Discussuioni e commenti sui problemi dell'ora

Discussuioni e commenti sui problemi dell'ora Discussuioni e commenti sui problemi dell'ora Roma, 13, notte. Si hanno ancora oggi strascichi di polemiche 6Ulla questione di Molinella. Ieri il l'ovolo riferiva una presunta frase del rag. Baroncini, 11 quale avrebbe detto « Mussolini comanda a Roma, qui comando lo ». 11 rag. Baroncini ha risposto indirizzando il seguente iroso telegramma al giornale. « Mi viene comunicato articolo che annunzia ■ indisciplina fascismo bolognese ordini Governo Mussolini, e affrettoml smentire recisamente tale affermazione dovuta a mente influenzata calori estivi. Frase irreverente attribuitami contro autorità duce fascismo e capo governo, è cervellotica e malvagia, perchè nessuno più di me obbedisce ciecamente ed ama misticamente il capo che prepara grandezza della patria. Invitovi smentire onde evitarmi venuta a Roma per provvedere personalmente contro la calunniosa affermazione ». 11 prefetto di Bologna trasferito? Il Popolo scrive di trascurare il tono di minaccia e afferma il suo pieno diritto di apprezzare 1 fatti, tanto più che essi si fcadano su elementi raccolti in parte dalla stampa fascista e Aio-fascista e cita In proposito una corrispondenza da Roma al Hecolo. Ancora il Popolo riferisco che In alcuni ambienti ufficiosi circola la voce dì un trasferimento del prefetto di Bologna In seguito al fatti avvenuti. Intanto la sottomissione fascista di Molinella espressa dal segretario del Sindacati locali Baecolini, nel noto telegramma al Presidente del Consiglio e la smentita opposta dal rag. Baroncini, fiduciario del partito danno modo alla stampa amica del Governo di affermare l'alto spìrito di disciplina e di obbedienza da cui è animato 11 fascismo italiano dai maggiori esponenti ai gregari. < La cronaca segnala ancora qua e là, scriva ad esempio l'Epoca, casi di indisciplina, e gli avversari del fascismo riaprono il cuore alla speranza, ma appena l'eco del clamore provinciale più o meno fastidioso è pericoloso per 11 prestigio e la saldezza del partito, giunge a palazzo Chigi, il duce lancia una parola, spedisce un telegramma, formula una sentenza e da ogni parte giunge la risposta immancabile: obbedisco 1 Obbedisce il duce di provincia, come obbedisce l'ultimo fante della milizia volontaria ». 11 caso di Molinella, che secondo gli organi ministeriali va considerato come un trascurabile episodio della lotta tra le corporazioni fasciste e la decimate forze delle organizzazioni socialiste, è però ben altrimenti giudicato da diverse correnti della pubblica opinione. Nè consterebbe, ' d'altra parte, che la situazione in provincia di Bologna sia, come 1 giornali ministeriali della capitale ed 1 comunicati ufficiosi tendono a far credere, ripristinata nell'ordine e nella legalità in omaggio a quello spirito di disciplina e di obbedienza che è oggi cosi fervidamente esaltato. Il Mondo e la Voce Repubblicana riproducono, ad esempio, il manifesto affisso a Molinella, che reca, è vero, la data del 13 corr. ma che mentre si Ignora se vada tuttora ritenuto in vigore, rivela come nonostante le affermazioni to contrario, la situazione determinatasi a Molinella abbia avuto un carattere ben diverso ed una gravità ben altrimenti accentuata che ' non quelli che andrebbero attribuiti ad un qualsiasi locale e trascurabile episodio della lotla tra le corporazioni fasciste e le decimate forze delle organizzazioni socialiste. Dice infatti 11 manifesto : « Da diverso tempo la stampa sovversiva pubblica notizie infondate ed infamanti contro il fascismo molinellese. Si fa noto che d'ora In avanti, della corrispondenze non rispondenti a verità risponderanno di fronte al fascio 1 signori avv. Mario Bergamo per la Voce Repubblicana, a-.. Giulio Zanardi per la