I partiti e la situazione nel paese Dalla democrazia sociale alla collaborazione

I partiti e la situazione nel paese Dalla democrazia sociale alla collaborazione I partiti e la situazione nel paese Dalla democrazia sociale alla collaborazione Roma, u notte. La prossima riunione del Cansifflóo dei ministri si preannunzia viva di interesse e d'importanza. Nei vari dicasteri competenti fervo il lavoro per la preparaziono del nuovi schemi di decreto, che dovranno essere varali nell'imminente periodo di lavoro ministeriale. Presso j ministeri della Guerra-, della Marina, dello Finanze e dai Lavori Pubblici, gli organi e i funzionari direttivi operano hi questi giorni più del consueto per ultimare i lavori necessari alla preparazione dei nuovi provvedimenti che dovranno discutersi nei prossimi consigli dei ministri, e in special modo la riforma ammnnistrativa. Secondo una informazione del Popolo, si dico prossima la costituzione del nuovo Ministero dello Comunicazioni al quale sarebbe proposto l'on. Costanzo Ciano. I dciuosociaii nel paese " Intanto una nota di notevole interesse nelle sf-'echo della politica estiva della Capitale, è recata oggi dai demo-sociali. Nella sode della direzione di questo partito, ha avuto luogo un'importante riunione. Il direttorio, sotto la presidenza del ministro on. Di Cesalo, e stato infisso a giorno dai fiduciari del partito in tutta Italia della situazione generale rispetto all'azione demosociale e circa i rapporti the coirono fra demosoclali e fascisti. Gli organi del partito hanno mantenuto sullo svolgimento e sui risultati del Congresslno il più s'.retto riserbo. Siamo tuttavia in grado di dare in proposito qualche 1 agguaglio. L'accordo con i fascisti non si è verificato che a Pavia, ove le forze demosoclali e quelle del partito dominante non si urtano e non si contrastano. I fascisti dimostrano, anzi, per il sindaco, che è un dwnoscciale della primaora, una grande deferenza ed evitano con cura ogni manifesiazione ostile verso il partito che ha dato loro le proprie forze per la conquista dell'amministrazione comunale. A Cuneo la democrazia sociale! avversata dai fascisti, tende a spiegare la propria aziono sulla stessa linea della democrazia glolittiana. in tutta l'Italia settentrionale i rapporti tra fascisti dcmosociali, risultano inspirati ad un riserbo reciproco che in qualche località assume aspetto di dichiarata ostilità. Cosi dicasi per l'Italia centrale, per il Mezzogiorno 0 specialmente per la Sicilia, ove la democrazia sociale dispone di forzo notevoli e di organizzazioni di lavoro assai numerose. In Sicilia la democrazia sociale è il bersaglio preferito del fascismo, che tenendo in nessun conto il fatto della partecipazione al Governo di eminenti uomini, appartenenti al partito demosociale, batte ih breccia uomini e organizzazioni. Nonostante però le aspre difficoltà del momento, la compagine del partito risulta nel Mezzogiorno particolarmente salda e fattiva. I fiduciari hanno ricevuto dal direttorio, dopo le rispettive relazióni, le istruzioni inerenti alla linea di condotta che il partito dovrà seguire. Sappiamo che per ora non avranno luogo altri colloqui fra di presidente del Consiglio e i capi della democrazia sociale. Non riteniamo però improbabile che lo conversazioni vengano riprese a fine mese, allo scopo di continuare fra Governo fascista e il partito demosociale una intesa proficua « definitiva, tale da impedire che sì verifichi più oltre il fenomeno delle ostilità in piòvincla è dell'apparento accordo fra gli uomini di Governo dei due partiti. L'a^uosticlsmo fascista del ministro Di Cosare Sul numerò odierno di ConsciefUia è poi non meno interessante un nuovo articolo dell'on. Di Cesarò attuale ministro delle Poste e Telegrafi nel Governo fascista. L'onorevole DI Cesarò esamina la .situazione politica nel Mezzogiorno. Egli, come deputato meridionale, prende una posizione stranamente agnostica nei confronti del fascismo mentre tuttora dura la sua collaborazione al gabinetto Mussolini. L'on. Di Cesarò rileva che senza il Mezzogiorno nessun movimento politico 6 mai riuscito in Italia. Non si attuò l'unità d'Italia sinché non si mosse