Una distrazione di Lord Cecil

Una distrazione di Lord Cecil Una distrazione di Lord Cecil ord Cecil La Commissiono temporanea mista creata dalla Società delle Nazioni per la riduzione degli armamenti ha discusso in questi giorni un progetto di brattato « di mutua assistenza fra gli Stati", che dovrebbe avere, per scopo di facilitare una tale riduzione. Contro un punto fondamentale del progetto la Delegazione italiana, presieduta da Bonin Lonrare, ha preso nettamente posizione ; e, crediamo noi, con ottimi motivi. Trattasi di un argomento che ha una importanza capitale per il futuro indirizzo della politica europea ; e sul quale, pertanto, occorre richiamare fortemente l'attenzione dell'opinione pubblica, e in particolare, oltre di quella italiana, dell'inglese, che ci sembra sia stata assai male interpretata, nella fattispecie, dal rappresentante britannico Lord Cecil. Ecco di che si tratta. La Società delle Nazioni, accingendosi a studiare, in base all'art. 8 del Patto, il problema della riduzione degli armamenti, ritenne di non poter procedere su questa via se prima non si fossero precisole e perfezionate le garanzie difensive dei singoli stati. Soltanto ove gli stati dalla Società siano il riù possibile garantiti contro una aggressione — si disse — diverrà possibile indurli a ridurre gli armamenti. La commissione, pertanto, creata dalla Società delle Nazioni per la riduzione degli armamenti, si dette alla elaborazione di questo trattato di «mutua assistenza», il quale non è, ò almeno non dovrebbe essere, se non fapplicazione dell'art. 10 del Patto, statuente, appunto, l'obbligo del reciproco aiuto fra gli stati della Lega contro ogni aggressione. Ora, si potrebbe cominciar dal chiedere se davvero questa pregiudiziale fosse giusta e opportuna ; se, cioè, non ci fosse in vari stati europei un eccesso di armamenti che rimaneva tale anche di fronte ad ogni ipotesi concreta di aggressione. Gii armamenti della Francia, per esempio, appaiono grandemente esagerati ove si considerino i pericoli effettivi — non quelli immaginari — che, per oggi e per molto tempo, cesto stato possa correre. Tali armarne, cioè, ed" altri consimili avrebbero dovuto essere considerati per quel che sono in realtà ; cioè armamenti offensivi e non difensivi, e, come tali, suscettibili senz'altro di riduzione. Ma ammettiamo che questo non fosse possibile, per la recisa, intransigente opposizione che la Francia, ed altri stati sognaci della sua politica, avrebbero fatto ; e che quindi fosso davvero necessario elaborare preliminarmente il patto difensivo fra gli stati della Società. Bimane sempre che tale patto avrebbe dovuto essere di tutt'altra natura dalle vecchie alleanze, tipo Triplice Alleanza e Duplice Alleanza (o Triplice Intesa) le quali, difensive secondo la lettera, in realtà, dividendo l'Europa In due gruppi contrapposti, acquistarono un valore offensivo e contribuirono potentemente a scatenare la guerra europea. Avrebbe, invece, dovuto essere sul tipo dell'intesa di Washington per il Pacifico, la quale abbraccia contemporaneamente proprio quegli stati fra cui potrebbero scoppiare i dissidi, cercando di favorirne un pacifico componimento. Era quello che noi sostenemmo nell'articolo « Alleanze vecchie ed intese nuove » del 13 dicembre 1921. Negli accordi particolari 'di gruppi, contrapposti il carattere formalmente « difensivo » od « offensivo » non ha un grande valore pratico, secondochè l'esperienza ha largamente dimostrato, essendo la difesa e l'offesa concetti assai relativi, per indirettamente interessati. Quando, invece, sono gli eventuali avversari a trovarsi legati da un accordo, insieme con altri stati in grado di interporsi come mediatori, allora l'accordo può avere assai maggiore speranza di servire alla causa della pace, perchè si risolve in una specie di arbitrato obbligatorio, sostenuto, almeno parzialmente, da una effettiva coazione. Ora, che cosa fa il progetto in questione, ■ preparato dalla Commissione temporanea? Nei primi articoli, esso stabilisce^ 0 piuttosto ribadisce, il patto difensivo generale fra i membri della Società dello Nazioni: e fin qui, nulla da ridiro. Ma poi, In quelli successivi, non solo permette, ma sanziona gli accordi particolari, 6 inette a disposizione dei loro contraenti l'appoggio della Società. Esso, cioè, approva, consacra, favorisce precisamente quella formazione di blocchi contrapposti che ha condotto l'Europa alla guerra a sull'orlo della rovina. La Delegazione italiana si è schierata contro questo punto, con ottimi argomenti, sostanzialmente corrispondenti a quelli da noi svolti ; e noi non possiamo che esortarla ad insistere, e a portare la sua opposizione in seno al Consiglio ed all'adunanza plenaria della Società. Soltanto, consiglieremmo al Bonin Longare di precisare e limitare questa opposizione nel Benso.di non escludere qualsiasi accordo particolare (per esempio, un patto di non aggressione includente Francia e Germania sarebbe altamente approvabile), ma, appunto, quegli accordi particolari diretti (sia pure In forma difensiva) contro uno stato, come l'alleanza' franco-belga, la franco-polacca, e cosi via. Lord Cecil ha detto di non comprendere le obbiezioni italiane. In verità, siamo noi a non comprendere nffatto il suo contegno, di lui che è pure un cosi caldo fautore della Società delle Nazioni, della pace e del disarmo. Egli ha detto, altresì, che Poincaré gli aveva espresso la sua soddisfazione per il progetto. Qui il nobile Lord pecca veramente d'ingenuità: l'approvazione di Poincaré era l'ultima che egli avrebbe dovuto menzionare. Certo, 'Poincaré ha ragione di essere soddisfattissimo: il progetto è un vero trionfo della sua politica per l'accerchiamento della Germania (e dell'Italia) e per l'egemonia 1 militare franco-negra sul continente europeo. Possibile che il nobile Lord non ne abbia avuto qualche sospetto? ■; Penseranno, crédiamo, Baldwi.n e Cui'zpu ad aprirgli gli occhi. !;1

Persone citate: Benso, Bonin, Bonin Longare, Lord Cecil, Poincaré

Luoghi citati: Europa, Francia, Germania, Italia, Washington