La relazione di Mussolini

La relazione di Mussolini La relazione di Mussolini Roma, 13. Ecco il testo della relazione che precede ti disegno di legge presentr.':> dal Presidente del Consiglio dei ministri, su'le modificazioni alla legge elettorale politica: Necessità di uniforma elettorale «Il sistema elettorale vigente fu adottato con l'intenzione di riparare agli inconvenienti attribuiti alla le .: precedente, la quale appariva non assicurare la rispondenza esatta del numero degli eletti a'ia valutazione delle forze !i osmi singolo partito che si disperdevano nei residui delle circoscrizioni. Il concetto era conforme a verità, e formava in diirusizione legislativa imo di quei principli tll cui la teoria si compiace, e che t.ro vano la loro esaltazione nrl tempi nei quali la realtà dei fatti viene sottoposta ad evanescenti astrazioni. Ce icché un n>etodo, il quale avrebbe voluto garantire una riproduzione perfetta del cono elettorali, nell'assemblea legislativa perdette di vista l'altro canone, pur sempre rlcònosciul ; ed insopprimibile nella struttura di uno Stato a sistema rnnnresentativo, che le minoranze debbono avere si la loro esatta rappresentanza, ma alla maggioranza non deve essere tolto il mezzo di efficacemente deliberare. Perciò la verità narsa assiomatica della fotografia del corpo elettorale nell'a-'-i-emblea si dimostrava contrastante a '".leil'r/.lra verità inoppuT.a'..:ie, nel i-tto che il Governo venga costituito in modo che, non solo non sia dlstuibato da interni dissidi, ma non sia il frutto compromessi quotidiani. Ncn scio non sia, ma anche tale non aprala, perocché l'opinione che ciò avv.-'-a n sia possibile, ne arresta l'azione delle più vitali direttive e consente la formazione di una coscienzn pubblica incorta e fluttuante, la quale mal segue il Governo nella sua azione, e con errate manifestazioni rende vacillante la direzione dello Stato. « Tra le molte concezioni della rappresentanza oscillante fra il diritto e la funzione, fra il diritto personale e il diritto collettivo, una cosa sola va rigidamente affermata: che la massa dei cittadini, ai quali una legge elettorale viene confidata, intende che l'assemblea eletta ■sii la più capace a costituire un Governo, nella sua più alta, ma anche più concreta significazione di istituto atto a risolvere nel modo più rapido, sicuro, fermo ed univoco tutte le molteplici questioni che nell'azione quotidiana si presentano non impacciate da preventive compromissioni, non impedite da divieti insormontabili, non soffocate da dissidi, non viziate nell'origine da differenze ingenite di tendenze e di Indirizzi. Il doppio esperimento del metodo, che aveva il conforto di una larga dottrina ma di una scarsa esperi3nzi in Stati di'ampia ed organica struttura, falli a questo scopo. « Le elezioni del 1919 e del 1921 riuscirono nella loro espressione numerica più rispondenti al pensiero teorico, quantunque si sarebbe anche allora potuto con agevolezza dimostrare che molte minoranze rimasero tuttavia soffocate; ma condussero a quel marasma di Governo, che ebbe la sua nemesi storica nell'avvento del fascismo distruggitore e restauratore. La deficienza principale, contro cui si protestò ben presto da alcuni stessi che la legge del 2 settembre 1919 vollero e propugnarono, fu la mancanza di una coscienza, coscienza di forza e coscienza di indipendenza, senza venir meno a quei contatti coi partiti affini, i quali tanto più sono validi e fecondi quanto più fondati su liberi consensi e non sopra pressioni e legittime imposizioni. Quando un sistema conduce a questi effetti che la storia consacra è giudicato : nè occorre incrudelire contro il periodo storico definitivamente chiuso, e conviene ugualmente non illudersi di potersi coprire insieme il male e il rimedio, il quale taumaturgicamente raggiunga quella perfezione che da ogni istituto umano sarà sempre lontana. « Scopo dell'attuale disegno di legge, all'infuori di altri intenti collaterali, è essenzialmente