Cordiale colloquio dell'on. Mussolini con D'Aragona, Buozzi, Colombino e Azzimonti

Cordiale colloquio dell'on. Mussolini con D'Aragona, Buozzi, Colombino e Azzimonti Cordiale colloquio dell'on. Mussolini con D'Aragona, Buozzi, Colombino e Azzimonti Roma, 21, notte. Quest'oggi il Presidente del Consiglio, on. Mussolini, ha ricevuto a Palazzo Chipi l'on. D'Aragona, l'on. Buozzi, Colombino ed Azzimonti. Anzitutto è stato chiarito l'equivoco per cui l'on. Mussolini avea rifiutato un colloquio richiestogli dall'on. D'Aragona subito dopo la marcia su Roma. Sono state prospettate quindi varie questioni di ordine sindacale, di organizzazione operaia, di libertà sindacale, ecc. Durante tutto il colloquio il Presidente del Consiglio on. Mussolini si è dimostrato cordialissimo, dichiarandosi ben disposto per la soluzione delle varie questioni. Sul colloquio viene diramato questo comunicato ufficiale : ii Questa sera, a Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio ha ricevuto una rappresentanza del Consiglio direttivo della Confederazione generale del Lavoro, composta degli on. D'Aragona, Azzimonti, Buozzi, Colombino e dell'on. Cabrini corrispondente deW Ufficio Internazionale del Lavoro. La Commissione era accompagnata dali'aw. Terrazzi, direttore generale dell'Istituto di credito per la cooperazione. Era presente anche il sottosegretario glia presidenza on. Acerbo. Nel colloquio, durato un'ora e mezza, si è discusso ampiamente della politica sindacale e della legislazione del lavoro ». Dichiarazioni di Colombino e di Rondimi Nessun riferimento sembra che sia stato fatto nel colloquio circa l'ormai famosa questione del « possibilismo ». Peraltro, si discute sempre nel circoli politici del collaborazionismo confederallsta e dell'unione delle forze sindacali. Fascisti e confederazioualisti sono di fronte ed è evidente che uno sforzo di chiarificazione si viene compiendo dalle due parti. La lettera alla Giustizia dell'on. Baldesi e l'articolo dell'on. Farinacei sono stati assai commentati negli ambienti politici. Comunque, siamo in un momento di assoluto arresto; ma, fatto degno di notai gli uomini i cui nomi furono fatti più volte in questi giorni, rimangono nel loro rilievo. Colombino, del quale tanto si è parlato o si continua a parlare, è stato stamane a Montecitorio preso un po' d'assalto dai giornalisti. Egli si è difeso nel miglioro dei modi. — Dunque, cosa c'è di nuovo? — Nulla. — Ed i colloqui con Mussolini? — Nulla di nuovo anche in quelli. Mi occupo di una data categoria di lavoratori. Devo procurare a questi lavoratori del lavoro e questo faccio col contributo di tutta la mia energia. E' logico che su tale questione abbia conferito col Presidente del Consiglio. — Ma, si va al Governo? — ha azzardato un collega. — Una sola volta — ha risposto Colombino — ho posto la mia candidatura, cosi per ridere, contro l'on. Giolitti. E, sempre sorridendo, aggiunse: — Non ho la stoffa dell'uomo politico. Devo lavorare per i miei operai. Lasciamo da parte quest'argomento. Non c'ò niente di serio, credetemi. Dal canto nostro abbiamo voluto sentire l'opinione di un'autorità sindacale, l'on. Dino Rondani, particolarmente noto competente in materia operaia. L'on. Rondani credo, in sostanza, possibile la cosa, ma ritiene, a proposito di collaborazione, che prima di pensare ad intese attraverso il Governo, i sindacati operai, che hanno avuto origine dai vari partiti, dovano avere un minimo comune denominatore di reciproci accordi, per il quale le funzioni sindacali vengano a superare le ragioni politiche di partito. Perciò, una nota fondamentale comune a tutti l sindacati, dovrebbe essere anzitutto il criterio comune di scelta del personale tecnico che affidasse una competente valutazione economica delle questioni che deve vigilare e regolare. L'on. Rondani pensa che si potrebbe affidare a qualche istituto, controllato ex equo da tutte le principali organizzazioni, la preparazione dei funzionari del movimento sindacale e cooperativo che amministrano, non solo centinaia di milioni, ma hanno la cura spirituale della condotta di milioni di uomini nella loro attività economica e che sono la forca della nazione. L'on. Rondani ha poi aggiunto che un convegno od un accordo delle organizzazioni di tutte le tendenze dovrebbe stabilire