Giustizio, il signor Montanari per VAvanti I Sezione fase ist" di Molinella ». Applicare la legge « Si tratta, come ognuno vede — rileva 11 Mowlo — di una diffida che ha tutto il carattere u" una presa di ostaggi, anche'perchè, nè l'avv. Bergamo, nè lo Zanardi, a cui furono ultimamente devastate le case, sono corrispondenti di giornali ». E del resto, anche a prescindere da questo episodio, il giornale valuta la gravita dei fatti di Molinella attraverso le informazioni della prima ora degli stessi giornali fascisti. « Vi sono — rileva — dei morti e vi sono pure coloro che hanno ucci-o e che non hanno trovalo alcuna autorità capace di farli arrestare; vi sono dei feriti, uli arrestati. Cè stata la mobilitazione delle squadre, malgrado il tassativo divieto del Governo ; c'è s;alo il manifesto ultimatum che imponeva ai riottosi di fare atto di sottomissione e che perciò perpetrava le norme di violenza collttiiva ; vi sono stare devastazioni di case, bastonature di donne a cui si imponeva di accettare la tesse; a del sindacato fascista ; c'è stato l'esodo di coloro che fecero in tempo a fuggire dalla zona assediata ; c'è stata infine, e c'è ancora, una successione di violenze che non può venire hi alcun modo giustificata., nè dalla cosidetta marcia su Roma, nè dal nuovo spirito elio i fascisti affermano di avere- donalo all'Italia. 'I'u'10 ciò rientra semplicemente nei confini del CoUice Penale e delle regolamentazioni per la sicurezza pubblica ». 11 giornale non nega .-he l'on. Mussolini abbia il proposito di costringere i riottosi suoi gregari a rientrare nella. Iwue comune, anche oercliè il Presidènte capisco bene come l'illegalismo fascista donneggi il suo esperimento e la sua autorità : • ma il 'Li<seuto nasco, osserva, sui modi di rer'izzare' i propositi de! capu del Governo, perchè quando l'Impunità viene accordata ai violatori della le?ge, 1 quali bene.'ciano di una specie di perenne amnistia, l'azione governativa non può avere la decisiva efficacia, e •niella impunità ha i suoi nomi negli attori il! gravi episodi, da Torino a Molinella, episodi ebe sono di competenza della polizia e del tribunali ». 11 giornale democratico afferma infine: « Sino al momento in cui scriviamo non risulta che la calma sia ritornata a Molinella; non risulta ohe i profughi siano tranquillamente ritornati allo loro rase: non risulta che' le intimazioni o le violenze siano cessate, la quale co a significa che irli ordini del Governo non sono eseguiti, perchè i capi locali non obbediscono a questo, contrariamente a ciò che si assicura dalla stampa uftlciosa, a cui si possono del resto opporre anche notizie recentissimo di nuovi episodi di violenza in paesi e città della Romagna: percosse di fascisti ai repubblicani Antonio l'andini e Bufi ,a Cervia, aggressioni e violenze ad Alfonsino ai lavoratoli repubblicani Leandro Errunl e Francesco Dragoni, ed al geometra Francesco Bull, ecc., ecc. ». I popolari - Grosoli contro Migl'.oti E veniamo ora agli avvenimenti del giorno in sono al vaiii partiti. .Von. Cingolóiii, segretario del gruppo parlamentare popolare, aveva in una recente Intervista polemizzato col senatore conte Grosoli por alcune ui'fermaziosii contenute nel colloquio che questi ebbe a concedere ad un giornale romano II sonatole Grosoli replica con una lettera aperta, di cui è particolarmente interessante la parte che si riferisce all'entrata nel partito dell'on. Miglioli. Dopo avere affermato che i aziono cattolic. e e i-ps'-i al di sopra dell'azione politica, rivolgendosi all'un Cingolani il conia Grosoli scrive: «Tu mi' rimproveri di non a.rere parlato di don Stutzo e.di ciò che egli fece durante la guerra: è vero. Ma non ho parlato nè di lui n» di tanti altri tra coloro che si occupavano dell'azióne cattolica e che fecero pienamente