Governo e autorità locali

Governo e autorità locali Governo e autorità locali Ci siamo astenuti e ci asteniamo, di proposito, dall'entrare nelle questioni e nei dissidi interni del fascismo, limitandoci a dare, per la cronaca politica, quel tanto di notizie elio è necessario, e cicò molto di meno di quello che i giornali fascisti e fascioflli pubblicano quotidianamente. Sarebbe una sciocca speculazione, da parte di chi 6 politicamente non favorevole al fascismo, quella di mirare a invelenire le discordie interne di esso, col risultato probabile di ricostituirne il fronte unico a proprio danno ; e sarebbe altresì una pericolosa illusione lo scambiare per sintomi di decadenza e di sfacelo quelli che possono invece considerarsi come fenomeni naturali in un partito arrivato all'apice dello sviluppo e che è, virtualmente, solo padrone del potere. Scnoncliè, in quest'ultima constatazione di fatto, è anche contenuto il motivo per il quale, pur rimanendo estranci alle contese interne del fascismo in quanto tali, noi non possiamo ignorarle completamento in sede di commento politico. Appunto perche o^gi il fascismo è, virtualmente, il solo padrone del governo, le sue vicende interne hanno un riflesso sull'andamento delia cosa pubblica, ed interessano pertanto la totalità dei cittadini, anche non fascisti o magari antifascisti. Da questo punto di vista, il fenomeno caratteristico dei noti episodi, non ancora tutti chiusi, è costituito dallo sviluppo di quelli che, per adottare un termine adoperato, in proposito, correntemente dai fascisti stessi, possiamo chi amaro i « proconsolati ». Sono, cioè, i «signori della seconda fila di poltrone », secondo la pittoresca espressione dell'onorevole Mussolini, cioè i capi delle gerarchie fasciste regionali e provinciali, e in genere i maggiorenti del fascismo locale, quelli che, in più casi, sono riusciti a costituirsi delle posizioni dittatoriali, al disopra dei frregari e dei capi minori fascisti, degli altri partiti e delle stesse autorità governative ; dopodiché, in un secondo tempo, sono venuti a contrasto fra loro, o hanno compiuto alti non intonati alle esigenze della politica governativa. In questo secondo caso, essi hanno recato imbarazzo direttamente al governo ; ma anche nel primo caso l'imbarazzo, per essere indiretto, non riesce meno sensibile. Fenomeni simili, lo ripetiamo, sono perfettamente normali in un partito come il fascista, dal rapidissimo sviluppo, dal potere quasi assoluto, dalla formazione militare ; elementi non accompagnati, per giunta, da una adeguata preparazione politica, da un armonico organamento di pensiero e da una fisiologica aderenza alla realtà sociale contemporanea. Ma questa loro normalità, diciamo cosi, storica, non esclude la loro gravità politica e quindi la "legittima preoccupazione del governo. Il quale, nei provvedimenti "presi, non senza energia, oche potrà ancora prendere in futuro per regolarizzare simili situazioni, non può non essere appoggiato dal favore della opinione pubblica, senza distinzione di partiti. Si può, infatti, essero fautori od avversari della effettiva dittatura dell'on. Mussolini ; ma è chiaro che nessun vantaggio ci si potrebbe riprometterò dallo spezzettamento di questa dittatura in tante satrapie locali, per giunta cozzanti fra loro. Che di fronte ad esse il potere dell'on. Mussolini rappresenti un principio e un valore di ordine statale altamente apprezzabile, è di evidenza palmare ; o ciò anche a parte ogni giudizio sugli episodi particolari, in cui la politica del governo centrale si è trovata in contrasto con questi « proconsolati » locali ; giudizio che abbiamo già specificato per più d'uno di essi episodi come favorevole al governo. Nell'intento, dunque, di agevolare al governo l'adempimento di questo suo compito statale, noi crediamo opportuno rilevare un punto fondamentale che il governo dell'on. Mussolini deve considerare se esso .vuole, come certamente vuole, che la sua cura possa procedere, al di sopra dell'empirismo occasionale, con una certa razionalità organica. E il punto è questo : la coscienza, non solo nominale, ma effettiva, che le autorità governative locali debbono avere di essere organi dello Stato e dipendenze del governo centrale. Il quale, e nessuno lo contesta, è attualmente un governo fascista; ma — a parte che un tale governo non può pensare, e, .per professione dello stesso on. Mussolini, non pensa, ad intaccare le basi tradizionali dello Stato, — resta sempre il fatto che il fascismo-governo è quello di Roma, e non già quello dei fascisti locali, che. rispetto alle autorità governative, locali e centrali, sono doi sudditi come tutti gli altri./ll pensiero del governo di Roma in proposito non è dubbio ; ed è stato espresso più volte chiaramente. Ma si illuderebbe grandemente chi ritenesse che esso sia penetrato a fondo nelle coscienze di tutte le autorità governative locali, e quindi si sia trasfuso nella loro azione. Questa, troppo spesso, ò invece guidata dal timore di offendere questo o quel « signore della seconda fila di poltrone », o, peggio, dal desiderio di compiacergli, nella speranza di guadagnarne presso il partito domi nante e presso il governo. Speranza — t parte ogni considerazione morale e statale assai mal fondata ; giacché un tale contegno è precisamente quello che agevola la formazione di quelle situazioni anorinali da cui ha preso le mosse il nostro discorso, o piuttosto è proprio la condizione che le ronde possibili ; situazioni anormali a cui il governo deve poi provvedete, e di cui pertanto, più presto o più tardi, esso non può non ritenere responsabili le autorità governative stesse, con tutte lo ovvie conseguenze. Precisi e fortifichi dunque il governo, nei suoi dipendenti locali, quella coscienza per cui essi si considerino servitori del Io Stato e non degli uomini di un partito é le autorità locali, per parte loro, si rendano perfetto conto delle esigenze e dello {volontà governativo, quali pure risultano chiaramente dagli ultimi fatti ; basti ricordare, per tutti, l'abolizione ilci?ll "Alti •Commissari. E sarà tanto di guadagnato pei; la autorità medesime, per il governo e tutta la nazione.

Persone citate: Mussolini

Luoghi citati: Roma