A Tours, con le macchine e con gli uomini

A Tours, con le macchine e con gli uomini Vigilia di Grand P\ri:ac A Tours, con le macchine e con gli uomini (Dal nostro inviato speciale) Tours, 28, sera. llouo una rapidissima corsa in automobile, nella notte, eccomi a Tours, sul limitare del Circuito. Nessuna vettura in vista perche, come sapete, il Circuito e. chiuso da qualche giorno sull'intero percorso dei 23 chilometri, 'J di più di quello di Strasburgo. Non restava che girarlo al di fuori por avere una idea approssimativa della sua disposizione. La sua forma di triangolo a sghembo, tolta la ] maggiore dimensione, presenta la stessa sii- ■ houette del suo confratello alsaziano ; tre angoli acuti a Membrane, a Semblancay ed a None Gurminet, e ad ogni angolo graziose borgate che vi fanno ricordare Duppingheim, Itzeim e Zustzeim, dove era appunto il quartiere della Fiat, e dove a 400 metri dal virage pericoloso perdette la vita il compianto Biagio Nazzaro. Quest'anno la Fiat si ò installata ai castello di Poillé, località ridente, tutta boschi e vigneti, al centro di un signorile dominio. La Sunbeam che si presenta come la rivale dirotta della grande Casa italiana (e in realtà lo ora anche a Strasburgo, perche Lee Guinèss — scomparse all'inizio le Baìlot o lo Rolland Pilaiu — fu il solo che potò sostenere il contatto e rinseguimento dei « diavoli rossi » fino al 30.o giro) risiede a Neuvy 10 Roi; lo Rolland risiedono a Tours, nel loro stabilimento d'origine. Le cinque Bugatti (una è di riserva) sono giunte direttamente Ieri dall'Alsazia, per la strada, e una delle vetture ora guidata dallo stesso simpaticissimo costruttore italiano. E* arrivata pure l'unica Delage. Questo sei vetture non hanno assolutameute provato il Circuito e i loro conducenti sperano ancora di poter ottenere 11 permesso di fare una breve ricognizione. Ma (inora il permesso non è stato accordato suscitando le giuste proteste di questi conconcorrenti che erano fiduciosi di trovare anche a Tours quello che avevano sempre trovato altrove, in Francia e negli altri paesi. Un concorrente che si avventura in un cimento di tale importanza, dove si tenteranno velocità fantastiche, sopra un terreno irregolare, difficile, con un fondo stradale instabile che ha sollevato le più acerbe critiche contro gli organizzatori, non deve provaro la strada almeno un paio di volte, quando dovrebbe invece conoscere metro per metro la pista su cui dovrà lanciare la sua vettura, a più di 170 chilometri all'ora? Si criticò il Circuito di Strasburgo per la strettezza e la pendenza deUa strada, ma esso era infinitamente più adatto e sicuro di questo! Nè l'uno nè l'altro sono certo paragonabili al magnifico tracciato di Monza, all'ampio stradalo bresciano e nemmeno al ripido e tortuoso Mugello. Ln nuova velocità dello Fiat Un'ora di sosta allo scopo di raccogliere qualche informazione ed anche di prendere un po'<ii flato dopo la lunga, affaticante tirata notturna, e siamo entrati a Tours, che dista circa 10 chilometri dal Circuito. La città, tumultuosa, eccitata, ha raddoppiato la sua popolazione. II fermento batte a tutte le porte dell'antica capitale del giardino di Francia. Non si i>aria più che della grande corsa nei pars, negli hotels, alteramente occupali, e m qualsiasi ritrovo. L'intera Turena, mi dicono, investita della parte che sta per rappresentare nello sport automobilistico mondiale, è in armi ed è certo che da ogni paese, da tutte le borgate della pittoresca e larga vallata della Loira, la popc'azi.-.ne fòlla note, n dotnei.ica si riverserà sul luogo della palpitante battaglia, nella quale, non vi è dubbio, i colori italiani pattironno con una c chance » superiore a quella del loro avversari, pur degni di alta considerazione, specialmente la Sunbeam che sarebbe oggi, dalle voci che corrano, assai progredita dal giorno di Strasburgo, dove molto imparò dalla Fiat. L'accresciuto valore della macchina inglese conferirà maggiore merito alla vittoria italiana, giucche se a Duppingheim. come ini ha detto Wagner, non c'era niente da laro contro la Fiat, che possedeva (oltre le mani fatate di Felice Nazzaro e Bordino), 10 chilometri all'ora di più delle altre, oggi, l'ammirazione unanime suscitata dalle nuovo costruzioni perfezionato nel modello e migliorate nel motore, si accompagna alla constatazione che le Fiat avranno in corpo..per lo meno 15 Km. di più delle avversarle. Nè i 12 cilindri delia Delago sembrano destinati a farci stravedere. L'ing. Rossi, persona riservata di un alto merito, e ben cognito e apprezzato, non lo dice, ma lo dicono i compotenti, coloro cho videro lo macchine, a cofano scoperto, che le osservarono ln volata e sopratutto lo affermano le persone interessate... della altre sponde* Il nome di Nazzaro Nel gran caffé della piazza delia Cattedrale ho visto riuniti alcuni dei concorrenti più noti. Fra essi ho riconosciuto l'alta figura di Hemery, un campione della vecchia guardia. Parlava in un gruppo, animatamente. Mi sono avvicinato eri ho sentito fare il nome di Nazzaro. 