durante la guerra il loro dovere . d'italiani ed 11 cui elenco sarebbe stato fortunatamente lunghissimo. Un solo nome ho fatto, quello del «Miglioll, un nome, cioè, rappresentativo della tendenza opposta. Ed a proposito del Miglioll e della sua ammissione nel partito, debbo rettificare un dato di fatto da te affermato. Ripeto che fummo in tre membri della Direzione del-partito a votare contro l'ammissiono, ed aggiungerò che, contrariamente a quanto tu dici, in questi tre non vi fu don Sturzo, il quale invece nella votazione si astenne. Ricordo anzi che io ero andato oll'adunanza convinto che avrebbe votato contro, e avendogli dopo, meravigliato, chiesta la ragione del sua atteggiamento, egli mi disse di non aver votato contro perchè vedendo ebe 1 contrari all'ammissione del Miglioll erano in minoranza, aveva compreso che se fosse stato con loro si sarebbe dovuto dimettere da segretario del partito, ■ creando cosi imbarazzi al Congresso che stava per aprirsi. Tu neghi oggi ogni Importanza alla permanenza del Miglioll nel partito. Ma questo, si, permettimi, è un artificio. Che Miglioll marchi o non marchi visita, come tu dici, non vuol dire nulla, quando è certo che, a parte il nome, resta nel partito in una forte minoranza lo spirito di ciò che quel nome rappresenta. E questo è tanto vero che quello spirito trascina talvolta la maggioranza stessa del partito», 11 conte Grosoli polemizza poi coll'on. Cingolanl a proposito della collaborazione col Governo. • Mi limiterò a dirti — egli dichiara — che nessuno avrebbe potuto accettare come sincera una collaborazione che alla Camera si manifestò con voti contraddittori, colla fiducia votata per un'affermazione generica di programma di Governo e negata subito dopo su di un punto concreto. Ed aggiungo che quando il gruppo popolare faceva dipendere la concessione o meno della fiducia da un 8 % di differenza tra il 33 che esso chiedeva ed il 25 che 11 Governo accordava nella faccenda del quorum, offriva evidentemente la miglior prova di non comprendere tutta la gravità del dare o non dal* un'effettiva collaborazione al Governo in Oti momento di tanta responsabilità. Ebbene, in tutto ciò il partito ha mostrato a lue» meridiana la contraddizione che lo tormenta, ed è por questo che io ho approvato il gesto degli amici deputati, che voi avete poi espulso dal partito. Ed è rer questo che sono a mia volta uscito dal partito », In attesa del convegno confederale Nel campo socialista fervono 1 preparativi per il convegno della Confederazione del Lavoro che si terrà a Milano il 23 corr. te due frazioni che si contendono 11 primato, affilano le loro armi per giungere al convegno ben preparate. Dei massimalisti è già noto il loro punto di vista, confermato in una circolare inviata di questi giorni al compagni confederali. Vi trasmettemmo iersera il testo della mozione che l'on. Baldesi presenterà al convegno milanese. Si rilevava oggi alla Camera il tono misurato della mozione stessa, la quale, se ha dei richiami alle ideologie socialiste, contiene però l'affermazione esplicita dei, distacco dei sindacati da ogni partito politico ed è satura di spirito collaborazionista. Se essa sarà approvata a Milano, segnerà Indubbiamente un deciso ràsso in avanti della Confederazione sulla via delia collaborazione. Sempre a proposito degli avvenimenti nel campo socialista, l'ufficiosa Agenzia Volta rileva che l'unico fatto veramente rimarchevole svoltosi nel campo politico io questi ultimi giorni, è costituito dall'accordo delle organizzazioni fasciste e delle organizzazioni cooperative della provincia di Reggio Emilia E" curiosa però la spiegazione che l'Agenzia vuol dare circa l'origine delle cooperative. « Infatti — dice — le cooperative reggiane sono, è vero, oriunde socialiste, ma sono nate