Felice Casorati, pittore

Felice Casorati, pittore Felice Casorati, pittore e n d r e a i a e, a i o i , pSe ogni opera di Felice Casoratitoa quiete dello studio, solleva discussioni, e passa fra l'ostilità, spesso troppo caparbia, degli uni e il plauso, spesso senza misura, degli altri, non è a dire che Felice t -orati appartenga al novero di quegli agitatori di idee, cui il clamore della folla ft stimolo violento all'operare, e per i quali la lotta è vita. Credo anzi che quei senso di raccoglimento, e quasi di austerità, onde sono penetrate le opere di lui sia- l'espressione più sincera di una natura schiva, aristocratica, chiusa alla parola, che suona, e che non crea. « Manca una significazione di battaglia nello sviluppo della sua arte, che dal 1907 al 1922 si chiude in una coerenza lineare inesorabile » — nota giustamente Piero Gobetti, che all'artista volle rendere testé un omaggio veramente signorile, riunendo in ben qua.rantasette riproduzioni studi, quadri e particolari di opere del Casorali, racchiuse in un volume elegante sotto ogni aspetto. — « L'esperienza resta raccolta e personale: sarebbe disagevole al banditore presentarla come simbolo di una scuola e documento di lotta ». Tanto che fra le chiassate del futurismo, Felice Casorati potè forse essere considerato persino come un retrogrado, un reazionario, così egli seppe resistere alla nuovissima ondata, che travolse con sé ingegni indubbiamente fervidi, e li abbandonò poi sulla spiaggia, come avanzi resi informi dallo schianto della tempesta sollevata intorno I Ancora una volta, del resto, è necessario intendersi. Risale al 1909 « le vecchio», uggi ■nella galleria d'arte moderna in Roma, e al 1911 « le signorine » della Galleria internazionale di Venezia. E' d'oggi « lo studio », comparso alla recente Quadriennale al Valentino. E fra queste opere è un lungo succedersi di lavori, ove l'artista ora sembra volgere sicuro verso una mèta ; ora ritorna indietro come per assaggiare le proprie forze a spiccare più sicuramente il salto ; ora rivela con pienezza di linguaggio i propri! intendimenti, e lo fa quasi con ostentata crudezza, non per ferire il pubblico filisteo (che di tale pensiero è incapace il' Casorati), ma per dare a sè come un esame atto a rivelargli fin dove può giungere lo sforzo di una volontà fatta di raccoglimento ; di una coltura, assillata da cento problemi ; da un occhio oramai educato alle ricerche più acute e più profonde della struttura e del colore. Orbene in codesti quìndici anni di ostinata fatica è la ragione del dissidio fra il Casorati e tanta parte del pubblico. L'artista — piaccia, o non piaccia — ha fatto la sua strada ; s'è spinto, grondando sudore, verso una mèta, e il pubblico, o almeno una parte del pubblico, gli rimase alle, spalle. Imbattendosi soltanto di quando in quando nei risultati di una sintesi laboriosa esso si trovò come su una vetta, senza conoscere per quali vie vi fosse giuntò, e si vide come smarrito, con un desiderio profondo di ritornare al piano. Il piano era rappresentato da quel periodo fra il 1908 e il 1910, che il Gobetti definisce « di degenerata curiosità dispersa e veristica, quasi il tributo che il freddo Casorati pagava all'enfasi e al troppo umano ». Ma intanto era il piano, ove il pubblico si trovava bene; ove poteva comprendere con serenità una parola serena ; che per l'accessibilità del dire meglio corrispondeva a quella tendenza a rifuggire dallo sforzo mentale, che è l'ostacolo più fiero nella via della comprensione di un qualsiasi ardimento in arte. cosi un artista che si evolveva, si, nva facendo tranquillamente la sua strada, parve a molti un avventuriere avido soltanto di dare battaglia ; di distinguersi, facendo quello che non va fatto ; di suscitare un senso di disgusto nella folla per il gusto acre di godersi visi contratti dalla ribellione impotente. Che non si disse, in questa stessa Torino, ove il Casorati medita e lavora tenacemente e .vive in raccoglimento pensoso, quando comparvero Sii pubblico le non dimenticate « uova », e il ritratto di « Anna Maria De Lisi », e «un uomo» e « maschere » e oltre opere ì Si sarebbe preferito un Casorati improvvisatore piacevole; un facitore di visi belli, anziché di facce smunte, dall'ovale pronunziato, dagli occhi fissi e come sbarrati ; e dal taglio del labbro solcato dal dolore ; un tavolozziere — mi si permetta la parola — brillante anche se superficiale ; un inventore di aneddoti gustosi... E invece il Casorati sembrava compiacersi ogni giorno più di studi di solidità. ; di rapporti di tono corrispondenti a rapporti di spazio ; di procedimenti per semplificare, per comporre il suo pensiero, espresso nelle linee dell'opera, in unità costruttiva. Ma nè voglio, nè posso indugiarmi qui in una disamina degli aspetti dell'arte del Casorati ; de' suoi intenti ; della logica rigorosa, che guida — anche attraverso disuguaglianze e pentimenti, e spìnte improvvise verso l'alto, e repentine discese — il pittore nella sua via. Tutto ciò spiega assai bene il Gobetti esaminando l'opera del Casorati ; studiandone l'essenza ; non indulgendo agli errori; misurando la lode, cosi da renderla tanto più preziosa quanto più è pacato il giudizio del critico, che sente profondamente il valore di colui, del quale si indusse a scrivere, ma sà trattenersi da ogni amplificazione soltanto parolaia. Parolaio il Gobetti non 6 certamente. Piuttosto nel desiderio di approfondire la ricerca, e di fare di essa una cosa tutta sostanziosa è spesso, non dico mancante di chiarezza, ma tormentato, ricercato e faticante, non fatto davvero per il lettore superficiale e sbrigativo. Ora non si direbbe che la-stessa cosa accada per il Casorati pittore ? Ne volete un esempio f E' nella conclusione stessa dello studio del Gobetti. Udite : « Certo rammarico per la rigidità inaccessibile potrebbe anche essere il primo giudizio istintivo del frettoloso. Tutti sappiamo... che il giudizio critico, in qualche modo definitivo, su Raffaello e su Veronese, è storicamente antecedente, perchè più agevole, all'obbiettiva e ragionata contemplazione su Piero della Francesca e su Masaccio, 1 quali poi in ogni tempo difficilmente acquisteranno qualche popolarità. Ora chi vuole intendere cerchi nello Studio (11 quadro esposto testé alla Promotrice) di Casorati la prima opera e la raggiunta forma di una dominante passione antidecadente». Chiaro: ma non tropDot vi pare ? e. f. PIERO GOBETTI, « Felice Casorati, pittore ». Piero lOobettl, editore. Torino. L. 90; edizione di lusso L. 50.

Luoghi citati: Roma, Torino, Venezia