Il romanzo dell'imperatrice Eugenia

Il romanzo dell'imperatrice EugeniaEa Stampa 27 Aprile Quindici anni fa, por un saggio biografico su Felioo Orsini, pensai di rivolgermi col tramite di persona amica all'Imperatrice. Eugenia, sollecitandone impressioni c ricordi del fa moso attentato. Ij& cortese risposta, fu cesi colorita, esauriente die mi azzardai di chiederò se a rivendicazione da. odioso leggendo avrebbe, la, Sovrana lasciato Memorie da pubblicarsi dopo la sua morte. La dichiarazione solenne che n'ebbi, leì.tcTalmente tradotta, suonava cosi : « Un So.vrano deve assumere la responsabilità degli atti, del suo regno, e mai su chicchessia riversarla. Siccome io non potrei giustificarmi, se non accusando altri, preferisco tace». D'altronde, più forte della storia,' ò in 'Francia la leggenda. La mia h fatta, senza essermi favorevole, nò. giungerei a modificarla. Nella prima parte della, mia vita, si è voluto vedere in ino soltanto una creatura futile e frivola, assorbita in cianfrusaglie donnesche. Nella seconda, io divento la femmina fanatica e fatalo, a cui s'addensano tutti gli orrori, tutti i disastri. Nelle farmacie si vedono vasi sui quali sta scritte: veleno. Avreste un liei riempirli di cordiali, antidoti, contro-veleni, elisir*! di lunga vite, gli avventori diffidenti s'arrestano e s'attsngono alla primitiva etichetta definitivamente stampata. Hanno scritto veleno per me, e veleno dovrò rimanere per sempre t>. Sostanzialmente questa dichiarazione fu ripetuta nel testamento, dov'olia protesta, di non aver mai scritto Memorie; doversi quindi considern.re apocrifa, e perseguibile subito dai suoi eredi, ogni pubblicazione olio editori poco scrupolosi tentassero. Così sdegnoso silenzio anche di fronte ai posteli riesco tanto più rincrescevole, quanto più numerose, evidenti sono ornai le prove della energica personalità dell'Imperatrice, che avrebbe saputo, volendo, narraro in un libro attraentissimo, con originalità di pensieri e d'espressione, il romanzo della sua procellosa esistenza ; e opporre, se non a tutte, a molto dello accuse più gravi la trionfale smentita de' documenti racchiusi negli archivi di Farnborottgh Hill. « Pieni dì sorprese o di lezioni », li dico il Daudet nel vohimetto l'Incanirne, di cui h recentemente uscita la seconda edizione, rifatta di pianta dopo la disparsa della sua adorata Sovrana. Luciano Daudet, figliolo dell'autore del Nabab e de' Re in esilio, ma più equilibrato e sereno del fratello Leoni:, era uno dogli intimi, che formavano la piccola Corte dell'Imperatrice spodestata: a lui solo fu consentito di scriverne, quando ella ancora viveva, un profilo apologetico, del quale Ylneonmie si compiacque cosi, vivamente da indirizzare al suo paladino una lettera riprodotta in facsimile in testa all'ampliata ristampa. Eugenia di Montijo io ringrazia e felicita d'aver per primo « dissipato le leggende cho incrudeliscono sui vinti d già troppo bersagliati dal destino con l'aver dovuto affrontare un compito superiore alle forze. La lettera, è del 1912 : contava allora l'Imperatrice 86 anni, e sorprende la sua grafia ancora cosi fine, elegante, sicura. Ma la prima edizione dell''litùonnuc aveva in fondo discutìbile valore per le- troppo vaghe generalità di ammiratore fervente: altra importanza rivestono lo aggiunte delle quali il Daudet ha arricchito la seconda — corroborando i Souvenir/! del Filon, che pubblicati con un bel proemio del Lavisso costituiscono la testimonianza più autorevole a favore della « grande, misconosciuta n, come i due cavalieri concordi la chiamano. » • * Eugenia di Montijo sorvisse mezzo secolo giusto alla catastrofe del Secondo Impero: morì nel 1920, e benché la Francia potesse allietarsi della conseguita piena re vane li e ; benché durante la guerra la vedova eli Napoleone III avesse prodigato parecchi milioni a sollievo de' soldati, do' feriti (un solo Ospedale le costava 60 mila, franchi al mese), pure non una parola di perdono,- di ossequio fu pronunciata da' rappresentanti del Governo sulla bara di lei, che attraversava di soppiatto Parigi per essere condotta dalla Spagna in Inghilterra, alle cripte ove riposano le spoglie del marito, del Figlio. Egli è che malgrado l'eloquente discorso funebre pronunciato praesenlc cadavere dall'ab. Cabrol, l'Imperatrice veniva e vien riguardata come l'artefice prima de' disastri