che nessun sciopero è legittimo senza che gli interessati lo abbiano voluto in votazione segreta con due terzi di maggioranza. Gli addetti ai servizi pubblici devono avere la garanzia dell'arbitralo in conseguenza dell'abbandono del diritto di sciopero Nessun organizzatore può essere assunto in posti di responsabilità nel vari organismi sindacali e cooperativi senza il diploma di una scuola o di un collegio di esaminatori, cui partecipino 1 rappresentanti delle varip organizzazioni. Entro breve termine dovrà essere fatta la revisione di tutti coloro che hanno oggi posti di fiducia nelle varie organizzazioni, allo scopo di accertare un minimo di conoscenze tecniche e attitudini inorali. Il nuovo orientamento politico di pacificazione nello .Stalo potrebbe essere rafforzato da una solidale e organica espansione verso il Mar Nero per l'utilizzazione deil.i preziose qualità dei nostri lavoratori di ogni ordine e grado. lìelativamonte al Ministero dell'Economia Nazionale, sembra vada ormai confermandosi Che il prescelto e presiedere il nuovo Dica¬ stero sarà essenzialmente un tecnico. Questo ci affermava oggi anche una persona molto vicina al presidiente del Consiglio. Ancora i " bianchi ,, Come vi accennammo, oggi anche nel campo popolare si viene notando una certa attività nel tentare di mettere in luce l'interesse che il partito ha nel problema che attualmente occupa un posto importante nella politica del nostro paese. Il Popolo si occupa starnane anche delle organizzazioni bianche ed osserva: «Non ci importa ora di sapere se l'on. Mussolini farà la grazia di qualche invito anche ad altri rappresentanti delle classi lavoratrici che pure sono qualche cosa e che si sono acquistati benemerenze notevolissime in circostanze che non glt dovrebbero riuscire nuove. E che credono i nostri avversari, che noi ci siamo messi a fare la parte dei postulanti presso il duce sdegnoso e corrucciato? Noi parliamo di diritto, di responsabilità e di doveri reciproci, non di favori da ottenere in elargizione e additiamo gli equivoci che si manifestano nello sviluppo della situazione in gran parte artificiosa ed in gran parte frutto di incomprensione •. Il giornale ricorda l'avversione della Confederazione del Lavoro alla Confederazione Italiana dei Lavoratori e cosi conclude: c II principio di libertà di organizzazione è stato affermato, tempo fa, anche dall'on. ..lussolini, il quale però nel 1919 aveva minacciato gravi cose alla Camera di allora se non avesse adottata la proporzionale e poi fu proprio lui a non mantenere la parola data ai nostri amici di parte ed a coloro che la volevano mantenuta. Non sappiamo quindi sino a quàl punto riterrà opportuno tenere fede alla parola data ai nostri amici delle organizzazioni bianche in documenti resi di pubblica ragione. Noi ce ne interessiamo però, perchè la questione racchiude pure un criterio politico che ci darà forse modo di intendere meglio, entro quali limiti e se per via sicura, il fascismo si trasformerà In movimento costituzionale e collaborazionista. La via del monopolio di qualunque specie non mena certamente a tale porto, come avremo agio di dimostrare trattando delle ragioni ideali e pratiche per cui l'unità sindacale non può conseguirsi entro alcuni limiti, se non col riconoscimento della piena autonomia di ciascuna organizzazione ». Milizia fascista ed Esercito Stamane a Palazzo Chigi il capo del Governo ha ricevuto l'on. Salandra. La conversazione è durata oltre mezz'ora e si è svolta principalmente intorno ad alcuni urgenti problemi riflettenti il programma delle prossime discussioni alla Società della Nazioni cui l'on. Salandra rappresenta l'Italia. Il Consiglio dei Ministri che doveva riunirsi domani, è stalo rimandalo a giorno da destinarsi. Favorevole impressione ha fatto soprattutto stamane l'annunzio di un riordinamento della Milizia nazionale, la quale — checché si dica in contrario — ha por om spiccato carattere di milizia di parte. Sull'esposizione fatta dal generale De Bono ieri sera al Consiglio fascista, relativamente alla milizia nazionale, il Giornale di Roma dà questi particolari interessanti: « Il generale De Bono si è preoccupato principalmente di risolvere uno strano contrasto che alla base della costituzione organica della milizia ne isteriliva l'azione: il