la Camera approva le tarisse doganali e concede una proroga alla Commissione per la riforma elettorale e concede una proroga alla Commissione per la riforma elettorale

la Camera approva le tarisse doganali e concede una proroga alla Commissione per la riforma elettorale e concede una proroga alla Commissione per la riforma elettoralela Camera approva le tarisse doganali e concede una proroga alla Commissione per la riforma elettorale e concede una proroga alla Commissione per la riforma elettorale rrconvocaaracifi Rema. 1G, notte. Nella seduta antimeridiana, presenti 18 o 20 deputati, si prosegue l'esame degli emendamenti alle tarine doganali. , ERCOLAM propone la riduzione del dazio per l'esportazione di vetri e cristalli soffiati comuni di finestre. ROMITA propone di abolire il coefllclento di maggiorazione e ridurre di lire due il dazio. ROSSI TEOFILO, ministro dell'Industrio, accétta l'ememl-imento Romita, come raccomandazione. Coglie la ow,n.»iriTw> l r,Tiinruln.-;i f|j matcriolo per la co- struziene di case, di riconfermare eue il 00TCr.no non solo mantiene quaiuo è stato cria concesso con 1 decreti del 1919-22 per favorire la costruzione di case, ma li a il proposito di studiare nu.ivc agevolazioni. ROMITA ed ERCOLANI ritirano gli emendamenti. Un Incidente Von. ZANARDI accenna alla necessità di diffondere in Italia il buon mercato dei prodotti clie servono a scopo igienico 0 terapeutico. Osserva che si tratta di produzione a larghissimo consumo e o'ie la protezione ad essi accordata va a danno dille classi ùmili; rileva che nella Commissione sono largamente rappresentati gii interessi della iucluBfa-ie. {Commenti). TOFANI : Noi serviamo gli interessi del paese. DE NICOLA, a Zanai di: Non procuriamo fatti personali. ZANARDI afferma che la commissione non si è preoccupata troppo degli interessi dei consumatori, e dice che non si si inrializza se nella Commissione vi sono industriali che hanno fatto gli interessi delle loro industrie. La Commissione protesta clamorosamente. TOFANI : Queste sono insinuazioni calunniose. DE MARZIO : Noi difendiamo l'interesso di tutti e che l'industria prosperi 6 interesse generale. . . ZANARDI : Ciò che ho detto è la venta. GIUFFRIDA: — 'Ma questo è un modo infogno di esprimersi. Dopo che abbiamo lavorato per mesi interi... DE NICOLA, a Zanardi: — Le ho detto che non posso consentire dei fatti personali con la Commissiono; si attenga al suo ordine del giorno. ZANARDI: — l>e mie dichiarazioni rientrano perfettamente nell'ordine del giorno che ho presentato. TOFANI: — Ma sia cauto nel parlare. ZANARDI: — Ho detto che la Commissione fei è preoccupata degli interessi degli industriali. DE NICOLA : — Insomma, on. Zanardi, la finisca. ZANARDI : —• Da voi non si sono tutelati gli interessi dei consumatori, che, de! resto, non hanno rappresentanti nella Commissione GIUFFRIDA, battendo 1 pugni sul tavolo: Lei afferma cosa contrarla alla verità; non faccia insinuazioni calunniose. ZANARDI: — Ma che insinuazioni: Farlo chiaro, giacché faccio la professione di avvocato, e lo ha detto anche il Presidente del Consiglio, io da questo posto intendo dire alta la verità. Queste parole sono accolte dai membri della Commissione con nuove e più vivaci proteste. L'on. Dii NICOLA interviene ancora energicamente. L'on. ZANARDI conclude dicendo di ritirare tutti i suoi emendamenti, visto che- si respinge sistematicamente qualunque proposta parta dall'Estrema Sinistra [Commenti). Prende la parola 11 presidente della Commissione, on. GIUFFRIDA: — Credo — egli dice — che le espressioni usate dall'on. Zanardi sinno andate oltre il suo pensiero. Le Commissioni hanno compiuto un vasto e lungo lavoro, preoccupandosi esclusivamente degli interessi del Paese; esse erano composto di uomini provenienti da diverse parti e da rappresentanti di tutte le categorie di cittadini. Se l'on. Zanardi ha voluto dire clic nelle Commissici sono rappresentati, come nel Parlamento, tutti gli interessi del Paese, ha detto cosa conforme a verità ; se