quello di assicurare al popolo, il quale anela di vedere debellata al sommo della cosa pubblica ogni incertezza o tergiversazione, una vibrazione unica di forze convergenti, un Governo conscio dei suoi doveri e capace di adempierli. Tutti i pubblici istituti, specialmente le leggi elettorali, non sorsero nelle menti del legislatori per ispiraz'one o teoremi, bensì per rispondere alle necessità dei tenuti. Persino la celebre riforma dell'Andrae nacque dalla posizione incerta e vacillante dell'unione danese; poiché quel Governo temeva una rottura del vincolo federale, onde cercò un mezzo per assicurare a tutte le tendenze un'equa parte nel Rigsraad, conciliando insieme l'unità del Governo e le tendenze particolariste ». Collegio unico nazionale col sistema maggioritario integrativo delia proporzionale. « Il metodo che io vi propongo è per ciò inteso a evitare la lamentata deficenza, pur lasciando sopravvivere del sistema vigente tutto quello che è conquista della scienza politica non contrastante con la realtà impellente. Il corpo elettorale deve essere interrogato nella sua forza più legittima e più serena, e dare il suo chiaro e assoluto responso circa la linea di condotta che deve seguirsi nel Governo dello Stato. Quando esso abbia potuto liberamente, ma vigorosamente, nettamente, cosi pronunciarsi, il resto diventa un complemento, al cui successo si deve assistere con ogni interesse ed ogni simpatia, ma subordinatamente alla necessità primordiale ed essenziale di costituire una maggioranza capace di reggere saldamente perii nacemento un governo. « Conservando, pertanto, ri principio della rappresentanza proporzionale delle minoranze, il progetto che viene proposto rinsalda intorno a quella corrente politica, che abbia, raggiunto per la sua lista il maggior numero di voti, una maggioranza di due terzi dei seggi. Fermato il principio che, in un'assemblea di 535 deputati una maggioranza di 268 componenti non sia sufficiente allo scopo che fin qui ho esposto, la proporzione dei due terzi non ò oppressiva della minoranza e nemmeno eccessiva, poiché occorre tener conto, anche, della maggiore combattività delle minoranze, cui la battaglia inietta forze più vivaci che non aua maggioranza, la quale dalla sicurezza della vittoria conseguita trae sovente ragione di compiaciuta inerzia. Ho voluto, per tanto, che questa proporzione dimostrasse insieme la mia precisa volontà di raggiungere l'intento e la sincera considerazione per le aspirazioni degli altri partiti. Una buona legge elettorale, la quale si ispiri a sani concetti generali e alle necessità contingenti, deve insieme conglobare i due scopi : rispecchiare le condizioni dei partiti del paese e garantire vita duratura al Governo, il quale ha bisogno di dedicare tutte le sue energie alla risoluzione dei gravi problemi dello Stato e non disperderle a fronteggiare le insidie di tutte le ore. « Al primo scopo risponde la proporzionale, ma vi risponde troppo. Al secondo si ispira il metodo che vi propongo, il quale, senza trascurare i diritti delle minoranze, assicura una consistenza di governo che è la tendenza istituzionale e pratica del tempo attuale. Non si affrontano e non si risolvono i colossali problemi di politica interna ed internazionale che s'impongono per l'assestamento della grande guerra se non con una sicurezza, fermezza e continuità di progiiumni che solo sono consentiti a chi non deve guardarsi le spalle ad ogni momento. Le minoranze devono non solo sussistere ma dare al Governo quell'impulso che una opposizione razionale, cosciente e dignitosa imprime a tutta la pubblica azienda, costringendo alla ponderazione ili tutte le decisioni, alle iniziative fecondo, all'i (nielli equa ili miti i diritti ed interessi. Ridotte a tale significato, le minoranze avranno nel progetto che vi espongo la massima efficienza, perocché continueranno ad es¬ sere matematicamente rappresentate nelle liste che non avranno raggiunto l'espressione della maggior fiducia