L'Esposzione internazionale di fotografie solennemente inaugurata al Palazzo del Giornale

L'Esposzione internazionale di fotografie solennemente inaugurata al Palazzo del Giornale L'Esposzione internazionale di fotografie solennemente inaugurata al Palazzo del Giornale II Palazzo del Giornale si erge maestoso e Candido fra il verde del parco. Ostenta una corona, vivacissima di bandiere palpitanti, sulle nuali dominano due enormi vessilli : 11 tricolore e il toro rampante in campo azzurro. C'è nel Palazzo, ogni, un'aria di festa. Esso sembra ammiccare furbescamente, alla severa fila degli istituti universitari, che crii stanno di fronte. Si compiace, si pavoneggia. Lo hanno agghindato di una veste tutta nuova e primaverile, e gli par di rinascere, di rivivere. Il risorto edificio E' rinato e rivive sul serio. Sono ormai lontani i tempi in cui i suoi labili stucchi cadevano a pezzi, le invetriate avevano più fori che cristalli, e tutto l'edificio, grigio, sporco, invecchiato in una. infelice giovinezza, rimaneva desolatamente abbandonato come una creatura inutile e Ingombrante. Sono lontani i tempi in cui il Palazzo nato in un momento di meraviglioso fervore per essere destinato a beile ed a grandi cose, si vedeva con raccapriccio destinato a magazzino di mercanzie e di medicinali, e in quell'umile bisogna andava a mano a. mano perdendo la sua nobiltà'., andava come impicciolendosi e perdendosi nel volgare nulla... Tutt'altra cosa, ora. Dopo avere per tanto tempo ospitato medicinali, finalmente, gli hanno dato la medicina che gli occorreva. Ed eccolo, sotto l'opera, di un provvidenziale comiiato e di un nugolo di alacri operai, irrobustirsi ed abbellirsi. Lo sfrondano delle inutili decorazioni, ed in compenso gli danno muri sobrii e duraturi ; gli tolgono la pomposa cupola, ma lo puliscono, e lo abbelliscono di solide colonne, con un pavimento in cemento al pianterreno, ed eleganti « pavés » nelle sale superiori: legni e stucchi sono sostituiti da mattoni, da cemento, da calce ; la nervatura si alleggerisce ma si fortifica; l'ossatura si fa potente; tutta la costruzione si fa atta, ad una lunga e duratura esistenza. Non solo si è pensato alia sua salute, ma anche alia sua t toilette ». Dopo averlo risiflato, si è voluto anche abbellirlo. Torno a torno, ai piedi delle sue pareti, si è piantata una verde siepe e più discosto, all'ingiro, si sono create aiuole piene di.fragranza e di civetteria. Il grande spiazzo brullo che si stendeva davanti al Palazzo verso il oor^o Massimo d'Azeglio, non esiste più. Vi sono sorte due grandi aiuole ìateruli, solcate da un vialone centrale, ghiaiato e liscio, che conduce all'ingresso. Le aiuole sono intersecate da viali minori, sono costellate di fiori, segnate di siepi e di alberi il cui ulleriore sviluppo ne accrescerà il pregio. Sul lato destro una grande aiuola sembra un canestro floreale, tanta è in essa la quantità, e ia varietà dei fiori. Sul lato destro si sta pure apparecchiando un consimile abbellimento; e posteriormente sono stati modificati e riadattati i viali d'accesso. In una parola, il Parco del Valentino si è accresciuto di un altro angolo delizioso e suggestivo, a far defina corona al rinato Palazzo del giornale. Questo sente la sua nuova superiorità, capisce di essere diventato una personalità di riguardo. E splende e sorride soddisfatto nel 60le, con tutte le sue bandiere che tremano di gioia. Comprende anche che questo è il 6UO giorno di festa. Lo aveva, del resto, capito da tempo. Da quando ingegneri, capiimastri. ed operai si erano dati d'attorno a iui affaccendati come per un'opera pressante e grandiosa; da quando ha visto