Altri due discorsi domenicali di Poincaré

Altri due discorsi domenicali di PoincaréAltri due discorsi domenicali di Poincaré La Francia contraria ad ogni rivalutazione della capacità tedesca per mezzo di periti internazionali -- L'atteggiamento dell'America (Servizio speciale della STAMPA) MParigi, 27, mattino. Parlando ieri nella nativa Lorena Poincaré ha risposto al cancelliere Stresemann, e si è rivolto all'America. A Cliassey, un Còrnunello del Cantone di Gondrecourt, la cui popolazione non oltrepassa i duecento abitanti, si inaugurava un monumento ai soldati caduti sul campo dell'onoro. Nel prenderò la parola Poincaré ha chiesto che cosa sarebbe accaduto se la Germania fosse stata vittoriosa. E dopo avere tracciato un quadro, invero assai impressionante, di quello che snrefbe stato l'assetto dell'Europa e del mondo ne! coso di vittoria della Germania, con a capo gli Ilohenzòllern, ii presidente del Consiglio francese dice: Calcolo dei pagamenti « Non abbiamo il diritto oggi di ritornarci a mente tutto le nostro inquietudini, quando chiediamo l'esecuzione di un trattato, nel quale noi abbiamo dato una prova di moderazione elio molli dei nostri compatrioti hanno ritenuta eccessiva? La Germania non è stata neppure costretta a rimborsarci lo nostre speso di guerra: a suo carico non sono state poste che le riparazioni dei danni materiali che aveva causato. E' dunque, veramente una condanno, così pesante? Nella guerra del 70-71 la Germania, che non era stata invasa e clic aveva anzi occupalo grande parte della Francia, che non aveva subito alcun danno, che non aveva riparazioni da chiedere, si ò fatta pagare le sue spese di guerra e ci ha tassati per cinque miliardi di indennità, somma che per quell'epoca era enorme. Non soltanto noi abbiamo dovuto sopportare... ». E qui Poincaré procede ad una lunga esumazione storica di cifre che la Francia dovette sborsare in seguito alla disfatta del 70-'71. A proposito di queste cifre, concludendo, egli dice: «Esse sono tratte da documenti ufficiali, stabilite all'indomani della guerra, e offrono un po' più di garanzia di quelle che dava ieri il nuovo Cancelliere tedesco a proposito dei pagamenti che sarebbero già stati fatti dalla Germania. « I pagamenti realmente effettuati la Commissione delle riparazioni li ha coscienziosamente valutati, dopo un'inchiesta in contraddittorio e si è trovata unanime nei suoi apprezzamenti. E' dunque, vano pretendere che la Germania avrebbe già versato 42 miliardi di marchi oro od anche soltanto 25, come avrebbe ammesso un istituto economico di Washington, che mi è stato sinora impossibile identificare, e che non figura nell'annuario ufficiale della capitale federale. Queste valutazioni arbitrarie ci dimostrano, in ogni caso, a quali singolari conseguenze noi giungeremmo se un Comitato di esperti internazionali fosse eventualmente incaricato di valutare la capacità di pagamento della Germania. Ed a tale riguardo non ho bisogno di dire che la nostra opinione non può cambiare ». L'intervento americano Poche ore dopo, a Gondrecourt, inaugurando la lapide commemorativa dell'invio alla fronte delle prime truppe americane, Poincaré prendeva di nuovo la parola, e, dopo avere rievocato i grandi ricordi di angoscia e di entusiasmo comuni ai due popoli, la lotta comune sui campi di battaglia per infrangere la « spaventosa meccanica militare" che si apprestava a stritolare le franchigie delle nazioni », il presidente dol Consiglio cosi definiva l'atteggiamento attuale degli Stati Uniti: «Perchè il pericolo che essi hanno allontanato non potesse mai rinascere, perchè l'umanità affrancata da essi ricuperasse con certezza la sicurezza del lavoro, perchè l'avvenire fosse completamente messo al riparo dei rischi del passato, quanto sarebbe stalo necessario che l'unione, così strettamente mantenuta nella guerra, conservasse anche nella pace il carattere e la forza di un'alleanza! La preparazione, la redazione e la firma del trattato di Versailles ci avevano permesso di considerare acquisito un simile risultato, che avrebbe garantito la nostra sicurezza. Nella pie nezza delle sue prerogative, il Sonato americano non ha ratificato l'opera del