Il problema di Fiume verso la soluzione Intendimenti conciliativi del nostro Governo

Il problema di Fiume verso la soluzione Intendimenti conciliativi del nostro Governo Il problema di Fiume verso la soluzione Intendimenti conciliativi del nostro Governo U dichiarazione dell'on. Mussolini al Consiglio dei Ministri sulla fine del conflitto italo-greco Fede ai trattati Roma, li, notte. Le notizie allarmanti diffuse a Ginevra circa imminenti gravi complicazioni nelle relazioni tra l'Italia e la Jugsolavia e conseguenti ripercussioni belliche, non hanno alcun fondamento nella realtà. Abbiamo assunto Informazioni nelle sfere competenti della capitale e ci è stato dichiarato trattarsi di un nuovo armeggio tentato a Ginevra tra gli elementi della Società delle Nozioni che si sono, nell'attuale periodo, Rivelati sistematicamente ostili all'Italia.! Battuti nel loro lavorio contro il nostro paese nella vertenza italo-greca, tali elementi vorrebbero ora tentare una rivincila a proposito delle trattative da iniziarsi nei prossimi giorni tra Roma e Belgrado. Assolutamente tendenziose sonò le affermazioni di codesti nemici dell'Italia, secondo i quali l'Italia dovrebbe presto trovarsi impegnata in una guerra balcanica ! Nelle nostro sfere ufficiali si' dichiara che nessuna apprensione può suggerire l'imminente svolgimento delle trattatile circa le conclusioni della Commissiona paritetica per la questione di Fiume. Il Governo italiano t— si aggiunge nelle nostre sfere autorizzate — non si dipartirà! nelle trattative colla Jugoslavia dalle direttive seguite nella vertenza colla Grecia, dando cioè prova di fermezza non disgiunta da moderazione.: L'Italia — si aggiunge — darà prova, nelle imminenti trattative, del proprio vero desiderio di giungere ad un accordo amichevole. Cosi deve essere smentita la notizia trasmessa da Berna che il ministro d'Italia presso la Confederazione elvetica, comm. Garbasso, abbia, per incarico del Governo italiano, compiuto un passo presso il Governò svizzero onde informarlo che il Governo italiano non acconsentirebbe ad accettare come arbitro nella questione di Fiume il Presidente della Confederazione, allo scopo di evitare che le relazioni italo-svizzere siano sfavorevolmente influenzate da un eventuale responso sfavorevole all'Italia. Anzitutto, è da osservare che l'eventualità dell'arbitrato elvetico per la questione di Fiume è contemplata da una clausola del trattato di Rapallo. Il Governo attuale ha, salendo al potére, riconosciuto il dovere della leale esecuzione, senza discuterli, dei trattati idi pace. Ora non potrebbe il Ministero oggi al potere, impugnare una delle clausole del trattato di Rapallo. Quindi, nessun passo venne compiuto a Berna nel senso indicato.- Del resto, il Governo non parte affatto, accingendosi alle trattative imminenti, dal presupposto di un non accordo ; parte, invece, dal presupposto opposto* Quindi, tutti i mezzi saranno messi in opera per evitare quella che dovrebbe costituire l'« extrema ratio » jugoslava, Cioè l'arbitrato elvetico. Giova aggiungere essere convinzione delle nostre sfere autorizzate che non rispon dano ad esattezza le supposizioni di aspre intenzioni del Governo jugoslavo nel mo> mento di concludere lo trattative per Fiu me. I cordiali rapporti ed i colloqui avuti a Parigi da Pàsic coU'ambasciatorc d'I' talia, Romano Avezzana, dimostrerebbero invece la tendenza a discutere e, possibilmente, ad intenderei. Nei giorni scorsi è avvenuta un'intervista di Nincic, esponente della politica estera del Governo jugoslavo, nella quale, esprimendosi in termini piuttosto aggressivi, egli concludeva che in ogni caso la Jugoslavia avrebbe opposto^ nei suoi rapporti coll'Italia, la forza alla forza. Ma a parte la