del paese, non dimenticando, inoltre, clic nella loro migliore e più sana espressione riusciranno anche a penetrare in quelle lisle cho, volendo assicurarsi la maggioranza, dovranno tener conto dei maggiori esponenti della vita nazionale. « Ma come si assicura il raggiungimento dello scopo, elio è la ragione precipua ineccezionabile del progetto? La circoscrizione uninominalo dell'attuale momento politico non risponde alla gronde necessità dell'affermazione dei fini nazionali. Le circoscrizioni, o provinciali o regionali, eviterebbero gran parte di questo pericolo, ma potrebbero frustrare l'aspirazione della maggioranza del paese ad un governo forte e sicuro, laddove l'insuccesso in alcune di esse annullasse il felice risultato ottenuto nella grande maggioranza dei collegi stessi; perocché gli eletti della maggioranza in un dato numero di circoscrizioni, per quanto inferiore alla metà dei collegi, alleandosi cogli eletti delle minoranze degli altri collegi, potrebbero costituire nucleo tale da superare il numero degli eletti della maggioranza nazionale, e ad ogni modo da infirmare nella sua risultanza materiale, o quanto meno morale, quella preponderanza sicura che ho dimostrata necessaria. 11 fine deve consigliare ed imporre il mezzo. «Quando fu deliberato il suffragio universale si dimenticò che ad una cosi grande concessione era kiesorahilmente connessa una vasta e profonda modificazione di procedura che ne rilevasse il grande significato e l'alta funzione. La nozione vuole un Governo che risponda alla sua maggioranza? La nazione sola deve assicurarne il risultato. La Nazione, costituita in ente organico, deve sapersi formare una rappresentanza con metodo diverso da quello cou cui le rappresentanze periferiche vengono elette, senza che con ciò i giusti interessi locali, i quali hanno ragione di affermazione e garanzia, vengano ad essere pretermessi. Questi, trasfondendosi nel programma nazionale, assurgeranno, anzi, alla dignità e Importanza d'esigenze nazionali. Dopo molle lotte, incertezze e perturbazioni, la Nazione ha affermato se stessa, disperdendo le nebbie che tendevano a sommergerla. E' necessità di giustizia e opportunità d'intenti che un Governo voluto dalla nazione offra alla nazione il metodo razionale con cui la sua volontà abbia ad esplicarsi. Chiunque abbia a cuore l'istituto parlamentare, sia per le sue tradizioni storiche, sia per la rispondenza a sommi priacipli, o sia anche per le difficoltà di trasformazioni intempestive, deve sentirsi confortato da un sistema che, confondendolo col concetto stesso della nazione, lo rende elemento infrangibile d'accresciuta autorità e affermata giustizia; e là, in quell'agone predisposto alla più alta considerazione del problemi politici e sociali, le grondi correnti politiche dovranno trovare il campo per la loro ricognizione, lina continua trasfusione di forza morale si alternerà allora a vicenda, tra paese e Parlamento. Precedenti dottrinali s legislativi « Vorrei pure che qualche cosa di originale fosse nel progetto che vi sottopongo, poiohè la singolarità dei tempi lo consentirebbe e, forse, '.o reclamerebbe. Ma anche l'originalità, che altri potrebbe considerare motivo d'obiezione, cessa di fronte a tante ardite concezioni, che nel Collegio unico nazionale fecero attiva propaganda. Senza risalire alle elocubrazioni di Condorcet e di Saint-Just nel 1793 (condottivi dal concetto dell'unità e indivisibilità dello Stato e dall'orrore per qualsiasi ripartizione che rammentasse, sia pure da lungi, il medioevo) ; senza fare appello alla concezione di Giuseppe Mazzini, che troppo serve in questo momento di pubblico favore a tutti i più diversi partiti; senza riprodurre le escogitazioni di Hare e di John Stuart Mi 11, ai quali brillò più fulgida e pratica l'idea del Collegio unico, è bene riprodurre la parola, brillante di fede e di patriottismo, di Emilio De Girardin. il quale, incisivo e scultoreo, affermava che « le morcellement electoral n'est pas