La politica continentale dell'Inghilterra e i lenti negoziati franco-belgi

La politica continentale dell'Inghilterra e i lenti negoziati franco-belgi La politica continentale dell'Inghilterra e i lenti negoziati franco-belgi può trarre beneficio da una catastrofe tedesca (Servizio speciale della STAMPA) ^Nessuna nazione — dice il Times Londra, 27, notte. Coma In ogni prolungato periodo di crisi e di segretezza, stanno alternandosi, anche a Londra, sensazioni di fiducia e mani festosi oni di sconforto, segni di risolutezza e indizi di accasciamento, versioni accoranti e ragguagli confortanti. Ieri sera il Belgio appariva di nuovo legato irremissibilmente al cario dello Francia. Oneste non erano soltanto notizie al Parigi, orano anche risultanze londinesi. Stasera, invece, torna ad affacciarsi l'impressione opposta. Probabilmente nelle ultime SU ore qualcosa ha reagito, non sappiamo se per qualche passo avventato compiuto a Parigi oppure per qualche nuovo compromesso effettuato da Londra. Nemmeno sappiamo so una rondine potrà far primavera, tanto niù che sembra ormai innegabile che stiamo avvicinandoci all'autunno. Ad ogni modo, c positivo che l'ambasciatore del Belgio ha avuto oggi un inatteso e* evidentemente importante colloquio con Lord Curzon. Punti di vista divergenti Ed ecco come il collaboratore diplomatico del Daily Telenraph rende conto di questo ultimissimo fenomeno. Egli dichiara che nei negoziati franco-belgi ù intervenuto ieri sera un incaglio subitaneo. Mercoledì scorso — narra l'informatore, — l'ambasciatore francese a Brusselle aveva comunicato al Governo belga il punto di vista di Poincaré sui documenti diplomatici inglesi, ossia una conia dell'originale della replica che Poincaré si proponeva di fare all'Inghilterra. Ieri, a sua volta, l'ambasciatore belga a Parigi esponeva a Poincaré le vedute ed i desideri del proprio Gabinetto. Si profilarono allora parecchie divergenze tecniche insieme con alquante concordanze di carattere politico militare alle quali il Belgio non poteva sottrarsi. Le divergenze tuttavia risultarono piuttosto importanti e di tale natura da poter assumere la forma, di pregiudiziali. Ln seguito al colloquio con l'ambasciatore belga, Poincaré accondiscese ad introdurre alcuni emendamenti secondari alla sua progettata replica alla nota britannica e istmi in tal senso V ambasciatore francese a Brusselle il quale era in possesso dell'originale. Dopo di ciò Poincaré ritenne cho l'accordo franco-belga fosse un fatto compiuto. Le «rnodiflcations de'detail » da lui Introdotto gli sembravano bastevoli a soddisfare interamente Theunis e Jaspar. La risposta belga sarebbe stata diversa fraseologicamente da quella francese ma nella sostanza sarebbe stata identica. Le due repliche quindi avrebbero potuto essere comunicate a Londra entro domani o doman l'altro, cioè in tempo per essere consegnate lunedì prossimo a Lord Curzon. Un annunzio di tal genere fu evidentemente emanato a Parigi ieri sera mentre Poincaré lasciava la capitale per due p tre giorni di riposo in campagna. Egli, per altro, aveva internretato erroneamente la attitudine del Belgio. Infatti sfamane a Brueselle l'annunzio parigino di ieri sera veniva smentito in un comunicato il quale confessava che su certi punti tecnici erano sorte divergenze e dichiarava quindi inesatta, la presunzione che fosse stato già raggiunto" un accordo franco-belga e che la risposta del Belgio, insieme con quella francese, sarebbe giunta a Londra fra sabato e domenica. Per un ponte fra Londra e Parigi L'informatore succitato affermava addirittura che, lungi dal poter essere presentata domani o posdomani, la replica belga non è ancora definitivamente redatta. E' flnanco possibile che essa non venga trasmessa se non dopo ulteriori conversazioni con la Francia, mentre sapete già da Parigi che sulla replica francese Poincaré ha ormai messo la sabbia partendo con il cuore in pace per la campagna. Nel frattempo tutto induce a credere che l'ambasciatore belga, nel suo odierno colloquio con Curzon, abbia ripetuto che il suo Governo continua a proporsi di geltare un ponte fra le vedute londinesi e quelle parigine, talché, al fine di esplicare tutte le vie possibili verso un accordo interalleato, il Belgio non osila a differire per qualche giorno la sua replica alle proposte inglesi. Meglio indugiare ancora un