Una visita all'on. Orlando

Una visita all'on. Orlando Una visita all'on. Orlando e e a a . o n e n o i . e UVALLOMBROSA. settembre. Non b possibile, per un giornalista politico, soggiornare, anche per brevi vacanze, a Vallombrosa, senza soffermarsi dinanzi alla Casina di campagna — specie di cottage all'inglese — dove Vittorio Emanuele Orlando trascorre in un benefico riposj la sua villeggiatura. Osservando la vita semplice che l'ex- Presidente del Consiglio — al pari di Giolitti e di altri ex-condottieri d'Italia — conduce, dopo un'esistenza di lavoro e di vita pubblica intensa, si ha la esatta percezione della modestia di esistenza degli uomini polltlci'ltallàni. Vittorio Emanuele Orlando è un fedele di Vallomlirosa. Da quindici anni egli viene qui. nelle foreste di abeti, dove le fronde impediscono al sole di penetrare, a ritemprare le sue forze. E Vallombrosa gli fu sempre provvida anche quando, nel periodo In cui mentre era a capo del Governo, fu colpito da paresi delle corde vocali e costretto a scrivere (manto avrebbe voluto dire. Il Presidente ritrovò allora nel silenzio verde ai questa vallata toscana la voce che aveva perduta. Sfatando così la leggenda che — noia l'on. Orlando — il pubblico tenacemente coltiva in tema di malattie di uomini politici. Cioè che esse non esistono e siano il paravento di una ben diversa situazione personale, oppure che nascondano fisicamente la fine già decretata dai medici delle eccellenze colpite. L'on. Orlando è dunque un grande innamorato di Vallombrosa e ne è anche un po' il ucnius loci. Non sperate però di scorgere la sua bella testa Inargentata, il suo volto che respira l'intelligenza, nella folla mondana, che nella scason ora al tramonto si assiepa nel grandi alberghi di quassù. Egli a Vallombrosa. dove si danno convegno nei dieci alberghi e nei quaranta villini del luogo in prevalenza le maggiori fortune del mondo semitico italiano, rifugge dal lusso ostentato della colonia villeggiante, Così nelle adunato di signore allungate nelle grandi roltrone di vimini innanzi agli alberghi od all'orlo dei campi di tennys,. come pure nelle feste notturne, dove la gara nei décollctages procode di pari passo con quella del gioielli più preziosi, raramente incontrerete rex-Presidente. Egli — come Augusto Muri Ano a qualche settimana fa rifugiatosi, con Linda Murri e col figlio del conte Bonmartinl. nei verdi recessi del Paradisino — conduce a Vallombrosa un'esistenza in piena libertà. Percorrendo i viottoli ombrosi che intersecano queste alture, ' dalle quali si gode uno del più ampi e pittoreschi panorami d'Italia, oppure inerpicandosi sulle abetaie, dalle quali Firenze appare nella bruma azzurrina sull'estremo orizzonte, vi sarà facile invece incontrare l'ex-Presidente, in tenuta casalinga e con un berretto da viaggio in capo, intento alle sue mattutine passeggiate solitarie, dedicate ad una larga provvista di ossigeno. Altra volta non riconoscereste a prima vista l'uomo che ha guidato l'Italia dopo Caporetto (sapendo condurla a Vittorio Veneto) nel gentiluomo campagnuolo, che tiene circolo al centro del paese coi notabili del luogo, discutendo gli interessi di Vallombrosa. .Non lo riconoscereste nemmeno nel conversatore scintillante ed arguto, che racconta i suol aneddoti su Angelo Musco, nel retrobottega dove il farmacista del luogo (autore drammatico responsabile di una tragedia in versi) dà all'ora del the convegno alle teste forti che Vallombrosa ospita nell'estate. E' insomma un altro Orlando, diverso dall'uomo politico di prima linea, dall'ex-Presidente della Camera, dall'oratore trascinante, che vi appare nel romitaggio della villeggiatura. Ma per conoscerlo intimamente, per apprendere qual sia il fondo dell'animo di questo siciliano oggi spiritualmente giovane ed impetuoso come lo era a trent'anni, è necessario studiarlo nell'intimità famigliare. La famiglia: ecco il grande porto nel quale l'illustre meridionale ama gettare costantemente l'ancora: ecco il Tempio dove egli prega ed adora. 