del '70, ritenendosi indisputabile l'autenticità della stolta frase attribuitalo <r ctest ma guerre ». Ma l'aveva, realmente pronunciata? No, o torna a suo onore che potendo in tempo utile distruggere, l'accusa, avesse ricusato di farlo per un delicato, generoso riguardo al suo testimonio a discarico, che n'avrebbe risentito gravissimo danno. L'accusa le venne lanciata dal Thiera allora onnipotente, come fondatore della ! Repubblica e, liberatore del territorio: questi designava nel Le Sourd, diplomatico, la. persona che avrebbe raccolto Halle augusto labbra le incoscienti parole. Da confidenti dell'Imperatrice fu chiesto conto al Le Sourd della gratuita asserzione: e lealmente ei> si profl'erso disposto a rilasciare una perentoria smentita, pur non dissimulando che avrebbe giocato la propria carriera, poiché una rappresaglia officiale non poteva tardare a colpirlo per la mentita scagliata in pieno viso al Thiers. L'Imperatrico rinunciò magnanima a questa soddisfazione: tenendo chiusa nel suo cassetto la lettera del Le Sourd, che senza ambagi respingeva « il.racconto di fantasia » in malafede affibbiatogli. Ma la responsabilità dell'Imperatrice nella funesta dichiarazione di guerra potrebbe egualmente sussistere — prescindendo da quel motto immaginario — qualora avesse effettivainento premuto e su' ministri e sull'animo di Napoleone III per vincerne le reluttanzo, forzarne la mano. Orbene tanto il Filon, quanto il Daudet, a cui s'aggiungo la testimonianza de' Ricordi di Madama Baroche, osservano giustamente che con l'avvento dell'Impero liberale — il cesi detto Ministero del 2 gennaio 1870, presieduto dall'Ollivier — era cessata ogni influenza di Eugenia sulla politica francese.. Un esplicito patto imposto dall'Ollivier, accolto da Napoleone III, la escludeva dai Consigli di Gabinetto, a cui era stata ammessa dal '59 in poi per desiderio di ministri deferenti al suo vivido ingegno, alla sua rapida percezione. A questa capìiis diminutio non si era punto ribellata, poiché esiste una sua lettera al marito del 27 ottobre 1S69, quando ella viaggiando in Egitto era tenuta al corrente , del nuovo indirizzo che il Secondo Impero assumeva. Lungi dal dissuaderlo, esortava Napoleone TTT a proceder animoso nella via per oaì 6i era messo : a persisterò di buona fede nelle concessioni, mostrandole ispirato TEATRI da « ideo t e non già adottate come espedienti. La vera forza sta nella perseveranza : e io non amo i colpi di testa, c son persuasa che non si ripeton duo volto i colpi di Stato in un medesimo Regno La. mia vita e finita, ma io rivivo in mio figlio: in sole vere gioio per me non saranno che quello del suo cuore n. La bellissima lettera faceva parte dei Papier» secreta trovati alle Tiiileries dopo la rivoluzione del settembre '70 : il Governo repubblicano, disconoscendone, l'importanza con cecità partigiana, la pubblicò con dei gir. pedanteschi a qualche lapsus calo mi: circostanza notevole, perché dai biografi d'Eugenia sappiamo che quanto volte, incanisti dalla sua verve di narratrice, la incitavp.no a. comporre le Memorie, rispondeva briosa ; «Eh, no, elusa guai pioggia di rie mi si rovescerebbe addosso!». * *• * Nello disposizioni pacato di spirito con cui aveva accolto il Ministero Olliviér, nello preoccupazióni desiatele dal deperimento fisico e inoralo del marito, non c presumibile cho Eugenia andasse a cuor leggero incontro alla catastrofe. A buon conto lo stesso Ollivier nello prolisso autoapologia àsAl'Empire liberal, (voi. XIV) dipingo dapprima l'Imperatrice come profondamente abbattuta, o solo via via rimorchiata dal partito guerrafondaio, stillatolo attorno. Ammette cho più d'una volta la Sovrana. « jjeusò e parlò ghfsto »: e all'Ultima Jetalo risoluzione non partecipò nò con la parola nò col voto (p. 393). Il i'ilon, il Daudet insistono Dell'asserire cho caldeggiasse la. mediazione inglese. A concentrare ogni colpa su lei concorsero dunque più che altro i militari o cortigiani veramente responsabili della criminosa follia : coloro, ohe avevano garantito la vittoria ed a disastro avvenuto trovarono comodo salvarsi a spese dell'Imperatrice, già naufragata nell'estimazione pubblica per un qpn.plc=io ài prevenzioni inveterate, indistriiotibili. Lo aveva nociuto anzitutto la sua origine, straniera. Malgrado la fra. tcllauza latina, la qualifica di a spagnola » veniva adoperata por Eugenia di Montijo a un dipresso con "l'uguale intensità d'odio c disprezzo, con cui Maria Antonietta — l'ombra familiare che inseguiva l'Imperatrice con ossessionante ricordo-—s'era udita chiamar l'austriaca. Una spagnola non poteva essere cho bigotta, .gretta, intollerante, fanatica, ecc. : e questo preconcetto si radicò negli animi con tanto maggioro accanimento quanto meno rispondeva alle reali sue doti, alla sua giovanile educazione di bas blcih. Era cresciuta avendo per mentori duo dei francesi piii liberi e spregiudicati dell'epoca — Stendhal, Mérime'e : vantava tra i primi suoi amici non solo V. Hugo, allora passabilmente reazionario, ma E. Sue, cho nsWEbreo Errante l'aveva presa a. modello della sua eroina, Adriana di Cardovillc, celebrandone più cho la radiosa, bellezza l'indipendenza di carattere, di opinioni. E invéro la giovane contessa di Tcba spingeva il suo liberalismo sino ad esser infervorata delle utopie di Fouricr, e ammiratrice di L. Bonapaj-te come, autore d'un trattato ?ca\Y Estinzione del, pauperismo. Nulla di più curioso quanto l'apprendere che la bollente spagnuola avrebbe voluto ari ogni patto penetrare nel forte di Ham per visiterò il prigioniero, e confortare, venerare in lui non il pretendente napoleonico, ma il sognatore umanitario. Portata dal Bonaparte inopinatamente sul trono, Eugenia non fu mai consigliera di reazióne, secondo il Filon, il Lavisso, il Daudet, cho ne. adducono dello prove non trascurabili : il fatto p. c. ohe V. Hugo nella colluvie di libelli contro Napoleone il piccolo — molti dei quali stampati clandestinamente a Torino da un tipografo francese — si guardò sempre, .nonché dal trascinarla nel fango, dallo scoccare qualsiasi allusiono malevola all'imperatrice, che di questo a riserbo cavalleresco i> gli fu grati.sima ; l'appoggio pieno dato da lei al riconoscimento del diritto di sciopero ; l'adito aperto all'elemento femminile nei pubblici offici, per lo insistènze di Eugenia, a cui pure si dovette unicamente la prima legione d'onore, conferita ad una donna. Questa modernità di sentimenti indispettiva l'ambasciatore Hùbner, cho una volta le disse, con impertinenza austriaca: non Caser lo Sovrane pagato per liberaleggia.ro. .Con gli anni maturi le sue opinioni s'improntarono a sempre maggioro larghezza, equanimità: il Lavissc, che fu pure de' suoi intimi, la descrive totalmente aliena da intolleranza ; religiosa bensì, ma poco amante di preti, di frati, avversa, agli antisemiti, partigiana di Dreyfuss. E allora come si spiegano le sue attitudini clericali ne' rispetti d'Italia? Molto semplicemente: con ragioni politiche anzitutto, dacché sentiva quanto la Francia avversasse l'unità italiana : e l'interesse dinastico esigeva non toglierà all'impero malfermo il puntello del partito cattolico. Con ragioni sentimentali poi, essendole parvi gli italiani dopo Villafranca » ingratissimi « a Napoleone III: tanto da dolersene con V. Emanuele IL Un'altra cagiono recondita, anche più delicata, eccitava la Imperatrice contro l'Italia: ella non ignorava corno per istigazione di Cavour l'affascinante Contessa di Castiglione avesse irretito l'Imperatore con seduzioni fatali alla salute dello stagionato adoratore. Da confidenze d'Eugenia al Filon s'intravvede qual profenda ferita ciò a\resse recato al suo sentimento di sposa: senza diro che molto voci calunniose contro lei, illibata c tradita, venivano sparso con particolare compiacenza da giornali-libelli italiani. Napoleone III le rese piena giustizia nel suo testamento, dove non si limitò a riconoscerlo tutte le qualità necessarie per condurrò il partito buonapartista alla riscossa, durante la minore età del figliolo, ma volle anche chiederle perdono de' suoi strappi alla fedeltà coniugale. <r J'espére quo irton souvenir lui sera eber et qu'aprcs ma mort elle oubliera les chagrins quo j'ai pu lui causer ». Di che genero fossero quegli « chagrins » si può sapere dalle Memorie del Viel Castel, che eccettua l'Imperatrice da ogni taccia e rimprovero per la corruzione dilagante — descritta dallo Zola in romanzi, che Eugenia ammirava malgrado* la loro atroce spietatezza d'analisi. » » » Appunto perché la rancheggiava l'usbergo di sentirsi pura potè l'Imperatrice resistere, al cumulo di sciagure, piombate sul suo capo. Già si può dire elio vera felicità non aveva inai