La "Belle Ferronnière,,

La "Belle Ferronnière,,La "Belle Ferronnièr,,e (Servizio spedalodea«tampa»PARIGI, agosto. Quest'anno il Louvre è proprio bersagliato dalla sorte. Dopo la scoperta delle statue false, o non viene in ballo adesso una disputa sull'autenticità della Belle Ferronnière? II caso, tuttavia, sembra stavolta meno grave. Non e l'autenticità del quadro del Louvre che sarebbe sospetta ma piuttosto quella di un'altra Belle Ferronnière proposta per l'acquisto a un Museo americano. Sino a questo momento, per lo meno, i dubbi gravano sulla seconda. La n'iina no è ancora esente; ma un convegno di giudici d'arte internazionali e stato convocato a Parigi pel l.o settembre allo scopo di sottoporre anche questa a un esamB che « Ila suggel ch'ogni uomo sganni ». Una grande eredità artistica Raccontiamo 1 fatti per ordine. Tempo addietro, un amatore d'oggutti d'arte d'oltre mare, il siguor Hahn, sposava in Francia una signorina Ledoux di Dinard, la quale aveva ereditato dal marchese di Chambrune la bagattella di una tela di Leonardo. Questa tela rappresentava una figura di donna veduta di tre quarti, coi capelli spartiti sulla fronte e fermati sulla medesima da un diadema sottilissimo avente nel suo mezzo una gemma. La rassomiglianza col quadro famoso del Louvre era tanta, che nessuno, e mono che altri il signor Hahn, esitò a proclamare trattarsi di una replica di questo, di mano del maestro. Divulgatasi la notizia della scoperta, il Kansas City Art Institute. che aveva bisogno urgente di un Leonardo, offerse 500 mila dollari per diventarne proprietario. L'affare era bell'e combinato, allorquando un guastafeste di Nuova York, il perito Duveen, saltò su a dire, senza nemmeno aver vista la tela contrattata, che si .trattava (li un falso. Impressionato, il Kansas City ecc. rifiutò di sborsare i quattrini. Indovinate il resto. La signora Hahn Lodoux, minacciata probabilmente dal marito di una domanda di divorzio per millantato credito o per falsificazione di titoli, ha impugnato le affermazioni del Duveen, chiamando a raccolta i critici riti autorevoli della vecchia Europa per decidere del litigio. E, fra pochi giorni, Carlo Lucchesi di Firenze, Wilhelm von Bode di Berlino, Bernhard Berenson di Londra, Seymour de Ricci di Parigi, e un altro pezzo grosso di Amsterdam del quale mi sfugge 11 nome si incontreranno nelle sale del Louvreper procedere insieme all'esame comparativo de) quadro che vi si trova già e che da generazioni e generazioni vi si ammira e del quadro di Dinard. tornato indietro dall'America proprio la settimana scorsa a bordo del piroscafo Rochambeau, dopo essere stato assicurato, forse per impressionerò critici e cliente, per 500 mila dollari, Il prezzo del riscatto. 11 più curioso della faconda si ò che questa seconda Belle Ferronnière non ò la prima ad essere seconda. Lo slesso Louvre possiedo un altro quadro, che fino all'epoca della Restauraziono veniva indicato sotto il medesimo titolo e attribuito a Leonardo da Vinci, ma dove il modello è ritratto di profilo e senza diadema. Secondo la tradizlono, una dello due tele presenterebbe le sembianze dell'ultima favorita di Francesco I, ricca borghese, moglie di un nominato Ferron o di un mercante di ferrareeei, probabilmente arricchitosi con le forniture militari durante le campagne che non illustrarono il regno dell'avversario di Carlo V.