Un condottiero: "Gott Stinnes"

Un condottiero: "Gott Stinnes" Un condottiero: "Gott Stinnes" MONACO I BAVIERA, luglio Ogni epoca costruttiva della storia ha un uomo-simbolo che la esprime. Egli non la crea, rua la feconda gettando il seme del tuo spirito nel confuso fermento del popolo, che trasforma in uua precisa forza diritta o operante. L'epoca germanica contemporanea dell'organizzazione industriale verticale, della concentrazione ultrapotente si incardina su Hugo Stinnes. Per questo i! popolo tedesco chiama il re del carbone e dell'acciaio della Euhr « Gott Stinnes », il Dio Stinnes. Istintivamente esso sente che (luesto uomo bruno solido e rude come un carbonaio, ma ispirato da una febbre di «confinata. e' lucente grandezza, <cho dà per orizzonto al suo lavoro insonne il mondo intero, rappresenta tutto il travaglio e l'anima della Germania d'oggi che ha radicala nel carbone e nel ferro la difesa della sua potenza imperiale e, mutilata dalla guerra, non s'umilia ma è già in piedi, con un estremo sforzo disperato, per ricostruire il suo impero perduto. Hugo Stinnos compare sulla scena economica tedesca a ventitre anni con la fondazione di una prima società di cinquanta mila marchi di capitale. C'era già nella sua famiglia una solida tradizione di lavoro. Il padre Mathias aveva creato sul Reno un piccolo regno industriale con le miniere, il commercio del carbone e la navigazione spinta fino al mar del Nord. Hugo Stinnes comincia egli pure il suo lavoro dal carbone — il pano d'egni industria. Per lanciarsi alle sue grandi costruzioni industriali si prennra dalle fondamenta. E' la Rulir, il bacino minerario renano-vestfa-jliano, che lo attira. Qui già nel diciottesimo secolo si erano venuti raccogliendo, nell'istinto dello prodigiose ricchezze sotterranee da disseppellire, centinaia di piccole società industriali, finanzieri, uomini di affari, e al loro seguito masso operaio di ogni provincia tedesca. "Unita la Ruhr alla Prussia subito essa diviene il grande cuore palpitante della industria imperiale tedesca. Vi sorgono lo gTandi società del carbone e si uniscono in un sindacato cho controlla tutta la produzione e la vendita della Rnhr. Kucro_ Stinnes, che ha rapidamente sviluppato i suoi affari, combinando il suo spirito anelante verso i grandi orizzonti con il vertiginoso movimento d'applicazioni industriali e di espansione economica che caratterizza la Germania degli ultimi venti anni prima della guerra, no diviene presto il capitano. Egli aveva intuito le necessità e le possibilità del tempo, nella gara per la produzione rapida e a buon mercato in cui la Germania s'era lanciata per la conquista del mercato mondiale, e aveva unito la produzione del carbone, del ferro e dell'acciaio in una gigantesca società anonima di miniere e di alti forni — la Deutsch-Luxnmbùrgiche Bergwcrhs und Huttcn A. G., che, ricostituita nel 1901 con un milione di marchi portava già dopo il primo esercizio il suo capitale a 35 milioni e. nel 1910 a 60 milioni di marchi. Ingrandita con la progressiva metodica annessione di miniere e di alti forni, di società di navigazione, di industria che fabbricano locomotive e vagoni, l'impresa alla vigilia del trattato di Versailles occupava quarantamila operai. E organizsata con sistemi tecnici perfetti, rifornita di minerale e di combustibile dallo proprie miniere, con navi e treni propri che riducevano i prezzi dei trasporti, era riuscita ad avanzare già su tutti i mercati del moùdo, vendendo a prezzi minimi. Ma insieme a questa gigantesca impresa imperiale del carbone e del ferro Hugo Stinnes aveva costruito un'altra impresa di elettricità, la forza motrice e trasformatrice complementare del suo grande sistema d'industrie. E' la Bheinisch-Westfaelitche Elehtrizitàtswerks A. G., che fondata nel 1907 a Essen, con l'impianto di un'officina elettrica, si dilata rapidamente fino a fornirò 'la corrente elettrica a tutta la zona tedesca renana, dal confine olandese fino alla valle dell'Aar, ed il gas e l'acqua a venticinque città. C'era già qui la struttura del trust verticale dell'industria, la concentrazione massima della produzione su una base di carbone e di ferro che l'alimentano. Ma la guerra la spezza. Tutte le grandi creazioni economiche tedesche sono distrutte con la pace di Versailles, che inizia, finita la guerra dei cannoni, l'offensiva economica francese contro la Germania. La marina mercantile tedesca, la costruzione di Ballin, ò soppressa e Ballin si uccide. Anche la costruzione di Hugo Stinnes è mortalmente