STRASBURGO

STRASBURGOPROFILI DI CITTA* STRASBURGO Intimità, casalinga, ron-ron del fuoco su per il camino elio tira bine, acciottolìo di terraglia, relento di solai 'love si nascondo per conservatorismo inveterato ciò elio si dovrebbe buttare. Certe viuzze di Strasburgo — Via dei Porcelli da latte, Via degli Arcieri, Via dui Giucl. i, Via del Bagno dello Piante — stretto fra le escrescenze, i fignoli e i tumori legnosi dello vecchie casa j a pignoni, sc.no la reazione tonica ai prati 0 ai pomcti della campagna alsaziana: in cui i mazzi dagli alberi troppo pettinati non hanno intensità e profondità di vita, fusi corno sono in tutto il rorido verde dei prati; pippionata scipita o umile, panorama da mucche ruminanti.in pace: paesaggio straordinariamente nuovo, inedito, ogni mattina, con una patina di gioventù che gli aratri di tanto generazioni non hanno valso a rompere. , »*# I monumenti a ferie dell'Impero governativo seno stati demoliti. I nomi deile strade sono stati cambiati, secondo il formulario nuovo. Le insegne deile botteghe tradiscono, sotto la rin vernicia tura francese, il gotico dei caratteri tedeschi, anteriori a quella tal giornata del '13. Anche i cartelloni dello birrarie dei sobborghi sono stati messi al corrente con il trattato di Versailles, il « Quest'oggi, birra nuova » c annunciato in francese. Vergogna generale di aver usato il tedesco per tanto tsmpo. II tedesco cacciato perfino dalle birrario si è rifugiato agli altari di Dio, agli altari del Duomo. Oggi, a Strasburgo, chi vuol leggere una parola in tedesco scritta su un muro, bisogna che so" no vada nella cappella di Santa Caterina, ad un tabernacolo rinomato c coperto di ex-voto. Alcuni dicono : a Maria kat geholfen » (Maria ha aiutato), altri dicono": « lìeconiiaissance à Marie ». La Chiesa, prudente, ha lasciato gli antichi al posto dove i pii fedeli parlanti tedesco li hanno portati, © vi aggiunge i nuovi senza contaminare gli antichi di rinyerniciature. Dio capisce ancora il tedesco. c:v.ì".- \< 'Appesi nelle bacheche dei cartolàri di Via degli Arcieri ho trovato dei fogli di immagini meravigliosi. Sono quelle che ili Francia si chiamano « immaginerie di Epinal •, e cho in Italia non hanno altra designazione all'infuori di quella genèrica di « fogli di soldatini ». (Tutt'al più, in capo alla litografia, c'è la leggenda: i Esercito italiano, foglio n. 5, bersaglieri » oppure c Esercito Italiano, foglio N. 2, Fanteria Marina »: ma c, come si vede, un'arida segnalazione matricolare). Righe di soldatini cho bisogna appiccicare sul cartone, ritagliare, lasciando ad ognuno il suo bravo piedestallo : tutte opelazioni gradevolissime a farsi nelle vecchie case dove crescono e si moltiplicano i topi, le blatte e i ragazzi fantasiosi che fanno cuocere tanta pastetta da appiccicare sul cartone un intiero esercito. Questo divertimento < squisitamente * papera'ceò èra in voga — appaiato all'altro suo degnissimo compagno, la calcomania — all'epoca del Secondo Impero: noi ne abbiamo veduto, da bambini, gli ultimi pallidi splendóri. Nel '70, anno di prurito patriottico, i cartolari di Strasburgo si fecero venire da Epinal delle grosse di litografie, una intiera armata Bazaine di soldatini di carta. Fu bloccata tutta da tedeschi di Moltke, tale quale, come le armate dei soldatini di ciccia. Ma, più valorosi, i reggimenti cartacei non si arresero. Si rifugiarono nei solai delle vecchie case a pignoni, svernarouo con le armi al piede, attesero immobili e fedeli nelle trincee degli imballaggi e fra le anfrattuosita delle casse rotte, conservando la posizione marziale imposta loro dal disegnatore di Epinal. Sapevano di essere gli ultimi difensori della Francia, nell'Alsazia divenuta BeicJisland? Forse lo sapevano: non è lecito credere leggermente che un soldato di ciccia sia davvero più informato della giustizia della causa per cui combatte, di quanto non possa esserne un soldato di carta. Non andarono al macero, che è come l'ossario dei soldatini di carta. Le loro uniformi diventarono un po' stinte, ci furono anche, nella massa, delle infezioni purulente e saniose, derivanti dall'umido e dalle tignole. Ma i soldatini di carta tennero duro. Nell'autunno del '18, i successori dei cartolai del 70 li ritrovare*») fra i fondi di magazzino, e li rimisero in mostra. Abbronzati da cinquanta eterne campagne invernali, rosi qua e là e azzoppiti dagli attacchi delle belve dei solai e del'e cantine, i soldatini di carta del '70 hanno fatto dalle vetrino delle vecchie botteghe la parata dinanzi a Foch,' nelle loro uniformi vecchiotte : le brache rosso papavero