspgI due "chèques,, falsi Como potè avvenire la truffa? Diamo la notizia come la raccògliamo. Osservazioni più precise le avremo dagli interessati, 1 due chèques che il ('.ossa presentò alla Commercialo ed alla Nazionale, erano ugnali, non variava che la cifra. Essi figuravano emessi, a. quanto sembra, dalle liliali di Milano delle due Banche. Erano chèques, nppareiilemenic regolari*simi. Creare ex-novo uno di questi documenti non 6 facile, ma l'alterazione de! titolo riesce quasi impossibile. La cifra è ripetutamente segnala e controllala. Non si tratta di .scrittura superficiale, ina di una impressione in cui le cifro risultano come « zigrinate ». Si può fare un cheque falso, ma alterarlo è difficile. Ed è di vera falsificazione che si tratta. Il- C'ossa direttamente o a mezzo ili compari stabiliti a Milano fece emettete dalle filiali delle due Banche due cheques, ina per delle cifre osigiiissime. Questi cheque*, servirono al truffatore e ai suoi compari (supporre che abbia, agito da solo è qu-isi assurdo) per fare quegli altri titoli' che doveva presentate alla sede ili Torino. In proposito le Banche nulla vogliono dire. Pare che si tratti di falsificazióne cosi perfetta da mettere in allarme, da far pensare che siano stali trovati dei particolari congegni di falsificazione. 11 primo istituto che visitò tu la, Banca c;ommeii:ia!e. E presento lo cheque di 600 mila lire. Tutte le formalità che nelle operazioni del genere sono compiute vennero osservate. Il Cossa presentò il nido al signor Eoa, chiamalo a fare la verifica di esso, ed ottenutone il visto si presentò allo sportello. Il cassiere constatata la regolarità del documento versò l'ingente somma. Non deve stupire. In un Istituto come la Commer; dalc, movimenti di danaro di tale entità si hanno più sovente clic non si creda. Avuto il denaro il Cossa lo deoose nella sua elegante valigietta poi tranquillamente, come se per lui si trattasse di una operazione normalissima lasciò l'Istituto. Risali in automobile e si diresse alla Banca Nazionale di Credito. E qui cade acconcia un/osservazione. Innegabilmente il Cossa è un uomo di audacia e di sangue freddo. Un uomo sicuro dei suoi nervi e deciso a tutto. Un altro, ritirata la prima somma, ed era già ingente, fatta la prima truffa, sarebbe fuggito. 11 Cossa no. Non contento delle prime 600 mila lire, ha voluto anche le altre. E si è diretto alla Nazionale. Anche qui non incontrò ostacoli nella operazione. Si trattava di una somma minore, ma prevedendo aualche opposizione, il Cossa aveva pensato a fare lo chèque supplementare di mille sterline. Questo fatto, aggiunto anche ad una informazione pervenuta al cassiere sull'operazione eseguita dal Cossa alla Commerciale, fece sì che non vennero sollevate obbiezioni. Lo chèque era regolare. Venne pagato. lì Cossa, avuto il denaro anche alla Nazionale, lo pose nella sua valigietta e risalì in automobile. E prese la via per lidi ignoti. Come venne scoperta la truffa'.' I! Cossa indubbiamente pensava che forse sarebbe passato qualche giorno prima ebe i due Istituii si accorgessero che erano stati truffati. Il raggiro verino invece scoperto nella, stessa giornata. E per un controllo della Banca Nazionale di Credito, La Nazionale trovandosi a dover telefonare con la sua filiale di Milano, credette pruderne chiedere la conferma cibilo chèque pagato al Cossa. E si ebbe la rivelazione. Un chèque era stato emesso ma per una cifra esiguissima. lontanissima da quella versata al Cossa. Poche centinaia di lire. Non ignorando il pagamento fatto dalla Commerciale, la Banca Nazionale segnalò ad essa quanto aveva appreso da Milano e si ebbe la scoperta della truffa maggiore. Anche la filiale di Milano della Commerciale aveva rilasciato uno chèque ma per una cifra ridicola in confronto alle 600 mila lire versate. E di qui le denunzie e le indagini. Particolari curiosi Le direzioni dei due Istituti che il truffatore ha preso di mira, sono restie a dare delle informazioni. Ce ne rendiamo facilmente ragione, per quanto, diventato il fatto di dominio pubblico, il tenere segreto qualche particolare non serva propriamente a nulla. Lo comprenderemmo se contribuisse a facilitare le ricerche della polizia ma non è : non sono ceno i dettagli dell'operazione fatta