mutilata. -La Deutsch-Lvxembura perde tutte le sue miniere di carbone e di ferro e le sue officine di prima lavorazione della Lorena e del Lussemburgo, che le fornivano un milione di tonnellate di carbone e 750 mila tonnellate di ferro, ossia il sessanta per conto delle materie prime. Il suo sistema economico unitario è devastato: la sua alta piramide perde la propria base e minaccia di crollare. Non c'è grande industria nazionale indipendente se essa non ha dirotti rifornimenti indipendenti di combustibile e di materie prime. Il ferro e una parte del carbone sono ora separati dal consorzio di Stinnes come da tutta l'altra industria tedesca da una barriera doganale. Ma le proprietà di Stinnes nella Lorena e nel Lussemburgo, oltre che separate politicamente, sono pure assorbito da un sindacato francese. La devastazione sembra mortale. In Francia si aspetta una crisi irreparabile. Ma Stinnes non si scoraggia. Egli vuole ricostruire la sua industria e salvare l'industria germanica. La salvezza è nel suo sistema integrale dell'immensamente grande. Ed ecco Stinnes, subito dopo il trattato di Versailles, riprendere.il suo movimento ili concentrazione fra le industrie tedesche che si sono salvate dall'invasione nemica, come un generale che raccolga e ricomponga frai soldati dispersi, dopo una disfatta, un nuovo esercito per resistere sulle posizioni e riprendere la battaglia. Qui comincia l'apoteosi di Gott Stinnes, la resurrezione tedesca. Non c'è tempo da perdere. Se l'industria tedesca scompare dai mercati europei per qualche anno, intenta solo alla sua ricostruzione interna, essa sarà irrimediabilmente soverchiata dall'industria americana, inglese e francese. Stinnes si affretta a riunire a torno le superstiti unità della DeutschLuxembura le acciaierie Brnninghaus di Werdhol, la società A. Karl Berg di Evakind e poi i laminatoi di Megon, la fabbrica di catene Kari Schlieners di Gninee quella di chiodi dei fratelli Knipping di Altona. Mancano però ancora il ferro e il carbone. E Stinnes si annette la società mineraria di Gelsenkirchen, che alla vigilia della guerra con cinquantacinque mila operai produceva dieci milioni di tonnellate <! carbone e si riorganizza ora con un nuovo nome, la lìhcinische Union, per assorbire poco tempo dopo, sottraendolo a un tentativo di compera slrauicra, il Bochumer Vcrein, che ha miniere e fabbriche di acciaio fuso, con diciotto mila operai. Così tutti i gradi della scala produttiva, dall'estrazione delle materie prime all'ultima lavorazione, sono ricostituiti nel consorzio di Stinnes. Rimaneva da ricostruire anche il suo sistema elettrico. Nel 1920 Hugo Stinnes si annette la società. Siemens, che si divideva con \'A. E. G. il dominio di tutta l'industria elettrica tedesca e controlla più di cinquanta imprese renane e bavaresi di elettricità, di gas, di miniere e di ferrovie locali. Il gigante risorge più forte e operoso. So già detto che questa associazione di tutti i mezzi e i cicli produttivi, che ò la concontrazione per l'utilizzazione massima di ogni ricorsa e attività germanica, dà all'industria tedesca una corazza che la fa immune da tulti i col;i della c.-ncor.enzu mondiale. Tutto lo possibilità della produzione, dall'estrazione del carbone alla fusione della ghisa e alla fabbrica dei vagoni e delle automobili, dalla meccanica di precisione all'ottica, dalla costruzione di intero ferrovie sotterraneo allo lampade elettriche, sono qui riunite per rrggiuugere i rifornimenti dirotti, i costi minimi, il perfezionamento tecnico o il rendimento massimo e riconquistare così all'industria tedesca il suo posto imperialo nel mondo. E' lo sforzo estremo della difesa nazionale. « Non c' c oggi più da contare che sul lavoro e sul valore personale degli individui — diceva il presidente del Consiglio di Amministrazione di questo gigantesco trust di Stinnes. Noi dobbiamo vegliare perchè tutto le ricehezzo che strappiamo al nostro suolo non siano inviate sul mercato mondiale prima di aver subito in Germania tutte le trasformazioni possibili «1 es3orvi state lavorato fino all'estremo limite della perfezione ». Per una generazione almeno questa nuova forza titanica tedesca dominerà la lotta economica dell'Europa. La costruzione di Hugo Stinnes non si arresta qui. L'industria tedesca sarà tanto più forte sui mercati del mondo quanto più sarà rifornita e avrà debilitata l'industria concorrente straniera, togliendolo i rifornimenti o controllandone la produzione per sottometterla agli interessi e allo correnti tedesche. Ed ecco