e si sono sviluppate per ragioni economiche e con fini economici, come manifestazione naturale e pratica del clima produttivo di quei luoghi, indipendentemente da ogni presunta paternità, onde portano con sè qualche cosa che va al di là di una coloritura, la ■ quale è sempre stata piuttosto evanescente e di cui sono ora andate perdendosi 1© visibili treccie, ossia portano con sè un organismo di lavoro e di capitale, che per l'appunto esprime brillantemente quanto vi può essere di antitetico tra le forti realizzazioni e le vuote predicazioni ». La spiegazione è un po' tortuosa, ma in compenso ha il suo fine politico da raggiungere. Una difesa del liberalismo L'aFfiusso del capitale estero Notevole è un articolo dell'on. Bortolo Bellotii sulla dottrina liberale e sui problemi che interessano le classi lavoratrici. L'on Belloni ricorda che a chi dice che il partito liberale non ha mai fatto nulla per le classi lavoratrici, bisogna opporre la sua leale collaborazione nelle conquiste -proletarie, la realizzazione, ajizi, che ne fecero 1 governi liberali, li Bolìottl cosi prosegue : « La legge sull'igiene nel lavoro, sugli infortuni, sul lavoro notturno, sul riposo settimanale e le altre rivolte alla tutela fisica della classe operaia, jiùii sono state dùnque emanate in regime liberale? E le leggi rivolte ad assicurare la liberta osi i diritti del lavoro, come quelle sutm uffici di collocamento, sui contratto di lavoro, sul probivirato, sulle assicurazioni soiiali, su.-,'li ispettorati del lavoro, non sono finito dù-;la leale collaborazione che l'idea liberile ha dato allo giustificate rivendicazioni proletarie? Le Camere del lavoro, le leghe e le federazioni non nacquero dunque sotto la protezione di quel dnitio di associazione che la ciqttruia liberale e la sola dottrina liberale alleano per prima nella storia del mondoT » _E chiudiamo con un accenno finanziario Esaminando la relazione sull'abolizione del1 imposta sulle successioni in cui si esalta lo spinto della finanza fascista, il A/ondo nota cne il Governo stesso deve confessare che la riforma costerà all'erario una perdita di 250 milioni all'anno e si chiede se è proprio olirmi mito rinunziare a tale rispettabile cifra a questi chiari di luna e con le nuove speso elle sbucano da ogni parte, come noi, dice 11 giornale, documenteremo. «Troppo rosei — continua — sono noi 1 colori con cui si auI!t!!'i,i1!L,1i'/fl"?S0.tI1 cantale estero in Italia. mii. di fatto che in questi giorni, sul mercato' d Londra si sono collocati altri duecento milirMii d, stellino di prestiti ad altri paesi. Nulla peiò all'Italia. Gli articoli e le lodi dei giornali stranieri possono ambe suscitare legittima soddisfazione nel Governo e noi parino, ma il vero barometro è il credito; sono ì denari. Andando al potere, in un'lntervisfn, lon. De Stefani affermò ohe il caposaldo della sua politica sarebbe stato lo sforzo di attrarre capitali dal di fuori. In otto mesi non vi è riuscito, ma vogliamo dargli un'attenuante. La fiducia verso un paese è in funzione delle Impressioni che suscitano la situazione interna del paese stesso e la sua politica estera. Ora non vi dubbio die ha in! iluito siill'ohlio verso rifalla nel mercato i inglese dei credili la In;-.ómpronsfone o.'ie lin ; indùbhiamente dòniinr.to i In City su dò elio l'Italia volesse ne: pi contrasto sto-, rico di Europa, i- qui I' ir ti • Stefani avrebbe ragione di osservare •'■" si tratta di ni discorso il quale non riguarda soltanto lui ». \kz conferenza a Poma pei patto marinaro? r.cncva, n, ser». Circola ■'■ n.'e la voce che fra giorni avrà luogo ;i lio'i.i una riunione fra l'on. Mussolini, V comandante D'Annunzio e Von. Ciano, por definire la questione del patto marin.-.-'\ Ln r"*izia. P?1' Tuanto' ci 'fu dal-. a, ?>••->•••'a conferma.