11 desiderio di veder riunita intorno a se la sua discendenza è cosi vivo in lui, che a Vallombrosa sono ora adunati tutti i suoi nipotini, tanto che nel giardino della sua villetta ha potuto sorgere dalla lastra fotografica un gruppo di carattere unico: cioè i quattro Vittorio Emanuele Orlando. Intorno all'Orlando vero e maggiore si raccolgono in quel gruppo tre nipotini dell'exPresldentc. A questi tre bimbi (tutti di pochi anni) Agli uno dell'avv. Francesco Orlando e gli altri di altri due tìgli del Presidente, che sposarono due figlie dell'on. Marchesano, l'affetto famigliare per il nonno ha fatto imporre ii nome comune di Vittorio Emanuele. Cosi ha potuto aver vita il gruppo fotografico dei quattro Vittorio Emanuele. Dal volto dell'ex-Presidente traspare il senso della felicità. Forse egli non dà nella sua vita, all'opera di ministro, di professore, peso e valore eguali a quello di poter tenere sulle sue ginocchia la prova tangibile di questa parola magica: quattro volte nonno! La sua casa di Vallombrosa era troppo piccola per accogliere tutti gli Orlando grandi e piccini. Ma l'ex-Presidente 11 ha voluti ugualmente intorno a sè, in una villetta a pochi passi dalla sua. Ed è mirabile e commovente incieme vedere come l'uomo che ha cementato l'Italia nei giorni del pericolo, sappia ridiventare bambino per giuocare insieme a quei piccini, che dispongono tirannicamente di lui. Sono le pagine di Victor Hugo sull'in d'ètre grand vare che vengono alla mente vedendo la meravigliosa intelligenza di quel nonno illustre, piegarsi ad inventar© nuove parole carezzevoli, nuovi scherzi infantili per mantenere costanto il sorriso sulle piccole labbra adorate. L'homme est plomb, l'enfance est or, scriveva l'autore dei Miserabili contemplando la sua nipotina Jeanne. Quelle itarole. piene di verità, salgono alle labbra, scorgendo nel piccolo giardino la testa argentea dell'uomo politico, confusa alle teste bionde c brune dei suoi quattro nipotini, uno dei quali — il figlio dell'avv. Francesco, biondo e dagli occhi azzurri del nonno — si suole presentare con queste parole: — Sono ViiIrlo Emanuele Orlando, ma il ministro è mio nonno ! »% Lo studio dove l'ex Presidente riceve e lavora, è una vera stanza da cenobita, appena imbiancata. Alle pareti, qualche ricordo della vita politica del Presidente, pochi acquerelli ed alcuni scaffali di libri. Dalla finestra l'occhio spazia sul verde scuro dee li abeti e sul verde tenero dei castagni. Un senso di pace infinita è diffuso nell'aria. L'ex-Presidente è seduto al suo tavolo di lavoro di legno bianco, e spoglia la numerosa corrispondenza che lo insegne, anche qui. Le sue prime parole sono un elogio di Vallombrosa... sebbene quest'anno il caldo vi abbia infierito nella prima metà di agosto e la nebbia t'elida incappucci di già, ai primi di settembre, le cime dei monti. L'on. Orlando indica il grande barometro fissato alla finestra e sfogliando gli appunti da lui segnati della temperatura nelle ultime quindici estati, sa dirmi che solo in altri due anni il caldo ha Imperversato, come nel 1923, anche in montagna. Poi la conversazione viene inevitabilmente a cadere nella politica. Lv,n. Orlando, coll'af feti uosa confidenza della quale mi onora parla a lungo degli avvenimenti politici del quarto d'ora attuale; situazione italiana; vertenza ifalo-greca; questione della Ruhu. situazione internazionale in genere, ecc. Non posso ripagare con una scortesia la grande gentilezza dell'illustre parlamentare e pur ripromettendomi di presentare presto, col suo consenso, in un quadro completo il di lui pensiero politico, mi limito oggi ad alcuni accenni di carattere generale, alle cose supremamente intere^santi dettemi. Anzitutto (questo non me lo ha detto l'on. Orlando) è da notare, che l'ex-ministro sici-" liano, fu il solo deputato che 11 lfi novembre 1922 abbia creduto doverosa una protesta contro le parole dell'on. Mussolini minacciante la trasformazione dell'aula « sorda e grigia » di Montecitorio, nei bivacco di manipoli fascisti. Ad un limitato numero di persone, è noto (e questo deve essere rilevato ad onoro del vecchio parlamentare) che subito dopo la storica, seduta, l'on. Orlando inviò al presidente della Camera, una lettera (della quale la Storia registrerà forse un giorno i termini) in cui l'ex-presidente del Consiglio, rassegnava le proprie dimissioni da deputato. L'on. De Nicola pregò il suo illustre predecessore di recarsi da lui e fra i due uomini si svolse un colloquio durato un'ora e mezza, la cui conclusione fu, che l'on. Orlando cedendo alle preghiere dell'on. De Nicola (che partivano da considerazioni squisitamente politiche! non insistette nel proposito di dimettersi. Onesto io ricordo, unicamente