la Sicilia. Cadde l'on. Nitti meridionale, perchè non volle tenero conto dei sentimenti del sud e preferì favorire gli interessi di origine settentrionale e dopo di lui fallì il movimento socialista, che sulle orme del bolscevismo russo, tendeva ad impossessarsi del potere attraverso il disfacimento dello Stato, perchè a questo Stato mantennero fede e devozione le popolazioni della bassa ItaUa e delle isole. Oggi il fascismo — prosegue l'on. Di Cesarò — sceso esso pure dal settentrione, ha battuto allo porte del Mezzogiorno ed ha chieste di penetrarvi. Sarà ammesso? O sarà tenuto in benevola diffidenza così da non lasciare che penetri nell'intimo della vita sociale e politica meridionale? Dipenderà dal fascismo a seconda delle sue attitudini e capacità ad apprezzare ed a giudicare correttamente del Mezzogiorno. Ma non parta dal preconcetto che gli attaccamenti personali tolgano al Mezzogiorno di avere coscienza politica. Chi cosi pensa cade in gravissimo errore e spero che ormai sia diventato un luogo comune il dire che in politica bisogna guardare i programmi e faro questione di cose e non di persone. Ma non è detto che la verità debba trovarsi nei luoghi comuni. Si pensi: quanti programmi non hanno sciorinato all'Italia tutti i diversi partiti che se la sono finora contesa? Quante cose non hanno essi promesso? ». Siccome i programmi non furono poi mantenuti, l'on. Di Cesarò chiede se ci sì può sorprendere che ie popolazioni meridionali, dopo le ripetute delusioni sofferte, non credano più ad affidamenti ed a programmi, se non li vedono garantiti da uomini dei quali per esperienza sappiano che la parola costituisce un impegno e con i quali stiano in solidarietà di vita, di sentimenti e di interessi. « In teoria le cose hanno maggiore importanza delle persone — conclude l'on. Di Cesarò — ; ma il buon senso del nostro Mezzogiorno ha da tempo compreso come in pratica, essendo gli uomini quelli che devono eseguire le cose, i primi importano più delle seconde. I programmi politici per il Mezzogiorno sono come le cambiali per le banche; non bastano da sole, occorrono gli uomini che le avvallino, senza di che restano nel campo delle ideologi) e non della politica ». L'articolo dell'on. Di Cesarò era molto commentato stassera negli ambienti politici e si faceva da qualcuno presente l'ipotesi di una presa di posizione elettorale. Un'intervista... che non ha fatto rumore Nel campo popolare le acque accennano a calmarsi. Il conte Grosoli, uno dei senatori recf.ntemente usciti dal Partito, ha accordato .al Corriere Italiano, 11 nuovo giornale uscito per la prima volta stamane a Roma, un'intervista. Il conto Grosoli non ha detto nulla di particolarmente interessarne, poiché le sue dichiarazioni si riferiscono assenzialnientu ai passato del Partito popolare. Egli ha accennato al caso Mignoli, ed ha narrato come egli fosse contrario all'ammissione dell'on. Miglioli tanto nel partito come nella direzione, dove l'on. Miglioli ebbe poi molta influen•za. Circa le previsioni sull'avvenire del partito, il conte Grosoli ha detto: «Non credo di poterne fare; allo stato delle cose gli organi centrali del Partito sono tuttora in gran parte sotto l'influenza dei così detti « sinistri ». poiché gli altri si sono venuti man mano ritirando dal Partito o dalla vila del ptirtito. Ma vi è da domandarsi che cosa sarehbo il partito, ridotto a quelli soli che ne ! vivono la vita, senza più quelli che si sono ; posti In disparte o quelli che. senza essere 1 temperati lo seguivano. v-u-- — Quale impressione le ha fatto la recente intervista dell'on. Rodino, — ha chiesto il giornalista. — L'amico Rodino è un uomo fine 0. misurato, e certo la lemperanza di forma in questi giorni, è, al confronto delle ultime esagerazioni, cosa che non può passare inosservata, anche come implicita confessione di quei deplorevoli eccessi. Ma non si tratta di fa-e la voce più 0 meno grossa, la questione è di sostanza. Quindi il conte Grosoli ha parlato del problema della collaborazione, eollaborazone che egli giudica debba essere materiata di convinzione per riuscire gradita ed efficiente» Quest'intervista non ha avuto affatto la larga eco