invece ha voluto dire che nella Commissione si siano insinuati degli interessi di carattere particolare, ha affermato cosa contraria a verità (Approvazioni). L'incidente e cosi esaurito. L'on. Zanardi, che ha poco prima confermato ai commissari (privatamente, avvicinandosi al banco delle Commissioni) di aver detto dello verità, si allontana dall'aula, pronunziando concitate parole di risentimento. La seduta termina alle ore 13,5. Comm. morazio,i3 della battaglia del Piave La seduta pomeridiana si apre alle 15, sempre sotto la presidenza dell'on. De Nicola. Siedono ol banco del Governo anche i ministri della Guerra e della Marina, generale Diaz ed ammiraglio Thaon di lieve]. Chiedo subito la parola f'on. PAOLUCCI, il quale ricorda che ricorrono cinque anni dal giorno in cui l'esercito italiano iniziava quella meravigliosa azione di resistenza offensiva che doveva rendere possibile il trionfo di Vittorio 'Veneto. 1 nostri soldati Gridarono quel giorno sul Piave: cui oui non si possa , e immortalarono il mofio glorioso « meglio vivere un giorno da leoni che un anno da pecore ». L'on. Puolucci conclude invitando la Camera a ripensare con reverenza al sacrificio fulgidissimo di coloro che si rivelarono come i figli più degni delia, nuova Italia (Vivi atrplausi). Si alza il ministro della guerra, generale DIAZ. Tutta la Camera scatta in piedi, e si accinge ad ascoltare con reverenza il Ducn della Vittoria. !:-ono in piedi anche i socialisti presenti : Zanardi, Bovio, Camera, Floor, Mingrino, Belottl Pietro, meno Lazzari. Si alza anche il comunista Croce. DIAZ, con voce forte e vibrante, dice: e Con l'animo rieno di commozione ho ascoltato le elevate parole con le quali l'on. Paolucci ha celebrato l'inizio della battaglia sul Piave. Con animo parimenti commòsso, io rievoco tutti coloro die allo sforzo eroico presero parie. Mille furono gii atti di entusiasmo, mille furono le prove di devozione e di abnegazione; tinti li ricordo, in un pensiero di profonda riconoscenza, La battaptia del Piave, che si iniziò il 15, e che si svolse il 16 in tutta la sua veemenza, fu una delle più grandi battaglio delia guerra; dico con orgoglio che essa fu decisiva per le sorti do] conflitto europeo e che l'Italia può ben esser fiera del contributo recato alla causa dell'Intesa. In un proclama emanato dal Comando Supremo, il 20 gennaio, era detto: «Il merito e di tutti, di tutti j comandanti, f di tutti i soldati, di tutti i marinai che comI batterono al loro fianco ». 11 merito, prosefi gue il Duca dèlia Vitoria. fu sopratutto degli t umili che tutto dettero e nulla chiesero; fu il ir. ponolo italiano clic protese verso il trionfo jfofìnale tutto il suo cuore, tutta la sua energia, tutta la sua volontà. «Io rivolgo con voi un pensiero reverente Hi ornagecio al milite oscuro, che riposa nell'Altnre della Patria, e che 6 degno di ogni - rispetto, perdi.': è simHolo della più fulgida grandezza. I cuori italiani si raccolgono nel pensiero dei giorni die segnarono la grande vittoria, la qua!-? fu vittoria dell'Italia, vittoria della concordia, di sentimenti e di opere, che era in lutti gli italiani. F. si rivolga im pensiero all'Esercito. Alla testa di tutti j combattenti e di tutto il popolo era la figura più austera e più nobile della nostra terra: S. M. Il Ile (Tutta la Camera, meno l'Estrema Sinistra, applaude a lungo catarosamenlc). L'esempio di dovere e di devozione ci venne da I -i. a lui ei ispirammo nel combattere e nel vincere. Vada a lui, come al popolo italiano, la riconoscenza della Patria » {Vivi prolungati applausi). Parla quindi 1 on. DF. NICOLA. H presidente dice: — 'Mi associo, a nome della Camera, alle nobili parole testé pronunziate dall'on. Paclucci e dal ministro della Guerra. Ricordare da data della resistenza che l'Italia oppose allo sforzo nemico ò por noi nu diritto ed un dovere: e un diritto, perchè In resistenza e il valore furono opere del glorioso nostro esercito e soltanto del nostro esercito [vìvi applausi) ; è un dovere, perchè il ricordo ci ammonisce di non disperdere I frulli de! sacrificio, bensì di tutelarli con la concordia e con la proficua devozione al nostro Paese {Suovi applausi vivissimi) Per tra invalidi di guerra I.vn 1 V'I rì.