Il processo per i fatti di Alessandria

Il processo per i fatti di Alessandria 13= PBNE Il processo per i fatti di Alessandria La deposizione del sindaco Sala La sfilala dei testi ri-prende alle 7,30. Ci con-| forta il pensiero che non avremo che una sola seduta. Un po' di respiro. 11 primo testo che viene introdotto e un consolo della Milizia ferroviaria di Bologna, cario Gentili. Depone suedi incidenti avvenuti dopo il banchetto all'Albergo Londra. Non dice in proposito nulla di nuovo. Più interessante e la sua deposizione nel lato che riguarda il funzionamento dei nuclei ferroviari, hi discute lungamente sulla quallllca che essi avevano e sulle loro competenze. Segue là deposizione dell'assessore di Alessandria. Gii.o Danese, il quale rifcris.e particolarmente su quanto avvenne al Coffe Ligure, quando vi fu l'irruzione dei militi della polizia ferroviaria. Accenna anche al discorso fatto dal sindaco Siila dalla Stesso balcone del Caffé Ligure la sera. Dice che vi erano sulla piazza oltre che dei fascisti deli-altra cerne e che ebbe l'impressione che il Sala parlasse non come console, ma come sindaco, invitando tutu ella calma. Viene introdotto il sindaco di Alessandria. Raimondo Saia. 11 sala dichiara che e zio di uno degli impipati, l'Aldo Sala, latitante. 11 presidente rimane un momento indeciso se farlo depor-'| re o no, poi risolve il dubbio e lo chiama c deporre. Lo avverte anzitutto che non lo Interrogherà che su fatti specifici. 11 sir.daco di Alessandria premette la narrazione di quanto venne fatto la sera del 5 maggio per la pacificazione. Dice poi prima di avviarsi al banchetto venne avvertito della presenza de! Ferretti, console abusivo. L'incidente venne appianato coll'allontanamenlo del Ferretti. F. continua: Dopo il banchetto, quando rr.i affacciai sulla strada qualcuno gridò : « Viva Sala!». Ciò busto per scatenare il tumulto. Allora ini allontanai. Invitalo dal presidente il sindaco Ssla precisa dettagliatamente quanto avvenne al « Londra ». Racconta poi quanto successe al « Ligure ». Precisa l'ordine che ebbe a dare ai fascisti di Alessandria dopo il colloquio col generale Etna: « Toglietevi le camicie nere e siate tranquilli ». Si precisa la distinzione tra divisa e camicia nera. Interviene nel dibattito anche il console che fa parte della Giuria. Il sindaco SBla riferisce sull'episodio più grave della giornata: quello della sera. Dice riie raccomandò la calma, che al disopia delle persone si doveva guardare al paese. 1 gruppi si allontanarono e si recarono verso la stazione. Presidente: — Lei sapeva che si recavano alla stazione? — Se lo avessi saputo mi sarei opposto. Ero lontanissimo dal pensare a quanto doveva succedere, perchè ritenevo che i militi ferrovieri, come ne aveva", dato ordine il generale Etna, fossero giù lontani da Alessandria. A domanda del Presidente precisa poi .a posizioni1 do! Maslni. Dice che non aveva più vìncoli colla Milizia Nazionale, ma vestiva ugualmente la divisa di Consolo perchè l'on. Torre lo aveva nominalo deila polizia ferroviaria. Presidènte: — Destituito da seniore, In quale condizione veniva, a trovarsi il Masini di fronte alia Milizia? —- Il grado di seniore al Masini gli venne dato dall'on. Torre. Presidente: — 11 Torre assegnava anche i gradi della Milizia? — Quello a Masini di sicuro. Presidente: — Vuole dirci come venne co- slituita la polizia ferroviaria? — Nel 192i costituii ad Alessandria dei gruppi di guardie notturne. Diedero ottima prova. Proposi all'on. Torre di fare la stessa cosa Miche per le ferrovie, costituendo speciali irruppi di polizia. Torre, da Roma, mi