dal tmffatore che possono essere d'ausilio alla Polizia nella cattura del ladro elegante. Il Cossa, come abbiamo detto, si presentò •gli sportelli della Banca Commerciale e della Banca Nazionale vestito elegantemente. Nessun sospetto su di lui, anzi una particolare attenzione perchè non venisse disturbato nella sua operazione e non cadesse vittima di qualche raggiratore. Come è noto nelle sale di riscossione delle Banche vi sono degli agenti segreti che vegliano col personale allineile non avvengano furti. Dei distraiti ve ne sono ovunque ma una momentanea dì atrazione ad uno sportello di un Istituto può essere pericolosa. Raggiratori ce ne sono sembra e dovunqne e non soffrono di amnesia. Ad evitare' i loro tiri pensano questi agenti i duali sono incaricati non solo di vigilare sulle persone ritenute più o meno sospette, ma^ anche di costituire intorno alle persone che fanno delle operazioni forti, che versano o ritirano molto denaro, una partacola^ atm^ferT difensiva. Protezione e ga- laL?òpérazione fatta dal Cossa non passò inossen-tfà all'agente Cirioli di sfizio aUa Banca Commerciale. Vide il Scovane, ne noto l'eleganza, intuì dalla valigia cho doveva fare una operazione importante e gli si pose aUe calcagna. Oh! non per sorprendevo. svpssspznNpulgCqdivtsbshpctcsctpaprscrgpnopsicfdolei custodirlo. QuW^UTossii"»resentato gil chèque ritirò le seicento mila lire il Cirioli pose ogni cura nel tenere ben aperti gli occhi perchè nessuna persona sospetta si avvicinasse a lui. Ebbe gli occhi sulla sua valigia quando questi vi racchiuse i molti biglietti da mille e non lo abbandonò sino a che non lo vide ben sicuro sull'automobile e l'automobile vide allontanarsi a tutta velocità dalla Banca. Ma non ci fu solo il Cirioli che notò l'operazione fatta dal Cossa alla Banca commerciale. Al suo forte incasso presenziò anche un fattorino della Banca Nazionale di Credito, e fu questo fattorino che avverti il cassiere del suo Istituto, il Bonifacio, della operazione fatta dal truffatore alla Commerciale. Il fattorino della Nazionale non fu sorpreso nel vedere che il Cossa ritirava alla Commerciale una somma ingente — gli sembrò ottocentomila, e non seicentomila lire, come viene dichiarato — ma fu stupito quando, rientrato alla sede del suo Istituto, ritrovò» il Cossa dinanzi agli sportelli della Nazionale. Ciò lo stupì tanto, che sentì il Dir sogno di avvicinare il cassiere e di faTgh presente il fatto. Non per allarmarlo e per, gettargli nell'animo qualche dubbio — che .e - ò a o a e . se fosse cosi sarebbe stato immediatamente vagliato e forse l'operazione sospesa — ma per comunicare all'impiegato la sua impressione. Come per dire: «Accidenti! 'Ma onesto signore tratta affari a milioni! ». Pur senza poterlo dire con sicurezza, ci sembra però di poter argomentare che la constatazione fatta dal fattorino può esserci entrata ner qualche cosa nella scoperta della truffa. Non servi a far sospendere l'operazione, ma può over suggerita l'idea del controllo. Informazioni ufficiose Informazioni assunte direttamente presso uno degli Istituti danneggiati mettono in luce l'accurata preparazione del grandioso gesto truffaldino compiuto dal sedicente Cossa. Costui, da parecchio tempo — secondo quanto ci è stato riferito — era in relazioni d'affari colla Banca. Per essere introdotto in tal modo in un ambiente che e — o dovrebbe essere — molto guardingo nel contrarre relazioni d'affari, egli si sarebbe valso della presentazione che, certamente in buona ferie, gli lece un noto o stimato industriale della nostra città, col quale Ja Banca ha un cospicuo giro d'affari. Penetrato in tal modo nella, diciamo cosi, piazzaforte, il messere procedette con molta cautela e perfetta abilità in modo da accattivarsi la fiducia dei dirigenti. Cominciò coU'aprire un conto corrente, depositando somme di discreta enlità e facendo in modo che l'Istituto rimanesse sempre sensibilmente in credito. Poi incaricò la Banca di compiere, per suo conto operazioni finanziarie, agendo sempie con la massima correttezza. Egli preparava evidentemente il gran colpo, elio inandò ad effetto quando la preparazione gli parvo sufficiente e tale da consentirgli il massimo delle probabilità di successo. Mediante l'opera di terzi fece emettere