l'application d'un suffrage universelle ; il en est la muttlation ». Il suffragio universale, esercitandosi nell'immensa cerchia dell'unità del Collegio, pone fine alla discussione tra la sovranità del numero e la sovranità della ragione, perchè esso non è nè la sovranità del numero, nè la sovranità della ragione: e la sovranità della Nazione. Una ripartizione di deputati, i quali avessero origine per una parte dai Collegi particolari, e per l'altra dall'intera Nazione, proponeva Paul Leroy Beaulieu; ma puro colla sua grande esperienza di statista e di economista, egli non avvertiva l'impossibilità della coesistenza di deputati della massima e di deputati della minima autorità, coesistenza affermata dalla legge spagnuola del 28 dicembre 1878, e abolita colla legge del 1890. Francesco Cenale, che fu uno dei più acuti indagatori della materia elettorale, con progetti pratici e positivi scriveva nel 1871 che l'unità del Collegio trova la sua ragione di essere, la sua estensione, i suoi contorni precisi nella comunità morale dell'associazione privata e pubblica, nell'interesse della quale si fanno le elezioni. Gli elettori, per dare al potere un impulso giusto, un carattere unico e armonizzante col carattere della intera società, devono pirarsl al genio di questa, e non venir traviati da artificiali aspirazioni, da illegittime preponderanze. La unità del Collegio è la sola che si combina coll'unità morale dell'associazione; essa deve essere il sostegno, il corollario, l'indivisibile compagnia di questa. , « Anche recentemente il Geyerhan propugnava un sistema ingegnoso, inteso a contemperare i complessi pregi del Collegio uninominale colle esigenze della rappresentanza proporzionale, e tale scopo intendeva raggiungere dividendo il paese in Collegi uninominali in numero inferiore a quello dei deputa,, da eleggersi, dichiarando eletti quelli che nei singoli Collegi avessero ottenuto la maggioranza assoluta, e assegnando il rimanente dei seggi mediante calcolo dei voti ottenuti da ciascun partito in tutto il paese, in rapporto al numero del seggi che spetterebbe a ciascun partito. « Va distinta la figura dal Collegio unico da quella del voto unico, contro cui si appuntavano parecchi strali. Il voto unico potrebbe essere la base d'una rappresentanza d'interessi che esula dall'attuale considerazione, anche perchè, nel presente momento politico, un solo grande interesso va tutelato: l'Indirizzo forte, sicuro della politica del Governo. Ma al voto unico soltanto, non al collegio unico, possono rivolgersi le obiezioni che il Saripolos riassumeva concettosamente nella necessità che esso imporrebbe d'una organizzazione quasi militare dei partiti per determinare singolarmente come assegnare ad ogni singolo elettore il nome da scegliere. Il collegio unico, invece, si presenta come il sistema più adatto, complesso e semplice per la sincera valutazione delle forze politiche nel paese e per l'espressione sincera del pensiero politico della nazione. Le circoscrizioni Interprovinciali « Le necessità che impongono la consultazione di tutto il paese in unico collegio nazionale devono essere però contemperate dalle esigenze locali, in quanto queste servano di ausilio complementare, ma non infirmino il principio generale della valutazione dei partiti che aspirano al reggimento o al controllo parlamentare del Governo dello Stato. Ecco perchè l'attuale disegno legge tiene conto, anche della diversità della maturità politica, delle condizioni demografiche e topografiche fra le diverse aggregazioni provinciali corrispondenti alle antiche regioni stor che. Ed ecco perchè a queste aggregazioni, «lw.saJ?',,,0.d«m,,ilc tonte circoscrizioni elettorali, la legge deferisce il compito di scegliere 1 candidati dalle varie liste die con¬ corrono al giuoco elettorale nazionale e.', votare per essi. A queste ragioni, che i'.