=p "de pri all'interrogazione <: ll'i . Mirirriiio por « sapere se ritenga inf >ni..;t 1 n giustizia ed umanità il provvedimento preso eoiili'oCi grandi invalidi e tubercolotici di guerra, Feicini, Santarelli e Lande!, espulsi unicamente per ragioni politiche damrelaSiraSilulecoinmCCTtugarualprdivazioe gurimdiil stvo«stadaaginlitlodeTdigalostvodoticoquinreglmstes(tA. vefafanoogfica l'OspstglpeaiidtealchsetanuinmLsaFstaceril'lelegsosseDfatomossfavpmdmcilcfiddgtptnngrmtzsllgpdrnlmgdllpsnulnzlflzaapspmnnpn e e i è l o i e e e dal Sanatorio di Budrio. e quali provvedimenti reintegratovi intendano subito adottare, perché quei granili invulidi non Uniscano la loro vita nella miseria e nella strada. Sia di fatto che i tre invalidi furono ricoverati una prima volta in un Sanatorio dello Siate, dova la loro presenza divenne assolutamente intollerabile per il conlegno molesto che tenevano coi compagni, l'arroganza colla quale trattavano 1 superiori. Ad evitare incidenti si dispose il trasferimento dei tre. minorati al Sanatorio di Budrio, dove essi CCTrciiTCCTféiTO 5 i-.if.ntcì-.er:! ir-",""pli"'"1 f turbolenti, non soloTtnm esplicarono propaganda apertamente sediziosa, intesa a provo srprure movimenti di ribellione e convertire gli altri ricoverati alle idee comuniste die ossi professavano. Una perquisizione operato tra di loro accertava che queste persone detenevano, &en.".a plausibili ragioni, anni e munizioni, ed avevano una provvista di opuscoli e giornali sovversivi di ogni specie. Iti seguito a ciò la Direzione del Sanatorio, per riportare l'ordine e la tranquillità assolutamenta necessarie al benessere dei ricoverati, dispose il rimpatrio del tre pregiudicati, ed il Ministero degli Interni ha approvato questa decisione, MINGHINO: — La mia interrogazione è rivolta al sottosegretario alle pensioni, per «spere- quali provvedimenti intendesse adottare a favore dei miei tre raccomandati. ROCCO: — I provvedimenti sono stati presi da chi aveva diritto, lo non ho nulla da agg'iungere. MINORINO (vivacemente): — Si tratta di ini episodio di intollerabile persecuzione politica contro tre valorosi. Basta osservare il loro stato di servizio per valutare l'entità dell'offerta che essi hanno fatto all'Italia. Tutti tre sono stati ripetutamente feriti in diversi combattimenti: tutti tre, a causa dei gas af.O<sianti, sono effetti da grave tubercolosi bilaterale. Orbene, si può negare a costoro, solo perchè, non si professano favorevoli al fascismo, o nutrono idee socialiste, la doverosa assistenza cui hanno diritto le vittime delia guerra? FINZI: — Ma chi l'ha negala? MINORINO: — Proprio così. Poco fa avete commemorato la bnttt.glia del Piave, nella quilo i nostri valorosi soldati ributtavano inCne il nemico, permettendoci di conquista-] re i confini naturali delia Patria. Orbene, tra gli artefici della vittoria erano appunto t miei tre raccomandali {approvazioni all'Estrema), ed il Governo può consentire che essi siano abbandonati e muoiano di fame? (t'ire proteste a Destra). GRECO e LANFRANCONI: — Ma dio dice? A. chi le dà ad intendere questo cose? MINORINO: — voi dite di essere il Governo dei combattenti. La verità è che voi favorite 1 combattenti solo se si dichiarano favorevoli a voi. ma se per caso manifestano ria voi qualche dissenso politico, perdono ogni diritto a! riconoscimento dfl loro sacrificio. [Vive approi'azioni all'Estrema. Urla a Destra). Replica brevemente l'on. FINZI, dicendo che l'On. Mingrino ionia, come al solito, una speculazioii" demagogica su fatti insussistenti; I suoi tre raccomandati godono tutti gli assegni e la pensione cui hanno diritto per l-eerg-o. MINORINO: — Questo ò vero! FINZI: — Piuttosto l'on. Mingrino consigli ai suoi amici un maggiore rispetto verso le idee della grande maggioranza dei combattenti e dei