goduto sul trono. Quelle feste fantasmagoriche, di cui parlava tutta Parigi e talvolta tutta la stampa europea, erano non di rado accompagnale per lei da ineffabili noie, sofferenze, torture. Un giorno ad es,, per non rimandare certe cerimonie ufficiali ebbe la forza d'animo di assaporare sino all'ultima stilla il tedio di [ un'interminabile, corvée, mentre aveva in tasca il dispaccio annuucianto l'agonia della sorella, duchessa di Alba. Fra i suoi motti originali registrai i dal Daudet, caratteristico c quello sul mestiere di Re. « Un Ro mi fa pensare a un affamato che venisse posto dinanzi ad una tavola da Gargantua, ma avvertendolo nel momento stesso che varrebbe, accingersi a divorar tutto — essere uno dei piatti, non precisabile, avvelenato ! n. Ne' doveri di madre, ansiosa di assicu raro intatto l'avvenire del figlio, conoen trava ogni pensiero, ogni cura: e quando lo annunciarono disparso anche quest'obbiettivo supremo della vita, fu tale lo schianto che i .suoi più intimi la crederono condannata alla demenza. La libra della fortissima, donna (a 94 anni volle subire l'operazione dello cateratte contro il parere do' medici) resse anche a quella orisi : ma dono quali pa-ovo tremendo! Altamente drammatica, squisitamente poetica, riesce la narrazione, riferita dal Daudet, certo con 10 parole medesimo dell'Imperatrice, del viaggio di lei sui luoghi dove l'inconscia zagaglia barbara lo. aveva tutto rapito. Per più mesi non poteva ottenere qualche ora di sonno, so non ingoiando lunghi sorsi»di cloralio: viveva come una sonnambula. Eppur volle imprenderò la rischiosa spedizione: e la notte stessa dell'arrivo alla penultima tappa, corno destata di soprassalto da una voce che la. chiamasse, usci dall'attendamento, avventurandosi sola nell'inospite. landa. Inoltratasi di qualche tratto, senza, mete, nel buio, per un'improvvisa allucinazione sensoria, le parve diffuso nell'aria un acuto odor di verbena : il profumo prodiletto dall'estinto Principe imperialo. Leggera, come s« ella, non avesse più corpo, e solo vivesse in lei l'affetto materno, l'Imperatrice segue quell'effluvio che la trascina e la guida. Senza, saper come arriva ad un tumulo di rozze pietre, dove l'invisibile presenza del figlio l'avvolgo della sua carezza, tinche il profumo si dilegua, ed ella si sentii sola nelle tenebre. Intanto uomini della scorte, spediti in cerca di lei, sopraggiungono per riportarla, nell'attendamento. L'indomani il generale inglese che la accompagnava fa sorpreso di notare come ella riconoscesse il punte esatto ove 11 Principe era spirato combattendo come un 'file: e cadesse in ginocchio, tra la coni mozione degli astanti, per baciare le zollo ancora insanguinate ai suoi occhi. Uscita da quella, erisi d'esaltazione materna, Eugenia senza tragiche pose, senza ostentazioni teatrali, prese la croce che Dio le destinava, con rassegnata fierezza : accettando di considerarsi come sotterrate viva, moria, per sempre ad ogni gioia, lei che era stata il centro della mondanità, sulla più gran scena d'Europa. Immune • affatto da superstiziose ubbie del sesso debole, aveva soltanto per il giorno di domenica quel sacro orrore, ohe molto e molti professa.no pel venerdì. Ciò derivava dall'esser i suoi più orribili lutti — rivoluzione del 4 settembre 1870 ;, morte del figlio, Lo giugno 1879 —■ avvenuti di domenica. A sua volta inori VII luglio 1920 — domenica, ancor così piena d'energia, da aver voluto assaggiare a Madrid un cibo nazionale passabilmente indigesto. » ' * * Le'accoglienze, prodigatele in patria, l'avevano un po' risarcita,'dopo mezzo secolo d'esilio, delle amarezze ingozzate allo spettacolo della, viltà e ingratitudine umana. Tante il Filon, quanto il Daudet ricordano scatti eloquenti, di Eugenia Montijo nel flagellare l'abbiettezza de' beneficati che abbandonano o insoiltano i vinti. La (.conoscenza non ha limiti, se vi. si, associ la paura. Tipico l'affronto fatte alla, così detta, clericale Imperatrice dalle monache d'un Istituto cho ella aveva, fondato a < > lebrazione del suo matrimonio, intitolandolo a S. Eugenia. Ci aveva speso 600 mila lire: e le monache, caduto l'impero, sbattezzarono l'istituto, sostituendo' a S. Eugenia... S. Antonio! Contro questa ed altre siffatte laidezze morali, reagì Eugenia virilmente più volte, occorrendo anche in tribunale, sia per esigere