-ix liana al fini f"11"1^"' sopra accennati -•■ visiono del collegio unico nazionale il ciS coscrizioni interprovinciali, se ne aggiunta un'altra, che è quella di ovviare aU'evenulfl lità d'una oppressione troppo rigida e aim invadenza troppo intensa degli organi a trall dei vari partiti verso le proprie ori-ini zazioni periferiche, e, conseguentemente, v« so la volontà dell'elettore. In tal modo, -5i seun elettore esprimerà il suo voto per ti! lista che contiene candidati della sua cì.-o scrizione, capace di conoscerne le parti cól» esigenze e la forma con cui essa devb et» correre, attraverso i programmi dei vali pt titi alla vita politica del paese. Ma 11 voto lui è un voto a funzione nazionale. ir.-qy^!i toehè esso è elemento che si ripercuote rettamente nella valutazione di tutte le ftajSÌ poliiiche del paese e Indirettamente dei sultatl elettorali delle altre circoscrizioni Presentazione delle listi dei candidati «L'attuale disegno di legge riconosca'jq tanto, il diritto di presentare le Uste dei C didati ad una aggregazione di elettori, numero non inferiore «i mille e non superi u 15 mila per ciascuna circoscrizione. V riate le cifre, in rapporto alla vastità dell'ai Ulto, le ragioni del limite minimo e del wu Simo sono'le stesse che hanno inspirilo ; legislazione vigente. Le liste vengono pr semate alla Coite di Appello designata pi ciascuna circoscrizione, dalla quale soi trasmesse alla Corte di Appello di HomaH d funziona da ufficio centrale nazionale, s, nel lavoro preparatorio, sia nel riassuntlw nel preparatorio, unificando le liste pcrziàl che portano lo stesso contrassegno, e con tuendo una lista unica nazionale per Qw singolo partito; nel riassuntivo, procedenti! all'assegnazione dei posti a ciascuna listarti tondo il risultato dei voti che ad ess\ sol stati dati in tutto il Regno, ma diatribe-inde in ciascuna circoscrizione in rapporto al k mero dei voti che ini esse vi ha rispettivi mente conseguito. 11 numero massimo ili off didati, che può essere contenuto in ciuscùi lista, è di 5/6 del numero dei deputati oj ad ogni rispettiva circoscrizione sono ass guati. E' parso che se ner le liste che ne raggiungono il maggior numero di roti preferenze avrebbero avuto tutto il loro gioì per la inclusione dei candidati favoriti tt> esclusione degli altri, fosse opportuno ci anche alla lista di maggioranza ventoso B sicurato quell'elemento di vitalità che tarò} la sua base nella lotta per il successo Ji é cimi in confronto di altri. Quindi, Il preme di maggioranza, che attribuisce ad essa 1 dt terzi, ossia i quattro sesti, dei posti, non ili porterà la vittoria di tutta la Usta, restane1 certamente sconfitto un sesto dei candida stessi. E' inteso, da un lato, riconoscere' 1 necessità di una lotta personale che vivifici l'Interesse per il risultato della elezion dall'altra, si ò voluto con ■ tale proporalo* evitare che il grande numero di soccomben convertisse la vivacità in asprezza fratricia determinando ed incoraggiando metodi cj da una lotta civile per un nobile accpo <i vono essere assolutamente banditi. « Ma occorre ancora stabilire il numero-é nìrno dei 'candidati, che deve essere coat mito sulla lista, al fine dt dimostrare iili rietà del gruppo di elettori che aspin* ì| essere rappresentato ed impedire nel ermvm po quelle candidature personali, eiie posso* appellarsi ad un vasto e poco approvati! mezzo ' di propaganda, ma sono in diret'. contrasto col concetto della legge, la quii vuole rappresentanza di partiti e :&on-'.!< persone. Tale numero è concretato in un tori dei deputati assegnati a ciascuna circo- rrtz! ne. Questo numero non potrebbe essere e? cora minore, senza incorrere nel pericolò:;.' Uste di comodo per una sola persona, ed sufficiente a raccogliere quelH simpntie . una data circoscrizione, che è giu6trj ne trascurare, subordinatamente sempre al coi cetto nazionale rappresentato dal simboli Allo stesso scopo, venne stabilito che ogi lista, per essere presa In considerazione, per ciò raccolta nel manifesto elettorale, db! ba essere presentata almeno in due regio» oltre all'evitare le Uste di carattere