minorati di guerra e che rtnunzino alla propaganda delle idee comuniste. Segua un'intorrogazione dell'on. Lazzari, che 1 fascisti urlano perchè «gli era rimasto seduto durante. la commemorazione, della battaglia del Piave. Rispondo l'on. ROSSI, il nuale dice non risultargli che la Federazione industriale fascista di iMarino abbia adottalo metodi di boicottaggio commerciale. L'on. LAZZARI è insoddisfatto e parla di ribassi di salari imposti agli operai. LANFRANCONI: — Ella è male informato. Furono aumentate lo paghe e gli operai sono stati cosi contenti da versare una parte degli aumenti all'erario per circa 150 mila lire. La Camera concede l'autorizzazione a proceder" contro l'on. Zaccone per i fatti bancari di Bagnolo e sospende la deliberazione non l'autorizzazione olla cattura. Le tariffe doganali Si riprende la discussione del disegno di legge Conversione in legge del regio decreto legge il giugno 1921 che approva la tariffa generale dei dazi doganali. L'approvazione degli articoli non avviene senza dare luogo ad un incidente tra gli on. Doneganì e Chiesa. L'incidente ha occasiono dalla discussione dell'articolo 3 del disegno di legge. L'on. Chiesa rimprovera a Donegani di aver approvato il dazio sul solfato e sul nitrato di ammonio, che 6 prodotto da una società di cui l'on. Donegani e amministratore (commenti). DONEGANI : — L'on. Chiesa ha voluto ad ogni costo inserire in questa discussione il solito scandalucclo (commenti). Ha però sbagliato profondamente come dimostrano i fatti che sto per dire. E' anzitutto da rilevare che la società da me amministrata non produco concimi azotati ed 6 solo limitatamente interessata in un consorzio di Domodossola che si occupa non della produzione ma della vendita. In secondo luogo osservo che dal giorno in cui è stato ridotto il dazio, il prezzo del prodotto non è diminuito, il che dimostra che il dazio è andato a beneficio dei produttori. CHIESA : — Ma intanto, durante il periodo in cui il dazio ò stato applicato, i produttori ed i venditori se ne sono avvantaggiati. DONEGANI: — I fatti dimostrano il contrario. Lei, on. Chiesa, prima impari poi parli (commenti). Replica brevemente l'on. CHIESA per fatto personale. Dice che egli riconosce le benemerenze dell'ori. Donegani per la diffusione e l'uso dei concimi. DE NICOLA: — Non per nulla appartengono alla stessa circoscrizione elettorale (ilarità). CHIESA: — Lui proviene da ima lista di maggioranza, io da una di minoranza. Quanto ho affermato del resto risulta dalla relazione della Società di Montecatini. DONEGANI : — La relazione dice che la società è interessato nella vendita e non nella produzione. CHIESA: — E la stessa cosa. CIANO : — Vadano a dirsele nel loro collegio queste cose. Esaurito quest'incidente l'on. Alessio rivolge parole di vivo elogio alla Commissione parlamentare che si è occupata dello studio del disegno di legge (vive upprovazioni). L'on. ROSSI si associa invitando la Camera ad esprimere la propria affettuosa riconoscenza all'on. De Nicola che con tanta illuminata perizia ha diretto la discussione. PERRONE : — Lei dimentica gli oscuri uomini di finanza ai quali pure spetta un elogio (applausi). Il regolamento della Camera • i gruppi Terminata la discussione degli articoli del disegno di legge e mentre si sto per iniziare la votazione, U PRESIDENTE comunica che la Giunta del regolamento intorno alle proposte dell'on. Salandra ha deliberato la sospensiva per ciò che riguarda la composizione dei gruppi ed il ritorno al sistema degli uffici per sorteggio, e propone altresì che le attuali Commissioni permanenti continuino a funzionare immutate per tutto l'esercizio finanziario 1923-924. VELLA dichiara che « socialisti massimalisti non possono accettare, neppure sotto forma di sospensiva, la proposta dell'on. Salandra, relativa all'abolizione dei gruppi. L'on. MUSATTI si associa alle dichiarazioni dell'on. Velia, a nome degli unitari, aggiungendo che tali sue dichiarazioni hanno audio il significato di rivendicazione della proporzionale