circostanza che la frase rilevata poteva avere il carattere di ritorsione, giova osservare che in una successiva intervista il signor Nincic si è espresso in termini più conciliativi per l'Italia, esprimendo la volontà per un accordo. In conclusione, nelle sfere ufficiali italiane, smentendo ogni intendimento aggressivo della politica italiana, si dichiarano assurde le voci di complicazioni balcaniche derivanti dell'inasprirsi della questione di Fiume e si riafferma il carattere profondamento pacifico della politica estera del Governo attuale, che riconosce come cardine delle proprie direttive, la suprema necessità di conservare la pace. S. Soma, 14, notte. n comunicato sull'odierno Consiglio dei ministri dice: II Presidente, dopo aver riassunto le fusi del conflitto italo-greco, ha esposto al Consiglio le conclusioni della battaglia, diplomatica sostenuta con successo a Ginevra c a Parigi illustrando la situazione derivata dai suoi aspètti Immediati e mediati. Il Ministro della guerra, generale Diaz, cui si associa Quello della Marina, Thaon di Rcvel, esprime al Presidente il più vivo compiacimento per il modo come egli ha condotto e avviato la soluzione della vertenza, dando cosi all'estero la dimostrazione- della grande solidità morale e della forza della nazione, gelosa del suo prestigio e capace di difendere sempre i suoi doveri e ti suo onore. Il Consiglio all'unanimità approva le decisioni del presidente. Il significato del saluto della Marina greca ■ Secondo quanto consta al Messaggero, la Conferenza degli ambasciatori nella sua riunione di ieri l'altro, decidendo sulle modalità del saluto che dovrà essere reso dalla mai ina Seca, ha stabilito elio esse debbano essere li da accentuare in modo non equivoco )i parte preminente dovuta all'Italia. In¬ fatti l'Italia invlerà al Pireo una intera divisiono navale composta di due drcadnoughts, di otto cacciatorpediniere, comandato dall'ammiraglio Solari, clie presiede ora all'occupazione di Corfù, c che avrà la sua bandiera di vice-ammiraglio sulla Cavour. L'Inghilterra e la Francia invece invaeranno soltanto ognuna un incrociatore, che seguirà le forzo italiane. Con tale decisione — soggiunge il Messaggero — ogni equivoco è tolto sul reale indirizzo e significato del saluto da rendersi dalla marina greca. A rappresentare l'Italia nella Commissiono d'inchiesta deliberata dalla Conferenza degli Ambasciatori por accertare le responsabilità dell'eccidio di Janina, è stato nominato il colonnello di Stato Maggioro Beavid, un valoroso ufficialo che fu già addetto militare alla nostra Ambasciata a Tokio. E' stato anche designato il successore del generale Tellini nella Commissione interalleata per la delimitazione elei confini albanesi, ina non si saprà la nomina prima probabilmente di questa sera o domani mattina, per un giusto senso di discrezione, dato clic la nomina deve essere prima sanzionata dalla Conferenza degli Ambasciatoli. Commenti di giornali romani La soluzione adottata a Parigi ieri è stata accolta a noma con soddisfazione, tenendo conto specialmente 'delle gravi difficoltà c degli ostacoli che da ogni parte si opposero all'aziono italiana. <• Il successo apparo chiaro, scrive il Messaggero, nel suo significalo, solo se si confrontano il punto di partenza e il punto conclusivo di arrivo dell'aspra od insidiosa battaglia diplomatica che l'ori. Mussolini ha dovuto affrontare per imporro il riconoscimento internazionale del diritto c della posizione presa dall'Italia per la sua affermazione ». Dal canto suo il Popolo definisce « dignitosa » la chiusura della vertenza italo-greca, e loda la fermezza e la moderazione del Governo italiano, il quale ha fatto si che « nessun dubbio potesse sussistere sul suo reale desiderio di non veder in alcun modo turbata la pace». 