L'incontro fra Benes e Mussolini

L'incontro fra Benes e Mussolini L'incontro fra Benes e Mussolini e a o n , e i Roma, 28, notte. Questa mattina, alle ore 7,35, è giunto Benes, Ministro degli Esteri della Cèco-Slovacchia, insieme col Ministro Dworoek, Ministro plenipotenziario della Cèco-Slovacchia. Alla stazione a ricevere Benes si trovava il capo-gabinetto del Ministero degli Estori, Barone Russo il quale porse al Ministro della Ceco-Slovacchia il saluto a nome del Presidente del Consiglio, on. Mussolini. Si trovavano pure alla Stazione 11 comm. Bordonaro, nostro Ministro a Praga, il comm. Arlotta, direttore generale degli Affari politici al Ministero degli Esteri, il Ministro di Cecoslovacchia a Roma, Kybal, con tutto il personale della Legazione cèco-slovacca, Antonicvic. Ministro jugoslavo a Roma. Dopo avere scambiato stretto di mano coi presenti, Benes, che è accompagnato dalla sua signora, si è recato al « Grand Albergo », dove è oppite del Governo italiano. Alle IO predsp. Benes ha lasciato il Grand j Hotel ed in automobile si è diretto a palazzo ' Chigi. Egli è stalo subito introdotto dall'on. Mussolini e sii è svolto un lungo cordiale colloquio, in cui sono state trattate ed esaminate le più importanti questioni politiche che interessano direttamente l'Italia e la Ceco Slovacchia. Dopo il colloquio con l'on. Mussolini Benes si è recato al Ministero dell'Economia nazionale, dove era atteso dal ministro Corblno. Questo secondo colloquio ha avuto per argomento 1 rapporti economici e commerciali fra 1 due paesi. Nel pomeriggio ha noi avuto luogo un lungo cordiale colloquio tra il signor Benes ed il ministro delle Finanze, on. De Stefani, sul rapporti economici e finanziari esistenti fra l'Italia e la Ceco-Slovacchia, ed in particolare sii quelli che attendono una definizione col mezzo di accorili fra i rispettivi Sfati. Pure nel pomeriggio il presidente del Consiglio, on. Mussolini, col suo capo di gabinetto, comm. barone Russo,, si è recato al Grand Hotel, a for visita alla signora Benes, alla quale precedentemente aveva inviato un grosso mazzo di fiori. Il Presidente ò rimasto in conversazione con il signor Benes e con la signora per circa mezz'ora. Alle 17,30 il signor Bciies; accompagnato da un consigliere della Legazione in Roma e dall'addetto militare, si è recato in Campidoglio, a visitare il senatore Cremonesi, R. Commissario per la città di :'.oma. Il signor Benes si è intrattenuto col senatore Cremonesi, che già aveva conosciuto a Praga, in cordiale colloquio, durante il quale ha manifestato tutta la sua ammirazione per la citià di Roma. Accompagnati, dal R. Commissario e dal segretario generale, comm. Mancini, il signor Benes ha poi visitato le varie sale del Palazzo Senatorio. Ecco l'I comunicato ufficiale diramato sul colloquio tra il signor Benes ed il Capo del nostro Governo ; Oggi al palazzo Chigi il Ministro degli Affari Esteri cecoslovacco, dottor Edoardo Benes, ha avuto un colloquio col Presidente del Consiglio Mussolini, il colloquio, a due, è durato esattamente un'ora e mezzo. Esso si è svolto su argomenti di ordine pratico e d'ordine di politica generale. In base a ciò oggi avrà luogo a palazzo Chigi una riunione di tecnici per affrontare i problemi di ordine economico che interessano i due paesi. Le risoluzioni saranno portate ad una riunione plenaria che avrà luogo domani mattina a palazzo Chigi. All'atto di congedarsi, il Ministro Benes ha consegnato al Presidente la decorazione del Leone Bianco, des'inata a S. M. il Re, ed ha annunciato che il Ministero della difesa nazionale cecoslovacco ita deciso di conferire la croce di guerra all'on. Mussolini, in riconoscimento dell'opera prestata per l'indipendenza delta nazione cecoslovacca. Il colloquio è stato cordialissimo. Il Benes, contrariamente a quanto è stato affermalo da taluni giornali, conosceva l'on. Mussolini fin dal 1918, quando l'on. Mussolini iniziò sul Popolo d'Italia la campagna par la costituzione di legioni cecoslovacche al fronte italiano. Gli scopi della visita Roma, 28, notte. La visita di Benes ha interessato vivamente gli ambienti politici e diplomatici della capitale, perchè è noto che il giovane ministro czeco-slovacco regge il timone della Piccola Intesa. Specialmente da parte di alcuni giornali si è tu't'.ivia esagerata la portala della visita a Roma di Benes, e si è anche parlato di qualche sua speciale missione presso il nostro Governo, in connessione, naturalmente, alla situazione politica internazionale e specialmente al problema delle ripartizioni. Nulla di tutto questo Lo scopo essenziale della venuta sta nel fatto che egli ebbe occasione, com'è noto, in tempi recenti, di recarsi nelle capitali della Francia e dell'Inghilterra e per un naturale riguardo verso