Il Carosello a il suo... retroscena

Il Carosello a il suo... retroscena Il Carosello a il suo... retroscena Abbiamo rutta una capatina nella ex-cnSenna San Luigi agli improvvisati ma grandiosi laboratori dove, sotto la guida, di Domenico CiaidOi si attende alla parlo «l'Ustica del carosello; in altri termini, ilovo si allestiscono costumi e attrez/.erie per la grande figurazione storico-militare. Nel primo vastissimo salone la prima cosa che ci capita sotto gli occhi 6 un avviso ripetuto su diversi cartelli alle pareti: «Tenete le armi scariche ». Era fatto per le guardia regie che forse vi avevano qui una camerata, ma sembra redatto proprio per la circosto.iizii. Olfatti ili frónte a noi si puntano parecchie bocche di cannone! Ci sarchile da rabbrividire, se non ci fosso a rassicurarci quell'avviso c, in misura ancora maggiore, un non so che di grazia e di edvetteria che fa di quei cannoni degli ordigni dall'aspetto innocuo ed allenante. Sono set cannoni di un paio di secoli fa, ma lucenti e freschi, come se fossero appena usciti dall'arsenale: coi loro robusti affusti dipinti in verde, con le loro tocche da fuoco di un bel bronzo caldo c lampante. Ci avviciniamo, osserviamo, tocchiamo. Ali, che eravamo stati ben giocati! Non sono cannoni, cioè: lo sono, ma tinti! Puro legno, tutio legno garantito ! Eppure l'illusione non poteva essere maggiore ! Specialmente le bocche da fuoco, con quel legno cosi ben truccato da metallo nobile, cosi bene tornite, con i loro ricami e le loro decorazioni come allora si usava, sembrano proprio fatte per tirare in inganno. Gaido sorride soddisfallo. Il pubblico avrà certamente l'impressiono di trovarsi di fronte ad armi antiche autentiche, lari io più che con tino speciale trattamento, che ancora deve applicare, egli saprà dare al bronzo una verosimiglianza anche maggiore. E' un suo segreto... uno ilei suol tanti segreti che gli permettono di tirare dal mlilla, si può dire, tante cose meravigliose. I cannoni sono stati copiati da tm modello esistente al Museo di artiglieria alla Cittadella. Faranno parte del terzo episodio od epoca: quello che si centralizza su Pietro MJcca. Ma nel grandissimo salone olire ai cannoni, c'è ben altro per attrarre l'attenzione. Per esempio, tre monumentali high© romane. Anche qui, illusione perfetta. Salvo quel colore nuovo di trinca, le vero bighe romane non erano, non potevano essere diverse. Solide, massiccie, costruite in legno, recano le loro belle sculture dorate, o nella loro sagoma per cosi dire accentrata o sobria, sembrano attendere il generoso attacco doi puledri per lanciarsi a velocità vertiginosa. Ne sono state costruite quattro, o dipinte ognuna a diversi colori : bianco, rosso e verde, i colori nazionali, c azzurro, il colore di Gasa Savoia. Noi, abbiamo detto, ne vedemmo tro. Ea quarta, quella dipinta in bianco, ò già stata mandata alla Scuola di cavalleria di Pinerolo, perchè gli utTioiali facciano lo prove, e prendano dimestichezza con questo inusitato e nobile genero di veicolo. Tutto si comprende, porcile lo spettacolo di piazza Vittorio si svolga con la dovuta preparazione, con quella perfezione che farà di esso una delle manifestazioni più riuscite e geniali. " Romani a serie „ Troviamo ancora in questo salone — dove Imre lavorano parecchi operai con attrezzi, eon banchi da falegname, ecc., — un'innnità di Cose: lancie romane a centinaia, fasci dei littori, brandi, daghe, ims"egne con le aquile, ecc., cioè tutto quanto occorre a un'ben fornito esercito dell'antichità. Facciamo di ciò le meraviglie nostre a Gaido, e questi ci assicura che ben maggiore materiale avremmo trovato se fossimo venuti un paio digiorni prima. — Ho già mandalo via una serie