La stampa inglese unanime con il Governo

La stampa inglese unanime con il Governo La stampa inglese unanime con il Governo (Servizio «pedale della • Stampa •! Londra, 13, notte. Praticamente unanime e generalmente soddisfacente è l'appoggio della stampa alle dichiarazioni governative di ieri. Nessun commentatore si nasconde che sotto il loro tono conciliativo si agiti materia assai forte, capace di produrre poco alla volta conseguenze incalcolabili. Ma quasi tutti riconoscono che il rischio per una volta tonto doveva essere corso, ossia che l'Inghilterra, pure con tutto il garbo possibile, il Rubicone doveva varcarlo. Ora è subentrato un breve periodo di pausa, che il Governo Impiega a redigere l'abbozzo della desiderata risposta collettiva al memorandum tedesco, ed una importante nota di copertura che dovrebbe accompagnare il documento. Questo periodo si estenderà per diversi giorni, forse Ano a mercoledì prossimo, e sarà, ufficialmente parlando, abbastanza liscio. La giornata, giornalistica d'oggi, iniziatasi col getto di buone speranze convenzionali, Intercalate ad una serie di constatazioni preoccupanti, si chiude, anche in seguito alle nuove mosse militari francesi nella Ruhr, con un rapido ribasso delle azioni ottimiste di maniera, e con un brusco rialzo di quelle contrarie. Si fiuta in altri termini ravvicinarsi abbastanza inevitabile di un ulteriore inasprimento di quella crisi anglofrancese che certo non potrà essere sopita da nessuna esposizione cosciente e responsabile del pensiero britannico. E' superfluo aggiungere che il barometro dei cambi continua a segnare cattivo tempo. Tutte le quonzioni delle divise continentali, che nelle ultime 48 ore si erano lievemente apprezzate n seguito ad un effimero, inesplicabile senso il)Lt°11,eiv?„^ÌffÌI.S0Ì.LI.1 iUL6.5.'.1...^!"!' —cì1 Horsa, si sono di nuovo abbattute fino a bre ve distanza dai peggiori slivelli verificatisi in queste settimane. " Studiata moderazione,, e sostanza grave « Sono lieto di. riconoscere nelle dichiarazioni del Governo — diceva ieri sera Lord Edward Grey alla Camera Alta — un tono molto amichevole specialmente verso la Francia : ir.a non posso nascondermi che le dichiarazioni stesse, benché amichevolissime di tono, sono ben gravi di sostanza». Questo rilievo, che certo non riesce nuovo ai nostri lettori, viene ripetuto oggi dai più autorevoli organi di ogni partito, t quali parlano di « studiata moderazione » del pronunciamento inglese di ieri. « Nulla potrebbe essere di un tono più conciliante — osserva ad esempio il IWanc/icsfer Guardian — ma la sostanza è molto grave. Baldwin considera importantissima una comune intesa fra Inghilterra e Francia ; ma ciò non gli impedisce di constatare che. attualmente questa comune intesa non esiste affatto ■. 11 Daily Chronlcle a sua volta rileva che «le dichiarazioni significano più di quanto non dicanV, e dicono assai meno di quello che la situazione significa ». Per altro il solo organo lloydgeorglano giudica eccessive e inopportune tutte queste garbate reticenze: avrebbe desiderato maggiore franchezza. Teme quindi che la temperanza verbale del documento raggiunga un effetto opposto a quello desiderato, ossia che finisca per fare poca impressione. Gli altri giornali al contrarlo ritengono che la moderazione nella forma costituisce una fra le virtù necessarie del documento. Il Times si sente certo che le dichin-izioni verranno largamente e calorosamente approvate in tutti i paesi ; e il liberale asquithiano Daily Nevrs giunge a descriverlo come «le migliori e più savie dichiarazioni politiche che siano state fatte dal tempo dell'armistizio». A sua volta l'organo del partito laburista, il cui Comitato esecutivo votava stasera un ordine del giorno ejoglante l'indirizzo governativo affine a quello del I.nbour Party, si è dichiarato pienamente soddisfatto delle dichiarazioni di Baldwin. Lungi dal ritenerle troppo deboli, esso rileva come ben pochi si attendessero che il Governo giungesse a dire tanto. Gli accenni all'Invasione della Buhr, non soltanto come avventura infruttifera, ma come una deplorevole novità nelle relazioni internazionali, non potevano a meno di riuscire graditi al giornale operalo. F.ssl rallegrano molto anche la liberale Westminster Gaiette, la. quale mette bene In risalto un fatto assai importante: cioè che il Governo inglese ieri non ha esitato a proclamare che l'impresa della Ruhr costituisce un « fenomeno raro e deplorevole per sè stesso ». Questo ■ per sè stesso » esula evidentemente dal campo delle pure considerazioni tecniche ed economiche, in cui l'Inghilterra finora si era ufficialmente trincerata nell'avversore l'occupazione della Ruhr, ed entra piuttosto nel campo morale. A tale i .opouto può dorsi benissimo che nel testo originale delle dichiarazioni (testo elle si credette conveniente di mitigare all'ultima ora, durante il Consiglio del ministri riunitosi ieri mattina) figurassero anche varie proposizioni, lo quali sviluppavano questa entrata in un campo di nuovo ordine, tenuto llnora chiuso per usare i massimi riguardi possibili alla Francia. Non e un scfrreto che 1 consulenti giuridici della Co rona inglese hanno dichiarato illegale, a termini ili