"Nessuna Potenza temporale o spirituale può distoglierci ..." dice Poincaré rispondendo alle interpellanze sulla lettera del Papa

"Nessuna Potenza temporale o spirituale può distoglierci ..." dice Poincaré rispondendo alle interpellanze sulla lettera del Papa "Nessuna Potenza temporale o spirituale può distoglierci ..." dice Poincaré rispondendo alle interpellanze sulla lettera del Papa (Servasio speciale della STAMPA) Parigi, 6, notte. 11 Presidente del Consiglio francese ha risposto ogpt alla Camera alle interpellanze riguardanti l'atteggiamento del Governo belga per l'incidente provocato dalla lettera del cardinale Gasparri. Le dichlr.razioni, oltremodo chiare, del Presidente del Consiglio francese hanno dimostrato nettamente la volontà di continuare nei riguardi del Papato la tradizione francese, di rimanere fermi sulla posizione couio se nulla fosse avvenuto. Queste dichiarazioni sono stato applaudite dalla grande marjgi-vriinz-. della Camera, che, votando con 38S voti contro 190 l'ordine del giorno puro e semplieo come il Presidente del Consiglio aveva chiesto, ha confermato al Governo la fiducia espressa con i voti precedenti. Gl'interpellanti 11 deputato Dumesni], radico-socialista, ha aperto la discussione dicendo della emozione causata dalla lettera del Papa, non solanto in Francia, ma nel mondo intero, dove i cattolici hanno potuto dubitare della causa della Francia. L'oratore c d'accordo col Papa (piando invita le nazioni a preferire la pace alla guerra ; ma non può esimersi dall'esprimerc il suo rincrescimento « quando il Pontefice predica la pace contro gli interessi della Francia. In ogni caso — egli continua — parigiani od avversari dell'occupazione della Ruhr, noi dobbiamo tutti essere d'accordo nel non ammettere che 11 Papa, che st è disinteressato di noi durante la guerra, critichi nggi la nostra azione e la nostra condotjta. Il sovrano Pontclice, che non ha stigmatizzato i delitti di Lovanio e di Reirr.s, ha perduto il diritto di intervenire nei nostri affari». Questo parole sono applaudite sul banchi della sinistra, e provocano a destra vive proteste. Venendo poi a parlare anche dell'Ambasciata francese presso la Santa Sede, di cui egli non ha votato il ristabilimeno, l'interpellante si meraviglia che l'ambasciatore .lonnart non abbia previsto l'incidente clic si preparava, e chiede al Presidente del Consiglio di pronunciare la parola che farà capire a noma « ohe in Francia non si confonde la liberlà religiosa con la dominazione romana ». TI secondo interrogante, l'on. Sangnier, sostiene un'altra lesi. Per lui la lettera del Papa non è nè politica nò diplomatica; ma è semplicemente nn documento religioso, nel quale il Papa non approva nò condanna i metodi del Presidente del Consiglio francese, ma mostra per conto proprio la preoccupazione evidente e palese di non proporre soluzioni e di Timancre sul terreno dei prlnclpii cristiani. — Se fosse un documento religioso •— Interrompe l'on. Herrlot — sarebbe scritto in latino ! L'inlerpellante sostiene che il Papa aveva i! diritto di tenere il linguaggio che ha tenuto, perchè non ha condannato l'occupazione della Iluhr, ma soltanto dichiarato che qualsiasi occupazione territoriale ha necessariamente un lato penoso. « Àia — esclama l'Interpellante — egli ha anche preso parte net riguardi di uno stato di spirito condannabile: egli ha condannato il nazionalismo esagerato, che fa della patria un idolo.... •. SI protesta a Destra, ma l'on. Sangnier rammenta che Cristo ha infranto tutti gli idoli, e termina con una dichiarazione dei suoi sentimenti cristiani: « Nel fondo dei nostri cuori noi abbiamo — egli esclama — il dovere di perdonare ai nostri nemici e di prepare per essi ». Si applaude su vorli banchi, specialmente a Destra e all'Estrema Sinistra. L'on. De Magalon, deputato liberale, fa notare che i cattolici nelle loro riunioni internazionali non hanno mai sostenuto una tesi contraria agli Interessi del loro paese. « Per rettamente sottomessi al Santo Padre per citello cho concerne la fedo e la disciplina religiosa, essi affermarono nelle questioni politiche la loro assoluta indipendenza di cittadini E dopo alcune frecciato rivolte si senatore Jonnart. l'oratore dichiara che cattolici di Francia pregano il Governo di continuare energicamente la sua politica nazionale» di giustizia e di necessità. Il Presidente del Consiglio alla tribuna Il presidente del Consiglio sale alla tribuna per rispondere agli interpellanti. E comincia facendo la storia dell'incidente, • » U 50 giugno a sera il cardinale Gasparl comunicava al signor Jonnart c a tutti ali nitri ambasciatori la letter, che doveva essere pubblicata l'indomani nm'Osservatore, nomano. L'indomani mattili» subito il signor Jonnart indicava al cardinale in quale misura questa lettera poteva impressionare la Francia, che aveva mostrato tanta pazienza, consentito a tanti temporeggiamenti, e manifestato tanta buona volontà. 