completa di... romani — egli dice. E ci spiega che la « serie dei romani • significa tutto quanto servo a vestire e ad armare un, numeroso gruppo di quello truppe Ohe faranno in lizza la Prima ricostruzione storico-militare : quella appunto dell'epoca romana. Ha mandata la « serie ■ al colonnello Ghersi, perchè anch'egli potesse, coi Buoi uomini, fare le prove. A proposito di queste prove, si può diro che sono già a buon punto. In piazza d'Armi tutti i giorni 1 soldati prescelti compiono le evoluzioni, i movimenti di massa, provano, naturalmente, senza i costumi. A loro campo di manovra è stato delimitato uno spazio perfettamente uguale a quello disponibile in piazza Vittorio Veneto per il Carosello, di guisa chet, quando si farà la « Prova generale » e poi il vero spettacolo in piazzo, essi si troveranno ad avere famigliare non solamente la loro «parte», ma saranno ambientati altresì allo spazio, per cosi dire, al palcoscenico. Questo dimostra come tutto, dallo maggiori alle più picole cose, sia curato dagli attivissimi dirigenti, per la migliore dello riuscite. Usciamo. Ecco qui, in una specie d'atrio, àltr» . « materiale romano » : le aste e gli archi per i veliti, le ascie rer i «guastatori », ecc. Avevamo già visti degli arnesi, come le daghe, perfettamento simulare, sotto il legnò, fi metallo ed il cuoio; ma quando la nostra guida ci dice che anche le ascie sono di legno, occorre per crederci che ne Prendiamo in mano una e In tastiamo. L'imitazione è perfetta fino all'incredibile. Ne'.la Btessa lama, ad esempio, il lucido della Parte tagliente soggetta all'uso, in contrasto coll'altra parte, che rimane brunita e rugginosa, è reso in maniera miracolosa. E' materiale che viene dai cinematografi, ove servi per qualche ricostruzione storica. E qui Domenico Gaido ci fa una interessantissima dissertazione su ciò che potrebbe chiamarsi «l'industria dell'imitazione », industria sorta1 fn tutti i paesi con l'avvento del cinematografo, e giunta ad altezze superlative. Forse queste imitazioni non sono battute che da tjuelle delle opere d'arte fornite da certi antiquari! Duetnilacinquecento attori Entriamo nel reparto « vessilli ». Una mezza dozzina di « pittori » sono intenti a creare oriflamml, labari, gonfaloni, stendardi. Lo pareti stesse servono da cavalletto: economia di tempc. di spazio, di attrezzi, e... profusioni di colori. Qui il colore sostituisce il ricamo, ma l'effetto ottico è uguale. La tela viene appesa alla parete, ed in breve l'arma, lo stemma, l'insegna, la corona, o che so altro, è dipinto. Si lascia asciugare ed un nuovo vessillo va ad aumentare la piramide dei confratelli. Ma questa non è che una parte del reparto: quella delle bandiere di piccole dimensioni. U ramo « bandiere grandi » non funziona più, è già terminato. Occupava una gronde sala, e il cavalletto era qui, per regioni di pratica comodità, il pavimento. Una infinita di bandiere 6 cosi stata compiuta. E tutte queste tele colorate svento] eranno a profusione il giorno della celebrazione, mettendo nel quadro la loro caratteristica nota di brio, di vivacità, 1] loro simbolo elenio di fede, la loro inU'cplda anima di conquisto, il loro fiammeggiante spirito di vittoria... Eococi ora, in un altro ambiento, davanti a tumuli di armi: armi antiche e autentiche, insieme ad turni di imitazione. Ecco, per esempio, i 550 fucili di cui si armeranno i jraribaldlm, e i lfjO moschetti che saranno porgati aro eeTabiiDieri, Garibaldini e carabinieri del Carosello Siruitin quelli di prima fondazione ; occorreva perciò dare loro l'armamento che tali Corpi avevano alla loro creazione. Gaido è andato a scovare ciò che gli occorreva ad Exilles, dove c'è un deposito militare di