contrasto fra il carattere politico del nuovo corpo — di origine appunto politica — e la sua organizzazione militare. La necessità di perfezionare i quadri della milizia si era fatta tanto più sentire in questi ultimi tempi, quanto più l'esperimento di governo in corso di svolgimento richiedeva nelle masse disciplina e concordia. Il generale De Bono, nell'intento appunto di togliere vieppiù alla milizia la veste politica perfezionando la in quadratura militare, si ripromette di utilizzare la milizia nazionale in alcune funzioni che attualmente sono di competenza degli organi militari. Più precisamente la milizia nazionale, inquadrandosi definitivamente nell'esercito, dovrà provvedere alla preparazione ed all'istruzione premilitare e post-militare, assumendo la gestione del tiro a segno. Nelle file della milizia nazionale i giovani delle classi future in tre anni di istruzione avranno completata la loro preparazione militare, cosicché potranno prestare servizio sotto le armi con ferma ridottissima. D'altra parte i militari potranno tenersi nell'esercizio delle armi. In questo senso la milizia nazionale viene a compiere un'opera di integrazione dell'esercito rendendolo contemporaneamente un organismo più snello, meno costoso e più esclusivamente tecnico, senza contare poi che, inquadrando nelle proprio file i congedati, la milizia nazionale per i suoi caratteri peculiari di mobilita renderà superflui, meno che nei casi di conflitto con l'estero, i richiami delle vecchie slassi alle timi, pesanti e costosi. Ma, a prescindere da questo, nei casi normali la milizia, trasformata secondo 1 concetti del sen. De Bono, inquadrata nell'esercito, dovrà servire « preparare, istruire, mantenere atta alle armi la gioventù, preparando l'avvento della nazione armata, a cui molti auspicano da tempo. « L'attuazione di questo piano presuppone innanzi tutto una rigorosa selezione degli Iscritti, che devono essere riveduti anche dal lato della fisica idoneità, ma soprattutto una selezione di ufficiali. Cosi tecnizzata a inquadrata nell'esercito, la milizia dovrà essere retta da ufficiali di provata competenza, il cui nucleo massimo e fondamentale dovrà essere fornito dall'esercito. Una volta accettati i principii fondamentali del progetto del senatore De Bono, 6 ovvio che ne deriva necessariamente una trasformnzioc. nelle funzioni dell'esercito permanente e soprattutto in quelle del ministero della guerra. Il quale finirà coll'essere fuso col ministero della marina per costituire l'unico ministero della difesa nazionale con quattro sottosegretariali, per l'esercito, per la marina, per l'aeronautica e per la milizia. Con questo si mirerebbe ad ottenere un maggior coordinamento fra le di« verse forze armate che concorrono alla difesa' del territorio nazionale >. Al riguardo il Giornale d'Italia scrive: ■ E' un problema delicatissimo che va risolto con alto senso di responsabilità, tenendo presente, da un lato, i meriti della Milizia nazionale e dall'altro la necessità per ogni Stato, bene ordinato e non turbato da avvenimenti eccezionali, di non avere duplicati uà nelle forze di polizia nò nell'esercito, ma di inquadrare in funzioni determinato tutte le forze di cui deve servirsi per la sua difesa esterna ed interna ». Lo stesso giornale vede nella buona accoglienza che l'on. Mussolini ha fatto ai rappresentanti della stampa un altro segno che il Governo desidera di enti are.effettivamente in un periodo di assestamento ed il ritorno alla normalità. Il Consiglio nazionale del P. P. Per quanto si riferisce poi alla crisi dei popolari, si inizierà domani a Villa Ruffo la serie delle riunioni del Consiglio nazionale e della Direzione del partito popolare, riunioni delle quali abbiamo già dato sommaria notizia e che si annunziano di un'importanza pressoché definitiva per l'indirizza avvenire del partito. Il Consiglio nazionale è anzitutto chiamato ad esaminare la condotta del gruppo parlamentare nella recente discussione sulla riforma elettorale. Riferirà dettagliatamente su questo argomento l'on. De Gasperi ed è facile prevedere che il dibat-.... (Ito sarà ampio ed appassionante. In secondo luogo, saranno esaminati i vari casi di indisciplina che si sono manifestati in occasiono della discussione predetta, casi per i quali il Direttorio ha già