autorizzò a costituire questi gruppi. Per Nizza Monferrato, provvide Masini, direttamente incaricalo dall'on. Torre. Presidente: — Che uomini scelse? — Dei disoccupati che dimostrassero di avere le capacità necessarie. Anche non fascisti. Avv. Quaglia: — Atto a verbale. Presidente: — Chi riceveva le domando per l'iscrizione nella Milizia? — Avvenuta la marcia su Roma, assunto il potere il fascismo, radunai i fascisti in teatro. Dissi loro che lo squadrismo scompariva e sorgeva la Milizia Nazionale. Tutti aderirono al nuovo organismo con entusiasmo. Le uniformi Presidente: — E dello operazioni di reclutamento doveva rispondere Disio? — Precisamente. Presidente : — Va bene. E quale incarico aveva il Rraggio? — Quanti avevano aderito nella riunione in teatro dovevano presentare regolare domanda. A Casale le operazioni vennero fatte "•(■solarmente su domanda presentala Armata e controfirmata. Ad Alessandria le operazioni erano in corso. Avv. Guasco: — E chi faceva servizio nella Milizia Nazionale? — Lo vecchio camicie nere. In occasione della venuta ad Alessandria'del Duca d'Aosta si riunirono quanto più camicie nere fu possibile. E ciò .in al Usa di regolare la posizione di ognuno in rapporto alla milizia. Presidente: — 11 C maggio sa che ad Alessandria ci fossero della gente che vestiva da console e non era console? — Vi era il Ferretti. Di altri non so. Se c'erano erano autorizzati dall'on. Torre. Presidente: — E ce n'erano diversi tra i ferrovieri ? — Io non so. Io non li conoscevo. Al banchetto c'erano tutti ferrovieri. Mancavano KliJ squadristi. E io lo rilevai. Avv. La Penìa: — Vuole dire perchè fece questo rilievo? — Come constatazione. Intorno all'on. Torre vi erano ferrovieri giunti da ogni parto d'Italia, ma mancavano gli squadristi. Presidente: — Lei non si interessò della polizia ferroviaria? E coinè va che ci sono tutte le.domande cH molti ferrovieri per .l'iscrizione nella Milizia Nazionaleì ' — Su quanto riguarda le domande Disio e Bvagpio soli possono rispondere. Presidente : — E va bene. Il teste dice poi che consigliò il Sovieo a di::iettcrsi perché nominato ufficiale delle guardie del Comune di Alessandria. Si dimise verbalmente. Non esclude però che abbia presentato anello le dimissioni scritte. Avv. Guasco: — Chi nominò centurione il Passerini ? — Io affidai ni Passerini od ni Sala il comando del gruppo di uomini incaricati della polizia ferroviaria. Per analogia col Sem, comandante la polizia cittadina, dovevano essere centurioni, il reclutamento Avv. ".a Perna:— E chi l'ha vestita la Milizia ferroviaria? — Ho anticipato io i fondi. Avv. Guasco: — Sa che In sera del C, dinnanzi al Ligure, ci fossero dei fascisti in divisa ed armati 7 -- Io non ne ho visti. Presidente: — Sa che vi fossero propositi di disarmare la polizia ferroviaria? — Non ho saputo nemmeno che intendessero recarsi alla stazione. Presidente : — VI erano dei reparti mobilitali? — L'on. Torre fece qualche tentativo. Presidente: — L'on. Torre poteva dare degli ordini alla Milizia? — Vestiva da Consolo. Io lo consideravo come mio superiore. Della provincia di Alessandria l'on. Torre, nel primo temi» ne disponeva militarmente, civilmente, spiritualmente. Quando cominciò il dissidio si precisarono le funzioni. Avv. La Penìa: — Prima di invitare.il console Caroslo a pensare all'ordine pubblico l'on. Torre ha detto: « La Seziono Marengo ù sciolta » ? — Io non lo sentii. Lo si diceva. SI precisa poi che alja cerimonia del giuramento degli appartenenti olla Milizia Nazionale. n<.n r.