affluire nel suo interno inverosimili quantità di delicati materiali, che si allineavano e si disponevano con ordine come ncr una consn: «razione ufficiale; da quando, insomma, si è reso conto che egli serviva nientemeno che ad ospitare un'esposizione. Allora, tutto compreso della sua importanza, ha seguito cpo orgoglioso compiacimento l'affaccendarsi Jei ■preparativi intomo a se. Non si o stupito che. dopo tanta negletta solitudine un « buffet » si impiantasse nei suoi locali, no che, a due massi di distanzza, si costruisse nientemeno che un teatro all'aperto. Nè basta. Esso rm visto che lo cintavano con reti e cancellate, ■formando a lui d'intorno uno spazio riservato e forse rruel trattamento privilegiato ilo ha insuperbito. Certo gli ha messo addosso una grande curiosità, un senso di attesa Ha previsto qualche grande e lieto avvenimento* _ Ondato di folla L'avvenimento 6 venuto. Ora, calmata la impazienza dell' attesa, il Palazzo del Giornale guarda intorno tranquillo e lieto, congratulandosi seco stesso- Vedo tanta gente venire verso lui. Ora sa il. perchè. La lolla viene al battesimo della sua seconda vita, e l'occasione le è data da quella Esposizione, cui egli ha dato ricetto, che si tratta di inaugurare. Si tratta di una grande, caratteristica Esposizione, di portata internazionale, allestita intorno ad un soggetto di Brandei interesse ed originalità: la fotografia. 1 ottica e la cinematografia, coi loro afflai e derivati. Il successo, fu detto e ripetuto, è sicuro. Il Palazzo ne gode e si compiace, e lidea dell'Esposizione gli sorride, come quelladi una degna e bella figliola. Tuttavia esso guarda e stupisce. Sono ap pena le 14 e già la sonte affluisce numerosa, e l'inaugurazione non avvorrà che aUe _p Che onore, perbacco! Si vede che la curiosità di vedere il Palazzo e la sua Esposizione è ben grande, e che nessuno vuol mancare alla cerimonia con cui si apriranno «fflw mente le porte perchè tutta la citta accorra ad ammirare l'uno e l'altra! E l'afflusso cresce. Giungono numerose vetture, che depongono i passeggeri davanti alle cancellate verso corso Massimo D Azeglio. Giungono automobili che entrano Pel viale-, se-Mano davanti l'ingresso e, dopo che ne sono scesi i viaggiatovi, sostano da una parte oppure ripartono, allontanandosi por una uscita laterale. Ed è una vera processione. Anche le tranvie riversano i visitatori, che guadagnano il Palazzo attraverso l'accurato servizio di vigilanza fatto ai cancelli dalle guardie municipali. Man mano il tempo passa e l'ora' si avvicina : I intensificano Sii arrivi, più spéssa e Mlì i.-cntinua si fa là scia dei visitatori. Davanti allo cancellate sosta ora una folla di curiosi, che è il segno miai»; bile che accompagna le cerimonie solenni, fc, questo un nuovo motivo di compiacimento del Palazzo, per sè e per l'Esposizione. Esso del rèsto si è già accorto che fra la massa dèi visitatori, dove sono eleganti signore e signori di ogni miglior ceto cittadino, arrivano le maggiori Autorità militari e civili, fai avvede dell'importanza dei personaggi daJJe manifestazioni di ossequio che loro rende il compatto gruppo — che tanto bene spicca in nero sul bianco dell'ingresso — dei coniponenti 11 Comitato, delle guardie municipali è dèi fascisti. , . A tutta quella gente che arriva, grande a piccina, uomini o donne, autorità o non, il Pfllalzo ospitale sembra dire: «Avanti, avanti! Non indugiate a guardare la mia facciate la mia nuova veste esteriore. Entrate. Dentro c'è di meglio da vedere! ». E non è una vana promessa. All'interno, la sensazione della maestosità e della bellézza del Palazzo si moscola a quella della folla, del movimento