suo Presidente. Gli Stati Uniti, dopo avere dato all'Europa un indimenticabile esempio della loro nobiltà d'animo e la loro preziosa collaborazione militare, hanno ritenuto venuto il momento di ripiegarsi su se stessi e non imbarazzarsi più a lungo in nffari nei quali non erano direttamente interessati. « Per quanto rinscremento ci abbia causato questa decisione, abbiamo perfettamente capito che non era diretta contro di noi, e se aveva por effetto di privarci, nel l'esecuzione del trattato, del concorso ufficiale degli Stati Uniti, essa non doveva alterare i sentimenti che uniscono i nostri due paesi. Abbiamo pensato elio l'attaccamonto scambievole, forti'Arato da una tradizione già lunga, e santificato dai morti ora un pegno ancora più sicuro di buona intesa politica elio non le pergamene cariche di firme e di sigilli. Non ri siamo ingannati. Quantunque gli Stati Uniti abbiano ritirato le loro truppe nella Rulir, e non abbiano conservato nella Commissione delle riparazioni che un semplice osservatore, essi non hanno cessato di seguire con simpatia il formidabile lavoro di ricostruzione che abbiamo compiuto nelle nostre regioni liberato, lo tanno che abbiamo percorso ogni giorno nella, via del risollevnmcnto nazionale e le rivendicazioni che esercitiamo per garantire i nostri diritti. Il loro Governo non ha, ben inteso, nò da approvare nò da disapprovare i nostri metodi, perchè non è vincolato dal trattato, e la riserva che osserva a tale riguardo è una prova naturale di amichevole imparzialità verso tutti gli alleati. Ma il popolo americano nella sua grande maggioranza trova oltremodo legittimo che in mancanza dei pagamenti della Germania noi abbinino preso pegni e che noi non abbiamo intenzione di abbandonarli in hase a semplici e vane promesse. Un popolo che passasse il tempo in temporeggiamenti ed in lagnanze apparirebbe agli occhi degli americani come colpito do incapacità e da impotenza Un popolo che sa quello che vuole è sempre sicuro di conservare la loro stima ed 11 loro affetto. «Inoltre, il migliore mezzo.--per avere ""LÀ ..s?,lant0 lul c¥fn. ma anelici 3PosvudaasdlaltdaicsnpNdepcdadaiCdrtcidliqbfittmdagli uomini, è quello df cóWx.^ "à I Mai dissimulata delusione anche in Francia i 38rTt.'io special» della .Stampa»! Parigi, 2", notte. Per quanto, come vi preannunziavo ieri Poltro, "nessuno ignorasse a Parigi che le offerto contenute nell'ultimo discorso Stresemahn sarebbero state dichiarate dal Coverno fiancoso troppo simili a quelle della ultima nota Cimo per formare oggetto di discussioni, ben pochi si sarebbero attesi all'indomani del gesto di riawicinnmento abbozzato dal nuovo Cancelliere, due di. scorsi (junli quelli di Chassey e di Gondrecourt. La curiosità vivissima, con cui la parola di Poincaré era questa volta aspettala non solo dalla Francia ma dall'intera opinione estera, riposava al contrario sulla certezza diffusa il giorno prima da quasi tutti i giornali della capitale, anche da quelli amici del Ministero, che i suoi discorsi avrebbero costituito la seconda battuta di una conversazione deci" siva franco-tedesca. La quiete sopravve- ^ nula nella Ruhr e la ripresa del lavoro da parte dei settemila operai della miniera Neunnihle avevano contribuito a diffondere la fiducia che qualche cosa di nuovo e di notabile sarebbe uscito dalle concioni presidenziali di ieri. Non bisogna dunque credere che la delusione accusata oggi dall'opinione estera sia interamente ignota a Parigi. I giornali naturalmente, con la consueta disciplina, fanno stamane le viste di non avere neppure per un attimo presunto che il Presidente del Consiglio potesse tenere a Chassey e Gondrecourt linguaggio diverso da quello tenutovi ; ma la mediocre sincerità del loro entusiasmo traspare eloquentemente dalla sorta di repentina paralisi che sembra aver colpito la loro fantasia, incapace di escogitare sulla prosa del capo' del Governo la menoma variazione originale, e ridotta ad attenersi alla pura e semplice parafrasi di essa, ossia a ripetere in coro : « Pagateci o resteremo » — frase, che solo nella sua costituzione logica rap* presenta un cospicuo regresso su tutto quanto la Francia ufficiale aveva detto