trattato, l'invasione della Ruhr; e si comprende come non sia facile assumere un nttegginmento ultra-severo contro qual- siasi fenomeno di resistenza ad atti che si ritengono illegittimi. E pensare eie alcuni preconizzavano addiriltura che l'Inghilterra si sarebbe schierata contro la resistenza passiva nella Huhr!... Aia il caos esisto non soltanto nell'economia, ma anche nei cervelli dell'Europa. Oggi la slampa parigina manifesta addirittura la massima sorpres.a per il semplice fatto che rìaldwin non abbia pronunziata alcuna parola di condanna contro la resistenza tedesca all'occupazione, anzi non vi abbia neppure accennalo. Che cosa si sarebbe detto a Parigi so gli accenni alla resistenza passiva non fossero stati, prò bona pncis, diffalcati dalla bozza iniziale delle dichiarazioni stesse da Curzon e da naldwin? " L'Inghilterra segna la via „ Un altro concetto molto diffuso nei commenti londinesi di oggi si può esprimere con le parole di parecchi tra i maggiori giornali: « Il perìodo della nostra benevola impotenza e terminato — dichiara l'asqùithiàno I estminster Gaiette ■ — L'Inghilterra si accinge a mettersi alla testa della ricostruzione europea con un ritardato, ina risoluto sforzo per impellile la rovina dell'Europa. Oucsio e il significato delle diligentemente redatte dichiarazioni del Governo ». Il liberale Manchester Guardian espone le stesse idee scrivendo: « Mentre la Francia è venuta perseguendo, da quando è in di saccordo con noi, e dopo l'occupazione mi-1 llitare della Huhr. una politica attiva, noi sne abbiamo seguita una puramente passi- Issai idlrsedapbnfdlplmGlabteQquNpmmpuramente pass va. Quello che è avvenuto ora, è che questo atteggiamento è stato abbandonato. D'ora in poi anche noi perseguiremo una politica attiva. Questa non sarà ostile alla Francia. Baldwin farà il possibile per non compiere alcun atto prima di consultare la Francia, come pure il Belgio e l'Italia » (e qui, con allri giornali, 11 Manchester Guardian, constata con soddisfazione la virtuale adesione italiana alle vedute britanniche). «Tuttavia rimane il fatto che, se non insieme con la Francia, senza di essa, il Governo si propone di prendere certe misure che considera essenziali nell'interesse non solo del nostro paese, ma, soprattutto, di quello di tutti i paesi d'Europa, e della pace .mondiale ». Il Times porta il titolo « L'Inghilterra Senna la via » ; ed afferma che l'Inghilterra, finalmente, « non è più spettatrice passiva. Essa usa cautele, perchè un passo falso potrebbe «peggiorare infinitamente le cose; e per ora le sue proposte non sono molto avanzate, e non implicano alcuna azione separala. Esse costituiscono solo un nuovo tentativo per promuovere un'azione collettiva tra gli Alleati. Il Governo ha fatto bene a seguire questa via media. Esso, premuto da un lato ad agire con estrema decisione, e dall'altro a seguire una politica di asservimento, la quale sarebbe stata, non solo incompatibile cogli interessf britannici ed europei, ma si sarebbe risolta in un accordo mistificatore, ha voluto evitare entrambi gli estremi, ed ha trovato il coraggio e la saggezza di scegliere l'unica via possibile, per rendere ancora una volta operante l'influsso inglese in quel caos dal quale, per diversi mesi, l'Inghilterra si è tenuta in» disparte ». Il Daily Telegraph reca osservazioni simili, avvertendo che, per fare opera pacificatrice, l'Inghilterra sei mesi fa si mostrò pronta ad importantissimi sacrifici. Oggi invece, cogli stessi obbietivi, è costretta ad abbandonare la politica del tenersi in disparte, adottando quella di cercare con metodi pratici una via di uscita, per essa e per I suoi amici, dalla situazione caotica in cui tutti sono coinvolti ». , L'incognita dell'atteggiamento americano Le previsioni su quello che avverrà sono piuttosto contraddittorie. Il Times rileva che l'Inghilterra sta muovendo ora soltanto i suoi primi passi. Il futuro prossimo dimostrerà quali risultati essi otterranno. Ad ogni modo bsogna sperare. Il nuovo influsso determinato dalla decisione del Governo inglese, riuscirà a migliorare la situazione «la quale — secondo il giornale — è in processo di sfacelo sempre più pericoloso ». Si prevede stasera negli ambienti ufficiosi che il Gabinetto non potrà riunirsi per sanzionare la hozza di risposta al memorandum tedesco e la nota di accompagnamento prima di mercoledì prossimo; ed alcuni "si lagnano di questo apparente indugio. Le notizie dall'America recano che la generalità dell'opinione pubblica di laggiù approva la dichiarazione britannica. L'atteggiamento ufficiale americano non viene definito. Tuttavia tutto lascia credere che Washington sarebbe dispostissimo alla partecipazione di qualche autorità americana, in via semiufficiale, a quella grande inchiesta di periti intemazionali che l'Inghilterra si propone senz'altro di lanciare. La voce che il Governo inglese ^potrebbe ridurre al minimo denominatore questa sua Idea, lasciando che l'inchiesta sulle condizioni della Germania passasse nelle mani della Commissione delle riparazioni — il che ridarebbe il tutto ad una semplice farsa — non sembra avere il menomo fondamento. M. P. dlpgpbiMIcgpsv

Persone citate: Baldwin, Curzon, Edward Grey, Rubicone