Come Salandra ha parlato a Ginevra

Come Salandra ha parlato a Ginevra Come Salandra ha parlato a Ginevra Ginevra, 5, notte. Ecco il testo delle dichiarazioni che l'on. Salandra ha fatto stamane al Consiglio della Società delle Nazioni : « L'atroce assassinio della Missione italiana su territorio greco, non costituisce solamente una violazione flagrante del diritto umano e delle regole fondamentali del diritto delle genti di cui l'Italia ha il dir,itto ed il dovere di esigere la giusta punizione, nonché la riparazione dei danno materiale e morale, ma anche un'of/csa inaudita alla Conferenza degli Ambasciatori, che aveva incaricato la Missione internazionale del difficile e delicato mandato di fissare le frontiere tra l'Albania e la Grecia, Sebbene il diritto dell'Italia non sia dipendente da quello della Conferenza degli Ambasciatori, la connessione tra la violazione di ciascuno di questi diritti è cosi evidente, che la Grecia stessa non ne ha negato l'esistenza 11 generale Tellini e i suoi compagni sono stati assassinati perchè facevano parte della Missione intemazionale. Vi è in ciò un parallelismo perfetto tra l'interesse della conferenza e quello, dell'Italia. «Ma gli assassini hanno scelto per vittime il generale Tellini ed i suoi compagni perchè essi erano italiani. La violazione del diritto alla vita che l'Italia deve garantire ai suoi cittadini e l'offesa alla dignità ed all'onore della Missione italiana si aggiungono alla violazione del diritto internazionale. La Conferenza degli ambasciatori ha ben compreso che l'orribile delitto non poteva restare impunito, e se le notizie che sono state' pubbli cai e sono esatte, la Grecia ha riconosciuto la sua responsabilità, dichiarando di sottometter^ si alle decisioni della Conferenza. L'Italia, i cui diritti sono stati offesi as^ai più gravemente che quelli della Conferenza degli ambasciatori, ha reclamato dalla parte sua la punizione dei colpevoli e la riparazione dei danni morali e materiali, e per assicurare l'esecuzione degli obblighi della Grecia, essa ha dovuto prendere dei pegni che erano tanto più necessari, data la instabilità e la condizione moralmente inferiore del Governo greco, che non è stato riconosciuto da un gran numero di Stati. Inoltre il,suo atteggiamento non poteva assolutamente inspirare quella fiducia che potrebbe soltanto rendere superflue le garanzie reali. E' avvenuto allora che la Grecia, con molta abilità, ha tentato di sfuggire alle 6Ue responsabilità, fuorviando l'attenzione pubblica e quella della Società delle Nazioni dal delitto commesso e sforzandosi di fissarla sulla presa di un pegno, per isolare questo fatto dalla sua causa e denunziarlo come una aggressione pericolosa. «Contro questo travisamento noi dobbiamo opporci risolutamente e cosi pure ci dobbiamo opporre al vivace tentativo di rovesciare i termini della questione. Si cerca di creare un movimento nell'opinione pubblica contrario all'Italia, la quale, profondamente colpita nel suo onore e nel suo prestigio e nella vita preziosa dei suoi valorosi soldati, si trova invece accusata di violenza e di un abuso di forza. Ma è necessario rientrare nella realtà delle cose, quali esse risultano dai fatti. « L'Italia respinge energicamente (a questo punto si nota nell'assemblea un senso di vivissima attenzione) la posizione di accusata, nella quale la si vorrebbe mettere. Dopo essere stata colpita da un atto di violenza barbara, essa esige invece la punizione del delitto. La Conferenza degli ambasciatori ha il diritto di garantire la pace e, so necessario, punire chi ha violato i suoi ordini e si è opposto alla esecuzione del suo mandato. La Società delle Nazioni, facendo fìnta di ignorare il rapporto fra la causa e gli effetti del delitto che essa deve punire, cioè la occupazione di Corfù a titolo di garanzia, si presterebbe al gioco della Grecia e commetterebbe un eccesso di potere. Finché la Conferenza degli ambasciatori, di cui la Grecia stessa ha accettato preventivamente la decisione, non si sarà pronunziata sul punto fondamentale, ogni deliberazione, ogni passo della Società delle Nazioni sarebbe fuori di posto a causa della sua evidente incompetenza. E' stato detto che la Grecia, non avendo un rappresentante nella Conferenza degli' tmbasciatori, non può essere sottoposta ni giudizio di questa. Le dichiarazioni della Grecia mi fanno pensare che essa ha oggi ben compreso tutta la insufflcenza di questo argomento. «L'Europa ha accettato la competenza della Conferenza degli ambasciatori per tutto ciò che concerne l'esecuzione dei trattali di pace, e molti Stati che hanno firmato i trattati e che sono sottoposti alla loro esecuzione, hanno sempre riconosciuto di essere assoggettati alia Conferenza, pur non essendo rappresentati in essa. Del resto la Conferenza degli ambasciatori, tutti lo sanno, si è sempre curata di sentire gli Stati soggetti ai suoi deliberati. Soltanto nel coso che tutte le parti interessate chiedessero l'intervento della Società delle nazioni, questa e.vrebl* il diri'to di Intervenire nelle questioni concernenti l'esecuzione dei trattati di pace. Si 6 sempre riconosciuto flnor" che la So cietà delle naz;oni, che fu creata da questi trattati, non ha la competenza riguardo ai trafiliti stessi, salvo disposizioni speciali ed accordo delle parti.. E' bene per questo che la Conferenza degli ambasciatori fu costituita. Ed è pure per questo che la Grecia ha tentato di isolaro il fatto, che ò un incidente dell'esecuzione dei trattati e della sanzione per sfuggire olle conseguenze della vera natura di questo fatto. «Che cosa ha essa preteso? Che l'occupazione di'Corfù è un atto di ostilità che può provocare una rottura pericolosa per la pace. Ma l'Italia ha solennemente dichiarato che questa occupazione' non ha alcun carattere di ostilità e che si tratta semplicemente di assicurare gli obblighi elle nascono dalla responsabilità per un orribile reato. Nessun pericolo di guerra e di sospensione di rapporti diplomatici. Dove dunque si potrebbe trovare una ragione sufficiente per l'applicazione degli articoli 12 e 15 del patto, fondati sulla supposizione del pericolo di guerra? La creazione della Società delle Nazioni non costituisce affatto una rinunzia ad ogni .diritto degli Stati di agire per la difesa e per la sicurezza dei .loro diritti e della loro dignità, Se così fosse nessuno. Stato vorrebbo farne porte. «L'autorità degli organi di diritto pubblico internazionale, l'autorità stessa della Società delle Nazioni che il Governo ita? liano non ha'affatto l'intenzione di misconoscere, deve essere mantenuta c rispettata. Ma la prima condizione è che l'organo stesso ne riconosca ed osservi le limitazioni. La pace del mondo non è turbata nè minacciata dall'atto di garanzia compiuto dall'Italia; Potrebbe esserlo più probabilmente se gli'Stati responsabili potessero pensare che vi fosse un mezzo dì evitare le conseguènze delle proprie colpe, lamentandosi delle sanzioni e tentando di far dimenticare le cause che le hanno rese necessarie. E' per queste ragioni sommariamente esposte e sotto riserva di svilupparle, se sarà necessario, dal punto di vista dei fatti e del diritto, che il Governo italiano esprime irrevocabilmente il suo parere che il Consiglio della Società delle Nazioni non debba procedere in base alla richiesta della Grecia ». ,

Persone citate: Salandra