Dopo l'articolo del monsignore

Dopo l'articolo del monsignore Dopo l'articolo del monsignore gInerpretazionidiverse ■ Il P.P. e la riforma elettorale Roma, 26, notte. L'articolo di ieri di mons. Pucci al Corriere d'Italia, ha ricondotto improvvisamente tutta 1 attenzione degli ambienti politici e dei giornali sul travaglio dei Partito popolare. La stampa fascista e filofascista vorrebbe interpretare l'articolo di mons. Pucci come un gravo ammonimento del Vaticano al segretario politico del Partito popolare, sopratutto per il suo atteggiamento contrario alla ritorma elettorale. D'altra parte, secondo il Mondo, non mancano ponderati uomini politici che sono scottici circa la versione dell'ispira-* zione vaticana dell'articolo di mons. Pucci ed osservano che, se davvero la pubblicazione del Corriere d'Italia fosso dovuta all'ini-. zialiva della Santa Sede, quest'ultima, peri ciò solo, avrebbe confermata l'accusa di par-1 foggiare, con un intervento provocato da ripetute sollecitazioni di giornali, attraverso i quali qualcuno potrebbe vedere tratte in ballo delle responsabilità più alte di quanto lo siano quelle dei giornali stessi. Si osserva pure che ove davvero la Santa Sede avesse avuto qualche cosa da dire si sarebbe servita del suo organo giornalistico: l'Osservatore nomano. Infine, alcuni amici di don Sturzo ricordano che mons. Pucci qualche volta non è stato fedele interprete del pensiero politico dello allo sfere del Valicano; ma. si fa osservare dai più che questa volta l'articolo è troppo preciso e reciso in ogni sua parte, perchè si possa invocare un errore di interpretazione. Retroscena Intanto, per risalire ab ovo, un po' di storia retrospettiva del. travaglio popolare ha fatto ad un redattore della Tribuna una persona piuttosto vicina a don Sturzo, si da essere costretta con dolore a confermare la gravità dell'articolo apparso ieri nel Corriere d'Italia. Quella persona ha detto: «11 dissidio è divenuto acutissimo e sovrasta l'avvenire di tutto il partito. Sarebbe puerile nascondere ormai questa verità: il Vaticano è coi destri ». L'intervistato ha aggiunto: «All'avvento del fascismo al potere don Sturzo dichiarò che non avrebbe piegato. Egli aveva l'appoggio del cardinale Gasparri, mentre il pontefice non nascondeva la sua predilezione per il conte Grosoli, grande leader della destra e manna po,rs del giornali del trusl cattolico, tanto che il partito per avere la sua voce fu costretto a fondare in Roma II Popolo. Poco prima del Congresso di Torino, un giorno, don Sturzo ebbe la visita degli onorevoli Mattei Gentili e Longlnotti, che a nome del cardinale Gasparrl lo pregarono di rinviare il Congresso ad epoca indeterminata. Don Sturzo restò impressionato e decise di inviare al cardinale segretario di Stato un ministro allora in carica, l'on. Cavazzoni, ed il presidente del gruppo parlamentare on. De Gaspetì, per domandare come dovesse Interpretarsi il passo fatto dagli onorevoli Mattei Gentili e .Longinoltl. U cardinale Gasporri dichiarò che non bisognava dare alle parole una interpretazione rigida e che don Sturzo vedesse se fosse il caso di rimandare il Congresso, ma se egli fosse di avviso che esso dovesse tenersi senz'altro all'epoca stabilita si tenesse puro. « card. Gasparrl si congratulò più tardi con don Sturzo per il succèsso riportato al Congresso. Sfa il conte Grosoli non si dava per vinto. Continuava ad agire In Vaticano- a sostegno della destra, sinché, accentuatasi l'ostilità al Governo sul terreno della riforma elettorale, il Corriere d'Italia essunse, com'è noto, un contegno di netta opposizione al Popolo. Intanto, alcuni maggiorenti del partito e del gruppo parlamentare ebbero un colloquio coll'on. (Mattei Gentili e lo invitarono a mantenersi disciplinato. L'on. Gentile rispose rassegnando le dimissioni da membro del Direttorio del gruppo parlamentare. Ma gli venne osservato che la decisione non lo liberava affatto dal dovere di disciplina. Per risolvere la situazione gli onorevoli De Gaspari, Longinotti e Cingolani si recavano poi in casa del conte Grosoli ed avevano con lui una lunga conferenza pregandolo di fare si che i giornali del trust cattolico sostenessero la lotta contro il progetto governativo per la riforma elettorale, ma il Grosoli rispose che i giornali del trust avrebbero continuato a seguire i dirigenti del partito sinché e quando lo permettesseip le loro convinzioni e come non si potesse negare alla