decretato provvedimenti di deplorazione e di espulsione. Se non siamo male Informati, il Comitato nazionale ratificherà i provvedimenti di espulsione dal gruppo già presi, integrandoli con l'espulsione degli indisciplinati dal partito. Come si ricorderà il gruppo parlamentare sull'ordine del giorno Larussa che approvava il passaggio alla discussione degli articoli per la riforma elettorale, aveva deliberato, a maggioranza, l'astensione. Votarono invela a favore dell'ordine del giorno suddetto, su cui il Governo aveVa poslo la questione di fiducia, gli onorevoli Cavazzoni, Mattei-Gentili, Leopoldo Ferri, Mauro, Francesco Vassallo, Marino, Martini, Signorino e Roberto, i quali vennero senz'altro espulsi. Furono inoltre accettate le dimissioni dell'on. Merizzi che aveva votato contro il Governo, dimissioni però precedenti al voto. Venne quindi espulso l'on. Grandi Rodolfo che, con una lettera parecchio vivace, aveva manifestato al gruppo il proprio dissenso ed In un'altra lettera ai giornali aveva qualificato indecoroso lo spettacolo dato dai popolari alla Campirà. Altri casi di indisciplina, seguiti da adeguate sanzioni, si sono poi avuti. L'on. Padulli, che per lettera si era dichiarato solidale cogli espulsi, venne dichiarato fuori del gruppo, che si era poi riservato di prendere provvedi menti anche a carico dell'on. Farina, che aveva diretto parole di adesione all'on. Mattei Gentili per l'atteggiamento assunto dal medesimo In contrasto colle direttive parlamentari dei popolari. Resta anche sospeso il caso dell'on. Meda, nella cui attitudine ultima verso la riforma elettorale, il Direttorio del gruppo ha ravvisato un atto di indisciplina, passibile di.deplorazione. Come si ricorderà, furono anche deplorati per squagliamento di fronte ai due voti gli on. Paolo Cappa, Corls, Frova, Mauri, Miglioli, Negretti, Novasio, Paleari, PeUlzzari, Salvatori, Stella e Termine. Come abbiamo detto, pare certo che il Consiglio nazionale ratificherà i provvedimenti già presi, mentre sembra che la questione Meda non avrà seguito, anche in considerazione, si dice, della grande autorità di cui gode l'eminente parlamentare e delle sue benemerenze verso il partito. Si esaminerà poi la questione relativa ai giornali del trti»t, Avvenire d'Italia, Momento, Cittadino, ecc., nell'atteggiamento dei quali si ravvisano affinità con quello del Corriere d'Italia già stato oggetto di deplorazione. Una seduta di particolare importanza sarà quella di giovedì prossimo a cui prenderanno parte, oltre al Consiglio nazionale ed alla direzione del partito, i rappresentanti delle forze parlamentari con tutti i segretari provinciali, nonché 1 rappresentanti della stampa aderente. In questa seduta, che potrebbe essere definita un congressino verrà esaminata a fondo la questione politica. La minoranza di sinistra, che fa caoo agli aw. Ferrari. Cecconi, Cappi, ecc., sosterrà la necessità della revisione dell'atteggiamento deliberato dal congresso di Torino e si batterà perchè venga deliberata la più rigida Intransigenza. Pare certo però che prevarrà in definitiva, la tendenza centrista unitaria. La corrente di sinistra avrà tuttavia una notevole influenza ed otterrà — si dice da fonie autorizzata — che l'atteggiamento del partito si scosti alquanto dai deliberati di Torino, nel confronti della collaborazione col Governo. L'**Unione Nazionale,, o il Vaticano A proposito della definizione di Unione cattolica che i giornali danno all'Unione nazionale, YOsscrvatore Romano in una nota scrive : « Senza ripeterci con quella, distinzione tra politica e azione cattolica con cui dimostrammo più volto la impossibilità di applicare il nome e il carattere di cattolico a iiualsiasl movimento e organismo |ioliti-'o e quindi anche alla Unione nazionale, dobbiamo soltanto drplorare che l'equivoco permanga attraverso sempre nuove confusioni le quali giuncono perfino a lasciar credere che un partito possa richiamare in vita associazioni cattoliche per operare sulle loro basi, magari coi lom nomini e le loro aderenze, certo con i loro antichi programmi e che, per essere in oniii caso una interferenza politica liei campo dell'azione cattolica, si riduce al fatto eh* dopo l« inequivocabili dichinrazionlmilìé volte replicate, è addirittura assurdo '>

Luoghi citati: Italia, Roma, Torino