da una delle filiali della Banca un assegno che doveva costituire la base dell'impresa truffairice. Finn a quesio momento non si può ancora affermare se l'assegno originale sia staio alterato nell'importo oppure .se il truffatore si sia. servito di un assegno apocrifo, falsificato di sana pianta. Le indagini per chiarire questo punto sono ancora in corso. Fatto sta che il Cossa, ormai conosciuto favorevolmente alla Banca come presentato da una nota Ditta torinese e come cliente già da tempo in relazioni d'affari, aveva saputo predisporre lo cose in modo da assicurarsi, quasi, la. riuscita del suo piano cri minoso. Ed infatti, presentatosi egli allo sportello ed esibito l'assegno non incontrò nessuna d")le tante difficoltà che i clienti onesti debbono superare con tanta perdila di tempo per eseguire un incasso alle Banche. L'assegno gli venne pagato ed egli potè allontanarsi soddisfatto e recarsi a 'ripetere il tiro presso il secondo Istituto truffato Ora. ci. è stato dichiaralo che il conto corrente co^'Tizio che si faceva chiamare Cossa presenta ancora un notevole credito di lui verso la Banca, cosi che ouesta vedrebbe ridotto il danno subito. Ma è evidente che il lestofante non avrà lasciato gran che in mano all'Istituto. Una strana segnalazione Dove può essersi diretto il truffatore? Con una buona e forte automobile a disposizione tutte le strade sono aperte. Telegrammi sono stati lanciati dalia autorità di P. S. in tutte le direzioni e si spera che il fermo possa avvenire. Per intanto ci limitiamo a regi strare le segnalazioni che vengono fatte. La segnalazione più importante 6 fatta da un oste della periferia. Questo oste si trovò l'altra sera a tardissima ora, mentre stava per chiudere il suo esercizio, a dover servire un cliente che si fece notare per la sua stranezza. I connotati dati dall'oste su questo suo singolare avventore corrisponderebbero esattamente a quelli del Cossa. Entrato nel ristorante l'elegante giovanotto disse di voler mangiare. Non importa che, non importa cosa, ma in fretta. Aveva l'automobile e l'au tomobile rimase ferma presso la porta. « Io non rammento, ha dichiarato l'oste, di aver senato mai una persona più nervosa. A quanto portai in tavola non fece alcuna osservazione. Uri solo ritornello : .. In fret tal Subito. Ho premura : fra cinque minuti voglio esser via ». Ingoiò i cibi, pagò affrettatamente e colla stessa, nervosità con cui era giunto, se ne andò via. L'automobile parti come un fulmine ». Che questo individuo sia il Cossa l'oste non lo può dire. Ha notato il fatto e letto quanto pubblicammo sul giornale ieri sii è affrettato ad informare la Questura su quanto gli era accaduto. Ecco ora qualche notizia sul truffatore secondo le notizie che ci vengono date dalla proprietaria dell'alloggio di piazza Carignano affittato ma non occupato dal Cossa. — Lo strano inquilino, ci dice la signora che non mi diede mai un disturbo e che ora viceversa mi reca tante noie di interrogatori visite di giornalisti e di funzionari, mi fu mandato dal portinaio dell'Hotel d'Europa. Sua prima cura, dopo aver consegnato la caparra, fu quella di scrivere su di un pezzo di carta il suo nome: Pietro Cossa. E mi raccomandò vivamente di denunciarlo subito al Municipio. Da quel momento (come già abbiamo pubblicato questa mattina) il pigionale non si fece più vivo. Di tanto in tanto giungeva coll'automobile ma si fermava in portineria per ritirare la posta. A questo proposito la portinaia mi ha dichiarato che al nome del signor Cossa non giunsero mai lettere di privati, ma solamente circolari, prospetti e comunicazioni di Banche, ciò che fece supporre che egli negoziasse in titoli Ieri sera, due signori che si dissero diretto!di Istituti bancari, vennero a cercarlo e da essi appresi quale effettivamente fosse il la voro al quale si era dedicato quell'elegante signore: la truffa! ». E la padrona di casa continua: «Questa mattina poi venne da me lo chauffeur: aveva letto sulla Stampa la mirabolante impresa e per quanto non fosse pubblicato il nome aveva compreso che doveva trattarsi del suo padrone. E dire che egli lo attendeva ieri per riscuotere i denari del mensile!... Un amico che è anche complice ? 