Dichiarazioni del gen. Giardino a Fiume

Dichiarazioni del gen. Giardino a Fiume Dichiarazioni del gen. Giardino a Fiume Gli scopi e i limiti deia missione (Per telegrafo alla Stampa) Fiume), is notte. A sfatare ogni manovra di travisamento, che già comincia a tentare qualche giornale iugoslavo, valgono le affermazioni fatte oggi dal generale Giardino. Il generale accolse in udienza amichevole e cordiale i giornalisti, fra cui i corrispondenti del Regno. Ci parlò dei limiti e del carattere della sua missione, cosi chiaramente precisati: la sua missione si limita a garantire nella città l'ordine pubblico e a far in modo che l'amministrazione, senza nessuna innovazione, possa funzionare acciocché la città viva ; la sua missione è affatto estranea alle competizioni internazionali nel momento attuale e alle trattative colla Jugoslavia ; la sua missione non viene ad influire minimamente su di esse e nulla ha con esse a che vedere. Nessun atto il governatore potrà fare, che non sia conforme alla posizione assegnata a Fiume dai trattati. Il generale Giardino dichiarò che non deve affatto impressionare che egli, generale d'esercito, sia governatore di Fiume, dovendosi ciò ascrivere alla semplice abitudine del Presidente del Consiglio di scegliere i suoi collaboratori fra gli uomini di sua fiducia, senza riguardo alla più alta o bassa posizione. Sua Eccellenza ci disse inoltre che la migliore dimostrazione di quanto espose trovasi nella sua decisione di mantenere nell'amministrazione cittadina integri gli organi, dando unicamente incarico ad alcuni funzionari di sovraintendere ai vari rami dell'amministrazione stessa. M. ——«e» Fiduciosa attesa romana Roma, 18, notte. Dopo la nomina del generale Giardino a governatore militare di Fiume, non è sopravvenuto nella questione fiumana alcun l'atto nuovo. La situazione attuale è dunque una situazione . di attesa. L'attenzione degli ambienti politici romani si volge naturalmente verso l'estero dove, se è vero che i governi non si sono ancora pronunziati, si hanno però 1 primi atteggiamenti della stampa. Da Belgrado si apprende elio alcuni giornali ai quella capitale lanciano clamorosi allarmi ed Invitano il Governo ad intervenire prontamente. Negli ambienti governativi jugoslavi, però, si considerano invece gli' avvenimenti con maggior calma. Il Consiglio dei Ministri Jugoslavo doveva, secondo notizie giunte a Roma, occuparsi oggi dell'argomento e negli ambienti autorizzali di Roma si continua a nutrire fiducia in una sollecita e soddisfacente soluzione dell'ormai cronica questione. 100.000 lire per ogni fiumano Intanto, i giornali della capitale continuano a ribadire il carattere assolutamente pacifico della missione Giardino, facendo presente che non può essere messo in dubbio dalla stessa Jugoslavia il diritto dell'Italia di salvare dulia rovina la città, per la quale — a parte ogni Questione di sentimento — noi abbiamo sopportato gravi sacrifici. Ci consta infatti che Fiume costa giù all'erario italiano circa 4 miliardi; e cioè, dato che la popolazione della città è di 40 mila abitanti, pur ogni fiumano l'Italia ha speso centomila lire. La Jugoslavia deve dunque capacitarsi del nostro buon diritto. « Una diversa accoglienza — osserva il Corriere d'Italia — alla missione Giardino, significherebbe dunque, da parte della Jugoslavia, il proposito di tiovare dei pretesti a conflitti, là dove non possono essere, dato che la partecipazione diretta degli organi italiani ali 'amministrazione civile e militare della città di Fiume in questo periodo di transazione era di fatto già riconosciuta a Belgrado •. Da qualcuno si ò poi prospettata l'ipotesi che possa intervenire nella questione di Fiume la Lega delle Nazioni e si vuole appoggiare l'ipotesi stessa col fatto dell'avvenuta registrazione del trattato di Rapallo e degli accordi