Uccide il compagno per liberarlo da un cane furioso

Uccide il compagno per liberarlo da un cane furioso Tracica caccia alla volpe Uccide il compagno per liberarlo da un cane furioso Gassino, 29. notte. E' aia stata data una prima sommaria notizia del mortale accidente occorso alcune nolti or 6ono a due. cacciatori torinesi. Ma il fatto, venuto in luce in tutti i suoi principali particolari, appare cosi emozionante da meritare un l'acconto più completo. Sabato sera erano giunti in questa zona duo appn^s'onati cacciatori torinesi: Alessandro Bai di una cinquantina di anni, abitante in via Accademia Albertina 39, occupato presso l'Azienda elettrica Alta Italia, ed il muratore Lorenzo Conti, dello stessa età circa, abitante in via Napione 43* Si tratta di due amici, intimi da vecchia data, quasi fratelli, e andavano a caccia, loro divertimento preferito, sempre insieme. Portatisi in quel di Rivalta, si posero a battere questa collina, cosparsa qua a là di fitti boschi specialmente nella parte superiore. Si era fatta sera. Passando presso alcuni cascinali, avevano sentito parlare di volpi che facevano stragi nei pollai. I due assunsero informazioni, e et recarono alla posta della volpe, in lin luogo dove l'animale era stato più di frequente segnalato. Nell'attesa, 1 due fumavano tranquillamente, conversando a bassa voce. Improvvisamente sbucò da un cespuglio un animale. Il Conti imbracciò il fucile e sparò, credendo di colpire una volpe. Era invece un cane semi-selvatico, che, ferito, guaendo di dolore si lanciò sullo sparatore. Tra l'animale e l'uomo vi fu lotta. Il cane cercava di giungere alla gola del cacciatore e di,morderlo. 11 Bai credette che l'amico fosse in serio pericolo, e pensò di uccidere il cane. Fu una fatale imprudenza, dovuta all'eccitazione del momento. Nel mentre stesso che il colpo partiva dal fucile del Bai, l'amico suo impegnato nella lotta col cane si voltava, cambiando posizione. La «rosa» dei pallini destinata al cane colpiva invece il Conti quasi a bruciapelo, e gli produceva una vasta ferita ad una coscia ed al basso ventre. Ne seguì una scena di disperazione. Il cane si era abbattuto, ed ai suoi guaiti erano ora succeduti gli strazianti lamenti del ferito. 11 Bai sembrava inebetito dalla sorpresa e dal dolore. Si riebbe però presto, e pensò ai soccorsi. Il Conti non poteva muoversi. L'amico decise allora di scendere solo per chiedere aiuto. Si caricò dei due fucili, e bussò al primo cascinale che trovò sui suoi passi. Ma fu scambiato per un bandito o un vagabondo, non si credette nlle sue parole, e non ci fu verso di ottenere aiuti. Ciò accadde due, tre volte. I due fucili, che avrebbero dovuto essere la prova di quanto il poveretto asseriva, producevano l'effetto contrario. Il Bai e alto e robusto di complessione, e, al vederlo nella tenebra della notte con quei due fucili, incuteva sospetto e paura ; le sue parole eccitate erano pure male interpretate. Convenne allora al Bai, disperato e deluso, di prendere la decisione di recarsi al paese. II che egli fece, correndo, con la disperazione nell'anima. A Rivalta si recò da alcuni suoi parenti, ed allora soltanto potè avere i tanto sospirati soccorsi. Il Bai con altri si recarono in tutta fretta sul luogo della, disgrazia. Ahimè I Giunsero tròppo tardi. Il Conti era già morto, dissanguato, stecchito, teneva ancora, con una mano, il fazzoletto sulla ferita, dalla oliale tuttavia era uscito troppo sangue. Sul volto l'infelice portava i segni delle unghie del cane. Il Bai poco dopo si costituiva ai carabinieri, che lo traducevano in istato d'arresto alla tenenza di Chiva.sso. Alla salma del Conti furono tributate solenni esequie sul posto. Assisteva ad esse la derelitta moglie, la quale, fu poi anche interrogata dai carabinieri di Chivasso. Richiesta della natura di rapporti fra il marito suo ed il Conti, essa dichiarò trattarsi dei migliori amici del mondo. La cosa era del resto provata dai segni di doloro e di disperazione che il Bai portava sul volto. Questi ò tuttora trattenuto a Chivasso. La famiglia sta facendo pratiche per la libertà provvisoria.

Persone citate: Alessandro Bai, Gassino, Lorenzo Conti

Luoghi citati: Chivasso, Italia, Rivalta