11 giornale giudica giusto che la Grecia paghi cinquanta milioni di indennità, qualora non si scoprano i colpevoli e trova pure « notevole il riconoscimento del nostro diritto di ricorrere alla Corte permanente di giustizia per l'eventuale rimborso delle spese di occupazione, riconoscimento che implicitamente legittima la nostra azione a Corfù, da parte della Conferenza, nella quale può dirsi che l'Italia trovatola piena consideraziono del proprio diritto e del proprio prestigio ». Certo anche oggi non si può affermare che l'Inghilterra goda a Roma di una buona stampa. Al Regno Unito si rinnovano le solite accuse di aver mancato di amicizia per l'Italia, difendendo la Grecia, rea di un gravissimo misfatto. E 11 Nuovo Paese non se la prende soltanto con l'Inghilterra, poiché afferma che « l'occasiono del conflitto con la Grecia ha servito all'Italia per consfatare che essa non solo non gode di veruna amicizia in Europa, ma che gode del privilegio di aver contro di se tutto le potenze grosse c piccole ». Della stessa Francia il giornale dubita, sebbene riconosca che,alcuni organi parigini presero vivacemente lo nostro difese. « .Ma dimostreremmo di essere poco amici della verità, aggiunge il Nuovo Paese, ove affettassimo di non accorgerci che la Francia in quest'occasione, più che assumere la difesa del nostro diritto, ha inteso difendere se stessa e la sua politica di coercizione nella Ruhr, contro la volontà dell'Inghilterra. Ciò è tanto vero che, passata la discussione del conflitto dalla Lega delle Nazioni alla Conferenza degli ambasciatori, non solo la sua cordialità verso di noi si raffreddò, ma anche essa mostrò di nutrire una parte delle preoccupazioni pacifiste dell'Inghilterra, ed anche essa rivelò il suo disappunto e la sua angustia per la occupazione italiana di Corfù ». VEpoca scrive: « Siamo riusciti a fare accettare dalla Grecia tutte le nostre domande del a settembre. Abbiamo rifiutato di ricorrere all'arbitrato, per la vertenza italo-greca, della Società dell© Nazioni, e non ci siamo piegati a quanti avrebbero voluto l'immediato sgombro di Corfù. La-Tribuna, che non ha avuto paiole tenere per l'Inghilterra nei giorni scoisi, riconosce che l'occupazione di Curfù non poteva certo non destare preoccupazioni nella diplomazia alleata, e «l'Italia non può risentirsi di tali preoccupazioni. Diciamo anzi — soggiunge il giornale — elio l'Italia stessa doveva preoccuparsene, perchè essa non poteva volere, e neppure apparire di volerò, approfittare di un qualunque sia pure legittimo pretesto per non adempiere ai propri impegni riguardo al carattere temporaneo della sua occupazione, né dare ragione ad intrighi, sospetti e complicazioni». Perciò la soluzione adottala dall'on. Mussolini di accettare l'evacuazione per il 27 settembre, con la nota clausola dei 50 milioni da versarsi dalla Grecia, sembra al giornale « una soluzione felice di una complicazione 'e difficoltà innegabili, inerente ai fatti ed alle sanzioni già imposte ed accettato. Noi auguriamo ai pacifisti cosi bellicosamente clamorosi contro di noi nella Società delle Nazioni ed al giornalismo inglese la fortuna di trovarsi sempre di fronte, nello difficoltà che la situazione europea può presentare in ogni momento, ad una probità e ad un buon senso quali quelli Ui cui nella crisi attualo ha dato prova l'Italia». Ed il Giornale d'Italia, rilevando che la battaglia diplomatica ingaggiata con l'Inghilterra si è conclusa onorevolmcntj per noi, soggiunge che rimane pprò « l'amarezza di essersi visti osteggiare cosi accanitamente da quegli che consideravamo umici ». 