di Santa Margherita, nonché colla pernianenza di Nincte a Ginevra. Secondo rruanto si afrerma negli ambienti ufficiali italiani la registrazione del trattato e degli accordi successivi doveva avvenire da tempo e ne è caduto nei giorni scorsi il turno di registrazione sollec.il ato semplicemente dallo delegazioni dei due paesi. ' « La circostanza — scrive il Giornale d'Italia — che il ministro degli Esteri jugoslavo Nincte abbia dichiarato di voler restare a Ginevra nell'interesse delle questioni che ri guardano il suo paese, diffìcilmente può ve idre interpretala nel senso che la Jugoslavia pensi di portare la questione dinanzi alla Lega delle Nazioni. L'ipotesi regge male perche mancano gli estremi del ricorso : non c'è rottura di trattative; non c'è inasprimento di relazioni; c'è anzi un preciso invito di riprendere colla maggiore buona volontà le trattative per la soluzione del problema. Nè l'Italia nè la Jugoslavia, in questa circostanza, hanno molivi fondati per ricorrere alla Società delle Nazioni, -sicché il desiderio del ministro Nincic, di restare per ora a Ginevra può spiegarsi con molte considerazioni: la facilita di avere quotidiani rapporti coi rappresentami dell'Italia presso la Società delle Nazioni; il desiderio ili dirigere la politica estera sottraendosi per qualche tempo alla pressione della situazione e delle discordie interne della Jugoslà via; la considerazione che presentandosene la necessità l'arbitro Ira i due paesi dovrebbe essere — secondo il trattato di Rapallo — il presidente della Confederazione elvetica La nota del "Temps,, . Ripetiamo tuttavia che a quest'ultima eventualità si crede negli ambienti ufficiosi romani assai poco. Si preferisce invece credere ad una soluzione amichevole e diretta rra i due Governi interessati. Quanto ali atteggiamento delle Potenze alleate, si rileva che le manifestazioni della stampa non permettono ancora di rendersene esattamente conto. I giornali inglesi recano scarsi commenti e quelli francesi, sembrano, in linea di massima, favorevolmente intonati, salvo la nota, non ufficiosa, del Temps, che fanta- . stica su i di una manovra combinata italobulgara contro la Jugoslavia. « E' appena necessario —" scrive a questo proposito il Corriere d'Italia — rilevare la tendenziosità di questa notizia e non è nemmeno il caso di fare osservare al Temps che si preoccupa 'degli armamenti della Bulgaria, come . nessuno in It-a'ia ha trovato e 1rova n ridire per il prestito di alcune centinaia di milioni clic sta per essere fallo dalla Francia alla Jugoslavia che ne userà appunto per ri- v tornirsi di armi •. Com'è accolta a Belgrado la missione del geo. Giardino (Servizio speciale della «Stampa») Belgrado, 18, nolte. I.a nomina del gen. Giardino a governatore militare di Fiume da parte del Governo italiano ha prodotto, come era da prevedersi, in questa opinione pubblica una forte impressione. La notizia, era nota al ministero, degli Esteri molto tempo prima che venisse pubblicata. Quantunque da Roma siano giunte informazioni tranquillanti fornite dal rappresentante jugoslavo dottor Antonievitch, tuttavia sino ad oggi nel pomeriggio a Belgrado non si sono fatte che congetture sulle vere intenzioni dell'Italia. Nei circoli del ministero degli Esteri a Belgrado si dichiara che la Jugoslavia desidera portare quanto prima a termine le trattative coll'ltalia e si spera eli poter raggiungere' un risultato soddisfacente ; ma nei circoli governaiivl in genere si manliene un riserbo assoluto ed il primo ministro si è rifiutato di fare dichiarazioni ai giornalisti limitandosi a dire che il momento è particolarmente delicato. Alcuni giornali lanciano clamorosi allarmi ed invitano il Governo ad Intervenire prontamente. Non manca nella stampa chi accusa verso l'Italia di voler senz'altro annettersi Fiume e chi vede ncU'atteggiamcnìo