II fermento politico attorno alla riforma elettorale

II fermento politico attorno alla riforma elettorale II fermento politico attorno alla riforma elettorale a è o o i n o l a o i a e o n a , i d oeVi pi o, e n re. eo ii, zi tra to Lo r l-» ia l Battuta d'aspetto Roma, 5, notte. La giornata odierna ha segnato nella situazione politica una battuta di aspetto avendo il Consiglio dei ministri rinviato a domani l'esame e la decisione sul progetto di riforma elettorale. I gruppi parlamentari attendodo la pubblicazione del testo della riforma per le loro riunioni, ma persistono in massima gli umori ostili alla riforma anche nel campo democratico. Il progetto sarà presentato non prima di giovedì alla Camera e si conferma sarà illustrato venerdì dall'eri. Mussolini in Senato. Intanto alla Camera la discussione per la riforma dei codici sta per finire: domani parleranno i relatori e con ogni probabilità venerdì parlerà il ministro della Giustizia on. Oviglio. Per sabato alle ore 0 del mattino è convocata la Commissione plenaria che ha esaminato e riferito su questo progetto. La Commissione dovrà prendere in esame le osservazioni che sono state fatto durante la discussione dai vari oratori. La non chiara posizione del popolari Quanto al progetto elettorale le informazioni ufficiose affermano che il limite dt età per la eleggibilità è ridotto a 25 anni e che non sarà ammessa la candidatura dì lina stessa persona in più di due collegi. VAgenzia Italica, di intonazione ministeriale, scrive: c II disegno di legge non sarà subito presentato alla Camera, la quale sarebbe riconvocata dopo il ritorno a Roma dàlia Sicilia del Presidente del Consiglio. In quella breve ripresa sarebbe discussa la riforma elettorale •„ La Voce Hepubblicana, a proposito del progetto, scrive ironicamente : « II progetto di riforma elettorale lanciato al paese dall'on. Mussolini ha l'indiscutibile pregio di non compromettere la libertà di movimento del Governo fascista. Così, mentre alcuni credono che l'on. Mussolini non trascurerà totalmente l'ostilità che comincia a profilarsi da varie nartì contro la progettata riforpia, altri si dimostrano più pessimisti e si preoccupano dell'eventuale consolidamento di una dittatura di partito ed anche della libertà del voto ». Intanto l'atteggi amento dei gruppi continua ad essere più che mai incerto. Come sapete, ieri sera fu diffuso un comunicato della segreteria del P. P. riaffermante il perfetto accordo tra la segreteria ed il Direttorio del gruppo ed il proposito di discutere senza prevenzioni il disegno governativo in parte coincidente e in parte contrastante coi capisaldi del partito in materia elettorale. 11 comunicato dà modo al Popola di ripetere anche oggi:' • La Direzione del P. P. non si è ancora pronunciata sulla riforma elettorale e perciò il partito non può considerarsi impegnato in nessun progetto. Sussiste quindi nel nostro campo il pieno diritto alla discussione in materia, come abbiamo sostenuto. Inoltre ti comunicato conferma l'opposizione del P. P. al sistema maggioritario. Anche noi, ci siamo sin qui astenuti dal giudicare il %fcjgetto del Governo perchè non Io conosciamo : tuttavia abbiamo creduto di potere e di dover legittimamente discutere i criteri politici a cui secondo le informazioni ufficiose, il Governo s'ispira. Se il voto del congresso di Torino tra noi fa ancora testo, e sinora nessuno può' metterlo in dubbio, esso fissa Inequivocabilmente per la lettera e lo spirito di tutta l'assemblea popolare due concetti basilari di opposizione alla minorazione artificiosa delle minoranze e alla deformazione delta costituzione. Su tali concetti noi abbiamo insistito ». Qualcuno, a proposito' del vivace artiiolti df ieri del Popolo afferma che il giornale è andato oltre il pensiero di don Sturzo. Un deputato popolare interrogato dall'Epoca a proposito di tale articolo e della nota intervista concessa dall'on. De Gasperi ha defu:: ■m L'on. De Gasperi è capo del nostro grappo. Non credo che il gruppo abbia intenzione di sconfessarlo. ■— I popolari voteranno dunque fi progetto governativo ? — La tesi di massima — rispose il deputato eludendo la domanda precisa — è quella prospettata dall'on. Meda: pronti ad accettare con qualche garanzia ». Parrebbe dunque, a taluno, che i popolari si avviino, sia pure con qualche tristezza, ad accettare e votare la proporzionalo « a deformazione ». Riguardo poi all'estrema sinistra