poco che spedire prematuramente una replica meno atta a determinare la conciliazione e associarsi ad una dichiarazione altrui la quale non appaia troppo intesa a promuovere la conciliazione medesima. E' probabile che il Gabinetto belga abbia giudicato eccessivamente rigido e inransigente, così nella forma come nella sostanza, l'originale della replica dettata da Poincaré c ciò anche in quei punti di carattere politico feui quali Brusselle aderisce alle vedute di Parigi (resistenza passiva ed evacuazione progressiva) Quano poi alle divergenze di carattere economico e tecnico, esse rimangono serie. Gli ntendimenti di Theunis e dei suoi esperti irca i metodi e le garanzie di pagamento i mantengono molto remoti dai criteri di Poincaré imperniati sui pegni produttivi ocali e, per giunta, a diTi-renza del Governo francese, quello belga non aderisce più in modo stretto allo schema del 1921. Esso poi non è sfavorevole all'idea di una Commissione internazionale di esperti ed esitante alla perentoria domanda franese circa i debiti interalleati in rapporto oi famosi buoni C. Da ultimo il Belgio non. si mostra disposto ad esigere senz'altro dall'Inghilterra la rinuncia ad ogni quota parte di riparazioni pure intendendo che, n compenso, il debito inglese verso l'America venga addossato alla Germania. Qualora, come si suggerisce a Parigi, 'Inghilterra abbandonasse ogni suo, diitto alle riparazioni, essa si spoglierebbe i ogni e qualsiasi competenza verso la Germania, giacché Berlino potrebbe sotenere che il Trattato di Versailles non utorizza a trasferire alla Germania anhe debiti interalleati. II Governo inglese uindi, accettando l'ultima idea di Parigi, perderebbe non solo qualsiasi dirito verso la Germania, ma ogni influenza ella Commissione delle riparazioni creando inoltre un procedente che essa, quale reditrice di Stati che ritiene solvibili, giuicherebbe à tutto suo pregiudizio. I giuisti e gli esperti britannici sono di queto parere e non esiste ragione perchè i ebiti alleati verso l'Inghilterra, allo steso modo del debito inglese verso l'America, non siano oggetto di negoziati inividuali fra il creditore ed i vari debitori on particolare riguardo alle circostanze peciali in cui ognuno di questi ultimi ossa trovarsi. Gli indugi mentre il marco precipita Tutto ciò scrive stasera il collaboratore el DaUy Thelegraph. E' però chiaro che egli considera la situazione sotto il punto di vista diplomatico astraendo dal peso che i nuovi indugi in prospettiva, anche se bene intenzionati, possono esercitare sugli avvenimenti. Il marco oggi sulla Borsa di Londra è andato nientemeno clic a 5 milioni di punti, cadendo a i milioni 250 mila, ossia perdendo più di 600 mila pumi in solo 2i ore. Vero è cho il rorrispondenle berlinese del Manchester Guardian telegrafa che la quotazione del marco non rispecchia fedelmente la situazione economica tedesca nel suo insieme e molli persistono a crederò che per almeno duo altri mesi la Germania potrà tirare innanzi senza dover arrendersi e senza sfasciarsi. Circolano però anche presagi di ben altro genero, i quali sospettano probabilità di un tracollo quasi immediato che, senza dubbio, sono accolti con molto favore al (inai d'Orsay. Il Timcsg'dn.l canto suo, 6 niù allarmato che mai. Giorni sono osso riteneva che « qualche cosa bisogna fare ed al più •presto ». Oggi esso dissemina sospetti a piene mani sul prolungarsi dei negoziati diplomatici in corso e li definisco come «una strana mescolanza, di futilità, di vaghe speranze e di affannosi sforzi la quale dovrebbe decidere dei destini Ueilc nazioni europee ». In linea di fatto', benché si mantenerti il segreto, nessun mistero esiste sulla"tesi inglese. Questa c staio, nettaménto definita in Parlamento da Baldvvin e da Curzon. « Noi non possiamo credere, prosegue il Times, che essa sia stata modificata nei documenti inviati la settimana scorsa ni Governi alleati. Si sta meditando e parlando ormai da settimane e da mesi" intorno ailo divergenze elio esistono fra il punto di vista francese e quello inglese. Dovrebbe quindi essere semplicissimo, per qualsiasi Governo, decidevo" se sia possibile un accordo o un compromesso. Invece volano via i giorni e nell'attesa si vedono soltanto muoversi con molta comodità dei nersonnggi dinlomo'iei i quali assumerebbero qualche importanza sa fossero aoportatori di