11 cardinale rispose che era con uno scopo elevato di pacificazione, di carità universale, cho la lettera era stata scritta. Il Papa aveva d'altronde riconosciuto il diritto del creditore. Ma altri procedimenti non potevano essere presi in esame per assicurare il credito? U signor Jonnart rispose che l'intervento del Papa non pareva essere giustificato per nulla; e clic avrebbe stupito la Francia. Nello slesso tempo la lettera era stata comunicata ad una agenzia. Tuttavia certi termini furono allora attenuati: e il 28 giugno il cardinale Gasparri, rendendosi conto della situazione, tentava di attenuarne, ancora l'effetto con una nota ed un commento apparsi mWOsscrvatore nomano ». Queste spiegazioni ed attenuazioni parvero però al presidente del Consiglio insufficienti e confuse; cosicché egli pregò Jonnart di chiedere una udienza al Pontefice, il quale dichiarò allora che la sua lettera « era stata concepita unicamente per il bene pubblico, e cho supponeva evidentemente la buona fedo della Germania ». « All'indomani — proseguo Poincaré — l'attentato di cui furono vittime 1 nostri amici belgi provava alla Santa Sede che la Francia aveva ragione. ]•; Pio XI Invitava il suo rappresentante a Monaco a manifestare la sua riprovazione per tali attentati selvaggi. « Sulla lettera stessa — continua Poincaré — lo mi limiterò a constatare che, per quanto alta sia l'autorità da cui essa emana, questa autorità non ha nessun potere di intervento nella politica estera o interna della Francia, Questa lettera d'altronde preconizza una politica analoga a quella cho difendono alcuni del nostri amici ; e io non capisco perchè consigli di tale genere possano urtare piuttosto quando emanano dalla Santa Sede che non dai nostri alleati ». Si applaude al centro ed a sinistra. « L'Inghilterra ne ha il diritto — interrompe Herrlot: — ma il Pupa, noi ». Poincaré risponde che l'on. Sangnier non ha sostenuto la stessa tesi. Egli, per parie sua, si ft chiesto «se il papa non abbia scambiato qualche opinione Isolata per l'opinione della Francia, e se qualche albero agitato dal vento non abbia impedito di scorgere la foresta ». A questo punto l'on. Sangnier esclama: « La foresta sta sorgendo ! ». « Rassicuratovi — ribalte Poincaré — non farò il boscaiuolo per abbatterla. Il vento basterà ». I creditori aspetteranno... Il Presidente del Consiglio constata d'altra parte che la lotterà dell'Osservatore nomano riconosce senza riserve i diritti della Francia. « Per quanto riguarda la Francia — continua l'on. Poincaré — il Papa si 6 credulo in dovere di dare un consiglio, che 6 senza forza efficiente e lascia piena libertà ai fedeli od all'episcopato. La dichiarazione del 1782 non ha fatto che confermare e precisare la Iradiziono francose: — Lasciare piena libertà al Papa, ma fare in modo che non esorbiti dalla sua missione apostolica. — Questa e stata sempre la politica della Francia. La distinzione capitalo tra il potere temporale e quello spirituale non fece che coronare questa opera. Non sembra perciò ragionevole sopprimere la nostra Ambasciata presso il Vaticano perchè il Papa sia intervenuto in tuia questione che d'altra parto viene discussa in ogni parto del mondo. Quanto ad un richiamo temporaneo, esso non 6 nemmeno giustificato. La sola cosa da fare oggi 6 rimanere fermi nelle nostre posizioni, come se nulla fosse accaduto ». Queste parole di Poincaré sono calorosamente applaudite, Poincaré dice poi che 1 cattolici rispettano l'autorità del Papa nel dominio della disciplina e della fede; « ma — soggiunge tra gli applausi della maggioranza — l'intervento di una potenza spirituale in una questione politica non può che indebolire la sua aulorità. In quanto a noi non dobbiamo che mostrarci più uniti che mal nella nostra politica estera. Kessuna potenza temporale o spirituale, può distoglierci dal perseguire il trattato di Versailles, fi la Francia, che ha anticipato cento miliardi, avrà il rincrescimento di fare aspettare ancora, qualche tempo certi grandi consorzi finanziari internazionali... ». Nuovi applausi scrosciano, ed il presidente del Consiglio cosi conclude: t Noi siamo entrati nella Ruhr perchè la Germania mantenga i proprii impegni. La Germania resiste. Si versa il sangue del nostri soldati e dei soldati belgi. La Germania rinunzi anzi tutto a questa resistenza criminosa; c so manterrà poi i suoi impegni, noi sgombreremo la Hhur nella misura in cui questi impegni saranno mantenuti. Sono queste verità che non cesseremo di ripetere, e di cui si convinceranno, speriamo, 1 nostri Alleati ed il Vaticano. Faremo di tutto per farle trionfare ! ». Poincaré è salutalo da un'ovazione, quando torna al suo banco. 388 voti contro 190 Il deputato Rollin e quindi il generalo Castelnau prendono ancora la parola. Quest'ultimo riconosce il diritto della Francia di chiedere c prendere delle garanzie. «Non a noi si rivolge l'appello del Vaticano — dice il generale — ma a coloro che col pretesto dell'insolvibilità rifiutano di riparare le enormi rovino causale sin nostro territorio devastato. Ascoltiamo la voce sovrana del Pontefice, e nello slosso tempo diamo ampia fiducia al Presidente del Consiglio per la continuazione della esecuzione del trattato di Versailles ». La destra applaude l'oratore. Il socialista Blurn dice che l'atteggiamento del Papato non ha sorpreso, polche quando il Vaticano si intromette in qualche questione non io fa che per lini personali e per il proprio interesso. Herrlot-si dichiara avversarlo del ristabilimento dello relazioni col Vaticano, e resta fedele al suo atteggiamento di rifiutare al Papa il diritto di intervenire negli Affari della Francia. Egli depone un ornine del giorno, nel quale contesta la utilità dell'Ambasciata presso il Vaticano. Ma l'ordine del giorno puro e semplice, chiesto da Poincaré c- appoggiato da Louc.hour, Il quale ritiene elio non convenga dare all'Incidente una importanza maggiore di quella che menta, ha la priorità ed è votato con DS8 voti contro 100.