la. restituzione di beni di sua privata proprietà — da lei poi regalati allo Stato —; sia, per imporrei che questi doni fossero almeno accolti senza, compensarla con ingiurio grossolanamento repubblicane. Per esempio nell'atto d'una sua graziosa cessione d'un palazzo al Comune di Marsiglia, il Sindaco preten deva che la donatrice venisse chiamata <r moglie di Bonaparte » e nulla più. Eugenia insorso ed ottenne per le vie giudi ziario che le si desse la dovuta rispettosa qualifica di S. M. Funesto, forse, tornò il dono ch'ella fece nel 1918 al Governo francese, d'una lettera ricevuta da Guglielmo I di Germania (2.8 ottobre 1870) : che, secondo lei, conteneva l'psplicita prova come anche l'Imperatore vittoriosi") riconoscesse « francesi » l'Alsazia-Lorena e. si scusasse di doverla annettere ppr ragioni militari. 1/interpretazione è un po' forzate ; comunque, vai la pena di conoscere il testo preciso : i Io amo il mio paese, come voi, Madama, amate il vostro: o per conseguenza comprendo lo angosoie che v'empiono il cuore, e con tutte sincerità lo compatisco. Ma dopo aver fatto immensi sacrifici per la sua difesa, la Germania vuol essere assicurata che la prossima guerra la troverà meglio preparata a respingere l'aggressione su cui noi possiamo contare appena la Francia avrà riparato le. sue forze, o acquistato alleati. E' solo quota triste considerazione, non già il desiderio d'ingrandire la mia patria, il cui territorio é abbastanza vasto, che mi forza ad insistere su cessioni di territorio, le quali non hanno altro scopo se non quello d'allontanare il punto di partenza delle armate francesi che in futuro verranno ad attaccarci ». Guglielmo I anticipava purtroppo quella fatai logica della sicurezza assoluta da future aggressioni, che per l'attuale, rovesciamento della situazione udiamo adottata dall'opinione pubblica francese, E' un circolo vizioso, malefico, da cui bisognerà uscire, impostando la questione su altre basi : se pur non si vuole che l'umanità sfinite sia perpetuamente condannata a rinotere i versi manzoniani: una feroce — Forza il. mondo possiede, e fa nomarsi — Dsttto, la man, degli avi insanguinata --- Sepiinà l'inr/ììistiziii e ornai la terra ■ Altra messe non- dà. ALESSANDRO LUZI0. di LUCIEN DAUDET : «L'Incolume », Paris. Fiammarlon. '-- FILON: « Souveuirs sur l'Impératrice liti gèni-, vrefaee di' E Lavissc ... Paris, c. Mw Respiri la prima rappresentazione alla Scala Milano, iiG, notte. •Stasera, alla « .Scala, ». sotto la. direziono «ci. maestro G-uaroieri, è stata eseguita la nuova opera od maest.ro Ottorino Késpighi, « BMfasor ». No orano esecutori il baritono Mariano Stabile (Belfagor-Ipsilonne); la, ..i#>•<■'ra Margherita Shwidwi (Candida): ut si.vuoivi Amia Grumejrnti (Madonna Olimpia;; •il tenore Francesco Merli (Baldo); il bass > Gaetano Azzoli (Maestro Miroclel.o). Ec-ìo un sunto del libretto, die è di Claudio Guastalla, diviso in un prologo, due atti ed un epilogo. Appare, aliando il velario di apre sul pro.lopi, in. piazzetta di un piccolo paese del Inorale toscano. A destra, la, vecchia chiesi, il campanile, la. casa del prevosto; a sinistra la. casetta dolio speziale. E' nolto ancora.: Baldo, il giovane mannaro che ama, riamalo, la più avvenente fra le tre figlie Maestro Mi meleto, unguentario emerito C speziale, parla, d'amore con la sua bella i.lio sta alla finestra; e le dice il suo dolore pei- l'orinai vicino giorno della partenza. Il colloquio è i.n.i(irrotto dal sopraggiungere di Mirocletó die ritorna a casa ubriaco. E' appunto in questo momento che Belfagor entra in scena e si presenta a Mirocletó: Bellagoi1 a,miMavolo ... F. vengo iliiH'Inferno a qu«t/> mondo indonnate un -po'?: per prender moglie... Mirocletó gli offre, subito, la sua; rna Belfagor, con esemplare correttezza o discrezione : No, caro amino; io non voffllo la moglie di nessuno: ne cerco u-na per me. e racconta di avere un incarico di fiducia ria assolvere. Egli è un inviato spedale di Plutone, re degli Inferi: e deve studiare, e riferir poi. se sia vero che il matrimonio rappresenti il mezzo più spedito e sicuro per mandare gli uomini all'Inferno; se è vero che Principal cura delle mogli sia quella di fornire ai rispettivi mariti i passaporti per i regni bui. Questo hanno dichiarato molti uomini giùngendo dinanzi a Minosse, « non d'altro rei dio d'aver trilla moglie. », ma i diavoli, cavallerescamente increduli, hanno voluto rhe un do' loro venisse a faro esperienza; r- ..