Gioventù tedesca

Gioventù tedesca Gioventù tedesca ti potete veder dappertutto dove ri sia un po' di verde, net boschi, lungo i fiumi e i laghi proferibilmente, nell'lsartal come a Potsdam, nello Harz come nella Foresta Nera, a gruppi fll 6-12, col sacco a dorrò gonfio e un armamentario bizzarro — pentole, reti, violini, chitarre — che li assomiglia ora a dei giullari ora a dei magnani girovaghi. Chi sono? Gli stormi del Wand£rvogcL Ginnasiastl, ragazzi fra i 14 e 1 19 anni, tutti maschi più frequentemente, qualchevolta mescolati con femmine, qualchevolta sole femmine. Si son messi in istrada il sabato appena usciti dalla scuola, hanno camminato gagliardamente, si sono fermati quando la stanchezza, il paesaggio, un capriccio ha indotto 11 capo (cui obbediscono severamente) a sgropparsi del peso; si son fatti da mangiare da sé. hanno riso, cantato, discusso, danzato. La sera troveranno un fienile o, romanticamente, la rovina d'un castello, si prepareranno la cena e il letto. Prima di coricarsi danzeranno ancora (tonto meglio se farà chiaro la luna) danze ritmiche individuali ,■<*>» ^p*ppi in giro (Reiacn) e canteranno e discuteranno a perdifiato: dell'angustia della famiglia e della scuola, di Zarathustra, dei rapporti fra i due sessi, di religione, di riforme, dei tempi che verranno. Il Wandervogel (letter. uccello eTrante) è nato nel 1897. Fu uno studente di giurisprudenza, Carlo Fischer, che in quell'anno riunì un gruppo di scolari del ginnasio di Steglitz per intraprendere delle gite domenicali nella Marca; durante lo vacanze estive si spingevano fino alla Selva Boema. La cosa può parere ben semplice e modesta; ma quegli st-udentelli prussiani ci videro presto un principio di uovus ordo. Sentirono d'aver vissuto fino allora in un'atmosfera d'opprimente costrizione, quella della grande città industriale (Steglitz è un'appendice di Berlino) e della rigida scuola a della non raen formalistica famiglia tedesca; sembrò loro, adesso, di conoscere per la prima volta la libertà e la vita. Quelle loro gite seppero subito, ai loro stessi occhi, di congiura. Gl'irnberbi congiurati vedevano il mondo nettamente diviso in due campi ostili: di qua i giovani, generosi e nobili, inesorabilmente oppressi, di là tutto il resto — genitori, maestri, stato, società, chiesa — i vecchi insomma fatalmente oppressori. Retorica, naturalmente, ma che cresceva da un fondo di realtà e da uno Moto d'animo di ribellione ben diffuso- tra l'adolescenza tedesca: si pensi al c Risveglio di primavera » scritto da Wedekind qualche anno prima. L'esempio di Steglitz fu presta imitato. In pochi anni il Wandervoacl si fece il suo stile di vita, le sue fogge speciali di vestire, il suo patrimonio d'idee e d'aspirazioni; aveva coscienza di rappresentare una reazione ai sistemi educativi dominanti a base coercitiva e formalistica; aveva l'ambizione di lavorare colle sole sue forze al rinnovamento della gioventù. Colle autorità tutorie non potevano mancare i contrasti. Genitori e pedagoghi osservavano con crescente sdegno come i loro sudditi si facessero ogni giorno più arroganti e smaniosi d'indipendenza, e come calpestassero le gentili regole del Galateo con selvaggia allegria, e come fuggissero i dovari domenicali sacri alla casa ed alla chiesa per correre alla ricerca — plagiari di Robinson — di chi sa quale isola felice. Il conflitto durò alquanto e nqn fu dappertutto risolto ugualmente. Ma insomma gli anziani dovettero forse riconoscere di non esser senza colpa, capirono che resistere era peggio e cedettero sforzandosi di disciplinare il movimento. La fortuna del Wandervogel era fatta. Prima le grandi città (la grande città è davvero caserma e prigione pei ragazzi), poi le minori e fin le minuscole ebbero i loro gruppi organizzati. La grande maggioranza delia .gioventù accademica, e quindi dei giovani professionisti ed impiegati di oggi, è passata per od ha subito l'influenza del Wandervogel. Studenti di scuole medie eran costoro. Ora il nerbo di tali scuole è dato dalla media e piccola borghesia. Il « signore » sdegnava quei contatti e quelle abitudini tròppo democratiche, e per lui d'altra parte le difficoltà e le comodità