della solennità del momento e delle grandiosità della mostra. Ma forse quello che più prende l'animo al primo, entrare è la magnificenza del Palazzo. Difatti tutti, dopo un primo istante come di smarrimento, alzano é girano gli occhi, Come per misurare la grandiosità della volta, la profondità della cupola, tutta la spaziosità armonica a immensa della sàia. E Suèstft si presenta con aspetto veramente seutente, oltre olle imponente. Con le pareti d'un chiavo caldo, con le sue linee archile toniche severe ina non fredde, con la balaustra, e la galleria che girano tuli intorno, spezzando vagamente con tono di varietà la. grande ed uniforme altezza delle pareti, coi suoi monumentali scaloni ricoperti da Tappéti ai due lati estremi, coi le grand invetriate a colori che sovrastano ai due Ingressi, i! grande salirne fa pensare che realmente la città di Torino abbia fatto con esso uno del suoi più invidiabili acquisti. Tutta la sala è piena di materiale in. mostra, sapièntemente ed ordinatamente disposto, che esercita il suo fascino ed il suo Invito. Ma la folla degli invitati convergè la sua attenzione al centro della sala, dove è 1dcnsamppglvdpudsspnpn1VfnTMditCCansCgsvnpdmmGlmsrPcgznMfstdsmtipnsd gE i a. i o oa è 10 spazio destinato alla cerimonia. Si accede ad esso attraverso una doppia fila di camicie nere che prestano servizio d'onoro. Si notano alcune poltrone dì velluto cremisi destinate alle maggiori autorità, ed altri posti a sedere all'ingiro. il centro della sala si va. man mano animando, con l'arrivo delle personalità. Intanto la folla, per procurarsi un miglior posto d'osservazione, dopo avere popolato i grandi corridoi del pianterreno sale alle gallerie e si affaccia alle balaustre, che in breve formicolano. I cappellini a vivaci colori delle signore si alternano coi fiori e i sempreverdi di cui la balaustra è stata ornata, unitamente a numerosi globi elettrici che, durante le serate, inonderanno di luce la sala. L'accesso alle sale, alle gallerie, ai « box » dove è radunato il materiale esposto, è vietato da cordoni stesi attraverso i passaggi, cordoni vigilati da apposito personale. Intanto la banda musicale fascista, che ha preso posto sullo scalone di sinistra, continua a rallegrare l'ambiente con le sue note, 11 che serve anche di diversivo all'attesa. Verso le 15 il salone e tutto un brusìo, un formicolìo. Il posto riservato alla cerimonia inaugurale è puro tutto occupato. La cerimonia Sono arrivati i Duchi di Genova: principe Tommaso, principessa Isabella, duchessina Maria Adelaide e duca di Bergamo, accolti dalla marcia reale. Muovono loro incontro il ministro senatore T. Rossi, il sindaco Cattaneo, il prefetto Palmieri, i membri del Comitato e la Presidenza della Camera di Commercio. Fanno ala al loro passaggio le altre notabilità, fra cui abbiamo notato i senatori D'Ovidio. Foà, Rebaudengo, S. E. Boselli, Rizzctti, Bouvier, il comandante del Corpo d'armata generale' Petitti di Roreto, generale Bonzani, comandante della Divisione, i deputati onorevoli Viilabruna, Olivetti, Fino, Mazzini, cesare Rossi, S. E. Concila della Corte di Cassazione. Sono mire presenti i membri della Giunta, il presidente della Deputazione provinciale coroni. Anselmo consiglieri comunali, provinciali e camerali, M. Harismendy, rappresentante del Governo francese. All'ingresso, alla principessa Isabella e alla duchessina Maria Adelaide vengono offerti mazzi di fiori. Le Loro Altezze orendono posto nei seggioloni loro destinati, dopo avar ricevuto l'omaggio della signora del Prefetto Palmieri e della signorina. A fianco dei Duchi di Genova si assidono S. E. Boselli. il generale Petitti ed il