-irte. iparono 1 militi della polizia ferroviaria. L'imputato Guadngnoll vuole sapere so 11 Serra era centurione. Il Sindaco risponde elio 11 Serra era tri» i rni--'. : i squadristi di Alessandria; ora centurione pi ima ancora della marcia su Roma. Come capo della polizia cittadina, il Serra aveva assegni for¬ | niti da un gruppo di esercenti di Alessandria. L'istituzione della polizia cittadina ebbe l'elogio del Presidente del Consiglio. Avv. La Penìa: — Vorrei sapere se vi è tra gli imputati qualcuno elio senti l'on. Torre a dire- « La Legione Marcnco e sciolta | ». Allemanni: — Mi fu riferito. Presidente: — Co lo dirà il Resio, che dice di averlo sentito. 11 decurione ferroviario Paesano, di Bologna, riferisce sull'episodio del « Londra » o su quanto successe nel pomeriggio al ■ Caffè Ligure». Circa il «Londra», non dice nulla di nuovo. Sul « Ligure » spiega che i militi ferroviari accorsero colà, perchè si era diffusa Ja voce che uno dei loro era slato malmenato. Dinanzi al « Ligure », sulla piazza, vi erano quattro « cnmions » di cornicio nere ». Presidente: — Quattro? Teste: — Mi sembra proprio che fossero quattro. Presidente: — Altri dico due, altri uno. Il testo racconta cho vide affacciarsi dal balcone una persona.- che gli dissero essere il sindaco Sala. Questa persomi avrebbe detto: «Mascalzoni, allontanatevi, o vi faccio arrestare ». I ferrovieri risposero: « Siamo fascisti bolognesi: con noi c'è poco da fare. Vieni giù ». 11 presidente prega il sindaco Sala di avvicinare il tosto. Questi non riconosce nel Sala la persomi, che comparvo al balcone. Persiste però nel dire: — L'uomo che è comparso al balcone, mi dissero, che era il sindaco Sala. il tafferuglio Il comm. Perracchiono Alessandro, dell'Alto Commissariato Ferroviario. Si trovò ad Alessandria il G maggio e fu presente all'episodio dell'Albergo Londra. Parla del tafferuglio. In seguito all'incidente Passerini-Gorgolini intervenne por tranquillizzare gli animi. Dispose poi per la partenza dei militi ferroviari. Presidente: — A chi sono stali dati gli ordini di partenza? Anche al Masini di Nizza? — io ho lasciato Alessandria alle 17. Partendo mi risultò che erano partiti tutti. Mario Torre, froteilo dell'alto commissario delle Ferrovie. Riferisce quanto successe dinanzi all'Albergo Londra. Dopo il grido « Viva Sala!» successe il tafferuglio. Quattro o cinque persone si sono scagliate sul Gorgolini, conferma poi quanto ha detto negli ìnterrogatorii. Pietro casabassa, della polizia ferrojjiaria, riferisce sui discorsi che si tenevano alCaffù Ligure; dopo l'episodio del banchetto ni Londra. U Sindaco S:un. egli dice, si trovava nel Caffo con una quarantina di fascisti. Tra questi c'ero anch'io. Tra l'altro disse: «Questa sera dalla stazione non partirà alcuno o andranno a fnire a! cimitero o all'ospedale ». E avrebbe detto anche: « Se all'uscita dal banchetto uno solo avesse gridato: Abbasso Salai, avrei messo a ferro e a fuoco tutta Alessandria ». Presidente: — E' sicuro che il sindaco Sala abbia detto questo? Teste- — L'haimo sentito anche altri ohe orano con hip. Tra gli altri certo Armando Caudini cho deve averne riferito all'on. Torre per lettera. ,. , Presidente: — Citeremo questo Gaiidinl. 