Le correnti dell'emigrazione italiana

Le correnti dell'emigrazione italiana Le correnti dell'emigrazione italiana 190.000 emigrati nel primo semestre, di cui 125.000 in Europa e 61.000 in regioni d'oltre mare - Esuberanza o richiesta di mano d'opera secondo i vari paesi - Censimenti e propaganda. Roma, 20, sera. La politica dell'emigrazione, orientata secondo lo direttive ed attuata secondo lo istruzioni personali del Capo del Governo, rivela già i suoi benefici cffelti nei primi dati sommari del movimento emigratorio del primo semestre di quest'anno. Questi dati, infatti, hanno superato le stesse previsioni ottimiste formulate al principio del 1923; poiché, mentre il movimento dell'intera annata si riteneva non potesse superare la cifra di 300,000, i primi sei mesi già danno la cifra approssimativa di 190,000 persone. L'emigrazione continentale ha superate le 125.000 persone e quella di oltremare si è elevata a 61,171 emigranti. La caratteristica dell'emigrazione transoceanica è identica a quella del primo semestre del 1922 ; essa cioè è stata assorbita per quasi i tre quinti (43,235), da parte dell'America meridionale. Invece gli emigranti per l'America settentrionale per effetto, soprattutto, dell'esaurimento dilla quota per gli Stati (Uniti, e delle leggi restrittive canadesi, raggiungono appena la cifra di 23,902. Scarsi i contingenti diretti in Australia (551) ed in altri paesi d'oltremare (493). nei quali, contrariamente alle notizie fantastiche diffuse dai soliti incompetenti od interessati, non vi è affatto possibilità di notevole impiego per i nostri. Nelle destinazioni continentali il primo posto spetta alla Francia, là dove si è. verificata una temporanea depressione nel primo semestre del 1921, quando la crisi era nella sua fase più acuta, mentre invece il movimento emigratorio si è raddoppiato nel corso degli ultimi due anni. Dopo la Francia (10,728) il contingente più forte è quello diretto nel Eelgio con 7083 persone. Seguono, in ordine decrescente la Svizzera (1574). gli Stati balcanici (762), la Tunisia (610), l'Austria (310). la Gran Bretagna (295), la Germania (195), la Spagna (186), l'Algeria (132), il Marocco, ecc. Probabilità di collocamento per il secondo semestre L'inchiesta permanente eseguita sui mercati di lavoro dal Commissariato generale dell'emigrazione e che ha lo scopo di tenerci al corrente di tutte le possibilità d'impiego per la nostra mano d'opera nei diversi paesi, non permette >un soverchio ottimismo'nei riguardi del movimento emigratorio del secondo semesire 1923. Tuttavia si può sperare che il collocamento all'estero dei nostri lavoratori non deliba essere inferiore a quello del primo semestre dell'anno, sebbene la situazione del mercato del lavoro mondiale si presenti poco favorevole. , , • ,, , . In Francia le costruzioni attuali sonò, in massima parte, limitate a piccole case nei villaggi e nelle campagne; la limitata disponibilità di fondi non ha permesso di intensiicare i grandi lavori edilizi e di manutenzione per i quali si era annunziata, al principio dell'anno, una ripresa su vasta scala; mentre gli avvenimenti della Ruhr hanno avuto una notevole ripercussione in quasi tutti i rami dell'industria nei quali trovano impiego lavoratori italiani. Vengono chiesti degli agricoltori per il sud-ovest della Francia, ma l'offerta dei saari e le condizioni contrattuali si mantengono in una linea molto incerta e poco corrispondente alle esigenze delle nostre masse agricole. Si è già veriilcato invece un note; vole collocamento di coloni con convenienti anìitanze, o contratti di mezzadria, e, in tali casi, con l'acquisto di piccoli lotti di terreno. Migliori speranze permette la situazione del mercato che si è venuta determinando nel Belgio: la metallurgia si incammina infatti, in modo costante, se pur lentamente, verso l'attività dell'anteguerra, mentre, d'altra parte, le industrie estrattive e la costruzione edilizia, vanno riprendendo rapidamente. Scarse o nulle sono le possibilità d'impiego di nostri lavoratori negli altri paesi d'europa, là dove il deprezzamento della moneta rende improflcuo il lavoro e difficili le condizioni di vita (Germania, Austria, Ungheria, Romania). In altri paesi la disoccupazione, che congestiona il mercato, rende impossibile il collocamento di lavoratori stranieri (Cecoslovacchia, Jugoslavia, Norvegia, Paesi Bassi. Polonia, Portogallo, Spagna, Svizzera, Turchia). Anche i paesi dell'Africa Settentrionale, che prima della guerra avevano un discreto valore di assorbimento, non presentano, per, ora, che scarso interesse: solo qualche gruppo bene organizzato di agricoltori muniti di larghi mezzi finanziari, porebbe cimentarvisi con successo. Il secondo semestre darà dunque risultati inferiori a quelli del primo semestre, per quanto si riferisce all'emigrazione continentale; invece saranno in aumento le cifre dell'emigrazione transoceanica in confronto dei primi sei mesi dell'anno. Tale aumento non dipenderà da un miglioramento delle condizioni dei mercati d'oltre mare, che continuano a mantenersi stazionarie, ma bensi dalle partenze per gli Stati Uniti, che si effettuano nel secondo semestre dell'anno. L'immigrazione del Nord e Sud America si presenta sempre irta di difficoltà: negli Stati Uniti possono entrare soltanto 42.075 italiani; nel Canada sono ammesse