-mentre l'altra sarebbe il ritratto di Lucrezia Crivelli, la bella ambrosiana amante di Ludovico il Moro. Quale delle due è la Crivelli e quale la Ferronnière? Qui lo coso cominciano ad imbrogliarsi, e rimandiamo il lettore al numerosi volumi in cui storici e critici si sono ul'faiicuti a risolverò il quesito. Di certo, pel momento, pare vi sia soliamo questo: che il ritratto senza diadema non vada attribuito a Leonardo ma al Beltramo suo discepolo, e che quindi la Ferronnière propriamente dotta sia l'altra, quella col diadema, che fi Boltralfio potrebbe difllcilniente ' aver ritratto, mentre naturalissimo sarebbe ch'egli avesse ritratto, senza muoversi da Milano, la Lucrezia. Di tale avviso sarebbo stato anche 11 pubblico, il quale dalla Restaurazione in poi si disinteressò del ritraito boltrafflano per concentrare la propria ammirazione sulla figura di tro quarti, che battezzò senz'altro Belle Ferronnière, estendendo questo nome audio all'acconciatura ilei capelli con la divisa e il diadema, che si chiamò appunto du allora, ferronnière. Ora la scoperta del quadro di Dinard avrebbe questo di grave, per la storia dell'arto: che risospingerebbe in alto maro un problema il quale, dopo infinite discussioni e alternativo, era stato finalmente chiuso con l'ascrivere al Boltrafllo uno dei duo quadri del Louvre. Lo Belle Ferronnière rinunciano ad essere duo, nè più nè meno di quando erano tre, e si torna dnccapo con le incertezzo sulla autenticità dell'una o dell'altra. Un'abitudine di Leonardo Senonchè, a questo punto entra In scena il signor Giacinto Ringrose, avvocato perito americano giunto in Europa col quadro di Dinard a bordo del Rochnmlieau per assumerne le difese di fronte all'areopago di cui sopra E il signor Ringrnse risolvo la questiono accontentando tutti : sostenendo, cioè elio iti tela del Louvre e la tela dell» sua gentile Cilento sono egualmente autentiche, entrambe di mano di Leonardo, pemnnsbqdcabcscLaVdlBlPgspnmMpaqdqmdlstcnnnitdacvpgSslc Era un'abitudine di Leonardo quella di diingere i suoi quadri in doppio esemplare; robabilmente, da quel raffinato o un po' diaolico ruUtiilcature ch'egli er.:, a bolla posta per disorientare i critici d'arte dell'avvenire e costringerli a coprirsi a vicenda di contumelie. Egli aveva senza dubbio osservato che nulla rende tanto misteriosa una figura umana quanto un'altra figura umana che lo rassomigli in modo da render possibile di scambiarle tra luro. Questa unita nel duplice o questa duplicità nell'uno getta nello spirito del riguardante un'ombra, un senso di allucinazione a freddo di cui nulla è più proprio a infondergli il brivido dell'arcano. Questo brivido, tutti i suoi quadri lo daranno, finché sari possibile distinguerne qualche cosa sulle telo che si velano d'ombra e di foschia come opere diaboliche a incantesimo finito. La Gioconda? Ci sono duo Gioconde: l'una al Louvre, l'altra al Prado di Madrid. La Vergine delle Rocce? CI sono due Vergini delle Rocce : l'ima al Louvre, l'altra alla Galleria Nazionale di Londra. Il San Giovanni Battista? Ci sono due San Giovanni Battista: l'uno al Louvre, l'altro all'Eremitaggio di Pietrogrado. Quale di questi duplicati ò originale, e quale falso7 Scrivi e riscrivi, disputa e ridisputa, i Musei, per non farsi torto a vicenda, Unirono per concludere che possedevano tutti l'originale, e nessuno il falso. Tanto valeva ammettere che Leonardo ha dipinto i propri capolavori due volte I Ora, conclude trionfante Mr. Jaclnth Rlngrose, internattonai lawi/er, perchè volete che solo la Belle Ferronnière abbia fatto eccezione alla regola? Anche di questo ritratto, Leonardo, Innamorato forse dell'avvenenza del soggetto, come Apelle di quella di Campaspe, favorirà di Alessandro, ma meno fortunato del greco cui, come ricordano le