-onte nessuno voleva saperne di sobbarcarsi a cosi rrave imoresa, si dovette ricorrere alla, sorte la quale cadde sopra Belfagor, cui ruron dati centomila ducati e istruzioni precise e perentorie: venire al mondo, prender moglie, vivere con lei died anni e poi tornarsene a riferire «mali .siano i candii i' le comodità dei matrimonio. Mirocieto rosta colpito dalla doto di centomila, ducati e, pensando cho uria delle sue tre lìglie Possa riuscire a. conquistarsi il cuoricino di Kelfagor, invita questi a ras*. E Belfagor, uopo aver promesso di venire a. colazione, l)ario, mentre il canto del palio annuncia 1 alba. Si chiude il velario duranlo up. breve interludio, e subito si riapro sul primo atto. La scena rappresenta una slrana sala che serve Ha. pranzo e da cucina, ila laboratorio c da «jftfjra. Candida, è alla finestra, darla non •al'lo: si arrende a.lla. preghiera di lui, die le coierie ili poter entrare per darle un bacio prima di parure. Entra il giovane: i due . scambiano il. bacio, pegno d'amore e di ••rie. Baldo poi si stacca bruscamente dalI abbraccio e fuggo via. Suona la prima campana, della messa, e mamma Olimpia chiama le altre due tlgliuole, Fidelia e. Maddalena, per condurle tn chiesa, aitando si ode rumore di calci robustissimi alla porta della larmana. Candirla comi ad aprirò; da una ricca portantina scende, fra. gli inchini rii uni) .stuolo di servi in livrea rossa, il signor ipsllonne, imponentissimo, sfarzosissimo luc' santissimo d'oi-.i e somigliantissimo a' Helfngor. Dopo brevi convenevoli. Olinioia e le Usilo escono per la Messa e il forestiero resta ad attendere che il suo a.mtco Mirocletó si alzi dal letto. Ma dopo un poco, ecco Fif^slia rhe ritorna; essa ha dimenticato l -uant;: ecco Maddalena: essa ha dimenticalo il libro della iMe«aa. Ipsilonne capisce che, pur «-osi distratte, lo fanciulle si sono ricordale benissimo della sua presenza in casa • le corteggia, siede sul divano e lo ra sedere at suoi fianchi, e la cosa procede in tal modo che Mirocletó sorprende lo due fanciulle nel1 atto di baciare lpsilonno, J'una sulla guancia destra, l'altra sulla sinistra. — Ebbprie, quale preferite? ». domanda il buon papa. K ipsilonne- « Preferisco la terza ». Anche il uomo di Candida glt piace. Mirocletó è contento, ma Candida, ritornata natia Messa, ascolla non perfetta indifferenza la. dichiarazione di ipsilonne; anzi, finisco col darle uno schiaffo quando questi tenta di appiopparle un bacio. Non occorreva altro por far giungere allo Zenit, l'amore e I entusiasmo di ipsilonne. Senza perder tempo e senza tener conto dell'opinione contraria di Candirla, la domanda di matrimonio e fatta m( accettata. A fra poco lo nozze; Intanto tutti siedono a banchetto, mentre 'Mirocletó gongola.:- a V.d. oro. ventre, mio, fatti, capanna ». e Candida sì dispera e chiama ed invoca il suo Baldo. Il secondo atto si svolge, un mese dopo, in una sala del ca.stello dei signor Ipsilonne. II matrimonio <;• stato celebrato rna .non consumato, perché Candida difende accanitamente il suo candore, e il povero diavolo, già sazio di tutto il parentado, solo della, inaccessibile sposa, cui ama pazzamente, è digiuno. A complicai' le situazione ritorna Baldo: il quale, confuso Ira una. folla di invitati, penetra nei castello, rimprovera aspramente Olimpia e Mirocletó per avere patteggiato senza orrore il mercato della figlia ed induce poi, senza soverchio sforzo. Candida a fuggire con lui. Ipsilonne, che la sposa ha promesso di. accogliere, olle scoccar di mezzanotte, net sospiratissimo talamo, attende non impazienza. Ma mentre egli fa-anticamera Candida se la svigno, con Baldo, e ad Ipsilonne non rimane altra consolazione che quella di imprecare a'Satanasso e di constatare, portandosi lo mani ella fronte, che c'è, sotto la. parrucca, qualche novità. Eccoci all'epilogo. Siamo ancora nella piazzetta del villaggio BaMo conduce Candida in caso, del prevosto. Uscendo, poco dopo, sente che un vagabondo, che non è altri che Belfagor, racconta ad uri vecchio e ari un fanciullo le prodezze di un forestiero che, toltosi un capriccio con la figlia di uno speziale, è fuggilo poi in cerca d'altre avventure. Amico. s'A saziate di m:hiaffl e brftn n scorni nieiH'altro... Avete inteso? grida