l'espansione internazionale di Stinnes — un fenomeno che non ha eguale in Europa — sempre pronto a comperare pacchi di azioni di Società minerarie; di fabbriche, di banche, in ogni paese d'Europa e d'America. Si direbbe che le sue risorse, per una ricchezza favolosa, siano inesauribili. In realtà Hugo Stinnes, fedele alla tradizione di quell'occulto metodo di penetrazione tedesca che diede già una sovranità economica europea alla Germania prima della guerra, riesco con un complicato ma preciso sistema di combinazioni industriali e bancarie a espandersi e dominare la finanza e l'industria straniera con capitali solo in parte suoi. Egli si impadronisce di alcuni centri vitali industriali o bancari di un paese e di là si ramifica per tutti i suoi gangli economici che ne dipendono, con un giuoco di cointeressenze, imposte inevitabilmente da questi suoi accaparramenti. Non è più possibile oggi fissare il quadro intero dell'espansione internazionale, sempre in movimento, sempre in aumento, di Hugo Stinnes. Bastano del resto per illuminarlo pochi dei suoi episodi centrali. Dalla Baviera Stinnes è sceso in Austria. Fra tanto imprese qui assorbite la più importante c quella mineraria àeM'Alpin Montan Gesellschaft, che produce ferro e laminati e prima della guerra riforniva l'Italia e i Balcani. Subito dopo la guerra gli italiani erano riusciti a impossessarsi della maggioranza delle sue azioni e pareva che l'industria italiana potesse finalmente avere qualche suo rifornimento di materie prime. Ma Stinnes toglie con un affare bancario le azioni agli italiani e riunisce l'impresa austriaca al suo consorzio. L'Austria è ricca di materie prime : ha carbone, petrolio, caolina, legname. Stinnes si accaparra tutta questa ricchezza. Nel maggio di quest'anno una sua società, la Standard A. G. *>ir Forstindustrie viene fondata per vaste imprese forestali in Austria. Dall'Austria Stinnes passa in Ungheria, acquistando una grande quantità di azioni della società siderurgica e metallurgica Liptak, con l'aiuto di gruppi finanziari inglesi e americani, ch'egli però sottomette al suo controllo, mentre ingegneri tedeschi entrano nella direzione tecnica dell'impresa. Non basta. Una banca sotto la sua presidenza è costituita a Budapest con la missione di espandere il commercio dell'industria tedesca nei Balcani. Si fonda una fabbrica olandese-ungherese per la fabbricazione di lampade e fanali, che lavora per l'esportazione sopratutto in Russia e in America. Poche settimane or sono Stinnes manda un suo figlio a Budapest ad acquistare per qualche centinaio di milioni di corone ungheresi un forte pacco di sue azioni. Stinnes tenta ora pure di penetrare in Cecoslovacchia: nella siderurgia e nello vetrerie di Inwnld. V. va riconquistando economicamente alla Germania le miniere dell'Alta Slesia perduta. Ai primi di maggio si è annesso qui duo delle più importanti imprese: la Kattowitzer A. G. e la Bismarci A. G.: la prima fornitrice di carbone (2.700 mila tonnellate nell'esercizio 1922), l'altra specializzata nella fabbricazione degli acciai fini, già in concorrenza con una società appartenente al consorzio di Stinnes VA. G. Gel. Boeler. Così Eono eliminati i concorrenti ed è ricostruito ancora uno-volta un sistema integrale d'industria con il ferro e il carbone. Dall'Alta Slesia i tentativi di Stinnes discendono in Polonia. Vi sono qui ferriere e giacimenti di petrolio e industrie tessili da conquistare. Dal giugno scorso un rappresentante di Stinnes è a Lodz per assorbire grandi zone tessili. L'operazione dovrebbe cominciare con la fondazione di una grande banca, la quale acquisterebbe progressivamento le azioni delle imprese tessili polacche per fonderle in un gran trust. Allora tutta la produzione tessile polacca, che viene esportata in Germania ma sopratutto in Russia, sarebbe alle dipendenze di un comando tedesco. In Polonia c'è dell'allarmo. Poche settimane or sono il ministro del oommercio, interrogato su questi tentativi, ha dichiarato di opporsi all'introduzione del « capitale nemico » in Polonia, minacciando di mettere in liquidazione le imprese sostenute da un tal capitale. Ma, s'è già detto, Stinnes non avanza all'estero solo con i suoi capitali. A traverso la fitta trama di interessi che s'ò creata onera con il capitalo dei paesi stessi nel quale vuol penetrare. E così Stinnes è già ancho in Romania, dove nell'aprile di quest'anno si è accaparrato il quarantacinque por cento delle azioni degli Aluminiunicrzwerke che. lavorano le miniere di Nagyvarad e Bélényes, c