armi vecchie. Nello requisizioni, pot, fatte nua e là, sono saltate fuori delle cose inaspettate; per esempio, lo sciabole degli zuavi, dalla caratteristica linea curva. Di autentico c'è pure un certo numero di spade da cavalleria dei tempi di Pietro Micci. Di imitato ci sono i grandi spadoni dell'epoca dei crociali, che saranno usati per l'episodio di Umberto Biancamano. Proseguiamo. Eccoci in un secondo vastissimo salone: reparto Vestiario ed attrezzeria. Una cosa ci colpisce subito. Lungo le pardi «rir* una mensola, e questa è carica di copricapi • qua tricomi dell'epoca di Pietro Micca. à « kepi » della vecchia artiglieria, più oltre i berretti rossi de; garibaldini. Nel mezzo, ai ati negli angoli, su tavoli o in -ceste, enormi mucchi di vestiari, di costumi Una pittoresca baraonda, un «pot-pourri» dell'abbigilamento da confondere ed Insieme d* -divertire Qu■Lava, dal soldato romano all'artiglieria dei 43fiat crociato flJ «rifflo-rerde del Piave, * E' ora opportuno», prima di addentrate! ni tanta Complessa faccenda, tllrd due parole di (inalilo lui ratto Gallio, l'animatore di questa straordinaria e varia ricostruzione, per riunire tanto materiale. Pensata che 2300 saranno le persone che vestiranno iti costume. Dove trovare tanla roba? Comprarla o fabbricarla a nuovo, non c'era neanche da pensarci, pei' ovvie ragioni di economia e di tempo. Allora Gaido ò nudalo a fare le « requisizioni » in tutti i principali stabilimenti cinematografici. Ita giralo mila Italia. E' staio a noma, a Milano, a Firenze; ecc. Ha raccolto tuttoI quanto poteva servite al suo scopo, se l'è fallo spedile. Carri e carri di roba sono afflliitt in tal modo all'ex-Caserino di San Luigi. Tutta roba, però, che necessitava di essere... riveduta e corrètto, o quanto meno ripulita e rinfrescata. Cosi un completo laboratorio si è stabilito sotto la sua direzione. Sono stote! prese delle macchine da cucire e delle sarte ' a delle cucitrici — circa quaranta donne — soao state assoldate, e ii lavoro è cominciato sotto la guida di un competente In materia, il sip. Nino Lalizn, validissimo cooperatore del Gaido. Eimi e tricorni E qui avviene il miracolo. Di abiti vecchi, di costumi sbiaditi, di divise malandate, — poiché il véramente nuovo e degno è in scarsa quantità — si fatinb dbbipiiallienti perfettamente intonati nll'epocn, fréschi, sgargianti. Per esempio,' sarebbe interessante sapere come da vecchie uniformi di poliziotti francesi, il magico duo Gaido-Lanza ricavi orhatissime divise per i bersaglieri di La Mormora; come corazzo ed elmi di cartone, di lotta, eli tela, varii di foggie e di colori, vengano tulli quanti ad assimilarsi ih Uhà « serio » completa di esemplari perfettamente identici, questa di uh bel rame dorato, quella di un lucido acciaio; corno da feltri di tante fdgjHé nàscano i pomposi tricorni dei fanti settecenteschi. E lé inventive, le astuzie, le trovate! Una magnifica gorgiera da guerriero IhedloeviUe ó stata ottenuta con lauti anellini di fervo lucido e di ottone, disposti ih file ed à serie ; c non ci sarà spettatore che il giorno del Carosello non giuri che quello è tutto algente e oro! L'aspetto di sartoria a fruttata salone e doto, oltre che dallo cucitrici a inane ed A macchina, da tanti flgui'itìi colorati, appesi alle.pareti, che rappresentano 18 fogglc dell'abito militare in Italia, da Roma in poi, figurini che servono di guida, perchè iti uniformi siano consoni alla realtà storici!, siano fedeli riproduzioni. Ecco qua, appena Entrando, i trasformatori de!..