11 Cossa è stato visto sovente in compagnia di mi tale che si ritiene suo complice. Un giovane brunii, su' trent'unni. vestito anch'esso elegantemente e che parlando pronunciava spésso narole in dialetto milanese. Un complice? Non se ne conosce, almeno pel momento, il nome, ed anch'esso, come il Cossa, è scomparso. Forse tutti e due hanno preso il largo a bordo della u Ceirano ». Questa è una macchina speciale, a carrozzeria detta « battello», e porta impresso sullo chassis il N. 1313 e sul motore il N. 1312. Diamo anche queste indicazioni, che poti oblicio servire pel riconoscimento del veicolo. I precisi o'. connotati del falso ragioniere sono invece: statura media, capelli biondastri, radi, che alla sommità del capo, completamente calva, ! porta aggiustati in modo da nascondere la ! precoce calvizie ; fronte alta, viso dai linea- i menti marcati ; sulle guancie tacche' rossa- ! stre, che fanno pensare ad un eczema cutaneo; 6 completamente sbarbato. Le stesse macchie rossastre si notano pure sul dorso delle sue mani. Abbiamo chiesto informazioni anche alVTIótel Twin, dove il Cossa abitò qualche giorno. Ci è stato risposto che il Cossa mai prese alloggio stabilmente all'albergo. Oliando vi rimase di più fu nell'agosto: l'ultima volta. Vi dormì due notti di seguito. Prima, saltuariamente, il portiere era solito vederlo giungere colla sua valigietta, sempre la stessa, e andarsene il giorno dopo, per ritornare magari dopo una settimana. Veniva solo e non riceveva visite. Era sempre seriissimo. Spendeva con larghezza, quasi che il denaro non gli costasse nulla, ma non era di una eccessiva eleganza. Dopo il 19 agosto lo chtutffeur venne di tanto in tanto a cercarlo all'albergo. Il suo padrone gli diceva di al- , loggiare al Twin, mentre chissà dove in .quel momento si trovava. Il portinaio sog- o e o o e o ò i a e è e i e e n i n a ò r n zo tr ou i a. a t ti ta ti e o è o ea aa a i u a. a zmi o à oto n oal tohe i !da a te ta va sa me uo ri ? ia oso va moa, so è ta is nrsi e: giunge che egli aveva notato nella pronuncia del Cossa uno spiccato accento bresciano Dai connotati che si hanno taluni credono di riconoscere ne! Cossa un noto giuocatore. forse un baro, che frequentava bische e ritrovi di dubbia fama. Si tratterà dello stesso individuo? La Polizia sia alacremente proseguendo nelle indagini. Nella mattinata e nel pomeriggio venne lungamente interrogato lo chauffeur dello scomparso e può riarsi che all'Autorità egli abbia fornito qualche indicazione sulle persone avvicinate durante i viaggi in riviera e sulla costa dell'Adriatico. Il nome di Cossa sarà con ogni probabilità — come abbiamo già detto — falso. Forse a scegliersi questo nome non sarà estraneo il fallo elio a Milano vi sono con tal nome noti e facoltosi commercianti. Voleva egli lasciar credere ad una parentela con quelli ? fili interessati attendono con impazienza l'esito delle ricerche che sia facendo la polizia. Si indaga per ogni via. Un innamorato delle automobili Ed ora veniamo olla storia delle automobili, che indubbiamente presenta, lati d'iiitesse. Verso la fine di grugno il Cossa acquistò un'elegantissima automobile carrozzata a. battello » presso l'agenzia di rivendita delle automobili Ceirano, condotta in via Sant'Anselmo 2 dai signori Mezzacasa e Caello. Il giovane la pagò in contanti 55.000 lire e ne la portò via. La riportò però alcune volte per riparazioni e modifiche. Poco più di un mese fa il Cessa si presentò all'agenzia, dove era diventato quasi di casa, chiedendo in prestito 25.000 lire, avendone bisogno, disse, per concludere un affare urgente. Egli offri l'automobile in pegno, e il prestito gli fu concesso. H Cossa e il sig. Garrone, capocontabile dell'agenzia, si recarono alla Banca Commerciale, dove uno » cheque » di '.15.000 lire fu emesso dalla ditta Mezzacasa e Carello a favore del Cossa, e messo in conto corrente a questi, dato appunto che .il Cossa aveva, come la ditta predetta, un conto corrente con l'istituto. Fu questa l'unica operazione di banca che l'agenzia ebbe a fare con il suo diente, ed in tale-occasione si constatò che costui aveva in deposito in conto corrente la somma di circa 50.000 lire. In seguito il Cossa restituì i:l denaro, e rientrò nel possesso e nell'uso della sua macchina. L'agenzia è rimasta danneggiala dalla fuga del presunto