11 corriere d'Italia si augura invece che l'Inghilterra si convinca che •< la polìtica italiana, so mira a salvare il decoro di un grande paese, non è però affatto una politici) clic contrasti con i sentimenti pacifici dei popoli. Non mancheranno forse — e potrebbero anche essere vicino — altre occasioni nelle quali quesiit convinzione inglese ed un leale accordo di tutti gli Aleati siano per essero non solo opportuni, ma. necessari ». Sull'indennità di SO milioni che la Grecia dovrà pagare all'Italia nel caso ili sua constatata negligenza nella ricerca ilei colpevoli dell'eccidio di .lanina, è opportuno rettilicare un errore di Interpretazione diffuso da qualche corrispondente parigino. T'n giornale ufficioso della capitale ha pubblicato starnano da Parigi la notizia che. hi caso eli constatata negligenza, il Governo preco dovrà pagare 50 milioni di lire italiane a titolo di indonnita. Ha pubblicato altresì una informazione da Londra, secondo la quale « in alcuni circoli britannici si riconoscono giuste ed opportune, anzi necessarie le riserve del Governo italiano per il raddoppiamento dello sanzioni finanziario nel caso di nuove tergiversazioni elleniche». Ora. licose non stanno rosi. L'Italia non ha chiesto, c perciò la Conferenza non ha avuto modo di concedere o negare, che In Grecia nnghi altri 50 milioni in caso di negligenza. La decisione degli nmbasciatdri stabilisco rhp qualora il i'7 settembre il Governo greco non avrà provveduto alla sconcrtn ni all'arrosto desìi assassini, i r>0 milioni che essa ha depositato saranno consegnati senz'altro all'Italia, a titolo di ripnrrizinnr. La dichiarazione Ietta aSIa Conferenza dal nostro Ambasciatore (Servizio .speciale della . Stampa 0 Parigi, 14, sera. I grandi organi di informazione sono stamane molto parchi di commenti sulL'i soluzione del conflitto italo-greco, poi' elio si limitano a pubblicare brevi resoconti della seduta di ieri. Il Petit Parisieii aggiunge il testo della dichiarazione che il barone Avezzana, ha reso in seno alla Conferenza degli Ambasciatori, testo che collima con quanto vi ho trasmesso già al riguardo la notte scorsa. Eccolo, del resto, a titolo documentario: « Tengo a far conoscere alla Conferenza che il Governo italiano per manifestare il suo vivo attaccamento alla pace, e confórme le sue reiterate dichiarazioni, ha deciso di sgombrare Corfù il 27 settembre, data fissata dalla Conferenza degli Ambasciatavi per la fine dell'inchiesta interalleata. Ma se a quella data i colpevoli non sono slati scoperti, e se non sarà stalo stabilito che il Governo greco non ha commesso nessuna negligenza per ricercarli, il Governo italiano ritiene che sarebbe contrario alla morale ed alla giustizia che l'Italia rinunziasse al pegno che essa ha in mano, per .ottenere soddisfazione, senza che soddisfazione le sia accordata. Chiedo, dunque, che la Conferenza prenda atto delle decisioni spontaneamente prese dal Governo italiano relativamente allo, sgombro di Corfù alla data del 27 settembre, e decida fin da ora che, nelVeventualità su menzionata, la Conferenza infliggerà alla Grecia a Mala di penalità, ilversamento di una somma di 50 milioni di lire all' Italia. Il Governo italiana rinunzia, dopo questo, a qualsiasi richiesta innanzi alla Corte permanente di Giustizia internazionale dell'Aia, secondo, i fùlmini del paragrafo 7 della nota del 2 settembre, tranne pertanto il ricorsa del Governo italiano innanzi alla Corte dell'Afa per il rimborso delle spese di occupazione ».