grandi decisioni. ■ In ogni modo, il Governo inglese si e mosso. "Esso non può permettere che la sua iniziativa venga frustrata da qualsiasi indugio intenzionale. Ora, si sente dire che la risposta francese e quella belga saranno di tono conciliante c condurranno a nuovi negoziati. Dunque, dal luglio si passa all'agosto, dall'agosto al settembre e continueranno a trascinarsi più oltre delle trattative intorno alle anali lo idee del Governo inglese e del Governo francoss sono già esattamente fissato. Il Ttmcs traccia noi il quadro de!!a Germania dicendo di non voler essere allarmista, ma constatando che i sintomi in Germania sono piuttosto inquietanti. Non vi è motivo perchè il marco non possa salire nella prossima settimana a sèi milioni di punti. Indicazioni di crescente turbamento sociale si intravedono e non c'è realmente più tempo da perdere. La politica inglese è .inglese e europea« La politica inglese non è gcrmanoflla riprenda il Times. — Essa è inglese ed europea. L'idea che il Governo britannico sia influito dallo ramificazioni di qualche sottile complotto germanofilo è più che mai ridicola. Non esiste in Inghilterra alcuna tendenza ad ignorare i crimini e le evasioni della Germania in passato, nè a mencrrare i pericoli della concorrenza inclusi riale tedesca verso di noi. Senonchè, il fatto supremo oggi ècho la Germania sta precipitando nel caos. Noi siamo perfettamente disposti a fare fronte alla concoutnza tedesca in condizioni normali. Siamo quindi ansiosi di rimuovere, mediante una soluzione razionale del problema delle riparazioni, quei vantaggi artificiosi in virtù dei quali la Germania sinora ò stata capace di farci una gravissima concorrenza sul mercato mondiale _ « E' palese cho questi vantaggi artifl rial! stanno ora ritorcendosi a danno dei tedeschi. Senonchè anche gli svantaggi della concorrenza industriale e commerciale d'ella Germania potrebbero molto pre sto scomparire nel mezzo di una catastrofe tedesca. La base della politica britannica in questo momento è che nessuna nazione può trarre beneficio da una catastrofe della Germania. Se questa cadesse in un grave stato di disordine andando a far parte, insieme alla Russia ed alla Cina, di una vasta zona continentale in isfacelo, ciò costituirebbe una minaccia per la stabilità commerciale di tutto il mondo. Non è dunque sopra anguste considerazioni di prosperità localo, per importanti che esse siano, ma piuttosto sopra" il profondo senso del concatenamento economico tra le nazioni, che si fonda il punto di vista britannico ». Il Times termina dicendo cho in Fran eia si sostiene che la Germania deve scegliere tra la capitolazione ed il collasso Il giornale chiede quale garanzia esista che la capitolazione non debba coincidere col crollo generalo. Esso domanda se i negoziati devono tirare innanzi sino a che non giunga quel momento terribile. Ogni nuova forma di azione deve ossero dilazionata sino a che la Germania precipiti n un disordine completo ? In tale caso come mai faranno fronte gli Alleati al problema che emergerà ? Sino a quando verrà differita la soluzione del problema delle riparazioni ? E vi sarà una soluzione? Non si troverà allora l'Europa in una condizione interamente diversa da qualsiasi cosa che sia stata concepita nell'ora della vittoria? Con questi punti interrogativi termina oggi il suo commento il Times. Lord Curzon vedrà Poincaré in Francia? Un comunicato della Incuter smentisce oggi che Lord Curzon intenda andare a Parigi la settimana prossima per conferire con Poincaré e con Theunis. Si propone di andare in Francia più tardi per ontinuare la cura per la flebite. In tale aso, potrebbe darsi che, transitando per Parigi, vedesse Poincaré. Qualche giornale preannunzia che Baldwin martedì o mercoledì prossimo, prima che la Camera prenda le vacanze, pronunzierà un discoro che getterà alquanta luce sulla situaione europea. Per adesso due discorsi che l primo ministro ha pronunziato a Glascow si sono limitati a prospettare, da parte del Governo, provvediménti per ronteggiare la disoccupazione che si profila per l'inverno prossimo. Tutti i vaticini sull'andamento dell'industria e del commercio inglesi nei prossimi mesi sono pessimisti. Il numero dei disoccupati, già molto grande, aumenterà senza dubbio. l Governo farà l'impossibile per correre ai ripari mediante lavori pubblio' M. P. .