essa sembra tornare alla difesa della proporzionale. Ancora ad un redattore dell'Epoca, che chiese a qualche deputato socialista perchè, dopo aver manifestato di essere favorevole al collegio unico nazionale, ora pensino a combatterlo, è stato risposto: • Anzitutto solo una parte di noi era favorevole al collegio unico. Tra i contrari si può subito citare l'on. Turati. Noi crediamo che il collegio unico non possa giocare colla proporzionale. Col sistema maggioritario non si ha il collegio nazionale ma il collegio governativo. Meglio il collegio uninominale, allora, che riesce almeno in qualche parte a neutralizzare o meglio a combattere le influenze del Governo ». Nei gruppi liberali di destra e di sinistra e nei democratici c'è molto riserbo. Si conosce il pensiero non certo favorevole del maggiori esponenti, ma non si è deliberato un ar<«ggiarnento concreto e definitivo. L'attesa di Palazzo Madama Sintomaticamente rilevata è l'inscrizione degli on. Salandra, Riccio e Codacci-Pisanelli nel partito liberale, che viene considerato come una riaffermazione della esistenza e della vitalità del liberalismo. Intanto, tra questi commenti di corridoi e dei giornali sull'indovinello elettorale, l'attenzione comincia già a vertire sul Senato dove l'on. Mussolini terra il suo atteso discorso. SI ritiene che la seduta di giovedì e parte di quella successiva basteranno per là discussione sulla domanda di esercizio provvisorio, per quanto gli inscritti a parlare siano parecchi. Oggi è stata consegnata al Presidente la relazione della Commissione di finanza sulla domanda di esercizio provvisorio, ^.'annunzio del discorso dell'on. Mussolini, dato dal sottosegretario on. Acerbo a Venezia, ha prodotto un senso di vivo compiacimento a Palazzo Madama, ove si dice che » con questo atto il presidente del Consiglio riafferma i suoi sentimenti di deferenza verso l'alta Camera e mostra di valorizzare l'esemplo nobilissimo che il Senaio dà di attività e di vita nuova e di fecondi e pratici risultati ». Dato poi il momento politico si ritiene che il discorso avrà importanza, e un autorevole membro della Commissione di finanza esprimeva il convincimento che Mussolini parlerà anohe della politica finanziaria mentre nell'altro ramo del Parlamento il compito di rispondere alle critiche dei vari oratori fu lasciato completamente all'on. De Stefani, e sotto questo punto di vista il discorso 6 atteso con particolare interessamento dai più eminenti cultori di politica economici e finanziaria. Sulla domanda ili autorizzazione dell'esercizio provvisorio «i sotto siuora •: triscritti c urtare i senatori wniin»'ra¬ mANaSmadsbddlespacmptqmnvplctfitanètczLsECdddr massi,!. Zoppi, Sinihaldi, Spirito, Crispolti, Ammiraglio Amero d'Aste, D'Andrea, Pietro Nici-ol.lni, Pais, Grossich e Maragliano. Possibile? Notevole infine nella cronaca politica un articolo del Mondo intitolato: «Bilancio di Stato e bilancio di partito ». 11 giornale esamina il fatto dell'avvenuta pubblicazione in alcuni giornali di circolari di dirigenti locali del fascismo, che avvertono come lo lasse fasciste, ossia il contributo al partito, sarebbero riscosse insieme alle imposte comunali dai pubblici esattori; e scrive: « Se le circolari fossero autentiche sarebbe davvero un inqualificabile abuso da non tollerarsi da un Governo che pose fine alla consuetudine della ritenuta volontaria sullo stipendio e sul salario dei dipendenti dello Sfato a vantaggio delle rispettive organizzazioni di classe •. E nell'articolo si condanna non solo l'inammissibile promiscuità dei servizi da esazione pubblica e privata, ma anche il sistema.dei tributi privati; si rileva che il fatto avviene quasi dovunque il fascismo si è instaurato ma può osservarsi con maggiore evidenza nella valle Padana ove 1 proprietari e fittavoli sono tassati dal fascio per unità di superfìcie e misura culturale (nel Cremonese è la pertica, nella regione emiliana la « Dioica » ecc.), e tutti pagano talora per amoro e talora per forza. Sono tributi che vanno a finire nelle tasche del partito fascista e l'articolo conclude: « Se la pressione fiscale deve essere ormai alleggerita bisogna anche preoccuparsi della non indifferente gravezza dei doppi tributi ed è giusto che se i sacrifìci devono essere mantenuti vadano al bilancio dello Stato ned, cui quadri va ricondotta tutta la vita nazionale ».

Luoghi citati: Oviglio, Roma, Sicilia, Torino, Venezia