della fanteria, là chechias o i giubbettini arabescati degli zuavi, gli shakos dei dragoni, le barbone e i grembialoni di cuoio degli zappatori, tutto il regolamento sull'uniforme del -secondo Impero. Il maresciallo Foch non li vide. Eppure sono i vincitori. Essi soli riconquistarono l'Alsazia. Che cosa fu l'impeto di cinque anni di guerra, di fronte a questa ostinazione di bottegai : che non si rassegnarono a gettare la paccottiglia bellica del secondo Impero, la riposero nei loro solai, e mentre 1 tamburi prussiani rullavano dalle casematte più formidabili di Europa, avevano nella loro testa ancora un pensierino di questo genere: « Clùssà, forse, riusciremo ancora a far fuori quelle tali risme di soldatini colorati che ci sono rimasti sul groppone! i. #*• Nella chiesa sconsacrata di Saint Thomas. Al posto dell'aitar maggiore, il mausoleo innalzato a Maurizio di Sassonia, le Maréehal de Saxe, da Luigi XV. Negazione dialettica dei monumenti ai militi ignoti. Gli antichi regimi, le grandi monarchie hanno sempre amato le glorio nominative, ben nominative, le più nominative possibili. Nel mausoleo di Strasburgo, il maresciallo di Francia discende col corsaletto guernito di pizzi, incoronato di lauro, col bastone dai gigli borbonici in mano, verso la tomba. Al primo piano, la Morte solleva il lenzuolo funebre dalla bara aperta. Una figura femminile — forse la Francia, forse la gioire coguette, in guar'dinfanteA elegantemente discinta, in modo da non lasciare dubbi sulla sua alta posiziono ufficiale alla Corte di Luigi XV -corca di trattenere il Maresciallo sui gradini fatali. Ercole rattristato si appoggia sulla clava ; fasci di bandiere e grovigli d1' bestie araldiche. Ma il Maresciallo discendo, con attitudini o passi identici a quelli che vedete nei ritratti di cerimonia dei Mignard. (Una volta, dinanzi al ritratto di Luigi XV, nella Pinacoteca di Torino, mi credevo solo, e cercai di rifare il passo di ballo del monarca. Ma il custode mi vide, proprio mentre mi atteggiavo come la scimmia dinanzi al ritratto dell'uomo, ed 10 provai infinita vergogna). 11 Marescialli, dunque, discendo: ha la grand air régence, c sicuro dei suoi diritti di precedenza, e non si lascia prendere il jmsso, neppure dinanzi alla bara. Tutta la o guerre en denteile » in uno scenario di marmo del Pigalle. Il Re di Francia innalzò al suo generale il mausoleo: Maurilio Saxoni Ludovl'cus XV. Adesso la Terza Repubblica, democratica, gli manda ogni mattina l'omaggio di venti sveglie brutali e di ventimila gavette sciagguattato fra le bestemmie di altrettanti soldati di leva, confinati nella città di frontiera, fra il dovere della piazza d'armi o il piacere dei postriboli controllati dai a. maggiori merlici » della guarnigione. Odiosità. Poter invece starsene dentro alla Chiesa fresca, sedersi sui gradini del ir.ausoleo del guerriero e galante Maurizio di Sassonia, a leggersene per esempio l'« Histoirc amour euse der, Gatti est, di Bussy-Rabutin !... Ma il custode della chiesa mi si avvicina con la compunzione patriottica dell'alsaziano che crede d'aver a che fare con un francese ; a G'esc/e le dombe.au t'un mareschal da Frange, Mennesir ». Sì, amico mio. Ma a me interessa per un'altra particolarità. Nel mausoleo il suo stemma in bàveno rosa, porta una sbnrra di travertino nero. Fu un figlio dell'amore — ed c più maestoso dei re che oggi nascono da legittime nozze. Le pietre fulve della cattedrale ripetono migliaia di nomi. Gli eserciti di tutta Europa hanno passato il Reno, e sempre ci sono state migliaia di ufficiali che si son presi la briga di scegliersi una bella pietra della grande guglia, e di farci intagliare un nome che nessuno leggerà mai più. Il 1815 e il 1S70 hanno portato una alluvione di epigrafi. Gli ufficiali delle armate imperiali di Russia, devono aver distaccato sui tetti della cattedrale squadre di scalpellini, con un unico modello di intaglio. « Of/ieier dans le tei reghnent de l'armee de S. M. l'Emjicreur de toulcs le Jiussie ». E' l'anno in cui fu battuto Napoleone. Tutte queste pietre fulve sono litanie: ad ogni litania, un nome di barbaro risponde « ora prò nobis ». La cattedrale strasburghese è il ruolino di marcia dello grandi invasioni. Ho notato nella. mia- memoria un nome di ignoto. E' scolpito in alto, sul secondo ripiano della griglia, in una pietra riquadrata così e così. So tornassi a Strasburgo facilmente lo ritroverei. Fu un nobile, forse un barone baltico. Comandava uno squidrone di ulani. Mi piace, nei portali delle vecchie chiese, scegliermi un santo modesto fra la foresta degli anonimi, mi piace