ministro Rossi. Questi prende subito la parola e pronun zia il seguente discorso : « Altezza Reale. Signore, Signori, S. E. Benito Mussolini, Presidente del Consiglio dei Ministri, desidera che io a nome suo porti il fervido saluto a tutti i convenuti a questa fèsta di arto e di lavoro. Egli avrebbe voluto trovarsi oggi presente fra di poi, ma le cure del Governo glielo hanno impedito. Supplisco io per incarico suo, lieto di poter esprimere il pensiero plaudente del valoroso statista, dell'insigne patriota al quale è affidata in questi momenti difficili la direzione della politica italiana. « Coll'inaugurazion'e della Prima Esposizione Internazionale di Fotografia, Ottica e Cinematografia, Torino intende non soltanto di scrivere un'altra delle sue gloriose pagine nel campo della civiltà e dèi lavoro, ma anche di ricordare e di commemorare pure ed elevato glorie italiane. Sono quattrocento anni da quando Giambattista Della Porta, fisico e letterato napoletano, scopriva e divulgava la camera oscura, per la quale profetizzava con sicura chiaroveggenza che di essa « noi saremmo arrivati un giorno a fare un uso non poco dilettevole e meraviglioso e con essa noi. saremmo pervenuti ad illustrare le grandi opere della natura*. Il grande scienziato, vissuto nel periodo più intenso della vita intellettuale italiana, quando giganteggiavano nelle scienze Galileo e Torricelli, Torquato Tasso nella poesia. Michelangelo, Guido Reni, Bernini e Salvator Rosa nella scultura, nella pittura e neu'architetttrra; fu purtroppo lungo tempo dimenticato. E' giusto quindi che oggi si rievochi la gloria di lui. a cui essenzialmente è dovuta la scoperta della fotografìa. • Le invenzioni che vennero in seguito, di Niceforo Niepce » Chalons sur Saone. scopritore della eliografia; di Luigi Dnguerre a Parigi, primo esecutore di Titrattì fotografici, di Fox Talbot che tirovò il modo di riprodurre all'inflinito teli disegni, gli altri perfezionamenti che vennero dopo, hanno il loro fulcro, la loro base nella scoperta dello scienziato italiano. E se oggi l'ottica è assurta alle altezze di scienza e di industria elevatissima, l'Italia non deve dimenticare che anche qui il punto di partenza si deve ad uno dei genialissimi figli suoi, a Galileo Galilei. Come sempre è successo nella storia del pen^ siero, le invenzioni degli italiani furono poi sfruttate da altre Nazioni ; cosi avvenne delle scoperte di Galvani, di Volta, di Galileo Ferraris, di Meucci, di Pacinotti, di Marconi e di tanti altri. Ma ciò non esclude che l'Italia abbia ad essere fiera «d orgogliosa perchè in ogni campo dell'umana attività essa ha dato lo spunto « la via ai più grandi progressi. t L'Iniziativa di questa Esposizione è dovuta ad un giovarne e valoroso Consigliere della nostra Camera di Commercio, al eav. uff. Giuseppe Ratti, che ne ebbe il primo pensiero nel gennaio 19B2. La Camera di Commercio di Torino il 9 aprile fece sua l'iniziativa del Consigliere Ratti e da allora cominciarono attivamente i lavori. Fu ventura che Torino avesse conservato, per quanto in cattive condizioni, il Palazzo del Giornale, che oggi è la dégna sede della nostra Mostra: ma furono lunghe e laboriose le trattative per ottenere lo sgombro dall'autorità militare, furono lunghi e diffìcili i lavori di sistemazione. E' doveroso rivolgere un pubblico ringraziamento al nostro ottimo Sindaco Avv. Cattaneo, che tanti aiuti ed appoggi ci diede; e così pure vada la parola di plauso all'lng. BonicellI, autore dei progetto di sistemazione, ai signori cav. Giovanni Occhietto e Felice Rossi, che portarono a compimento i lavori con grande disinteresse. « Ma la nostra Iniziativa non