polemica che il nuovo giornale fascista stamane preannuncia-va. Il Popolo l'ha giustamente giudicata assai poco interessante ed il solo giornale che la riproduce stassera è il Corriera d'Italia che pubblica inoltre la replica del senatore Filippo Crispolti a don Giulio De Rossi a proposito della libertà di stampa dei giornali popolari. Crispolti e la stampa popolare Il senatore Crispolti conviene col De Rossi che per la natura delle cose, per i fatti intervenuti, per i regolamenti stabiliti, i giornali aderenti abbiano degli obblighi e che il Consiglio nazionale possa richiamarli ad essi, oppure dichiarare cessata l'adesione se gii risulti che tali obblighi siano violati o inadempiuti « ma questo diritto '.nconlì-iiabile del Consiglio Nazionale — scrive il senat-ne Crispolti — non toglie la sinddciij'ìiià rifi modi e delle ragioni per cui volta per volta 10 esercii , come in un magistrato la facoltà di pronunciare sentenze non porta che •■gol su'i sentenza sia buona. Ora specialmente in circostanze in cui si aspettava rial Consiglio nazionalo un'ampia e revisiva equità, le misure prese contro il Corriere d'Italia, coordinate per di più ad altre repressioni contro numerose persone, mi apparve sommamente deplorevole. La libertà di stampa, che permette benissimo certe limitazioni consensuali, veniva ad essere a parer mio colpita dall'uso particolare che il Consiglio nazionale faceva dei suoi mezzi regolamentari ». Il senatore Crispolti cita inoltre il coso del Cittadino di Genova, altro organo aderente al partito che il Consiglio nazionale dichiarò essersi disorientato dal punto di vista popolare, sebbene il Crispolti avesse affermato il contrario dopo «ver esaminato la condotta tenuta dal giornale durante la discussione elettorale. « Sentiii allora — conclude il marchese Crispolti — come il colpo dato dal Consiglio nazionale al Corriere d'Italia era aggravato da una ulteriore concezione restrittiva della giusta libertà da lasciarsi ai pubblicisti inscritti nel partito ed ai giornali aderenti. Questo fece traboccare il vaso e indurmi a riconquistare pienamente una libertà che del resto non mi toglierà in- nulla l'imparzialità verso i meriti e i difetti di partito, sia passati che presenti e fututri ». ,«cP0.tÌ?uaJ5lP„.'3Oi. ?" attacchi contro il direttori aet fopom, uluseppe uonan. viaea Nazionale, che ha tra i suoi collaboratori dei prelati romani anonimi o dei semplici anonimi sacerdoti, pubblica stasera la lettera di un'— come al solito _ anonimo sacerdote veneto per dimostrare ancora ima volta l'antica ostilità del dottor Donati verso la Santa Sede. Una strana circolare Una novità è recata dal popolo, il quale annuncia che è stata trasmessa ai superiori uffici competenti, per disposizione del Ministero dell'interno a tutte le sezioni dei reali carabinieri, la seguente circolare riservata: « Prego vostra signoria di formularmi un elenco completo di tutti i Circoli cattolici e di tutte le sedi di organizzazioni popolari esistenti nel territorio soggetto alla giurisdizione di questo Comando o Stazione, fornendomi i seguenti dati per ogni Circolo e per ogni organizzazione: l.o Denominazione del Circolo .0 sede di organizzazione; 2.0 Ubicazione; 3.Q Generalità complete del segretario e del presidente; 4.o Attività che esplica il Sodalizio o l'organizzazione; 5.o So abbia o meno principi contrari al Governo fascista; 6.0 Data della fondazione; 7.0 Nomerò degli iscritti. « Speriamo — commenta il Popolo — di poter conoscere le disposizioni ohe verranno emanate ad inchiesta compiuta' e che saranno naturalmente in dipendenza della risposta al quesito N. 5. Forse per le organizzazioni di Como le pratiche erano proceduto. con celerità tutta... fascista ». Per quanto si' riferisce al movimento girondino, ò uscito oggi il giornale La Gironda, organo di quelle poche persone -che formano il- nuovo partito. I fascisti e i Comuni Non può infine passare inosservato nella cronaca politica della giornata un editoriale del Mondo intitolato: « Imposizioni inaccettabili ». il giornale si riferisce alle recenti imposizioni da parte dei fascisti alle amministrazioni comunali, liberali e popolari, di dare le