La morte della signora Nazzaro

La morte della signora NazzaroLa morte della signora Nazzaro Dopo olire tre giorni di straziante agonia, 6 motta ieri sera, allo 23,30, all'Ospedale Mauriziano, la signora Lina Nazzaro, vittima della sciagura automobilistica di Gassino. Essa e spirata senza riprenderò i sensi, senza uscire da quello stato comatoso, che cagionava in chi la vedeva tantu senso di stringente pietà, e agli occhi del sanitari allontanava, purtroppo, ogni speranza di salvezza. Per tro giorni la sua vita ha oscillalo sul filo della morte. La robusta fibra della giovano donna ha opposto oàtnl possibile resistenza iti una lotta tonaca contro la morte, ma poi ha ceduto. Troppo gravi erano le lesioni riportate al capo. Tali erano apparso fin dal primo momento ai medici, che si erano vista impedita ogni possibilità di atti odorativi. Grave si mantenne sempre lo stato della ferita, senza alcun accenno al benché minimo miglioramento. L'organismo intanto si indeboliva, cedeva insensibilmente la sua vitalità, la. sua capacità di reazione. E sotto gli occhi del medici o dei parenti, cho nulla potevano, nè con ]a scienza ne con l'amore, l'ineluttabile 0 avvenuto. Li signora ha chiuso gii occhi per sempre, senza che il suo sguardo avesse prima potuto, nella luco della coscienza, posarsi sui famigliari, sul marito. Il marito e i famigliari l'hanno assistita sino all'ultimo, r-ietosamento e instancabilmente, con trepida cura, alimentata dall'affetto e dalla speranza. I medici andarono con essi a gara per strappare alla morte l'esistenza delia giovano signora, moglie e madre adorata Ma nulla valse, 0 la catastrofe avvenne, in un quadro di dolore e di amore che ò più facile immaginare cho descriverò. Ieri stesso era stato a visitare la signora Nazzaro il senatore Agnelli. Egli aveva appresa la notizia della disgrazia automobilistica mentre si trovava in Sicilia, e ieri, reduce da Palermo, sua prima cura, non appena giunse a Torino, fu quella di recarsi all'Ospedale Mauriziano, per avere direite informazioni sullo stato della ferita- Il senatore Agnelli si incontrò qui con il comm. Nazzaro, e. ne seguì una scena comnioventissima. Abbiamo, visto il comm. Nazzaro ieri sera a catastrofe avvenuta. Lo attorniavano amorosamente alcuni parenti e amici intimi, fra cui il cav. Rosso. Pareva che volessero, questi, fare come una siepe, un argino intorno al dolore di lui. Nazzaro piangeva come un bambino. L'uomo temprato agli ardimenti piegava sotto la sventura, conio sperduto e vinto. Le parole di conforto che gli erano rivolta erano come goccie d'acqua che nulla possono sopra un fuoco rovente. Era ben il suo un ardente dolore, un cocente struggi-1 mento, che aveva a tratti abbandoni infantili. E quelle parole, del resto, erano anch'esse venate di pianto, di scoramento. Tanto dolore aveva bisogno di espandersi, di' sfogarsi. E Nazzaro parlava, mescendo singhiozzi a parole. « Perche — diceva ai suoi intimi — perchè mi avete sempre lascialo nella speranza, avete anzi alimentata la speranza ? Mi dicevate che, superata la crisi delle prime ventiquattro 0 quarantotto ore al massimo, essa si sarebbe salvata. Mi dicevate una bugia. Perchè ? Io già speravo! Ed ora li colpo è più forte, è più terribile!... ». Facendo forza a noi stessi, titubanti e commossi davanti a quel profondo cordoglio, abbiamo interrogato Nazzaro sugli ultimi momenti di vita della signora. Egli ci ha detto: — Questa sera alle 23 mi ero sdraiato per riposarmi qualche minuto. La stanchezza mi vinse, e mi addormentai. Fui svegliato improvvisamente, e mi si disse che niia moglie stava male, più male dol soLito, Accorsi vicino al letto. Il suo volto pra pallidissimo, bianco; bianco come le bende che lo fasciavano. Spirò subito dopo ». Un singhiozzo scuote il petto del comm. Nazzaro. Egli si porta il fazzoletto agli occhi dove le lacrime traboccano. E' in essi ancora, certamente, la visiono della compagna stesa immobile e fredda sul letto di morte. Ma forse 1 suoi occhi accolgono im'altra visiona la stessa che in questo momento possa nell'animo a noi. Mentre lo guardiamo piangente, piegato, ricordiamo Nazzaro nei suoi clamorosi trionfi di anni fa. Lo ricordiamo, ad esempio, dopo la vittoria di Bologna. Egli scendeva dalla macchina, stanco e raggiante. La folla prorompente lo circondava, lo acclamava, se ne voleva impadronirò per portarlo in trionfo. Ed ecco dalla folla balzava una figurina delicata e gentile nel chiaro abito estivo; si faceva avanti ridendo e piangendo di gioia, cadeva fra le braccia del vincitore,.. Una signorina. La fidanzata di Nazzaro. Colei che doveva diventare la. sua dolce compagna, n primo abbraccio, il primo bacio pel vincitore era il suo! Onesto ricordiamo, e in questo momento forse Nazzaro ricorda la stessa cosa, cara 0 dolorosa insieme. E forse, i-ome noi, egli pensa ni destino eba volle, con l'automobile, la magica macchina della modernità, dargli la più grande gioia e la più profonda angoscia... La salma della signora Nazzaro sarà quest'oggi trasportata nell'abitazione di via Venti Settembre 54. dove verrà apprestata la camera ardente. »** Ieri alle ore 15 sono stati celebrati i funerali della sventurata signora Giuseppina Zaffiro, morta quasi sul colpo nel disastro automobilistico di giovedì scorso. La salma f.i accompagnata all'ultima dimora da largo concorso di Parenti ed amici. Numerosissimo corone di fiori attestarono di quante simpatie e di quanto affollo era circondata la povera estinta. La signora Zaffiro, rima sta vedova due anni or sono di un funzionario governativo, si era rimaritata ad un distinto impiegato municipale, il geometra Natale Zaffiro, che ora. suo compagno nella gita fatale, e che restò pure ferito, fortunatamente in modo leggero, cosi che è quasi completamente ristabilito.

Luoghi citati: Bologna, Palermo, Sicilia, Torino