in Svezia, dov'è iutercssato alle miniero di l'erro, e in Danimarca, dove ha fra l'altro comperato una grossa partita di azioni di una società per l'importazione degli oli e della benzina. Ricostruita di là dai confini politici la base economica dell'industria tedesca, bisogna però ancora riaprirle il mercato del mondo, lanciarla al di ià degli oceani, in una gara con l'America e l'Inghilterra. Ealla riconquista delle fonti di rifornimento dell'industria si aggiungo allora subito la ricostruzione della marina mercantile tedesca che ha da portare alla Germania il ferro e il carbone, il cotone c il petrolio per riesportarne, i prodotti finiti. Nell'economia mondiale il problema della produzione è talvolta solo in dipendenza del proli'"ino dei trasporti. Nel secolo scorso, agli albori delle grar.di concezioni industriali contemporanee, non si poteva immaginare un paese industriale che non avesse dentro i suoi confini, a torno gli alti camini dei suoi forni, il ferro e il carbone. Ora la Germania va rapidamente creando un nuovo tipo d'impero industriale, nel quale la base dell'industria non è più data dalla contiguità delie materie prime e del combustibile ma dall'alta sua capacità tecnica a lavorarle e dalla rapidità e dal buon mercato del loro trasporto. La nuova marina mercantilo che si ricompone in Germania ha, prima di ogni scopo commerciale, questa funziono integrante della produzione. Per questo Stinnes si è fatto anche armatore ed ha oggi nel suo consorzio una delle più formidabili flotte transoceaniche della Germania. C'è qui, si vedo bene, un vasto sistematico piano di mobilitazione industriale della Germania, che si sviluppa a raggiera, cominciando dai paesi più vicini, per reagire alle limitazioni imposte alla sua produz:one nazionale dal controllo dei vincitori. Un tale sistema internazionale di miniere o di industrio restituisce all'industria tedesca la sua forza e lo sue possibilità, ma anche i suoi arsenali di guerra alla Germania indomata. E' la rinascita dell'Impero, la preparazione, silenziosa e passante, della riscossa. Originato da una necessiti di difesa questo movimento di concentrazione nazionale, di accaparraménto internazio1 naie prende ora pure una diretta funzioneaggressiva. E diviene la impostazione dellanuova guerra economica cho la Germania si prepara a combattere. Era assurdo pensare a una definitiva sottotnis-,iono del popolo tedesco. Battuto in guerra, senza più armi militari, esso ri prence la guerra con lo capacità e le risorse che gli sono rimaste. Ma questa guerra economica non può esscro a sua volta cho il ciclo di preparaziono di un nuovo urto di c-serciti. La guerra passata, si è già dimostrato, ha avuto premesse e scopi economici, ma si è puro sviluppata con uua immediata aderenza alla struttura e alle funzioni economiche di ogni paese. E' stata sopratutto una guerra di industrie. Nonostante il rapido annullamento r!"l fronto di combattimento dell'esercito russo caduto non por le rivolto e i tradimenti ma sopratulto per l'insufficienza industriale della Russia isolata, la Germania, con la sua industria perfetta, è stata battuta quando alla intensificazione industriale dell'Inghilterra, della Francia e dell'Italia si è aggiunta quella dell'America. I generali e l'eroismo degli uomini hanno dato solo l'impiego utile e intensivo alle creazioni industriali, che rimangono pur sempre le colonne centrali vittoriose della guerra. So era la Germania perdesse la sua forza industrialo, il suo dominio economico del mondo, sarebbe veramente e definitivamente sottomessa. So riprende invece il suo posto produttivo, contro tutti i trattati e 1" compressioni dei vincitori ritroverà la sua forza per battersi. Succeduto ai generali, a Ludendorff e a Hindemburg, Hugo Stinnes è oggi il nuovo condottiero dello armate tedesche. Non c'è da ingannarsi se egli è oggi anche ali* testa del movimento industriale tedesco che vuole la paco e l'accordo della Germania ccn la Francia nella Ruhr. L'offensiva tedesca contro i vincitori e sopratutto contro la Francia non si combatto ormai più nella Ruhr. Per rinvigorirsi l'industria tedesca ha bisogno di pace con la Francia. E qui è il senso delle parole dette una volta da Stinnes : « la Germania non può preparare la sua nuova guerra senza l'aiuto della Francia ». Ma di questa guerra economica della Germania, ora che se ne conoscono le premesse e le armi, bisogna vedere ancora le linee di movimento, le tappe e le mète. Silenziosamente essa attraversa già tutta l'EuropaVIRGINIO CAYDA.