in tutte le sue esigenze e conseguenze. SALANDRA: — Accetto la proposta della Commissione dd regolamento, ed in merito a quanto hanno lamentato gli on. Velia e Musati, consentitemi alcune osservazioni. La questione dell'abolizione del gruppi e del ritorno al sistoma degli uffici, non 6 ora in discussione. E' stata proposta in proposito la sospensiva che Io accetto. Inutile dunque parlarne. Certo, la mia proposta deriva dalle mie note convinzioni relative al Collegio uninominale, e l'on. Velia sa benissimo rhe io non ho mal avuto simpatie per il sistemi! proporzionalo. Per ciò che riguarda la rin novaziono delle Commissioni, è chiaro che pt Za Stampo essa implica il perfetto funzionamento dei gruppi della Camera, che a tali Commissioni devono delegare i propri rappresentanti. Ora non è che. un onesto riconoscimento della realtà quello di rilevare che alcuni gruppi si sono disciolti ed altri hanno subito una profonda trasformazione. VELLA e MUSATTI : — Noi siamo al nostro posto. SALAND.RA: — Insomma chi più chi meno tutti i gruppi sono in istato di effettiva dissoluzione! La Camera attuale ha ormai compiuto il suo ciclo e sente il suo stato prengonico. {Vivissimi mormorii e commenti vivaci, special mente all'estrema sinistra). In tali condizioni, come si potrebbe seriamente pensare alla rinnovazione di quelle Commissioni parlamentari che del resto difficilmente tornerebbero a dare segno di vita" Per tutte queste ragioni prego la Camera di approvare lo proposto della Commissióne. CINGOLANI (popolare) : — Mi si permetta a nome dei popolari una brevissima diehiora•■ri.-iTif» Arr/.Hutin. permetta on. Salandra, noi siamo affatto in istato agonico 0 prca- ] non genico. SALANDRA : — Individualmente no, grazie a Dio! (Vivissima e generale ilarità), voci; — Meno male! (Meno male! CINGOLANI : — Lo scioglimento della Camera è una prerogativa della Corona e spelta quindi alla Corona di decidere senza che da quest'aula osino paitiro suggerimenti. Ce .lo ha insegnalo ella stossa, on. Salandra, qualche giorno fa. (Ilarità). VELLA: — Geno! Questa ritorsione ora opportuna! CINGOLANI: — Por quanto riguarda poi la questione su cui siamo chiamati a decidere, e opportuno parlarci molto chiaro. Noi crediamo non sia il caso di fare di straforo una grossa questione politica die a suo tempo esamineremo in tutta Ja sua compattezza. Por noi. specie dopo la dichiarazione dell'on. Salandra, la proposta è svuotata di ogni contenuto politico e perciò non aubiamo difficoltà a votarla. La proposta della Commissione del Regolamento è quindi approvata coi soli voti contrari dei socialisti. Si vota quindi a scrutinio segreto il progetto sulle tariffo doganali. Proroga da» tormìni silo Gcmmissiono per la riforma olcttoralo Alle ore 20.20 il PRESIDENTE comunica che la Commissiono dei 18 chiedo di prorogare il termine fissatogli por presciìarc la relazione sulta riforma elettorale. Ciò porterebbe come conseguenza il rinvio oltre il 2 luglio della convocazione della Camera. La Commissione fa sapere clic accetterebbe una proroga aita a consentire alla Camera di convocarsi il 9 luglio. L'on. CARNA7.ZA dichiara che il Governo accoglie la proposta della Commissione purché il termine da accordarsi non costringa la Camera a riconvocarsi oltre il 9 luglio. MUSATTI o VELLA trovano cho fissare un termino è inopportuno od irrispettoso per la Commissione. (Vivaci commenti). E' la Commissione stessa che dova comunicare ufficialmente alla Presidenza la fino dei suoi lavori. Messa n partito la proposta Musatti 0 Veila, essa risulta respinta, mentre si approva la proposta di accordare sino al 9 luglio il termino alla Commissione per presentare la sua relazione. Malgrado si sia continuato a tenere le urne ape:te per la votazione del disegno di legge sulla riforma doganale, allo ora 20,45 mancano ancora 5 voti per raggiungere il numero legale. Il presidente toclio la seduta colla consueta deplorazione pei' la negligenza dei non votanti. La Camera sarà riconvocata tra il 2 ed il 9 luglio. C