poche categorie di persone; in altri Stati la crisi della disoccupazione non consiglia l'invio di nostri emigranti che non abbiano avuto preventivamente assicurato il collocamento, come l'Austra- lia e la Nuova Zelanda; in altri ancora lemigrazione di braccia non può andare scompagnata da capitali, tali il Perù, Venezuela, Messico, Kquatore, Uruguay, ecc. Relativamente buono è il mercato dell'Argentina; mentre il Brasile continua ad offrire impiego nelle «fazendas» a famiglie coloniche, ma a causa delle condizioni di vita e di salario poche sono quelle che aderiscono all'invito. Da quanto è stato esposto si rileva che, re perdurassero le attuali difficili condizioni del mercato del lavoro estero, la nostra emigrazione non potrebbe sperare in quel valido incremento, che è nei desideri e nei bisogni del Paese. Molti sperano nelle modificazioni di leggi restrittive di taluni paesi o nella risoluzione della crisi economica che travaglia gran parte del mondo; ma è miglior consiglio cercare in noi stessi, nella nostra forza di volontà e coi mezzi nostri la via d'uscita per dove si possa espandere la massa dot disoccupati o, meglio, la eccedenza della nostra popolazione. La tutela del lavoratori L'interessamento dello Stato per la tutela e per la valorizzazione dei nostri lavoratori cho emigrano ha avuto occasione di esplicarsi in modo fatttvo in questi ultimi mesi. Contemporaneamente all'esame metodico delle condizioni dei mercati di lavoro, si è effettuato il collocamento individuale e collettivo, di operai e professionisti, di Cooperative e di Imprese, a mezzo dei regi Uffici dell'emigrazione, dei Consolati e di Patronati riconosciuti. II Commissariato generale dell'emigrazione 6 riuscito in tal modo a collocare oltre centomila lavoratori, e si sono procurati ad Imprese edilizie per oltre cinquanta milioni in lire oro di lavori. I lavoratori, gli industriali e le Cooperative sono stati assistiti nella conclusione del contratti, per modo che le condizioni fossero sempre più vantaggiose. Nel Belgio e nella Svizzera si sono stabiliti accordi con gli organismi centrali, ai quali fanno capo le industrie estrattive o quelle edilizie, per preparare ai nostri emigranti le migliori e le più facili occasioni di impiego. Anche nei paesi transoceanici di maggiore emigrazione si è cercato di aumentare gli espatri! con la ricerca di collocamenti a mezzo di organismi locali pubblici e privati, soprattutto meritano rilievo i risultati conseguiti nel regolarefl'espatrio verso gli Stati Uniti, là dove ben disciplinando la quota della nostra percentuale, abbiamo potuto fare ammettere allo sbarco parecchie mìallaia di persone, le quali altrimenti avrebbero pesato sulla quota attribuita alla nazionalità italiana. Trattati di lavoro A lato di questo lavoro particolaristico, il Governo non ha perduto di mira le questioni più generali. Sono in corso di preparazione le trattative per negoziare trattati di lavoro con taluni Stati europei verso i quali potrà riprendere il suo normale deflusso la nostra emigrazione. In questo campo la nostra attività trova la migliore corrispondenza nei Paesi interessati, i quali ci hanno dato, di recente, prova delle loro amichevoli disposizioni. Tutti i principali Paesi di immigrazione hanno aderito alla costituzione in Roma del « Comitato permanente per la emigrazione » che funziona ormai regolarmente presso il nostro Commissariato;-mentre l'invito di partecipare alla Conferenza internazionale per la immigrazione e la emigrazione è stato accolto cordialmente da tutte le principali Nazioni interessate: dagli Stati Uniti alla Romania, dal Giappone alla Svizzera, dal Brasile alla Jugoslavia. Notevole è stato il contributo del nostro Paese nelle riunioni internazionali aventi per iscopo il lavoro e la le\ gislazione sociale: L'Italia è ormai il Paese' che ha ratificato la quasi totalità delle Convenzioni votate dalle Conferenze della Organizzazione di Ginevra. Per contrapposto all'azione di carattere internazionale, il Ministro degli Esteri, on. Mussolini, ha voluto rinvigorire gli organi destinati alla tutela specifica dell'emigrante. E' stato dotato di nuovi elementi l'Ufficio Centrale del Commissariato generale dell'emigrazione; gli Uffici periferici, nei porti e alle frontiere, sono stati riordinati; il personale è stato meglio distribuito perchè potesse dare maggiore rendimento. Sono in corso i lavori esecutivi per migliorare gli adattamenti delle Case di emigranti nei porti e dei servizi connessi, e di quelli alle frontiere. II Ministro ha anche disposto che fosse effettuata la pubblicazione del censimento della, popolazione italiana all'estero, e che venissero riprese regolarmente tutte le pubblicazioni destinate all'istruzione dell'emigrante facendone larga e gratuita diftusione. In pari tempo è stato bandito un concorso per un libro, destinato agli emigranti, sulla storia della guerra, con un primo premio di 26.000 lire. E perchè è nelle preoccupazioni del Governo che lo nostre collettività all'Estero siano sempre più riunite fra loro dal sentimento della concordia e della italianità, l'on. Mussolini ha disposto che sia stabilita una mostra permanente degli italiani all'estero, attorno alla quale si verranno creando speciali attività coordinatrici della vita nazionale nel mondo. {Stefani)

Persone citate: Mussolini