Da Montecitorio al Quirinale

Da Montecitorio al Quirinale Da Montecitorio al Quirinale Roma, 13. notte. La discussione sulla riforma elettorale si avvia verso la conclusione. Domenica rispondesà ai vari oratori l'on. Acerbo; e dopo i discorsi del relatori, on. Casertano e Bonomi, il President-o del Consiglio farà le attese, annunziate dichiarazioni che avranno, si creda, una grandissima importanza, anclie per il riferimento alla convocazioni', dei comizi e al programma che il Governo sosterrà nella battaglia parlamentare. Paro che, dopo il discorso, vi sarà la votazione per il passaggio agli articoli, su cui il Governo porrà forse la questione di fiducia. Mussolini e il socialista Zanilionl dui Ilo Secondo il Messaggero, molti ritengono che la Camera potrebbe essere sciolta subito e le elezioni potrebbero essere fissate per il prossimo novembre. Con quale sistema si voterebbe? « C'è chi dice — scrive il giornale — che il Be potrebbe con un decreto risolverla, dando vigore al progetto Acerbo, cioè al sistema maggioritario a collegio nazionale. Mancata la possibilità di un accordo fra Governo e Camera, il primo riprende la sua libertà di azione, ed eccita la prerogativa sovrana, fondando la richiesta detto scioglimento della Camera appunto sulla non rispondenza di questa al supposto sentimento prevalente nel paese. Non mancano però coloro che danno, come più probabile, l'adozione del sistema a collegio uninominale, che era vigente prima del 191U, cioè prima della rappresentanza proporzionale'. In rapporto con questa ipotesi di approvazione del sistema elettorale per decreto reale, è stato messo il fatto del colloquio che Ieri il He ebbe con l'on. Mussolini, colloquio che probabilmente, si dice, ebbe per argomento la situazione parlamentare; così pure si dà, a questo proposito, molta Importanza alla sessione del Gran Consiglio ftisclst.-i che si iniziata ieri sera. In realtà, l'attesa, di una chiarificazione dell'intricata situazione è più che giustificata, per la stabilità del Governo e per le difficolta di indurre ad una completa resipiscenza il gruppo popolare. Può accadere che la riforma elettorale Acerbo corra pericolo al momento della votazione, specialmente nel segreto delle urne. Basta dare un'occhiata all'aula parlamentare, quando un oratore di opposizione chiudo il suo discorso, per accorgersi che la maggioranza sul progetto è di ora in ora oscillante. Popolari, social comunisti, democratici, oggi riuniti nell'applauso all'oratore di opposizione, possono domani costituire un blocco che controbilanci le forze numeriche dei favorevoli alla riforma, anche se questi, a prima vista, appaiano ancora prevalenti ». Tra i fatti notevoli della giornata, e che forse colla riferma elettorale potrebbero avere attinenza, ' segnaliamo che stamane alle 9.45 si è recato al Quirinale, entrando dall'ingresso priii'irale. il deputato socialista unitario Tito Zaniboni L'on. Zamboni è incito dal Quirinale alle 11.10 precise. Vestiva un abito scuro o recava all'occhiello, come al solito, numerose decorazioni al valore militare. L'on. Zanibotii, avvicinato dai giornalisti, ha rifiutato nettamente di fornire informazioni sid'o =cnpo dplla visita. Ma lo stesso Znniboni invia ai giornali la seguent» lettera circa il suo colloquio odierno con il Re: « Risultatomi che negli ambienti giornalistici si sono diffuse voci disparate intorno all'udienza che S. M. mi ha concesso questa mattina, prego di voler rendere noto clip tale udienza è stata da me richiesta per incarico e per ragioni speciali di alcuni gruppi di combattenti. E' escluso ogni movente politico e ogni altra versione è da considerarsi fino da ora completamente destituita di fondamento ». Ci-Iolitti pel roto fnvorcTOle Stamane si è riunito nuovamente il gruppo della democrazia senza aggettivi (giolittiana) ^i e discusso a lungo sull'opportunità o meno di votare la riforma elettorale. Popò la riunione gli onorevoli Colosimo, Malagodi Luigi Rossi e Corradini, si sono recati dall'onorevole Giolitti, al diale hanno psposto diffusamente le noto ragioni per cui m questo momento, nonostante i gravi inconvenienti del disegno Acerbo, sia" più opportuno il voto a favore. L'on, Giolitti ha ascoltato attentamente le considerazioni dei quattro uomini politici, e le ;-:a approvate, convenendo con essi sull'opportunità di votare lì legge. Dopo questo colloquio, il gruppo si è nuovamente riunito a Montecitorio. Erano presenti diciotto deputati e si è deciso di votare Il passaggio degli articoli della legge elettorale. Si sono astenuti Corradini e BenedottiV ed, hanno votato contro, come si aspettava, Cocco-Ortu, Alessio e Faudella,. l'on. Pallastrelli ha indirizzato al presidente del Gruppo di democrazia senza aggettivi, in seguito al discorso dell'on. Alessio alla Camera, la sedente lettera: « On. Presidente, da tempo consideravo il Gruppo parlamentare di democrazia ancora In vita, unicamente per tuia ragione di regolamento della Camera. Questo mio convincimento trovava conferma, secondo me, nei vari atteggiamenti assunti da diversi colleglli di frori:e al fascismo e ne'Ia iscrizione di parecchi membri del Gruppo stesso ad Associazioni politiche diverse. Ma dopo il discorso pronunziato nella seduta di ieri dall'on. Alessio, sento l'urgente dovere di dichiararle che non porco più aderire a questa unione, anche semplicemente formale, e la ìirego di comunicare le mie dimissioni dal Gruppo ». 