attuale del Governo italiano una quasi larvata annessione della città del Quarnaro. Negli ambienti governativi però si considera l'andamento delle cose con maggiore calma e nessun cenno si ha di propositi bellicosi contro l'Italia. Ieri nel pomeriggio il Governo jugoslavo, in seguito alla nota rimessagli per mezzo del nostro Incaricato sig. Dummonti, ha pubblicato un manifesto col quale cerca di calmare la pubblica opinione rilevando che nulla è venuto a mutare Io stato quo di Fiume, ma la stampa attacca di nuovo oggi il Governo per la sua indecisione rilevando che bisognerebbe precisare u'urgenza il punto di vista jugoslavo. Ieri serr poi fu trasmesso a tutte le reflazioni de' giornali un'informazione riservata seconde* la quale nei prossimi giorni si avranno importanti avvenimenti a Fiumo che potrebbero essère decisivi per l'ulteriore sviluppo dei rapporti tra l'Italia e la Jugoslavia. Da Fiume alla Ruhr Un discorso del ministro Hirtsiefer - Verso la fine della resistenza passiva? (Servizio speciale della • Stampa • Berlino, 18, nolto 1 giornali tedeschi dedicano oggi brevi commenti alla nomina del governatore di Fiume. Il contenuto dei commenti è più che mai disparato. .11 « Vorwaerts » profetizza perfino una guerra nell'Adriatico e temo per la pace europea che il giornale maggioritario considera in pericolo. Il « Vorwaerts » scrive che l'on. Mussolini, costretto a prò mettere alla Grecia e all'Inghilterra lo sgombero di Corfù, prima di abbandonare quell'isola, che domina l'Adriatico, cerca di svolgere il programma che ha già preparato. La « Deutsche Allgemeine Zeitung » consiglia di attendere l'ulteriore svolgimento degli avvenimenti tenendo però bene a mettere in vista che la Germania, per il momento, ha tutto l'interesse a rimanere lontana da altre questioni spinose. Anche la cattolica « Germania » si occupa di Fiume e rifa la storia delle trattative. Il giornale del centro, sebbene inviti la Jugoslavia a riflettere sulla gravità della situazione, considera però gli avvenimenti senza pessimismo escludendo senz'altro la possibilità di un conflitto armato. Dalla questiono di Fiume ha proso ieri lo spunto il ministro prussiano Hirtsiefer per pronunziare parole piene di franchezza. L'oratore, che appartiene al centro, ha preso lo spunto dalla questione di Fiume per avvertire cho oggi l'Europa non si interessa solo della Germania ina ancne, per esempio, della questione fiumana e del conflitto italo-greco, ciie rappresentano agli ocelli dell'europa e ilei mondo intero ben più interesso che quello delia Germania e della occupazione aella Ruhr. Sii- Hirtsiefer ha deploralo gli errori commessi dal giorno dell'occupazione in poi e soprattutto il fatto che sia coltivata l'illusione clic l'Inghilterra avrebbe aiutato la Germania ad uscire dall'imbarazzo. Ad ogni modo, ha concluso il ministro, dull'avvcnuira della Ruhr dobbiamo uscirne. Le forti spese, che il Governo è costretto a sostenere, sono la causa principale della catastrofica caduta ciel marco. Meno illusioni ci faremo, meglio sarà e so l'avventura finirà per il peggio, la colpa non dovrà essere fatta ricadere sulla popolazione solamente colpevole di avere «sofferto. Un comunicalo ufficioso cerca stasera di spiegalo perche il Govorno tedesco non abbia ancora provveduto alla nomina dei suoi due rappresentanti a Parigi o a Bruxelles. La spiegazione contenuta nel • comunicato ufilcioso u lale proposito deve essere anche considerata come un indico della si inazione attuale, specie di fronte alla possibilità di trattative con la Francia. Dice il comunicato ufficioso: (<t nomina dei rappreseti tanti tedeschi nelle due capitali avrebbe una ragion d'essere solo nel caso in cui ijuesti rappresentanti potessero trattare con i Governi presso i quali sono accreditati, l'inora tuie passibilità non esiste e perciò