come particolare storico, non senza aggiungere che l'on. Orlando muoveva da un altissimo senso della tutela dei diritti del Parlamento. Molt.'acqua è da quel giorni passata sotto i ponti del Tevere e credo di poter affermare che l'on. Orlando intende dovere l'esperimento del Governo fascista avere il suo libero sviluppo, che non deve essere da nulla e da nessuno, attraversato. L'on. Orlando acevolerà quindi, quanto e possibili», l'onera dell'on. Mussolini. Di ciò ha dato una prova, co'1'attegnlamento tenuto in occasione dell'esame, dinanzi alla Camera, della riforma elettorale Acerbo. In tale circostanza egli ebhe coll'on. Giolitti un collonuio nel óunte l'atteggiamento dei due un. mini (entrambi della Commissione dei 1»' risultò identico. E ciò, non per sole ragioni tecniche, attinenti olia le<rge. Credo di poter dire che il carattere si istanti dittatoriale del Governo dell'on. Mussolini non preoccuna. Boverchiamentp l'on. Orlando. L'Italia «bbe Infatti anche in non lontano Passato. Governi ad Intonazione lavatamente dittatoriale, rome ad- esempio miellt di Depretis e di Crispi. DI Governi, dittatoriali nella sostanza e* in senso benefico, si ebbe anche un altro esemplo nel decennio che Precedette la guerra. Ciò clie costituisce ardente aspirazione dell'on. Orlando, è piuttosto che. aualunque Governo (compresi quelli ad etichetta dittatoriale'1 operi rispettando 1 diritti della legalità e della costituzionalità. La situazione italiana vista in senso generico viene considerata con senso di. fiduciosa aspettativa, dall'ex-Presldeute, il quale è profondamente ottimista circa l'avvenire che le crescenti energie riserbano al nostro Paese. Nella nostra conversazione. l'ex-Presidente ha con sicurezza d'indagine e con evocazioni della sua esperienza di Governo, lungamente parlato della vertenza italo-greca che si trovava allora nel suo primo stadio. L'on. Orlando, che. ebbe parott di fuoco contro i veri responsabili de'l'eccidio della Missione Tellini. notava particolarmente come si tratti di governanti politicamente moribondi, i quali con freddo cuore, fecero fucilare gli stessi ministri del loro paese fra cui il povero Gnnaris trascinato morente al luogo del supplizio. L'ex-Presidente ha notato come con sentimento veramente nazionale tutta la nazione si sia concordemente stretta intorno all'on. Mussolini. L'onorevole Orlando ebbe durante la sua permanenza al Governo a lottare a sua volta contra l'idra greca. Perciò la situazione attuale non gli è nuova. Egli pur attribuendo all'episodio di Coriza, un valore più che altro episodico, confida che il pres'i^o dell'Italia uscirà pienamente tutelato dalla soluzione che la gigantesca avventura è destinata ad avere; Dove l'on. Orlando vede scuro; è nella questione della Ruhr. vero attentato alla futura tranquillità dell'Europa. L'ex-Presidente, insiste nel rilevare la gravità di un punto fondamentale, cioè la nota di Baldwin, nella quale, si afferma che l'occupazione della Ruhr. fu un atto contrario al diritto e non consentito dal Trattato di Versailles. Per l'on. Orlando, questa netta posizione assunta dono lungo esame dell'Inghilterra, costituisce In pietra angolare della situazione avvenire, che può essere foriera delle più gravi sorprese. E' un vero peccato (e per me una specie di supplizio di Tantalo) non poter riferire l'acuta c profonda disamina dell'on. Orlando, della maggior questione internazionale dell'ora. Ma ogni promessa è debito, e debbo chiudere apnunziando che — secondo osmi probabilità — 'accogliendo l'invito del -Sindaco on. Ansn'ulli. a fine settembre l'on. Orlando, pronuncierà a Nanoli. il discorso insuieurale della lapide che la gratitudine dei napoletani fa apporre alla modesta casa di Rione Amedeo, abitata da Francesco f>!snl L'onorevole Mii=<-ni|ni, die farà le sue dichiarazioni politiche del momento a Torino il XX Settembre interverrà t>en«l alla cerimonia di Napoli. Ma si limiterà a pronunziarvi poche pnrole. lanciando cosi campo — salvo mutamento — a Vittorio Emanuele Orlapdo di Pronunciare l'cloeio politico del suo grande conterraneo. T.'on. Orlando «1 propone di mertlt.in» il tema, nelle verdi solitudini di Val'omVosa. Cesare Sobrere. ree sasisedede■pasicositlnpiplciastotilzomte dealomi zoimmdimevil Panodilail quplcoS.stBlanamdehhalaspvrifeddMtaEcptrcldttapgdeivccpssdmmsIapPtmtvrmsrsdzIsbtcmsngivPclbdcnccnhd