*, ferravecchi ih corazze eoìide ed eleganti. Siamo in piena Roma e pieno ìherjioevo. Sono attorniati da saldali, da gambali, da maglie di ferro, da corazze; ila elmi. Al cuni enormi tamburi sono cóme un moderno anacronismo in tanta antichità. Quanta roba! Eppure, si può dire che ciò non sia che una rimanenza, uno scarto. Quasi tutta la roba « romana » 6 stalli inàrldatà altrove, perchè ultimata. Sarà sostituita oggi o dòmani da nuovi arrivi: quelli degli stivali e delle bardature dni cavalli. Lavorò ce n'è sempre: dopo una cosa, l'altra. Cfù dà quindici giorni ih qua; e ciò per Una settimana ancora. Ma, con lo slancio e il buonvoiere di tutti, sarte e artigiani, direttori e gregari, in breve tempo uno degli spettacoli più originali e completi che Torino abbia Visio sarà allestito e pronto. Avanti. Ecco, Hi un angolo, rietnb ad un crocchio di cucitrici, dei tàvoli coitili di abiti neri e rossi. Qiii 6 la fucina delle divise dèi garibaldini e del bersaglieri. Quel contrasto di colori, che già qui sorprende piacevolmente l'occhio, sarà, hi piazza Vittorio, uria cosa di sorprendente effetto, fiòsso e nero agiranno armonicamente insieme, spezzandosi, riunendosi, alternandosi! fondendosi nelle evoluzioni del due gruppi. E' stato, questo, uno doi punti meglio indovinati t più studiati, perchè abbia a dare il risultato come di una semovente armonia di colori. Si immagini poi, quando, a tanto quadro visivo, si uniranno le jote dell'Inno di Garibaldi e della Bella Gioòoìn elle 1 due gruppi canteranno in coro! La bella tradizione Avanti ancora. Passiamo attraverso ad altro tre o quattro salette. Sempre sartòria; ma reparti specializzati: questo per l'epoca romana, l'altro per il medio évo, l'altro àncora per il settecento, ecc. Dovunque rrtàcchine da cucire e donne affaccendate od Intente. Il signor Lanza va e viene, affaccendato, vigile, ma con aria soddisfatta. Tutto procede a meraviglia. Questo capolavoro, questo « tour de force » di arte e di brgànizzaoione sta per sboccare trionfalmente In porto... Per farsi un'idea della grandiosità 'di quest'opera, che solo si riferisce al costumi, basti pensare che si spenderanno In essa non mono di trecentomila lire ; somma enorme, se si pensa che, senza tuttavia rinunciare al decoro ed alla signorilità, si è ricorso; come abbiamo visto, a certi ripieghi di economia. Oltre alle quaranta donne già ricordate, lavorano quindici pittori e quindici fra falegnami, attrezzisti, ecc. Prima di lasciarci, Domenico Gaido, la nostra gentile guida, ci ha. parlato con Parole elevate dell'intima soddisfazione di questa sua geniale e ammirevole fatica. Abbiamo allora compreso come egli dedichi disinteressatamente l'opera sua, la sua competenza e la sua attilvftà. con slancio e con tenacia, alla realizzazione del Carosello stòrico. Egli parlava della tradizione torinese di questi geniali e forti spettacoli di masse e di guerrieri, tradizione che si era ultimamente modificata nelle caratteristiche manifestazioni del « Bogo », e che poi era scomparsa... E ci diceva di una sua speranza di torinese e di artista, la speranza che questo Carosello possa far rinverdire quella tradizione, riallacciare quella bella catena. SI compiaceva il prof. Gaido di questa iniziativa'» che Segna una ripresa di attività, che porta lavoro e pane a numerose famiglie, e che, per lo scopo che et è prefissa, farà ancora tanto bene a chi è bisognoso di assistenza. E Parlavo 'di tante coso, salvo che dei meriti suoi e dell'opera sua; mn c'ora tuttavia nelle sue parole l'orgoglio e l'amore del padre che, non parlando, dice del suo miglior figliolo.,. U. L. «*• I posti 'dei jiarterre* per il Carosello vengono da oggi venduti non al Comitato del Carosello, mn presso l'Agenzia Perlo (Galleria Nazionale) e nei suoi chioschi in vari punti della città.

Luoghi citati: Exilles, Firenze, Italia, Milano, Pinerolo, Roma, Torino, Ustica