Il Trattato di Versailles

Il Trattato di Versailles Il Trattato di Versailles Singolari occasioni si sono di recente presentate per valutare sino a qua! punto il Trattato di .Versailles non sia stato lutto da coloro che, sul suo carattere, jsi r.ozo fatto ben definito opinioni. Non c'è realniento scusa per la manfcata lettura di questo grande strumento internazionale. E' il documento più importante dei nostri tempi. Esso ha certo rimodollato, migliorandola o peggiorandola, gran parto della geografia europea. Ha risuscitato nazionalità morte e sepolte; costituisce l'atto di manomissione in favore di diecine di milioni 'd'europei che, sino al 19J.8, l'anno della vittoria, furono mancipii d'altre razze. Esso tocca proiondamente l'economia, la finanza, lo coudizioni industriali e commerciali del mondo; e contiene clausole dalla cui efficacia potrebbe dipendere la stessa esistenza della civilizzazione. Pochi sono, nondimeno, coloro i quali 'sanno dire che cosa sia il Trattato di {Versailles. Si sarebbe pensato che, ad onta di larghe divergenze intorno ai suoi meriti, non sarebbe stato difficile ottenere qualche misura di accordo circa il suo contenuto. Si fece tutto il possibile per dare la massima pubblicità al suo abbozzo quando venne presentato ai tedeschi, e poscia al documento definitivo allorché venne sottoscritto. Prima ancora che la forma dell'abbozzo rosee concordata, le deliberazioni cho proiseguivano in materia furono riferito giorno per giorno. Nessun trattato mai ifu oggetto di tante pubblicazioni, nessuno fu mai tanto discusso in ogui suo articolo e in ogni sua molecola; chiunque ora se ne può procurare da qualsiasi libraio una copia ufficiale a modestissimo prezzo. Ad onta di ciò, non trovate due uomi ni professanti opinioni diverse sulla pua giustizia o ingiustizia, i quali rie scano a concordare su quello ch'esso contiene. La stessa perplessità dove aver colpi 'io nel 1713 uno straniero che, visitando l'Inghilterra, abbia chiesto lumi sul Trattato di Utrecht ad un a "Whig » da un canto e a un * Tory » dall'altro. In tal modo, il Trattato di Versailles divenuto uno di quei temi fieramente dibattuti, sui quali i contendenti si rifiutano di dar peso a qualunque testimonianza, o di riconoscere l'esistenza <lj qiialsiteji fatto, che non possa ìnnesjarm al loro peculiare punto di vista. L'esiito è che il vero e, proprio Trattato di (Versailles è ormai scomparso. Al ponto suo sono emerse parecchie versioni immaginarie, ed è intorno a queste che In (contesa si svolgo. In Francia esistono almeno due o tre jeeuoìe, nei riguardi del Trattato di Versailles. Una potente sezione lo ha sempre giudicato un patto proditorio, nel qnnle, — in un momento di debolezza sotto le pressioni del Presidente "Wilson e mie, — Clemencean si lasciò strappare solidi diritti e interessi francesi. Questa è la scuola Poincaré-Barthou-Pcrtinax. Ed è per questo elio essi, formalmente affaccendati ad imporre l'esecuzione del Trattato, stanno ora, in sostanza, eseguendo una gigantesca operazione per emendarlo senza consultare gli altri firmatari. Ciò emerge molto chiaramente dalla notévole relazione dell'Alto Commissario francese per la Renanìa, pubblicata domenica scorsa dall'i Observer ». Risulta ovvio, da quel documento ufficiale, che il Governo francese, mentre da un lato creava nel suo pubblico uno stato d'indignazione pel mancato adempimento tedesco del Trattato di Versailles, dall'altro stava attivamente organizzando un complotto per rovesciare, con le sue stesse roani, il Trattato medesimo. Infatti, il rappresentante della Francia sul Beno veniva prodigando, col consenso del Governo di Parigi, danaro francese allo scopo di promuovere una cospirazione intesa ad erigere sul Reno, sotto la pròtezione della Francia, una repubblica indipendente. Si trattava di un ben meditato ten tativo, — da parte di quelli che disap provavano la moderazione del Trattato di Versailles, — di rimanipolarne le clausole, in conformità delle richiesta militaristiche avanzate dal Maresciallo Foch durante la Conferenza della Pace Il Maresciallo Focli, essendo l'incarnazione dell'onore, voleva che ciò si facesse apertamente e in modo rettilineo. Invece, quello ch'egli avrebbe fatto secondo i dettami della sua natura di gentiluomo,- questi cospiratori avrebbero .voluto attuarlo con l'inganno, — ingannando gli Alleati loro e mancando di fede al Trattato a cui il loro paese aveva posto la sua firma. Questa, è una delle scuole del pensiero francese