11 motivo era per me cosi interessante, che ho commesso l'indiscreziono di star ad ascolfcirc. Da leale avversario, Hemery rimpiangeva l'assenza del grande asso, compiangendone la recente, dolorosa sventura famigliare. 11 nome del vincitore di Dicppe, del Taunus, di Bologna, di Strasburgo, Io si sento pronunziare con frequenza e. con entusiasmo, tanto che si ha l'illusione che egli sia presente. Per fortuna, i suoi successori (Bordino, magnifico di impeto o di prontezza. Giaccone, gagliardo di buona razza, Salamano, cho deve rivelarsi), sono tutti e tre atti a battere le sue orme per tenere alto il nomo d'Italia e intatta la fama della grandiosa Casa industriale. L'arrivo della Fiat non ha fatto il vuoto, perchè gli avversari sono di taglia per accettare con onore il combattimento, ma ha causato un senso di sgomento, se si dovesse istituire il «betting» sui concorrenti, riten- So elio il « bookmaker », come si usa fare ilvolta nello corse al trotto, quando allo «start» vi è un cavallo cho si distacca nettamento dagli altri, metterebbe la Fiat fuori gioco. Non sarà un «wallc-over ., come a Strasburgo, ma so la strada non tradisce, presentando per la sua fragilità qualche tranello impensato, il successo non può mancare. E Bordino, che incuto un certo terrore, darà battaglia fin dal primo attacco. Girando per la città mi sono imbattuto in una dello ire liugatti. Che foggia singolare hanno quelle macchine all'estremità, interamente trasformate dal primitivo modellai Sembrano dello barche smussate a , oppa ed a prua, rovesciate con una apertura al centro della quale si vedono spuntare due teste umane. Molti h.-.mio trovato di buon gusto il nuovo modello, e indovinaio il concetto per la corsa, perchè dicono che l'Importante è che rendano o quando un meccanismo ronde più di un altro, è il più bello. Sarà, ma a mi! seminavano più piacenti e più snelle 1? prime. Il mio giudizio di esteta non ha però alcuna importanza. E pòi riconosciamo pure che tanto nelle macchine come negli uomini non è l'abito che fa il monaco. •.- • :-• . V v Hector, ' ■ Aspre critiche francesi (Servizio spedala della «Stampa') Parigi, 28, sera. Le critiche al disgraziato percorso del Circuito automobilistico francese di quest'anno infittiscono e diventano coro. Sul coro si eleva la voce tutt'altro che tranquillante del più competente dei tecnici francesi, ring. Faroux. Egli scrivo neU'.lulo. affermando di non aver potuto rinunciare olla parie ingrata dell'eterna Cassandra: « Bisogna ben dire che i tempi accordati per le prove erano insufficienti : un'ora ogni mattina per alcuni giorni non permette ai concorrenti una preparazione compiuta. D'altra parte non dimenticate che questo Circuito di Turena è estremamente delicato, difficile, perfino pericoloso. Ci sono, ai bordi del dominio di Poillé, delie grandi curve dove l'uomo cho si azzarderà alle grandi andature permesse, nel Iato basso non si rimetterà più in carreggiata. Ci sono, nella grande linea diritta, duo punti abbominevoli, dove, a 180 all'ora, la vettura si stacca con le quattro ruote, località raccomandabile al fotografi professionisti e dove, come per caso, non c'è nè posto di commissario, nò posto d'ambulanza. » Non ho concigli da dare a chicchessia, ma in tutta sincerità credo che la Commissione Sportiva sarà bene ispirata accordando due giorni di provo supplementari di due ore ciascuna. « Vi dico che questo è il Circuito più pericoloso che noi abbiamo mai avuto o che bisogna prevedere il peggio, certamente non voglio credere cho disgrazie capiteranno, ma 11 passato è li a provare che non si moltiplicano mai troppo lo precauzioni. E insisto : il grosso punto nero è la strada. Arrivato venerdì scorso sul Circuito mi sono convinto, dopo duo giri, che la strada è esecrabile per una vettura veloce, e lo dico. Ho detto al commissario Generale, signor Amand: «Questa strada non vai niente, perchè e formata di materiali troppo teneri, specialmente sulla via delle tribune ». Coloro che hanno percorso il Circuito dopo il Gran Premio dello motociclette mi hanno dato ragtonc. Certi punti erano dei veri campi di pietre. Che cosa avremo lunedi dopo 200 chilometri? Tutto ciò diventa intollerabile. Due anni or sono il comm. Mercanti preparava, a Urescia, una strada che era una pura meraviglia; vi si corse quattro giorni di una stessa settimana; dopo l'ultima corsa la strada era dovunque, anche nelle curve, come nuova! ».