l'Italia, la grande Potenza maggiormente interessata nell'Europa centrale, aveva già da teiup.i deciso di recarsi a Roma. La visita avrebbe anzi dovuto verificarsi alcune settimane addietro, ma fu rimandata in seguito al convegno di Sinaja dei ministri della Piccola Intesa.. Si tratta dunque di una pura e semplice presa di contatto dei Governi czeco-slovacco ed italiano, la quale, ci si augura, non mancherà di rinsaldare i vincoli di amicizia tra i due paesi. Questo sarà bene. Si ricorderà infatti che tra i due Stati vi fu talvolta un certo antogonismo, così nella questione :'el Bergeland. per la quale Praga avrebbe dovuto essere arbitra1 della controversia tra l'Austria e l'Ungheria, arbitrato che fu poi concluso invece a Venezia dall'allora ministro degli Esteri marchese Della Torretta? Si ricorderà pure che il viaggio del Cancelliere austriaco dott. Seipel in Italia ed il suo incontro a Verona con il ministro Schanzer, destò a Praga molta diffidenza, perchè la Ceco-Slovacchia aveva sempre sognato di attrarre nella sua orbita la repubblica austriaca, approfittando della sua disastrosa situazione economica. A poco a poco però le varie ragioni di dissenso si vennero eliminando, specialmente per la sistemazione economica dell'Austria, deliberata dalla Lega delle Nazioni a Ginevra lo scorso anno. Certo, l'Italia non può consentire che ni posto della scomparsa monarchia austro-ungarica si venga a costituire un equivalente di aggregati di Stati, rompendosi specialmente l'equilibrio attuale degli Stati danubiani. Ora, a quanto risulta, il dott. Benes non ha perduto l'occnrione nella sua odierna visita al Capo del Governo italiano, di dare in proposilo nlcune assicurazioni, le quali possono considerarsi di un duplice ordine. E' presumibile, da un primo punto di vista, clie Benes abbia chiarito nll'on. Mussolini alcuni punti della politica della Piccola Intesa nella sua partecipazione alle grandi questioni europee, con particolare riferimento, forse, a quanto si deliberò nella recente conferenza di Sinaja. Veramente di quella conferenza si sono sempre ignorate le conclusioni, dato l'ultimo ambiguo e laconico comunicato ufficiale. Se si tiene conto che la stampa romena si dimostrò assai poco soddisfatta del convegno e che d'altra parte ne è stato ideato uno nuovo da tenersi nell'autunno prossimo a Marienbad, si può credere che la conferenza di Sinaja non ebbe risultati conclusivi degni di particolnr rilievo. .Ad ogni modo ripetiamo ed è assai probabile che Sinaja sia stata uno degli argomenti del colloquio di stamane Benes-Mussolini. Ed è certo, dal secondo punto di vista, che fu discussa la questione ungherese. La Piccola Intesa sorse unicamente per scongiurare il pericolo di .una rivincita magiara ed un ritorno degli Absburgo. La politica.che la Piccola Intesa fece sempre verso l'Ungheria non fu certamente tale da aiutare la ricostruzione economica di quello Stato, amputato delle sue più belle e ricche provincie. L'Ungheria segui quindi logicamente la stessa condizione di cose in cui l'avevano preceduta l'Austria e la Germania. Ora l'Italia non ha alcun interesse che l'Ungheria venga a trovarsi in una condizione tale da essere alla mercè degli Stati limitrofi e ne sono ovvie le ragioni, se si pensa alla grande fascia di Stati che la Francia ha schierato tra il Baltico ed il Mar Nero, col duplice proposito di isolare non soltanto la Germania e la Russia. L'Italia ha quindi sostenuto la soluzione della questione ungherese, che verrà appunto niscussa nella prossima sessione del Consiglio della Lega delle Nazioni, risoluzione per la quale ormai si è raggiunta una base simile, %del resto, a quella adottata per l'Austria. Cosi pure il dottor Benes ha avuto anche in proposito uno scambio personale di idee col capo del Governo italiano. Si è accennato anche ad altre questioni di minore importanza, non ultima quella di una efficace ripresa di scambi economici e commerciali fra i due Stati. Attualmente vige la convenzione, commerciale italo-ceco-slovacca del 23 marzo, la quale è sostanzialmente un trattato di contingentamento che assicura alle due nazioni la clausola della nazione più favorita. Questa convenzione dovrebbe ora essere sostituita da un vero e proprio trattato commerciale, ma non si può ritenere che i due capi di Governo si debbano occupare di un problema che va deferito all'esame dei tecnici, tanto più che la Ceco. Slovacchia desidera di iniziare le trattative commerciali colj'ltalia dopo la conclusione del trattato di commercio coll'An stria e quindi solo al principio di settem lire. In questo campo si deve dunque ri cercare la ragione del convegno dei tecni ci avvenuto oggi a Palazzo Chigi e la riunione plenaria di domani atmoricia'a dal comunicato ufficiale, * lssicdttitc