sul Trattato di Versailles : la scuola che ha precipitato l'Europa nel perturbamento attuale. Ve n'è poi una seconda, la quale legge nel Trattaito attribuzioni di poteri e disposizioni che esso non contiene, e non intese mai di coinvolgere. Questi critici sostengono con veemenza che Briand, e tutti gli altri Primi Ministri francesi eccettuato Poincaré, tradirono il loro mandato perchè non seppero far valere queste stipulazioni immaginarie. Ancor oggi, essi credouo onestamente che Poincaré sia jl pruno Presidente del Consiglio fran quale-abbià 'davrero*itentatò ' 'di faditeil stlotamdsadalinpl'sppScetrtusaUnTdtapcpucpvQcasiaeatrafirptcdItnrnnzpsasdsmct e o e a a a a o e l o o e a o e a o ao. eno ndi ee : a oi ani ai oli to rusi ia n di far valere i diritti della Francia a lenor di Trattalo. Ila ultimo, nello sfondo, esiste una terza scuola che sa esattamente che cosa, il -Trattalo significhi, ma, nell'odierno stato dell'opinione francese, non osa dirlo. Oppure, forse, i suoi accoliti aspettano il momento opportuno. Questo momento si avvicina. Speriamo che, quand'esso arriverà, non sia troppo tardi per salvare l'Europa dallo sprofondare. Anche in America si. notano due o tre divergenti correnti d'opinioni intorno al Trattato. Una di esse lo considera un insidioso tentativo di cogliere in trappolagli Siati Uniti per trascinarli nell'infermeria europea, dove sarebbero spennacchiati per imbottire, con lo loro piume, i guanciali francesi od inglesi. Se qualcosa potesse giustificare una concezione insulare comò questa, non potrebbe essere cho l'interpretazione del tutto'egoistica data al Trattato di Versailles da uno o due dei Governi alleali. Un'altra corrente, americana, invece, se non erro, sostiene vigorosamente il Trattato come un grande istrumenlo di diritti umani, — secondo, per importanza, alla sola Dichiarazione d'Indipendenza. K credo che ci sia una terza corrente, la quale pensa cho, in complesso, tinello di Versailles non è stato un riassetto malvagio: peccato, essa dice, che non siasi usato maggior tatto per fargli percorrere senza incidenti le varie tappo di approvazione e di ratifica. Quelli cho appartengono a, questa, terza corrente non levano la voce come, gli altri. In Inghilterra abbiamo almeno tre scuole. \ i sono i critici che denunziano il Trattato come un brutale oltraggio alla giustizia internazionale. Per loro, esso si risolve in un congegno inteso ad estorcere, a uno. Germania impoverita, somme, incalcolabili sotto forma di riparazioni per danni artificiosamente amplificati. Vi è poi l'altro estremo: la fazione dei « Die Hards », cresciuta tii influenza dopo essersi ridotta di numero. Questi ritolgono che il Trattato non punisce abbastanza la Germania. Effettivamente, essi sono perfettamente d'ac cordo con gli sciovinisti francesi sulla deplorevole moderazione di quel patto Inoltre, anche in Inghilterra esisto una terza teudenza a parer della quale, tenendo conto dei contrastanti fini, interèssi e tradizioni delle parti chiamate a negoziare e ad accordarsi, le disposizioni del Trattato rappresentano la soluzione migliore. Senonchè, prendendo insieme, o separatamente, tutto queste vaneggiate scuole, si trova che, su mille dei loro allievi, non uno saprebbe offrire un sommario intelligente e comprensivo dei principii cardinali d°l Trattato. Forse non sarei lontano dal vero dicendo che non so ne troverebbe uno su diecimila. In genere, i polemisti usano concentrarsi sopra quegli articoli del Trattato i quali, a seconda dei casi, riescono loro graditi o sgraditi; ed ignorano tutti i rimanenti, per essenziali cho possano essere se si voglia dare un solido giudizio sull'insieme. La più parte dei confendenti si contentano di procurarsi le loro vedute da commenti giornalistici e da discorsi requisitoriali. Per msi-a ventura, i discorsi puramente esplicativi sono stati ben pochi. Ci sono alcuni cho tengono il tosto completo, nominalmente per consultarlo; ma, nelle loro copie, soltanto certe parti delle clausole sulle riparazioni si vedono annerite da quelle impronto digitali cho denotano il dialettico sudante alla ricerca di proiettili da scagliaro contro l'oggetto delle suo furie. Le clausola che raddolciscono e modificano le richiesto sommarie sono trattato cou asciutta trascuranza. e tutte le altre pagine sono immacolate come neve vergine. Attraverso intiere Provincie di questo Trattato inesplorato non è possibile rintracciare orme di politici, di pubblicisti o di giornalisti. Lo Statuto