la nominaviene trovata inutile. Negli ambienti politici non ci ai nasconde ormai pili cho fra la Germania u l'a broncia non sarà possibile l'inizio di trattative tino a quando la resistenza passiva nelle regioni occupate non sarà cessala. Molti indizi lasciano ormai capire come il giorno della cessazióne della resistenza non sia lontano: la settimana scorsa le parole pronunziale dal ministro Hilferditig; sabato quelle del presidente bavarese voli Kltilling; ieri quelle de! ministro prussiano Hirtsiefer. I giornali non discutono ormai piti sulla cessazione o meno della resistenza ma. come fa oggi la Vossisclie Zeituii;/, sitila opportunità che essa abbia a cessare di colpo oppure gradatamente.* La tossisciti Zeitvng crede che sarebbe mollo più opportuno se la resistenza passiva cessasse in un colpo solo poiché ogni incertezza favorirebbe semplicemente il piano della Francia. Il corrispondente dello stesso giornale da Colonia avverte perù che bisogna procedere con molta calma e méttersi d'accordo soprattutto con gli autorevoli rappresentanti delle vegiorii del Reno e della Ruhr e non bisogna dimenii- raro gli argomenti Impiega li Uno a ieri perfomentare la propaganda di reaiitenzaVoluia dal Governo centrale, Le riparazioni elleniche [2 scuso fòt dal iDioìsfro della Guerra ATENE, 18, notte. Questa mattina il Ministro della Guerra, in alta uniforme e decorazioni, si 6 raoato a fare la visita di scusa, prevista nella nota della Conferenza degli Ambasciatori, prima al ministro d'Italia e poi a quello di Francia a al rappresentante dell'Inghilterra. La Commissione di controllo per l'inchiesta sul delitto di Kakavia, arrivata a Janina, ha Iniziato oggi I suoi lavori. L imbarco delle salme del generala Telimi e della altra vittime dell'eccidio avrà luogo domani mattina a Prevesa. GII onori saranno resi da due compagnie di fanteria a da una unità della Hot- ta greca. ... „ (Aflf. Stefani}. »»- L'odierna cerimonia di riparazione Le onoranze alte salme Roma, 18, notte. Mandano da Atene: Domani avrà luogo la cerimonia di omaggio alla bandiera italiana. Il linguaggio dei giornali ha perduto l'asprezza che li caratterizzò nei primi giorni delia vertenza. La stampa venizellsta si limita a mettere in rilievo la dolorosa umiliazione inflitta al paese e gli altri giornali constatano che questa umiliazione e la conseguenza dei gravi errori commessi ed oggi il paese deve amaramente scontarli. Anche per la cerimonia funebre di Prevesa sono state impartite le disposizioni del caso. Alla divisione, di I atrasso è stato dato l'ordine di inviare una compagnia di fanteria per rendere omaggio alle salme degli ufficiali trucidati a Janina. 11 maggiore inglese Harrens è giunto da Costantinopoli ed e. ripartito poi per Janina insieme al console generale britannico a Salonicco onde partecipare ai lavori della Commissione internazionale di controllo sull inchiesta per la ricerca degli assassini della missione italiana. Anche un -alto funzionano del ministero degli esteri è partito per Janina onde servire di collegamento tra. le autorità greche e la commissione d'inchiesta. I giornali recano che fra la presidenza dei Consiglio ed i ministri della guerra e della marina sono state stabilite le onoranze funebri che verranno rese alle salme degli uniciali italiani assassinati in Grecia. Le salme saranno imbarcate a Prevesa su due torpediniere, olla presenza delle corazzate « san Marco ». della " Cavour » e della « Giulio Cesare ». Sulla « San Marco » sarà imbarcato l'ammiraglio Belletti; una nave da guerra greca assisterà all'imbarco delle salme e renderà gli onori militari. Le salme partiranno per Taranto scortate dalla «San Marco » e dalle altre navi che arriveranno a Taranto la notte dal 20 al 21; giungeranno a Taranto la mattina del 21 dove saranno loro reso solenni onoranze. Il governo sarà