avrebbe certamente potuto svolgersi con tanta rapidità e con tanto successo, se non avessero data l'opera loro cosi attiva intelligente ed efficace l'ing. comm. Enrico Marchesi, il cav. uff. Giuseppe Ratti ed i loro colleglli della Giunta esecutiva. Fu sprone a loro.il pensiero dell'alto onore che alla Mosdra era stato concesso da Sua Maestà il Re che aveva accettato di esserne l'Alto Patrono, di S. A. R. il Duca di Genova che accettò la Presidenza dei Comitato d'onore, di S. A. R. il Duca d'Aosta che accettò la Presidenza del comitato Gene rale. Col patrocinio del Sovrano e del Principi di Casa Savoia, sempre primi in ogni iniziativa dirètta ai maggior lustro della nostra Patria, l'impresa non poteva fallito a glo rioso porto. « Ed infatti oggi possiamo parlare di sue cesso. La Mostra incontrò larghissimo favore in Italia ed all'èstero ; la Francia interviene ufficialmente con sessanta espositori, e noi vediamo pure largamente rappresentate l'Inghilterra, la Germania, gli Stati Uniti d'America, l'Olanda, la Svezia, la Norvegia, la Danimarca, l'Austria, l'Ungheria, la Cecoslovacchia, l'Estonia e la Spagna. E fra gli espositori italiani cito a titolo d'onore S. A. R. Il Duca d'Aosta che espone fotografie episodiche dèlia invitte Terza Armata; S. A. R. " Duca degli Abruzzi colle Interessanti fotografie d'eilo nostre Colonie; ed inoltre 11 Ministero della Guerra* il R. commissariato della Emigrazione, il Laboratorio di Artiglieria di Precisione, la Scuola di Polizia Scientifica. l'Ente Nazionale Industrie Turistiche, l'Istituto nazionale di Proiezioni Luminose, il louring Club d'Italia e, tutti i più noti artisti ed Industriali dèi nostro Paese. « La fotografia, il Dantesco Verace speglio che fa di Sè purcolle l'altre cose queliti rhe Arrigo Boito definì « arte nata da un raggio e da un veleno » ebbe due periodi di vita ; anzitutto il periodo scientifico nel quale andarono a gare i fisici ed i chimici di tutto 11 mondo nel portare giorno per giorno perfezionaménti, miglioramenti, scoperte nuo' ve. Dopo Luigi Dagucrre fu una corsa alla ImgEVdtIedrgattcdtlvcdnlsagbrcsmbcmdisepbcpslpstgoesld(AdMvppilgccnetopRppmNfiplsompd Invenzione nel campo della, fotografia ; l'americano pittore Morse, inventore del telegrafo, petzval, Herschel, Talbot, BlanquartEvfad, Nicpce di S. Victor, Archer, Maddox, Van Monskhoven e finalmente l'illustro.Eder di Vienna fecero all'estero compiere alla fotografia progressi meravighosl : mentre in Italia ne seguivano le orme con studi ed esperimenti il Beruneni, il Bellini, il Cai-aldi, il Fuselli, il Ganzini, il Namias, il Turati e tanti altri. • Ma il giorno In cui la fotografia raggiunse la perfeziono scientifica, divenne una arte ; ed oggi ad essa si applicano, non soltanto i professionisti e gli esecutori di ritratti, ma sopraiutlo gli artisti di ogni campo, che trovano nella fotografia il loro più grande ausilio. Paolo Mantega.zza disse : « Il poeta scrive colla penna, il pittore col pennello, lo scultore collo scalpello, la fotografia scrive colla luce che è la divina fra le divine cose ». F.' quindi giusto che a questa figlia della, luce sia dato largo diritto di cittadinanza nella nostra Italia, che è per eccellenza la terra di tutte le a'rti. qui dove esistono le più bolle opere che la monte umana abbia concepito, dove spesseggiano meravigliosi paesaggi, dove, il solo è' più vivido e brillante, dove il campo della fotografia — ri producente agli occhi nostri tante divino cosa — è Immenso e sconfinalo. « Ma noi da essa, dalla ottica che è sua sorella, dalla cinematografia di cui essa è madre, vogliamo trarre non solo poesia di bellezza, ma anche pratico risultato di educazione morale pe.r ti popolo, di insegnamento ai giovani colle proiezioni luminose, di ausilio a tutte le scienze, di appoggio alle indagini giudiziarie, noi vogliamo che in queste tre grandi branche, che sono industria ed arte al tempo stesso si svolga r ne derivi per il nostro Paese una fonte di utile, di benessere e di In intenso lavoro. E' un altro contingente di materiale che noi intendiamo portare alla ricostruzione della. Patria nostra. ..