• Le due condizioni, sulla base delle quali l'accordo è stato raggiunto, ripetiamo non senza resistenza da parte del rappresentante della Gran Bretagna, danno, secondo il Matin piena soddisfazione all'Italia, pur non lasciando nessun dubbio sulla data dello sgombro di Corfù, il che significa che essa danno pure soddisfazione al Governo britannico. La Conferenza degli ambasciatori ha, dunque, fatto opera eminentemente utile, regolando definitivamente un pericoloso conflitto. Il testo della Nota rimessa alla Grecia Parigi, 14, notte. Ecco il testo della nota degli Ambasciatori rimessa alla Grecia: « La Conferenza degli Ambasciatori, presa nota dell'accettazione del Governo greco delle condizioni enunciate nella nota, che gli è stata rimessa 1*8 settembre, avendo parimenti preso nota della decisione del Governo italiano relativa allo sgombero dell'isola di Corfù, avendo inoltro prosa conoscenza della lettera del ministro di Grecia a Parigi, in data 11 settembre, concernente specialmente il versamento di 50 milioni di lire italiane alla Banca Nazionale Svizzera nello condizioni formulato, ha l'onore di portare a conoscenza del Governo greco che i Governi alleati hanno premura, quanto quello greco, di porre termine al più presto alla situazione anormale creata dall'attentato del 27 agosto e che lo sgombero di Corfù sarà effettuato, quando le condizioni fissate dalla nota del-. l'8 settembre saranno state eseguite nel modo seguente : l.o) i rappresentanti diplomatici alleati ad Atene fisseranno, d'accordo col Governo greco, la data in cui saranno loro rivolte lo scuse stabilite dalla nota della Conferenza degli Ambasciatori c che dovranno essere presentate 11 18 settembre al più tardi; Z.o) il servizio funebre in onore dello vittimo avrà luogo ad Atene il 19 settembre, alle oro 10 o mezzo ; . 3.o) le navi delle tre Potenze alleate arriveranno nella rada del Falero lo stesso giorno ; i particolari d'esecuzione della terza condizione saranno comunicati al ministro di Grecia a Parigi; i.o) gli onori ai corpi delle Vittime saranno resi il 19 settembre, data in cui saranno imbarcati : 5.o) la Commissione di controllo interalleata comincerà i suoi lavori il 17 settembre a Giannina; cinque giorni dopo il suo arrivo renderà conto telegraficamente delle suo prime constatazioni. Noi caso che i colpevoli non fossero ancora scoperti, essa farà conoscere le condizioni, in cui si ò effettuata la ricerca. Sopra il rapporto di questa, la Conferenza constaterà se la quinta condizione della nota dell'S settembre può essere considerata come adempiuta. Nel caso che questa condizione non fosse adempiuta, siccome il Governo italiano ha fatto sapere che era deciso, in ogni caso, a sgomberare Corfù il '-27 settembre, data lissata dalla Conferenza degli Ambasciatori per la chiusura della inchiesta greca; la Conferenza si riserva di far conoscere alla Grecia le misure di altra nanna che potranno essere prese a mio riguardo dalle Potenze alleate a titolo di coercizione c di penalità. Queste ultime misuro potrebbero consistere particolarmente nel versamento all'Italia della somma di 50 milioni di lire italiane, lisi qua! caso la Conferenza degli Ambasciatoli domanderà alla Corto di Ciiustizia permanente dell'Aia di liberare la Grecia dalla cauziono depositala da essa e rinuncerà ad ogni ricorso all'Aia nei termini del paragrafo 7 della nota dell'S settembre, salvo ricorso particolare dell'Italia per lo spose di occupazione ». Le solenni onoranze ai morti di Jannina Roma, 14, notte. Solennlssime onoranze saranno tributate al Generale Tellini, al maggiora Conti, al tenente Bonaccirìi ed allo chal'feur Fàrneii. Le salme degli eroici componenti della nostra Missione, saranno imbarcate il giorno 19 a Piovosa a bordo della lì. Nave San Marco. Il 20 saranno sbarcale a Taranto da dove saranno trasportato a Itoma. Nella capitale avranno luogo i solenni funerali ai quali niiriccinorahno con ogni probabilità il Re, alcuni meni, b'ri della Famiglia reale, tutti i ministri

Persone citate: Diaz, Mussolini, Petit, Romano Avezzana