Baldo; ma il vagabondo insiste; ed insinua che questa fola sarà stata raccontata dalla sposina, .. por tender.' una pania, o. chi sa, forse, solo per fingersi una. verginità... Baldo non si contiene più, e incomincia a picchiare furiosamente il vagabondo: ma Belfagor scivola agilmente via, lasciando barba e mantello nelle mani di Baldo. Il dubbio è entrato orinai nel cuore del giovnn-e. Cosa varrà a farlo dileguare? Ora non sogna e spera che l'oblio. Invano Candida si sforza di ridonargli la pace, e la fede nella sua purezza. Baldo respinse ogni parola. La fanciulla si dispera, e, ginocchioni davanti alla chiesa, chiede alla Vergine Maria di miracolo mostrare. Ed ecco rhe le campane, da lungo tempo mute, incominciano a suonare da sole; e il popolo che 0 accorso e gli sposi riconciliati si prostrano, inneggiando al miracolo. Ed ecco la cronaca della serata, il primo atto, che comprende anche il prologo, si chiuso con ben sei chiamate, dello quali cinque ni Respighi. Già dopo l'interludio mormoii di approvazione indicarono Io staio d'animo di pieno e cordiale consenso diffuso nel pubblico Cinque chiamate si' sono avute alia finn del secondo atto, con tre chiamato particolari all'autore; e il ferzo atto si è chiuso con cinque chiamate al Bespight. U maestro (iuarnieri, che concerto e diresse lo spartito, si studiò di dare risalto alle tessiture più intricate e delicate che. sono frequenti nello spartito. L'esecuzione fu narrabile, specie da parte di Mariano stabile (nelfaoor), della Shc-ridan (Candida), dell'Azzolini (MiraCleto), del tenore Merli, ecc. Sono piaciuto le scene, su bozzetti di Carlo Frattini. La, signora pignorata Tre atti di Pietro Veber (Servizio speciale della •Stampa»! Parigi, 26, notte. Vittorio Brillaiid e il pili celebro dei giovani poeti di Francia. 'I ulta, Parigi lo ammira e lo festeggia, molle signore sa lo contendono nei salotti e aleute ne sono follemente innamorate. Ma Lucia Brillane! moglie del letterato veglia costantemente su di lui. Essa adora Vittorio, ne è gelosissima. La adorazione di questa donna, per suo marito non u fatla di sole paiole. Lucia lo circonda di cure affettuose, gli risparmia ogni preoccupazione e vuole che egli creda clic nella loro casa regna l'agiatezza. Invece i coniugi Brìiland non solo non possiedono mezzi di fortuna ma sono circondati da numerosi creditori. Lucia, allineilo resistenza del poeta sia tranquilla e gioconda, lei. fatto art nula franchi di debili, l'iù ili una cambiale è stata protestata, l'usciere e alla, porta. La povera signora vive ora di immensa angoscia poiché terne elio Vittorio scopra lutto, perda la. sua serenila r- non possa più produrre i bei versi che gli procurano la gloria. Non sapendo più cóme uscire dal grave imbarazzo che l'opprime. Lucia decide, sebbene a malincuore, di prendersi un amante ricco, Tre amici del marito, tutti egualmente facoltosi, le fanno la corte. Essa si tastiera conquitare da ouello di loro che le darà i M mila franchi che l'usciere esigo, f corteggialori si recano sucressiva.ine.nte all'appuntamento che la signora. Brillanti ha loro dato Il più giovane confessa di essere' interdetto dal padre, un altro, che è un grosso commerciante, appena, sente quale prova di amore Lucia pretende prima 'li darsi, esclama: « E' incredibile come le donne oneste siano più care di quelle altre! ». ~- Ah! voi. — esclama sdegnata Lucia — mi confrontate con quello donnacce? — Mi guarderei bene dal confrontare le persone, — risponde il commerciante •— 11 mi limilo a confrontare i prezzi! — e se ne va. Col terzo corteggiatore, che ha già varcato la sessantina. Lucia procede diversamente. Invece di cominciare col domandargli il denaro principiti, con l'esibire se stessa. Ma. l'uomo confessa di non essere in,grado, per ragioni di eia. di accettare. l'offerta. L'olocausto che Lucia voleva l'are della propria, virtù per evitare che i mobili dell'appartamento siano pignorati, nr.n ó quindi possibile. Intanto l'usciere si impazientisce; egli die in fondo e un eccellente uomo. ha. acconsentito di rima tiriate il sequestro dall'oggi all'indomani, ma ora dichiara di non poter più attendere c comincia ad inventariare le suppellettili. Mentre ciò accade. Lucia ricevo una strana visita: quella ili una vecchia donna la quale, dopo aver dimostrato di conoscere perfettamente le condizioni finanziarie dei