istorie, 11 Macedone donò l'originale, può essersi dipinta, per suo diletto personale, una seconda edizione, che avrà portato seco durante 1 suoi vari soggiorni in Francia e sarà poi finita, alla sua morte, in mani mercenarie, a differenza dell'altra rimasta nella collezione reale del palazzo di Fontainebleau La seconda edizione? Eccola qui: il ritratto di Dinard I Riconosciamo che la tesi non manca di verosimiglianza, e che il disorto avvocato transatlantico potrà dare ai cinque reriti dell'areopago parigino parecchio nlo da torcere. Come riserva In caso di contestazione, vuoisi ora che le parti abbiano deciso di appellarsi alla scienza fisico-chimica del signor Bayle, direttore dèi servizi di Identificazione giudiziaria della Prefettura di Polizia della Senna, il quale si è di lunga mano specializzato nella ideutilicazione delle pitture — suppongo per impiegare il tempo lasciatogli libero dalle identificazioni d'altro genero — e sostiene che la copia di un quadro." esaminata con occhio e mezzi di scienziato, si distingue infallibilmente dall'originale. La radiofotografia avrebbe, dunque l'ultima parola nella contesa. Ma se l'abilità del dottor Bayle consiste nel discernere la copia dall'originale, c'ò da scommotlere che per lui la questione è sin d'ora giudicata: l'uno dei duo quadri è la copia dell'altro; ciò che per l'appunto non si voleva dimostrare. E conte cavarsi fuori dal nuovo impiccio? Vorrà Mr. Ringroso accettar quale buona moneta un verdetto clie tanta buona moneta fa perdere a lui e alla sua gentile cliente? Copia di pittore ignoto? In previsione della resistenza delle parti lese, l'areropago parigino pare tenga in riserva un argomento a grande effetto, una vera freccia del Parto: della Bella Ferronicra dipinta da Leonardo per Francesco I sarebbe stata cioè, fatta, poco più tardi da Ignoto pittore una copia per ordine di Luigi XIII, il qualo, quando le collezioni del He Cavaliere vennero trasportate al Louvre per formarvi il cosi detto Gabinetto del Ue, non voile privare della bella effigie gli appartamenti reali dove sino allora la si era veduta ed ammirata. La tela di Dinard sarebbe lu copia di Luigi XIII. Ed aneli» questa tesi, riconosciamolo, non manca di veristmiglianz.i Essa troverebbe anzi probabilmente il consenso immediato del dottor Bayle, il quale non sa che farsi di due originali, mentre ha bisogno impellente di una copia. Ma voi vedete subito come, fra tanta ressa di argomenti contraddittori e con tanta petiurla ,li piove, l'esito ultimo della disputa non può essere se non uno: che ognuno rimarrà delia propria opinione, e che, lungi dall'ottenersl la dimostrazione della falsità del Leonardo di Dinard. con tanta- leggerezza bandita dal signor Duveen. si sarà gettato 11 sospetto sull'autenticità del Leonardo del Louvre. La Delle Verronière di Parigi diventerà un capolavoro da accogliersi cnm arano >"/i.<, tii'1 più nè meno della Veralne deili' Rocce- del San Giovanni, e della Giomnda che hanno un sosia a Londra, a Pietrogrado o a Madrid. Sarà vera, anch'essa, a metà con un'altra. In quest'epoca di relativismo, potremo dire, rosi, che nemmeno il capolavoro di un artista può vantarsi d'essere assoluto Menti.'? sono sicuro che il Kansas City Art fnsti■nto. scosso all'apprendere che l'autentic-tà della Rella Ferroniera del Louvre dà luogo nel inquietudini, s1 affretterà ad òsp'tàre nella più bella delle Proprie sale la Bella Ferroniora di Dinard e a paenre i SV> nvla dollari pattuiti, che equivalgono, fra parente?!, al cambio attuale, a più di novo milioni di franchi. ! Nonieiiciater.