famigliari avevan troppo peso. Analogamente nel Wandervogel mancò quasi affatto il proletario, perchè questo non frequentava le scuole medie e perchè, se mai, era guadagnato dal socialismo. La limitazione prospettata ha il suo valore. Rammentiamo che i movimenti culturali in Germania dal Medioevo in poi escono in genere dalle classi medie, e diciamo per il caso nostro: verso la fine del secolo passato ed il principio del nuovo i figli della midia e piccola borghesia tedesca reagendo contro l'educazione e in genere il tenor di vita imposto loro dalla società industriale,- meccanico-materialista, in cui crescevano, cercarono con una romantica fuga nella Natura, di prepararsi un altro avvenire o almeno di correggere il presente in modo più consono ai loro misconosciuti bisogni spirituali. A chi conosca anche poco la storia tedesca vien fatto ora di domandarsi : c'è del religioso in questo moto giovanile T Subito non parve. Qualche pastore borbottone parlò anzi d'un'opera di Satana, e nella cattolica Baviera si ebbero interpellanze al Landtag sulla immoralità della nuova frenesia giovanile e sui provvedimenti da avvisarsi per reprimerla. Del tutto ingiustificate le preoccupazioni dei patres conscripti bavaresi non erano. Ma la colpa non andava al Wandervogel, bensì a certi falsi profeti che colla scusa d'illuminare contribuirono moltissimo a dare al movimento un carattere un po' torbido. Il principale di questi metti-luce fu il signor Hans Blflher. Bliiher possiede tutte le qualità utili per far girar la testa ad un ragazzo tedesco. Ha una certa coltura classico scientifica che sa adoprare con parecchio sus slego, ha un talento dialettico-sofistico emi nente, scrive e parla abbastanza bene, è uno spirito fanatico, e finalmente è riuscito presto a fabbricarsi urrà, formu'a colla quale apre e chiude facilissimamente ed infaticabilrr.ente tutti i problemi dell'universo morale. Per Bliiher l'intera storia del progresso umano si spiega coll'attrazione erotica del maschio verso il maschio. L'amore dell'uomo e della donna esiste certo anche ed ha la sua importanza, ma gli uomini che aman le donne sono — poveretti! — dei semplici normali e non meritano l'attenzione del signor B^iihér. Il quale afferma ch6 le grandi opere umane son compiute dai Mànnerhelden, dagli croi in ogni cosa (e precipuamente nel loro Eros) maschili. Una volta conquistato questo leggero ma poderoso strumento d'ermeneutica, il signor Bliiher prese in benigna considerazione il Wandervogel. I primi Wandervogel, in quella loro salvatila fuga dal mondo, non avevano voluto sapere d'ospitare nei loro gruppi delle donne. Ed ecco Blùher vedere qui il punto di partenza per la dimostrazionii delle sue teorie. Applicando i sistemi freudiani — coi quali, ò noto, 11 mondo intero diventa in quattro e quattr'otto una clinica ed un manicomio — inoculando in ragazzoni po' natura disposti ai più tremendi pasticci filosofici il demonico bacillo dell'introspezione psico-analitica, imponendosi coll'aria d'aver trovata lui la formula scientifica della nascitura « coltura Wandervogel », che ormai sembrava dover esser l'uovo dell'avvenire, — Bluher riuscì a far impazzare migliaia e migliaia di giovani. Migliaia e migliaia di poveri innocenti, non più viziosi o maiali degli altri loro coetanei di Germania u d'Europa spararono, temettero, disperarono dinanzi allo specchio psico-analitico di avere o non avere titoli sufficienti per diventare... Mànncrhcldcn! Perdio solo di questi, giusta il verbo blUhcriano, doveva es?er fatto il Regno futuro. Il pericolo rese più attenti, ma anche più t n i a o a a e è z a à a i o a cauti e solleciti genitori e maestri. K i giovani tedeschi dimostrarono d'avere ben altra salute di quella augurata loro dal falso profeta. 