della Lega delle Nazioni viene staccato di sanapianta dal testo, e presentato al pubblico come un testamento separato ad uso dei fedeli, affinchè non debbano, i santi, macchiarsi lo mani colFinehiostro di quelle pagine che fanno esazioni di giustizia. Si è finito per credere che mai lo Statuto sia stato incorporato nel Trattato di Versailles, e che nulla abbia di comune con quel basso e sanguinario strumento. E pure, queste sono le prime parole del Trattato: « Le MI* Purti Contraenti, — ni fine di promuovere la. conperaziono internazionale e roolizzare la paco e la sicurezza intemazionali, :nercò raccettaz.'one dell'obbligo di non ricorrere alla guerra, la prescrizione di aperte, giuste e onorevoli relozìoni fra le nazioni, la ferma assunzione delle norme di diritto internazionnle a servire da regole di condotta fra i Governi, e l'osservanza della giustizia e uno scrupoloso rispetto per tutti gli obblighi di trattalo nei vicendevoli rapinilii dei popoli evoluti, — convengono in questo Statuto della Lega delle Nozioni ». Seguono quindi gli articoli del famoso Statuto. Un oratore che ultimamente partecipò a un dibattito universitario su questo tema, mi diceva che gli studenti manifestarono una sorpresa grandissima quando egli disse loro che la Le ,-a delle Nazioni è stata fondala dal Trattato di Versailles. Una esperienza soini- zidTdmcsedQubTdinvccsdrcsTsprdlensCucgiiqtpnddtmclllgliante mi capitò giorni sono all'Unio |ne di Oxford. Parlavo contro una mo- a n l o i o e o e o o e o n i r e se ooi, ie, a na a hi li a oeeti i-a ti- ziono intesa a condannare come privi di saggezza e di giustizia i principii del Trattato. In sua difesa, rievocai alcuni dei suoi punti caratteristici. Ma, siccome la. più parlo del mio discorso non sii concatenava alle riparazioni, • i furono segni di impazienza e richiami al tema da parte di un gruppo d'anti-versaglisti. Questi credevano, in buona fede, che io uscissi dal seminato offrendo loro un breve sommario dello altre sezioni del Trattato. Per loro, questo è condannato da cima a fondo nel libro di Keyncs e. in altre glosse ostili. Qualunque cosa vada contro siffatte correnti oppure completi i magri o travisanti rilievi ch'esse recano seco, è ritenuta interessala, e sospetta. Si considerano intinti: di pariipiancria perfino le citazioni dirette del testo: si obbietta che, con tali citazioni, si fa il giuoco degli apologisti di un patto cattivo e oppressivo. Il Trattato, per sò stesso, ò pia stato messo al bando; e non è possibile, aggirarsi per le sue clausole proibito senza correre il fischio d'essere posti in guardina dall'una o dall'altra delle fazioni intolleranti che perlustrano le vie maestro e i vicoletti della politica' internazionale. Una volta sola, in lutti i dibattiti svoltisi in argomento alla Camera dei Comuni, mi avvenne di udir citare", da un critico, il Trattato nudo e crudo: curiosamente, quella citazione coinvolgeva approvazione. fio indicato più sopra una sezione importante del Trattato, alla quale una influente parte del pubblico accorda qualcosa di simile albi reverenza dovuta al santo Verbo. Questa- frazione del pubblico si scandalizzerebbe se le venisse ricordato che l'oggetto della sua devozione non è altro: che un capitolo dell'aborrito Trattato.; Prendete un'altra estesa e importante sezione intieramenle ignorata dai critici, — quella che ricostruisce l'Europa Centrale sulla base della nazionalità e della libera scelta dei popoli, antiche sulla base della strategia o dell'o^portunisino"Snilitare. E' questa la seziono che liberò la Polonia dagli artigli dei tre carnivori Imperi che divoravano le sue viscere, e le ridonò vita, libertà, indipendenza. E' la sezione clip ha reso liberi i danesi dello Sehleswig e i francesi di Alsa7.ia-L0rena.lPer questa S'à oppressi Provincie il Trattato di Versailles costituisce il titolo alla libertà. Perchè mai tutte queste clausole vanno soppresse nelle pubblicazioni polemiche? Ecco qui un'altra delle disposizioni ignorate : quella che istituisce meccanismi per affrontare i problemi del lavoro in tutto il mondo e per elevare, mediante un grande sforzo internazionale, il lenor di vita dei lavoratori itir dustriali. In nessun Trattato giammaii furono incluso disposizioni più benefiche e fruttuose. Si tratta di cosa ili tal momento, e così intieramente negletta nei dibattiti generali, che credo valgi la pena citare por estoso i principii fissali da una provvisione cho un giorni verrà conclamata come il primo granite