a proposito della Ruhr dall'll gennaio in qua. Di giudizi apertamente sfavorevoli sul discorso di Chassey, non ne trovo che nell'Ere Nouvelle, rara avis ; giudizio che! mette conto di essere citato appunto per la; sua rarità. « Il signor Poincaré — dice l'organo dell'intesa delle sinistre — ha pronunziato! ieri un discorso abbastanza sconcertante.. Il Presidente del Consiglio si è abbandonato ad una lunga enumerazione dei torti tedeschi del 1870, allo scopo di stabilire un raffronto lusinghiero per la Francia. Co-' desto procedimento non ci sembra felice.. La polemica sui problemi dell'ora presente era giù abbastanza pericolosa, senza bìso» gno di andarvi ad aggiungere la evocazione storica. All'indomani del discorso dt Stresemann, ci aspettavamo da Poincaré ben altro che una nuova edizione della formula — mantenimento dell'occupazione fino ai pagamenti. — Il Presidente del Consiglio si è espresso come se il signor Cuno fosso ancora al potere. Ci permettiamo di rammaricarcene. E' doloroso constatare che, alla enunciazione di una nuova politica generale tedesca, noi non rispondiamo) allatto mercè una enunciazione delle nostro idee. La Germania ci fa capire, per il tramite del suo Cancelliere, di essere proni ta ad intavolare trattative su basi serie noi rispondiamo: — Siamo nella Ruhr, e' ci resteremo. — Cosicché, nel momento in cui l'aspetto di un problema vitale per il paese si modifica profondamente, invece di seguirne l'evoluzione e di tentar di dirigerla, noi ci limitiamo a consacrare l'ini-» mobilità della nostra tesi ». La disapprovazione è manifesta, come; vedete : ma siamo lontani dal tono acerbo, e non di rado virulento, degli attacchi che la stampa radicale sferrava contro Poincaré mesi or sono. Caratteristico a tale proposito il contegno dell'Oeuvre, la quale, oggi se la cava con una semplice viancheU te, che è quti6i un bisticcio : « Poincaré ha creduto di dover dimostrare ieri a Chassey, che la sconfitta sarebbe stata ancora più disastrosa per noi che nou la nostra vittoria. Questa dimostrazione non è sembrata superflua a nessuno ». Frecciata noni priva di attico sale, senza dubbio, ed in, ultima analisi, confessione non equivoca del malumore delle sinistre moderate. Ma un'opposizione che tira ancora d'arco in questi tempi- di nitroglicerina, non occorre dire qual peso possa avere sulla bilancia politica di un governo. Le elezioni si avvicinano, e questo spiega tutto. Per il moti er*»i il Ministero ha le mani interamente, libere ; e non c'è da aspettarsi che nella, sua linea di condotta possa verificarsi, almeno fino alla riconvocazione delle Camere, la più piccola flessione verso le posizioni dei governi amici, 0 tanto meno verso (inolia della Germania. La nota belga insisto per la riunione diurni, conferenza e per un incontro BaldwinPoincaré. Ma la distanza fra la tesi francese 0 la tesi inglese, lasciata intatta dalla nota parigina dol 22 atrosto, o cosi grande ciie rondo una conversazione diretta fra i capi dei due governi delicatissima. Notizie mandate stasera da Londra al l'emps di™«n r31;^"0 ner giunta Baldwin fermamente deciso a porre alla Francia, tornanti -ti Alx-les-9ains, due quesiti: quale saìcbbe con precisione il regime della occupazione invisibile che succederebbe alla fine della resistenza della Ruhr; 0 so il doverno della Repubblica intenda accettare la convocazione d'una Commissiono di periti internazionali per.determinaie la capacita di pagamento della Germania. Salvo errore questi quesiti li conoscete almeno ai vista da otto mesi. Mi asterrò quindi da ogni commento in merito, nm.mtentandomi di osservare come i capi di Stato siano diventati nel nostro tempo umoristi degni di dare dei punti a Mark Twain o al nostro Manzoni. I telegrammi di stamattina avevano mosso un momento l'atmosfera stagnante con la notizia di presunte trattative fra il figlio di Stinnes e lo autorità di occupazione. Ma il Temps di questa sera non vuole lasciarci nemmeno 'juesto barlume di ' speranza. 0 negn r!.'.!i attendibilità alla no-, tizia, dichiarnntj ■ che, so negoziati dovessero avviarsi fra Germania u Francia, essi non poi rei boro aver luogo per altro tramite. I cIlfi ncr ^«ciate.