rappresentato ttall'on. Bonardi sottosegretario di Stato aJ,la guerra- interverranno alla funzione tutti gfi ammiràgli, tutti indistintamente eli ufficiai» di terra e di mare, le autorità civili; tutte le navi ancorate a Taranto renderanno gli onori militari. Le salme proseguiranno per Roma e partiranno col diretto N. 92 delle 18.10, percorrendo la via Taranto-Gioia del ColleBari-Foggia-Benevento-Caserta e Roma. Per disposizione presa al passaggio delle salme nelle varie stazioni, tutto il presidio, tutte le autorità dovranno essere presenti e rendere gii onori, anche se le salme passeranno di notte. Il treno 02 giungerà alla stazione di Portonaccio di Roma alle 12.2S; alle 15 sarà alla stazione centrale: Rallegramenti dell'on. Rivet a Mussolini Roma, 18, notte. L'Agenzia Stefani comunica che il vicepresidente del Senato francese, Gustavo Rivet, del quale sono note le fervide simpatie per l'Italia e l'azione costante da esso svolta per una sempre più cordiale intesa franco-italiana, ha diretto all'on. Mussolini la seguente lettera: « Illustre Président. l'ai de tout coeur applaudi à votre energie, et je me réjouis de voire succès. Veuillez agrcer l'expression de ma. respectueusc et cordiale sympathle. — Gustave Rivet ». Legioni della Milizia fascista partite per la Libia Un messaggio dell'on. Mussolini Napoli, 1S, notte. Stamane, il primo comandante della milizia nazionale, gen. De Bono ha passato in rivista la Legione Montevellnu (132.a) in partenza per la Tripoliiania. Il gen. De Bono e giunto al molo Tenerello preceduto da un lungo stuolo di ufficiali dello S. M. e la Legione gli è stata presentata dall'on. Sardi intervenuto per dare ai partenti il saluto del comandante la 11.a zona, on. Acerbo, e del Presidente del Consiglio. Erano presenti tutte le autorità cittadine. Terminata la rivista il gen. De Bono ha tenuto ai militi un discorso inneggiante al fascismo e incitante alla disciplina. Dono lo sfllamento la legione si è imbarcata a bordo del piroscafo « Città di Tripoli » salpando alle 18. Gli on. Sardi e De Bono, terminata la rivista, si sono recati in compagnia di-tutte le autorità convenute alla cerimonia a visitare la Mostra campionaria. Palermo, 18, notte. Stamane la cittadinanza ha salutato la 171.a Lesione della Milizia Nazionale «Vespri», che parte per la Libiti. Alle ore 10, sulla spianata davanti al palazzo Teale. il sottosegretario di Stato on. Lupi, che indossava la divisa di « caporale d'onore » della M. X. ha passato in rivista la Legione. Una gran folla con bandiere e gagliardetti applaudiva mentre le bando suonavano inni patriottici. Quindi le coorti hanno stilato per via Vittorio Emanuele applaudi liss' me dalla popolazione cho gremiva i balconi c ta cova atti per le vie. meni re le truppe partenti cantavano canzoni fasciste. Il ctfrtéo si è recato al l'oro italico, ove poti. Lupi, n>.'coui|vignato dalle autorità, mentre la musica suonava la Marcia Reale e la folla ap. plaudiva, entrato nel quadralo formato dalia Legione partente (ione di 730 uomini con sezioni di uiltrastliatricii ha letto le ultime frasi di un messaggio dell'on. Mussolini. Ecco' il testo del saluto scritto dall'on. Mussolini per le Lecionl della M. X. p'itite per la Libia : « Alle camicie nere destinate alla Libi:1 Mentre vi accingete a partire per difendere nelle colonie italiane dell'Africa uieditarra■tea 11 prestigio e l'onore della pania, voglio che vi giunga il mio saluto fraterno. Ho la certezza che tra voi e i reparti dell'esercito metrorjòlitano si stabiliranno rapporti di cameratismo perfetto, che sarà rafforzato dalla vita e rtntit- prove comuni: Ricordate che i failiar'ietti .1 ,--!:»• camicie nere devono essere salutati i.-iHa vittóri-! e devono e.-eve i onorai', colla disciplina, co! sacriti"!», --oi!: dedizione assoluta ali'italia. — Firmato: I Mussolini