frazione di destra una sua flsonomià. L'intransigenza popolare continuando irriducibile, la Santa Sede guardava sempre più con occhio corrucciato i dirigenti del partito e si decideva ad assusumere a loro riguardo un deciso atteggiamento ostile. Si assicura che da qualche giorno l'articolo di mons. Pucci era preparato e che il Vaticano abbia dirottamente cercato di influire sui maggiorenti del partito popolare per Indurli a ripiegare, ma riusciti vani questi tentativi, iersera fu fatto pubblicare dal Corriere d'Italia l'articolo in parola •. Come reagisce l'organo di don Sturzo L'intervistato ha concluso dicendo che in Vaticano si vuole che don Sturzo abbandoni il posto ili segretario del partito; ina pochi credono alla serietà di questa affermazione. Un deputato popolare ha dichiarato ancora alla Tribuna che don Sturzo non .so ne andrà dal partito e che gli intransigenti ripiegheranno. Un altro deputato popolare ha detto al Giornale d'Italia che, dopo l'atteggiamento assumo dal Valicano, la scissione del popolari sembra assai probabile. Contro queste voci si ha raluralmonte un'energica reazione dei popolari di sinistra. Il Popolo 'stamane scriveva: « La fantasia dei giornali ufficiosi corre in questi giorni con una velocità vertiginosa sull'interpretazione del nostro pensiero e del nostro atteggiamento in merito alla difesa della proporzionale. Dopo avere immaginato 11 delinearsi di una crisi religiosa — della quale nessuno che abbia sonno e capacità di valutazione storica in Italia, si era sino nd oggi "accorto — essi ricorrono all'ultima risorsa' di additare all'opinione pubblica, per disorientarla, un rioiegomento popolare dal l'aperta -e ferma difesa della proporzionale» F. dono avere di nuovo fieramente avversato il disegno di legge elettorale ed il proposito di quei popolari che no vogliono imporre l'approvazione a qualunque eosto alla Camera, il giornale prosegue: «A questo assurdo la volontà dei popolari nen si piegherà, a cosio di dover divellere dal tronco della loro vita alcuni rami secchi. Pochi, invero, se mai : non s'illudano i nostri avversari! Il Congresso di Torino non è un fugace episodio delia lotta politica italiana, ma l'affermazione vigorósa di una volontà che non si sopprime perchè essa risponde alle necessità di una funzione, alla vitalità di un pensiero, alla concretezza di una esigenza che solo una incomprensfone paradossale può fare disconoscere. Di fronte a tale esigenza le responsabilità si delineano chiare e preciso dalla narte di coloro che ricercano il confuso colla ininoceia e la collaborazione nella 'viltà, l'uno e l'altro irraggiungibili presso i popolari. Dichiarazioni di Cingolani Una dichiarazione d'intransigenza è fatta anche dal segretario politico del gruppo popolare on. Cingolani. Egli ha detto: «Larticolo di mons. Pucci è importante per avere rivendicato ai sacerdoti il diritto d'interessarsi delle questioni politiche ed economiche ed importante è la valorizzaziono che egli fa dell'opera del partito popolare italiano e di don Sturzo. anche per rjwmto egli fere in passato. Ouelcuno potrebbe oèsorn indotto a credere che nell'ultima parte dell'articolo vi sia un invito a don Sturzo perdio abbandoni la segreteria del partito: ma evidentemente questo non può essere il pensiero *i r""r>s. Pucci, il tinaie nell'articolo so¬ stiene ebe i sacerdoti hanno pienamente il diritto di occuparsi di politica e cho la Santa Sede è al disopra ed all'infuori dello competizioni politiche. Ad ogni modo è puerile pensare che, resti o se ne vada don Sturzo, il partito rossa cambiare atteggiamento verso il Governo per il progetto di riforma elettorale quale è stato presentato e quale è stato peggiorato dalla Commi-,sione dei diciotto. 11 partito in tutti suoi organi dirigenti e nello sue masso organizzate è perfettamente conscio delle responsabilità cho si assume ed c deciso a perseverarvi ». Sin qui l'on. Cingolani. Infine, un autorevole parlamentare popolare ha riaffermato anche Più recisamente le dichiarazioni dell'oli. Cingolani: « Io dico — ha esclamato il deputato — che noi non abbandoneremo mal don Sturzo anche poT il modo come viene combattuto. Quest'uomo ha tutto dato e dà per noi, e noi tutto daremo per lui. Noi non permetteremo In sna capitolazione. Un capo può venire sconfitto ma non deve capitolare. Moi ci faremo spezzerò e frantumare ,ma non ripiegheremo ».

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