« L'Italia dopo la guerra grande e gloriosa sta magnificamente risorgendo e sanando le sue piaghe ; ma se noi vogliamo che essa possa rapidamente rimettersi e riprendere la sua. -splendida via ascensionale, occorre che tutta, ed in ogni campo, lavorino per raggiungere lo scopo meraviglioso. E Torino, ohe fu sempre a capo di ogni azione bella e buona e grande per la Patria, addita còlla sua odierna iniziativa alle sorelle italiane la na luminosa da seguire ». Un nutrito applauso accoglie II termine del discorso. Subito dopo si avanza. Il Sindaco (jrand'uff. Cattaneo, il quale dice: « E' con sentimento di vivissima compiacenza per la •:itt,i di Torino e di sincèra gratitudine per Je V, A. e per voi tutti qui congregati, che io prendo la parola in questo magnifico Palazzo, quest'ossi per la prima volta riaperto alle, civiche manifestazioni dell'arte, dell'Industria, della vita cittadina. » Dono 1 trionfi ed i fasti qui celebrati durante la indimentic.ibile esposizione internazionale del 1011 era decaduta ogni originaria attrattiva che aveva per più mesi condotte fra queste pareti le folio ammiranti. La Riterrà aveva poscia reclamato ai suoi fini ►anche questo ediflzio; e successivamente 'a troppo modesta, o non necessaria, funzione di magazzino ne aveva distrutto ogni valore estetico e costruttivo ». E qui l'oratore traccia un vivo quadro delle vicende del Palazzo del giornale mettendo in luce l'opera strenua ed attiva, spiegata (la uomini ed Enti per la sua rinascita, dicendo che quello che oggi si vede di esso rappresenta un prodigio di volontà e di tenacia: iSi dice grato in nome della cittadinanza verso tutti coloro che concorsero allo splendido risulta'o che culmina nella festa odierna. Ha parole di viva, gratitudine nll'inidiriz^o »'lel ministro Rossi, della Camera di Commercio che con grande modernità di vedute ha ilato un nuó>o indirizzo all'opera sua. 'li tutela e. di ausilio al commercio ed all'industria. Aggiunge rhe anche il Governo accordò largo patrocìnio all'intrapresa e manifesta la gratitudine di tulli verso gli Augusti Principi che vollero concorrere direttamente alla miglior riuscita della Mostra. Il STahd'uff. Cattaneo, termina così il suo discorso: « Io chiudo alzando la mia voce di lode agli uomini egregi che furono i fattori della Mostra, primi fra di essi il Presidente ed il Commissario generale dell'Esposizione: ing. Marchesi e consigliere Ratti. E porto il saluto di Torino a tutti gli espositjrl italiani ed esteri. Essi hanno avuto fede nella nostra energia, simpatia per i nostri sforzi; a loro mando il benvenuto cordiale della nostra città. Altezza Reale. Eccellenza: E' questa In seconda solenne civile manifestazione, di vita, e di forza che in questa, primavera si celebra in questo Parco Meravldtriso. Siano esse la prova dell'energia piemontese, la primavera di un'epoca dì lavoro proficuo di successiva progrediente restàirrà;;'"ip " gloria flella Patria nostra ». Il discorso del Sindaco riscuote calorosi battimani. La celebrazione oratoria è terminata ed i Duchi, seguili dalle Autorità ed accompagnati dai membri del Comitato, che loro forniscono spiegazioni, compiono la visita delle sale dell'Esposizione