11 Wandervoacl cadde in preda allo scisma, ma fu un processo di maturazione. Pochi gruppi tennero fede alle dottrine del maestro (mero gazzarre verbali, intendiamoci!), il quale — visto cho sa parlare, sa formular begriffl, e aveva fatto scandalo — ebbe accresciuta momentaneamente la diffusione de' suoi libri. La grande maggioranza studentesca lo sconfessò e per accentuare il distacco fece più largo posto (s'era già cominciato ad accoglierlo) all'elemento femmini'e. Bliiher, constatato con disgusto che il Wandervogel si allontanava dalle mete da lui -prefissegli, lo punì ritirandogli i suol lumi benevolenti. Alle idee bluheriano si accostò anche quel Gustav Wyneken, fondatore della » Comunità scolastica libera di Wickersdorf », colla quale si proponeva di dare un esempio di scuola riformata niente coercizione e tutta natura, quel Wynelcen che ebbe un processo celebre ed a cui giorni fa l'occhiuta polizia bavarese impodi di tenere una conferenza annunciata a Monaco. Ma ritorniamo ai giovani. Passando all'università l'ex-ginnaslasta cessava automaticamente d'essere Wandervoacl. La questione d'estendere i limili d'età fu più volte posta e sempre risolta negativamente. L'.Universttà tedesca ha molte associazioni: i Corps, le Vcrbindunoen, i diversi Versine: Ma hanno in gejierc, queste associazioni, uno spirito troppo fortemente tradizionale. Inoltre, peggiorando i tempi, le molte dissipazioni imposto dalla vita dei Corps, ecc., riuscivano troppo costose agli studenti di media fortuna. In quei quadri dunque lo ex-Wandervogel non ci si ritrovava. Ed ecco a un gran convegno studentesco tenutosi nell'ottobre 1913 allo Hohen Meissner la nascita della Frctdeutschc Jugcnd (gioventù libera tedesca). La formula programmatica diceva : « La F. J. 6 un'ussociazione di comunità, lo quali, nutrite e collegate da solo spirito giovanile, vogliono, colla coscienza della loro responsabilità e col proposito di intima sincerità, crearsi da se, la loro vita ». La studente universitario ha più tempo e modo di far quanto gli. piaccia; e d'altra parte la smania del conoscere o del discutere è assai più forte ed operosa in lui che nel ginnasiasta. Onde la faccenda delle gite passò in seconda linea, e tutto il fervore della Frcideutsche Jugcnd si concentrò negli studi di riforma. . L'abblam conosciuto anche noi in Italia, negli anni immediatamente avanti la guerra, quest'assillante malcontento dell'ordine, in cui s'era costretti a vivere e quest'ansiosa ricerca dell'avvenire. L'affanno mortale della tragedia europea era già incominciato inconsciamente nei cuori degli esseri più sensibili, nei cuori cioè dei giovani, che avrebbero più a lungo dovuto portarne.le conseguenze. Se si ammette che, per esser la sua nazione giunta a maggior sviluppo della civiltà industriale-meccanica del '000, la gioventù tedesca aveva più motivo della nostra di sentire acuta l'oppressione della crisi imminente, e se si considera quale eredità abbia lasciato qui la guerra, si potrà comprendere di leggieri quanto, grande e caotico dovesse esser il travaglio dei giovani tedeschi, che anelavano a nuova luce. Basta dare una occhiata alle molte riviste pubblicate dalle diverse comunità della Fretdeutselie Jugend. Che il travaglio dovesse essere assai lungo e doloroso non si vide subito. La guerra nella sua terribilità parve accelerare il processo: ecco, ecco sorgere con spasimo eroico, ma con luce di gloria l'auspicato avvenire 1 La guerra finì colla rivoluzione. Tante illusioni cadevano, tanti radicati rispetti, principii, bisogni cadevano. Non importa, si pensò; vuol dire che la realtà matura più rapidamente del desiderio l'avvenire. E nella sua grande maggioranza la gioventù medio-borghese di Germania (pur non. aderendo che in minima parte al socialismo) salutò l'avvento della rivoluzione e riprese a strologare, più accanita che mai, sopra sè e la sua nuova vita. Che^cosa la rivoluzione portasse lo sanno tutti; e. tutti sanno il progressivo precipitare della Germania nella miseria e nella schiavitù. Ora qual più triste sorte di quella della gioveutù d'un popolo non padrone di sè? A che serviva mai ora il chiacchierare e lo strologare? Alcuni per tentare di reagire al marasma e per iniziare una qualche forma di attività liberatrice pensarono di farsi colonizzatori Ci son sempre in Germania delle terre da poco dissodate (vecchie torbiere, boschi spiantati), che aspettano delle braccia volonterose. Cosi sorsero, tra l'altre, ad Habertshof le colonie del Neuwerk. Molti altri studenti furon chiamati dal bisogno a gettarsi nel lavoro, almeno periodico