11 gruppo parlamentare della democrazia sociale ha approvato il seguente ordine del giorno: « L'assemblea, approvato pienamente l'operato del Direttorio, dà mandato allo stesso di formulare gli emendamenti di indole tecnica proposti dalla Commissione». Meda deplorato dal suo grappo Per esaminare poi il caso Meda si è riunito anche stamane a Montecitorio il direttorio del gruppo popolare. Erano presenti gli on. De Gasperi, Longinotti, Gronchi, Bertone, Cingoloni, Bresciani. Cappa, Achille Grandi, Rodino. La discussione, lunga ed animata, si è chiusa con il seguente ordine del giorno: « Il direttorio, deplorando all'unanimità e con vivo rammarico lo lettera dell'on. Meda, mende atto delle sue successive dichiarazioni di disciplina e passa all'ordine del giorr > ». La lettera è oggetto stamane di un vivace commento del Popolo: « La lettera dell'on. Meda — scrive il giornale — ci ha profondamene addolorati, e le spiegazioni date poi agli on. Rodino, De Garperi, lungi dall'attenuare il nostro dolore, lo hanno, se possibile, acuito, poiché se le spiegazioni rimuovono dall'atto dcll'cn. Meda il sospetto che egli abbia voluto tirarci un colpo alle spalle, tuttavia le conferiscono un aspetto di leggerezza che l'autorità e dignità del suo autore non sono sufficienti . cancellare ». Il ■ Popolo » muovendo vario accuse all'on. Meda, pur riconoscendone l'indiscusso valore, dice che è un tempista, un possibilista, di una sensibilità sconcertante, come lo prova ti suo passato politico. « Ciò dimostra — prosegue il giornale — che l'on. Meda, ogni tanto, e specialmente oliando la vita politica versa in circostanze difficili, ha una crisi di coscienza da superare, cosa legittimo nell'intimo dell'uomo, e noi passiamo anche rispettarla, pero a patto che il travaglio spirituale di quest'uomo, per quanto autorevole e rispettabile, non si impone tutto 11 partito, non ne diventi la tribolazione, non ne aggravi gli imbarazzi, altrimenti il caso di coscienza diventa, sia pure nella più perfetta buona fede, un modo per sfuggire le responsabilità della politica. Intanto l'accoglienza avuta presso la quasi totalità del destinatari della lettera Meda, accoglienza certo destinata a riprodursi in tutto il partito, prova che questo, o ha la crjsite cronica del deputata milanese, o sa superarla, come ha in lattj dimostrato ora con ben altra fermezza, assumendo interamente la responsabilità morali e politiche che l'on. Meda invece vuol rimuover, da sé, a costo di sragionare, come fa nella lettera odierna e nello meravigliose spiegazioni che di essa egli ha dato ai rappresentanti del gruppo parlamentar© ». , L'elettorato femminile Si è riimita, sotto la presidenza dell'on. Giolitti, la Commissione parlamentare ilio esamina la riforma elettorale. Si rto.cva 'iscutere l'allargamento dell'elettorato politico alle donne. L'on. Giolitti ha proposto di dare incarico ad alcuni colleghi di raccogliere dati precisi sulla nnpstinne. perchè la Commissione sia meglio illuminata prima rll p- •■>dere una cosi ìmnortant» decisione L'on. Falcioni, a questo minto, ha domandato se noni sarebbe opTioHtuio occuparsi anche dell'eventuale concessione del voto politico alle donno. L'on. Micheli aveva presentato un <M»*gno di leggo in proposito o da varie parli della Camera A vomita più volte questa richiesta. Parecchi commissari hanno aderito a questo punto di vista, ma l'on. Ter ghf ha fatto osservare cho. trotmn'lnsi di cosa LCtt grave, entrerebbero nelle liste elettorali dal 5 ad 8 milioni di elettrici: prima che '• Com* missione si addentri neir»«imi» della '<»a»« stione. sarebbe opno'-tuno ci.e pi sentisse Iti proposito il parere del niosidpntp del Consiglio. La proposta dell'ori. Terzaghi 6 sembrata giusta e la Commissione hi incaricato gli on. Di PcalP.-i e Torznirhl ri' 'accogliere dati ed interrogare in nronositn (] prps'donte del Consiglio. Orbene l'on. Mussolini ha confermato la promosse di estendere il voto amministrativo alle donne giusta il disegno; .li legge giù presentato, ma-del voto noetico alle donne non si può parlare per ori.

Luoghi citati: Roma