ragioniere di circa 5000 lire, rappresentate dall'importo delle riparazioni die egli aveva fatle fare all'automobile. Pomi giorni fa il Cossa voleva pagare tale conto. Ma i proprietari della ditta, che non avevano ragioni per non nutrire fiducia in lui, procrastinarono il pagamento con queste parole: « C'è tempo, si figuri. Aggiusteremo i conti complessivamente quando lei avrà acquistato la seconda automobile ». Bisogna infatti sapere che il cliente aveva già fissata la sua attenzione sopra una elegante macchina a « ballon » smontabile, cioè a « limousine » trasformabile in torperlo. Anche questo contratto fu concluso, a voce, alla vigilia della truffa. 11 prezzo venne stipulato in 60.000 lire. Egli doveva pagarla e ritirarla proprio il giorno che fu poi quello della truffa. Tant'è che la macchina fu portata a bollare, ed ora. bollata, si trova nell'agenzia ancora senza proprietario... Evidentemente il Cossa aveva la mania delle automobili. Quando ne vedeva una che gli piaceva in modo speciale, subito pensava di acquistarla. Cosi si era innamorato della torpedo « a battello » di personale proprietà del comm. Ernesto Ceirano, e gli aveva proposto la vendita. Il contratto si stava trattando appunto in questi giorni... Il Cossa dava prova di un gusto scelto: amava la roba bella, ancorché costosa, e se la comprava. Per far modifiche alla carrozzeria della prima macchina secondo i suoi gusti, spese una bella somma. Pagò 400 lire un paio di occhiali da viaggio, con cristalli specialissimi. Si fece fare apposta una pelliccia da automobilista, quantunque in negozio ce ne fossero delle migliori che possa offrire il mercato. " Ho guadagnato 35 mila lire,, A questa storia delle automobili si ricollega un curioso episodio. La mattina di martedì, verso il mezzogiorno — cioè la mattina della truffa — egli si recò all'agenzia per dare le ultime disposizioni circa l'automobile di cui stava per entrare in possesso. Ad un dato punto egli entrò in un salotto e, sedutosi al tavolino, si mise a fare dei conti, scrivendo filze di numeri sopra un foglio di carta. Un impiegato dell'agenzia, l'ing. Bossi, gli si avvicinò e scherzosamente gli disse: — Come! Fa ancora dei conti? E' inutile. Si persuada che lei prende la macchina al minor prezzo possibile. L'altro, con la massima serietà, rispose : — Mi occupo d'altro. Vedo? Ieri ho acquistato dei franchi. Oggi i franchi sono saliti. E io oggi ho guadagnato X>.<W lire. Troppo modesto, il messere! A quell'ora egli aveva già... guadagnato quasi un mtlioncino. Cose interessanti sul confo del Cossa dice il suo chauffeur. Giuseppe Pìovesan, veneto, abitante in via Cimarosa, 30. Egli fu assunto dal Cossa perchè raccomandategli dall'Agenzia Mezzacasa-Carello. Egli compì col f drone un viaggio fino a Rimini, nella prima quindicina di luglio. Ogni giorno i! Cossa si allontanava da Rimini e si recava nelle vicine Stazioni balneari. Lo chauffeur ha riportata l'impressione che egli si recasse a giocare nelle bische clandestine disseminale lungo la spiaggia. Era sempre di buon umore, sempre elegante: alloggiava in hotel* sontuosi. Fu questo l'unico viaggio che 11 Piovesan rompi col Cossa. Questi viaggiava sovente, ma da solo; così fu visto parecchio volte nel Comasco, sulla sua caratteristica " torpedo ». Il Piovesan lo aspettava sempre di ritorno a Torino, ma non lo vide fuggevolmente che rare volte; una in acrosto" e due in settembre. Lo chauffeur ebbe complessivamente dal suo padrone poco più di un migliaio di lire, gran parie delio quali andarono in spese inerenti alla macchina. Il poverello, anch'egli pianiate in asso, si trova in crcriiio co! Cossa di 1200 lire, e per di più rimane senza impiego. Risogna infatti notare che. per rimanere alle dipendenze do! Cessa, egli aveva abbandonata una fortunata combinazione di colle*;! r^nto.Il Piovesan. che ì- veneto, iìiìpii* eia; (1 Cossa sia pure veneto, c ciò a giudicare da certe cadenze della sua parlata, nu.intnnque questa avvenisse quasi sempre in italiano, intramezzata da rarole del dialetto lombardo, Secondo lo chauffeur, il Cossa sarebbe un venpto trapiantato a Milano. Difatti 11 sedicente ragioniere gli aveva dello rii provenire da 'Milano, dove faceva parie di una società proprietaria di alcuni opitlci industriali.