11 Casabassa proseguo nella sua deposizione. Afferma che qualche momento dopo senti un centurione, di cui non sa il noLie, ma che era biondo, miope, vestito di marrone, ordinare che tutti i lascisi! di Alessandria st trovassero alla sera, armati, al Caffè Ligure. Precidente : — Chi ha detto questo? — Un centurione. Il nome non lo so, ma so dove abita. E biondo, miope. Il presidente prega il sindaco Raimondo Sala- di dichiarare se ammette di aver dette le parole riferito dal Casabassa. Sala smentisce recisamente. Si richiama a lutta la sua azione svolta in quei giorni ad Alessandria por tenore gli animi in calma ed evitare gli incidenti. Dice: «Non ho detto nè quelle uè parole del genere. Vi era tele atmosfera di eccitazione che sarebbe bastato il mio contegno passivo per scatenare una bufera. Mi adoperai, e tutti possono testimoniarlo, per evitare episodi dolorosi ». E si passa a contestare al Casabassa le affermazioni relative al' centurione. Parodi Carlo, imputato: — Desidererei Piperò se quel tale centurione che avrebbe dato l'ordino che dice il Casabassa era vestito di marron, ora biondo, e miope? Se è la persona che io credo non è nemmeno un fascista. E venne mandato via dal Ligure pcrcliè non fascista. Battisti: — Lo conosco anch'io. E un impiegato al Manicomio. La Perna: — Si spiega tutto allora! Casabassa: — Deve essere proprio lui. Era vestito di marron. Ballisti: — Depose dinanzi al giudice istruttore subito dopo di me. La Perna: — Chi c'era al Ligure quando, il Sala avrebbe fatto le pretese dichiarazioni incendiarie? Casabassa: — C'erano Sovlco, Danesi e molti altri. Il Presidente chiede a Danesi se ha visto il Casabassa al Ligure. Risponde di no. E dichiara che il Sala non pronunziò le parole riferito dal Casabassa. Battisti: — Il centurione Agosta deve sapere il nome del biondino miope. Presidente: — Agosta è fra i testi citati per oggi. Interrogheremo lui. Liverani Emesto, console della Polizia ferroviaria. Fu il 6 maggio ad Alessandria. Vide ciò cho successe hi Londra. Nulla di particolare. Al Ligure si recò per vedere che .cosa accadeva, ma quando giunse l'incidente ora esaurito. Vide due camions di fascisti. Assistè alla partenza del militi ferroviari. Presidente': — Partirono quelli di Bologna, di Piacenza e Torino. Ma non quelli di Nizza. Quelli rimasero. E successe quello che successe. Viene introdotto un altro gruppo di testi. Sono una ventina. Giurano e poi sono posti in libertà. Non rimane che Agosta Nino che è chiamato a deporre ma su di una sola circostanza, sul presunto centurione ricordalo dal Casabassa. Agosla è esplicito. « Non è un impiegato del Manicomio, ma fu al Manicomio ». Questa deposizione, che solleva l'ilarità persuado il Presidento che è inutile citarlo come feste. L'incidente k esaurito e la seduta rinviala. Oggi una sola seduta, alle ore 15.30. Tra cognati {Corte Ajn'eUo di Torino) Contrasti di famìglia avevano originato rancori Ira la famiglia di Cappa Michele e di Milono Bartolomeo, ambedue possidenti in quel di Ccrcenasco. Il caso volle che ambedue si trovassero vicini di tavola alla t.-.torio cosi'lctta « Della pace ». sita nel paese, ma 11 vino, contrariamente all'insogna delia trattoria, originò... la battaglia che ci/he il suo epilogo sulla pubblica strada. In breve diro, i due cognati si erano avvinghiati i. i l'olirò e quando la gente arcorse per ripararli, l'uno era già a terra ferito alla nuca, e l'altro... stava svincolandosi. Si istruì procedimento penale avanti il Tribunale di l'inerolo, che inflisso la pena condizionalo di mesi 5 di reclusione al Cappa Michele, olire ad una pena pecuniaria por minaccie che egli aveva profferito in odio del cognato. Appellò, sostenendo che non egli era ttato il feritore, ma un altro cognato che era intervenuto nella questione e che ora stato prosciolto. La Corte confermò la condanna inflitta dal Tribunale di Plnerolo per le lesioni, e-lo assolse dalle minaccie per sopravvenuta amnistio. Presidente: Comm. Garino ; P. M. : Cav. Pellicori: Parto Civile: aw. E. Melloni: Difesa: aw. V. Giochino ; Cancelliere: Figorilii.