ed anche manuale. Tanto questi quanto quelli che vissero stentatamente con lezioni e per la carità pubblica non avevan più voglia di combinar piani di riforma. Avran continuato a sperare e a sognare, ma le Riviste, mancando i danari morivano. E spera e sogna ben timidamente chi, non avvezzo, è diventato troppo povero. Altri poi — molti — furono guadagnati dalle vario società segrete nazionaliste. Si fa risalire volentieri la responsabilità delle mene nazionaliste-rnilitariste tedesche ai principi spodestati ed al vecchi generali. Nel fatto (per tacere di responsabilità, che piuttosto andrebbero cercate fuori di Germania) l'accorrere dei giovani sotto le bandiere dei varii Hitler e Rossbach ha più che altro il valore d'un atto d'afférmazione di vita. I tedeschi amano vedere qui una prova dell'unanime riscossa dello spirito nazionale. Io non nego l'influenza del sentimento nazionale nel rinnovato fervore patriottico giovanile, ma ci vedo anche delle cause più profonde ed oscure. Non colpisce, forse, tanta acquiescenza, tanta immobilità, malgrado le parate militaresche, il molto rumoroso digrignar di denli ed i fieri propositi e l'accanita propaganda antifrancese? Che cos'è mai quel paio d'atti di sabotaggio nella Ruhr in confronto col contegno dei francesi o almeno coll'idea che di quel contegno si fanno i tedeschi? Coscienza di debolezza? Giuochi di pure forze economiche? Anche qui io penso non sia che una parte di vero. L'altra parte, per quanto riguarda la condotta dei giovani'starà, se non m'inganno, nel fatto che il loro travaglio, iniziato da oltre vent'annl è nella sua intima essenza un vasto travaglio religioso. Ci sono dei segni esteriori anche. I colonizzatori del Seuwcrk vivono secondo i precetti del Vangelo e intendono di preparare il Regno di Dio. La Qulckbornbewegung, il movimento cattolico, è fortemente organizzato e cresce ogni giorno più. Il principio cristianosocialista oppongono al principio socialistamarxista certi giovani proleiari d'un'altra recente associazione. Non molti mesi or sono la Turingia era commossa dalle gesta d'un profeta, che aveva uno straordinario successo colla fondazione d'una « Schiera nuova » (la « Neue Schar »). Ma questi e simili segni non sarebbero ancora decisivi. E lascio stare l'arte, dove una tendenza religiosa nei più moderni, e più serti è innegabile. Assai più Importanti a mio avviso sono altri segni: quello smanioso desiderio antico, non ispento (anzi !) nemmen ora, di staccarsi dal mondo dei vecchi, quel seguire con impetuosa fiducia l'uno o l'altro capo, l'uno o l'altro apostolo, che prometta- di portare i giovani verso una meta nuova, quel dare anche per nessuno scopo ragionevole immediato unita dolorosa disciplina, quel mantenersi ostinatamente fedeli, traverso errori e delusioni continui, alla loro utopia. La gente anziana, la gente maturata nell'ordine wilhelinlno ripensa sosn^ud0»31 mondo di. dieci, anni fa pcdcptslsdAeGdrirEdelmdacgqC«taus—cNCqqvdtnddununcCpnVdplitsttadszpWtldi«sececd come alla Terra pi-omessa, e vorrebbe risospingere la gioventù sullo antiche strade. Cuoi richiami cerio hanno il loro fascino: c'è tanta gloria nel passato recente I e c'è il j volto più bello e più felice della patria. Vien ' di là un ben chiaro comandamento. Ed ecco i giovani seguire gl'incitamenti degli a.iziani e del passato. E nondimeno la loro adesione è quasi affatto superficiale. Non già perchè la loro anima sia povera di generosità e di nobiltà, sibbene perchè più la commuovono altre ancora oscure ombre. Quando, nelle età delle grandi prove e di grandi mutamenti dìo (o, se meglio piaccia Storia che si prepara) tocca il cuoro degli uomini, i più sensibili, quelli di cui è l'avvenire, restano a lungo smarriti. Segno d'inferiorità in confronto di altri (individui e popoli;, elio sembrano uvere facilmente superato osili incertezza e si mostrano sicuri, loquaci ed arroganti? Non erodo. Almeno quando si tratta d'un popolo corno questo, che prima di giungere alla nuova luce ha sempre bisogno di risprofondare nel caos. LEONELLO VINCENTI.

Persone citate: Carlo Fischer, Hans Blflher, Hitler, Leonello Vincenti, Meissner, Robinson, Rossbach, Wedekind