statuto internazionale dei lavoratóri : « Le Alte Parti Contraenti ri&onoscnno eie diversità di clima, di consuetudini c di costumi, di opportunità economiche e di traliziont industriali, rendono difficile a realizzarsi immediatamente una stretta unifonriia nelle condizioni del lavoro. Senonchè, convinte come sono che il lavoro non deve ion: siderarsi semplicemente come mi articoli di commercio, esse ritengono che. per regrlare le condizioni del lavoro, vi sono melo li e principii che tutte le comunità industriali dovrebbero cercar di applicare nella m sura permessa dalle loro particolari circostoi.ze. «Tra siffatti metodi e principii, alle Alto Parti Contraenti sembrano di speciale e urgente Importanza i seguenti: «Primo. — 11 principio fondamenta!, più sopra enunciato, che il lavoro non dovi considerarsi quale semplice merce o articolo di commercio. « Secondo. — |l diritto d'associazione, a ogni legittimo bue, tanto pei lavoratori quanto per i datori di lavoro. «Terzo. — Il pagamento ai lavoratori di salari adeguati a conservare un ragionevole tenor di vita ciosi come questo viene inteso nel loro tempo e paese. « Quarto. — L'adozione della giornata di otto ore o della settimana di quarantotto quale mèta a cui mirare dovunque essa non siasi già raggiunta. « Quinto. — L'adozione di un riposo settimanale d'almeno 24 ore, includente, ovunque praticabile, la domenica. « Sesto. — L'abolizione del lavoro infantile, e l'imposizione, per quanto riguarda il | lavom degli adolescenti, di restrizioni tali che connettono il proseguimento dell'istruzione e garantiscano un soddisfacente sviluppo fisico. ■ settimo. — 11 principio che agli uomini e alle donne, per lavoro di eguale produttività, spetta una rimunerazione eguale. « Ottavo. — In ogni paese, lo norme d i legge sulle condizioni di lavoro devono procurare che tutti 1 lavoratori 1 quali sono legittimi residenti del paese godano equiparazione di trattamento economico. «Nono. — Ogni Stato dovrebbe provvedere un sistema d'ispezioni, al quale prendano parto anche le donne, a! fine di gararrtU-o l'esecuzione delle leggi e dei regolamenti per la protezione dei lavoratori «. j Lungo tempo occorrerà perchè i principii esposti dallo Statuto della Lega negli articoli relativi al lavoro siano 1 pienamente e fedelmente mandati ad effetto, ma una buona misura di progresso silenzioso e costante è già stata realizzata. Alberto Thomas è un ammirevole capo dell'Ufficio del Lavoro. Ha zelo, simpatia, tatto, energia, e molto talento organizzatore. Egli si spinge innanzi con pazienza e, insieme, con persistenza. Ma questa è un'altra questione; si allaccia a gravi punti connessi con l'esecuzione del Trattato. Per oggi non mi occupo se non dei malintesi esistenti intorno al carattere del diziocezidetralleidstprc'potipomchIlcrsiqufagcal'qagtoqpsppGveorBnmsralilc'yrnAcvllso o-ì Trattato in sò e per sè. Il pubblico in¬ cheicbdtmldd"ècmcdrscrndtcnitciltlen glesc, su questo punto, viene ora certamente, e di proposito, messo giù di strada. Per qua! motivo non sono mai accreditato al Trattato di Versailles le sezioni cho emancipano razze oppresse, cercano di elevare il lavoratore a condizioni al di sopra della miseria, e dello degradazione, ed erigono una. diga contro le tumultuose passioni che menano alla guerra ': Quello speciale tipo di polemista che sempre sbandiera il suo idealismo si e prefisso di sottrarre questi fatti sdienti al pubblico ch'esso professa d'illuminare e d'istruire. Non c'è, nell'arma, contradittore meno scrupoloso di quello che affetta spiriti particòlarmente elevati. Non parlo di chi possiede it realtà una mente elevata, ma di chi non fa che posare come uno cho la grazia divina abbia esaltato so¬ pra i simili suoi. Egli è il Fariseo della polemica. Guardatevi da lui, perchè egli travisa, cita parzialmente e soppri me, a sostegno dei suoi argomenti pregiudizio, in tal maniera cho un bambino ne arrossirebbe. Per questo in avanzo un umile, benché, temo, tardivo, appello per la lettura del testo, di tutto il testo, e di Sull'altro che il testo del Trattato di Versailles. E' la sola equa maniera per giungere ad una giusta conclusione sui meriLi di un Trattato che tiene nelle sue mani il destino dell'Europa per molto generazioni. LL0YD GEORGE. (Copyright della « Unitc-d Press Association of America » in tutti i Paesi, ad eccezione dell'Inghilterra; riproduzione totale o parziale as.;olntamente vietata). lò

Persone citate: Alberto Thomas, Briand, Ll0yd George, Poincaré