personal! Questa disposizione intende a mantenere 5fi l'elezione il carattere di' manifestazione ni zionale, quale non può riconoscersi in quell lista che sia limitata ad una sola ragion, Nè si è creduto di determinare un ri umor maggiore, sia per non rendere troppo din elle la espressione di radicate simpatie .li cali. sia. essenzialmente, per consentine ? costituzione di liste allogene, che male « i*f' bero potuto avere probabilità di succfcaA5p§ più di due regioni. Metodo di votazione della scheda di SUtf> 1 « E' bene ora esplicare chiaramente fj mi todo di votazione per eliminare alcune ulti ri ori incertezze sulla bontà del sistema pt\ posto. Annoso è il contrasto fra la scheda 1 bera e la scheda di Stato. Preferiscono /4 prima coloro che intendono dare la maggfc re sicurezza all'elettore di votare per !.i 1 sta o per il candidato preferito, indipeiitM& temente dalla complicata scelta resa nec« saria dalla scheda di Stato ; tutelare più air piamente il suffragio universale, poiché V nalfabeta può colla scheda libera farsi set gerire la scelta da chiunque goda la sua t ducia, e portare quindi nella sala la sr'xd consigliatagli introducendola neUa busta- ui flciale, la quale si è dimostrata nel favto 1 migliore garanzia contro i brogli; evitare I grande difficoltà anche per l'elettore non dt tutto analfabeta ma d'incerta coltura e int) re chiaramente la scelta con la celerità nid midito dalla presenza di autorità, di come posta dalla necessità di procedure rapide né! la votazione. La seconda è sostenuta da « loro che non ingiustamente s'impressionaiv deUe notevoli spese per la preparazione dé) le schede, cui la vastità del collegio aggltni ge gravità e amarezza; che maggrlormeni fidano neUa scelta dell'elettore indicata u una scheda datagli dal seggio piuttosto ehi in quella imposta, talora con ogni modo, di persona che lo abbia accompagnato sino zie] la sala elettorale ed adoperi verso di 755 anche peggio, se ignorante o inconscio, òrS sorta di pressione; che all'atto solenne dell'; designazione elettorale preferiscono toguéi* ogni prevenzione di abusi o di corruzioni 1 quali potrebbero neUa scheda libera truvan elemento di riprova. « Questi ed altri argomenti, che rend:-.t =Jb bero difficile la scelta, mi hanno indotte ? proporvi un sistema che io credo riassùmi in sè i vantaggi dell'uno e deU'altro evì'.an done i rispettivi inconvenienti. Busta e icae da vengono insieme conmist» nel modelli che si presenta come una larga schedi ti quale, ripiegandosi, permette all'elettori d rendere il suo voto segreto anche all'uifi^i elettorale, e questo — honny »oit qui mai i pcnse — sarà materialmente impedito ia compiere ipotetiche sostituzioni o alteralo ni rese possibili dalla scheda di Stato apertii ■ La scheda riproduce i simboli prò -i dal ttresentatori delle singole Uste e ; ili parte centrale contiene una linea trasv le. L'elettore voterà per la lista da lui ,•• > ferita tracciando colla matita nera, che vera nella cabina, un segno sul simbolo li la rappresenta, ed avrà facoltà di aggir re nella linea trasversale la indicazione da' nome di quello del candidati della stessi li sta per il quale egli determini la sua preféj renza in confronto di tutti :.!i altri nomi coni tenuti nella lista medesima. Questa indica] zione di preferenza non è un obbligo poi' che il voto di lista avrà egualmente valore anche neU'assenza di tale indicazione. <f quindi all'analfabeta non è interdetto l'i* cizio della principale espressione di volo elettorale. E se egli non saprà, nel tempo intercede tra la pubbUcazione dena Usta i giorno della votazione, imparare a scrive il nome di un candidato, non sarà gran ma che l'intellicenza e l'istruzione abbiano premio 'li fronte all'ignoranza la quale jsi, anche incitata a correggerei per l'intere politico di compiere intera la propria] ziouc elettorale. • • W

Persone citate: Andrae, Emilio De Girardin, Giuseppe Mazzini, Hare, John Stuart, Mussolini, Paul Leroy

Luoghi citati: Cis, Roma