dimissioni, e fa presente anzitutto lo conseguenze di carattere amministrativo ed economico che possono derivarne. Benché il Governo avesse avvertito la gravità del fenomeno, il giornale si chiede come mai i prefetti accettino le dimissioni a cui gli eletti del popolo si piegano sotto t colpi vibrati dagli esponenti fascisti locali sotto forma di ordini del giorno. E' ammissibile — si chiede 11 Mondo — che in un paese come l'Italia le vicende amministrative dei Comuni, le quali investono i fondamentali interessi di un intero popolo, possano essere subordinate al capriccio tirannico di una parte politica, indipendentemente da considerazioni o da preoccupazioni di carattere generale? A che si riducono dunque praticamente le libertà del Corpo elettorale? I programmi amministrativi e l'autorità degli organi statali? Il giornale invita infine le amministrazioni colpite da ordini del giorno fascisti a resistere per non tradire il Corpo elettorale ohe le ha prescelte. « Nell'ultimo suo discorso alla Camera l'on. Mussolini. — conclude il Mondo, — rendendo omaggio all'unificazione spirituale del paese che era stata indicata dall'opposizione costituzionale come il fondamento primo della restaurazione della nazione, invitò i deputati a fare opera di pacificazione. Il voto che seguì al discorso è di per se stesso la dimostrazione che quell'invito fu inteso o raccolto. Ma come è possibile perseverare in quest'opera con fede so si rinnovano ad esempio più frequentemente le sopraffat-rici intolleranze? Il Governo deve essere il primo a riflettere sulla gravità dei nostri rilievi, non soltanto perchè tali fatti potrebbero determinare un grave perturbamento nella situazione amministrativa di talune Tegioni e per riflesso nell'economia generale del paese, ma anche perchè questi atti sistematici di partigiana sopraffazione danno la più eloquente smentita a coloro i quali si affrettano a proclamare che i difensori della libertà si .lamentano a torto ed in mala fede e che inni come in questi tempi- l'autorità dello Stato prevalse sulle competizioni di parie e la disciplina e le gerarchie ebbero rispetto e prestigio ». Colloqui presidenziali Fin qui la politica, diremo cosi, militante. La giornata è stata inoltre contrassegnata da vari colloqui presidenziali. Il primo colloquio si è svolto stamane a Palazzo Chigi Ad esso hanno partecipato il Presidente del Consiglio, il Ministro delle finanze, on. De Stefani, ed il direttore della Banca d'Italia, comm. Bonaldo Strinather. Il Presidente del Consiglio, on. Mussolini, ha ricevuto poi una commissione della città di Pistoia, comporta del sindaco Ulivi, degli assessori avv. Bozzi, fascista, ed uig. Chiù, liberale, e ilei dottor Spinelli, segretario politico del Fascio pistoiese. La commissione espresse al capo ilei Governo i desideri dello cittadinanza e cioè la costruzione della ferrovia Empoli-Pistoia, l'allargamento della circoscrizione circondariale di Pistoia, rassegnazione di lavori continuativi alle officine pistoiesi San Giorgio ed altri provvedimenti per gli istituti di cultura. Il Presidente ha quindi ricevuto il prefetto di Sassari, grand'ufr. eresiano ed il P.e?io Commissario della citta di Sassari avv. Mura accompagnato dal comm, Antonello Captino, commissario fascista per la Sardegna, i quali lo hanno informato che il progetto per l'acquedotto di Sassari che costituisce la promessa formale del Prosi-dente alla città, nel suo recente viaggio in Sardegna, è slato deposto presso il Ministero degli interni, sicché non resta che espletate lo ulteriori pratiche por la concessione del mutuo. Il Presidente del Consiglio ha inoltre ricevuto l'on Arturo Benelli, capo della f-onnernzione reggiana. Era prosente l'avv. Paolo Teruzzi. direttore generale degli istituti di Tedilo per la cooperazione. L'on. Bonolli ha portato al cano del Governo il saluto dei cooperatori della sua provincia. L'on. Mussolini ha convocato per i primi giorni della prossima settimana un convegno a Roma che egli presenzierà ed al puale interverranno le autorità politiche e sindacali laiciste del Repriano, allo srono di procedere «Ha sislem>izionr. del movimento cooperativo in quella ropione.