sulle torri delle vecchie chiese scegliermi un nome di ignoto, che aspettò invano, per secoli, chi lo leggesse. Io solo so che quel tale santo modesto prega ancora dal portale di Amiens, e che quel tale uomo straniero, dimenticato dai suoi discendenti, passò, in una primavera lontana, il Reno fiorito. Sono le mie conoscenze più care, i soli segreti che non tradirò mai. Mi rallegro di avere sbarazzato la mia memoria delle regole di prosodia latina o della spiegazione dell'anello di Pacinotti, cognizioni dette Utili. Ma mi desolerei d'aver dimenticata la passione di immortalità che un, giorno animò un uomo, un povero uomo come me, e che in me solo, nella mia memoria, ha trovato appagamento. Risuscito quello scomparso, lo ricompenso, come un dio, . della sua fede riposta nella pietra intagliata o scolpita. Di essere, stato un poeta dall'unico verso, affidato alla pietra fulva di una cattedrale. Di avere obbedito, meglio di tutti, alla prima inspirazione della poesia:. Sculjìte, lime, cisele; que fon rive flottante se scelle dans le bloc resistant. *:'* Città dei marescialli di Fi ancia. Granii nomi guerrieri, tutti montati in gigli d'argento. Il maresciallo di Saxe vi è sepolto. Si va a prendere il fresco sul passeggio lasciato dal Maresciallo di Broglie. Ogni volta che si distacca il coperchio di una preziosa terrinetta gialla, e sollevate con le punte delle dita la lamina di stagnola, si intacca lo strato di grasso cereo protettore del paté de fois gran, trionfa il Maresciallo di Contades. Il paté de fois gras lo inventò qui in Strasburgo, il suo cuoco. Ci furono dei generalissimi che credettero di vincere le guerre facendo distribuire 11 baccalà alla truppa: ci furono dei generalissimi che assicurarono il paté de fois gras alla posterità. Vive Contades! Pingui di ventre e bianchi di mani, conversatovi brillanti e libertini convinti, io li amo, i grandi luogotenenti del Re di Francia; che nel governatorato di Strasburgo tenevano corte galante e accademia culinaria. Essi soli guadagnarono Strasburgo alla Francia. Abbasso la sobrietà militare, il brodetto di Sparta e le patatino delle mense sottufficiali. Dei palazzi, delle livree, delle favorite, un gran naso aquilino, il cordone bleu dell'ordine del Saint-Esprit, e un cuoco di genio, portato via con un intrigo di corte, alla concubina di un Re: ecco la ricetta peassimilare le terre di confine, e mettere nel sacco gli'apostoli noiosi delle nazionalità e dei loro diritti'. Von Manteuiì'el mandato qui dalla Prussia, dopo il '70 fallì: troppo virtuoso, legalissimamente anima gliato; e poi non mangiava altro che del pessimo goulasch all'ungherese, roba da trattoria a prezzo fisso. #"'# I coscritti, i bluets in libera uscita, si affollano negli tstaminets. Mandano alle loro pivello lo "i '. -1 '11e con la cicogna di Stras¬ burgo che porta un bambino nel beccai Sul Broglio, gruppi di miìitafesse pascolano la loro prole. Tutti i ragazzi col berretto da e/i'issfitrs, anticipo dell'uniforme clic li avviiigliiorà appena avranno venli anni. Ufficiali con la cravachz, certo valorosi e generosi corno tutti gli ufficiali delle commedie francesi rappresentate sulle scene italiane. Ci distendiamo al sole, in Strasburgo riconquistata : fuori il petto, fuori il nastrino della legion d'onore, fuori la biancheria. Vecchia guerriera Strasburgo, città dai Galli capelluti, ti piace la fanfara, eh? Ti piace il pennacchio. Madre di tutte lo Francillr.n isteriche, capitale di tutte le vivandiere dello armate francesi, vivaio della selvaggina di Saint Gir e di Saumur, is scjuamosità lebbrose, delle due piazze d'armi sul verde d'Alsazia ci paion giardini, c l'Ili rinchiuso fra gli argini muscosi, l'Ili che non lavora, con le chiatte, ti pare un bel fiume perchè è scansafatiche come un maresciallo di magazzino. Eppure sei l'unija città di guarnigione simpatica che conosca : tutte lo tue caserme e le tue casematte non mandano filoni di puzza di bestino per lo tue strade. Ringrazia chi t'ha fatto : i galanti cardinali e i marescialli cortigiani. Nel cortile del Palazzo di Rohan, il silenzio elegante dei vecchi,-nobili hótels di Francia : l'alto silenzio di un salotto, quando entra un visitatore sconosciuto. Sì, sì: amo Strasburgo. Tutta la Francia ha dato qui il suo fiero : la Marsigliese ha preso il volo di qui, zenzero afrodisiaco del patriottismo celtico: e il pale de. fois gras, autentico, squisito, ineccepibile, si trova chez Henri/, rite du. Dome, in terrinette di tutte le dimensioni, fino a cinque chili. GSOVANNI ANSALDO

Persone citate: Bazaine, Luigi Xv, Maurilio Saxoni, Pacinotti