coniugi Brillami, dichiara di ossero incaricata da ima persona, ricchissima di offrire alla signora, una grossa somma, se essa vorrà acconsentile... A questo punto Lucia scatta e grida con orrore: — lo non mi vendo al primo venuto : — Ma io non sono incaricata, da un uomo di trattare questo affare, — spiega la mezzana — ; non è nemmeno a voi che vengo ad offrire il denaro... Lucia non riesce a comprendere che cosa, quella dorma voglia dire. Questa allora le spiega cho c'è una giovane e facoltosa signora la. quale è pazzamente invaghita del poeta Vittorio Brillaiid. l.'n giorno essa tentò di conoscerlo personalmenle ma fu ricevuta ila Lucia, che lo fece una scena ili gelosia così violenta da scoraggiarla a rir rinunciare la prova per lo vie normali. La signora, àveudo saputo in quali, ini liti razzi finanziari Lucia si trova, ha temalo di offrirle una somma da convenirsi se. le cederà il marito per un'ora. A tale racconto la indignazione di Lucia cresce anziché scemare, ma la mezzana, è lauto abile e tanto persuadente che fluisce per fai- accettare alla moglie dal poeta l'idea del mercato. Gradendo di spaventare la. rivale con una richiesta esagerato, Lucia le fa domandare 50 mila fianchi, f.a capricciosa e ricca signora accetta. Vittorio Brillanti è ignaro di tutto. Egli vive fra i suoi libri e i suoi manoscritti e non* sa nemmeno clic un usciere sia. inventariando i mobili dell'appartamento. Quando dunque la sisuora de: 50 mila franchi si presentii in casa sua e la. moglie con Je lagrime agli occhi lo prega, di riceverla, egli crede di trovarsi in presenza di una delle tante ammiratrici clic desiderano di. sottoporgli qualc.be lr.ro parto letterario. La. conversazione fra il poeta e la ricca innamorata, si regge quindi per qualche tempo sull'equivoci-», ma allorché assume una piega inaspettata, Vittorio, elio ama sua moglie e le si vuole serbare fedele, tenta di mettere gentilmente alla porla la seduttrice. - Sta. bei,e, — esclama, la signora --, ma -rendetemi, i 5il mila, franchi che ho anticipato a vostra moglie per potervi avere! Una spiegazione fra Vittorio e Lucia divenni inevitabile. Lucia viene di l'atti a. confessare al marito dò cho è siala, costretta di fitte per vedere di scongiurare un pignoramento. | Il poeta .l'abbraccia e restituisce il denaro i alla, ricca ammiratrice. Questa se rie va disgustata di aver assistito a quelia scena di I tenerezza coniugale. .Nel momento stesso entra ini impresario che viene a proporre al poeta di tenere una serie di conferenze in America. [1 contratto è subito concluso e. immediatamente firmato. L'usciere sospende l'operazione di sequestro poiché i OD mila franchi gli vengono subilo versati. Ecco l'argomento del nuovo lavoro di Pierre Veber rappresentato ieri sera a! Teatro Des Capucines: argomento alquanto scabroso come avrete constatato, ma che l'abile autore ha saputo trattare con mano tanto leggera da renderlo accettabile, sto per diro, anche agli spettatori più prudes. t personaggi di questo lavoro sono tutti divertentissimi, il dialogo è esuberante di brio. La nuova commedia ha ottenuto pieno successo. Fì alcali. ^IGESTiSLE-CACHErs digestivo • antisettico «elle vie digerenti, intestinali e biliari Cani ed estirpa le cause della cattive digestioni mali di stomaco i Compratori di una BICICLETTA ina CONCORRONO A . DIECI PREMI DI VALORE: UNA SPLEriPIOft MODELLO "16. BIANCHI CARROZZATA TORPEDO di LU330 a QUATTRO POSTI una MoToCICLETTAorAftCHi 4 HP . UN CILINDRO OTTO BICICLETTE 01 LUSSO E COMUNI - DA UOMO E SIGNORA «arcDRTTt 3em»RiMP.KTi al linsTne eenc!>saio*iNit(« «IO Al. 9I« SC8.BGCJITB VBH la VOSTItA PINUH SE NON ESISTE IL VENDITORE della NOSTRA MARCA scriveteci direttamente I 5.2£ AnJE. BIACCHI - MILANO 'i O. RODI & FIGLI Piazza S. Carlo, 1 Mercoledi-Venerdì I Esposizione Serale Telegramma Urgente!!! ACQUISTO SSSETTi dì VESTIARIO USATI ds UOMD iH?™.,1" PALETOTS, SMÒKINGS. 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La figura di Lola ha avuto nella Borboni un'interprete ricca di grazia spontanea, di comicità indiavolata, chi* ha detto con sicuro effetto di coninio^ione il racconto dei secondo atto, accolto da un applausi) a scena aperta. Il Falconi fu un vivacissimo, brillami.! Lucio e. suscitò granilo ilarità; lo devoli e misurati il Bosisio e la Dondini. Stasera ricominciano le repliche della Fidanzata di Cesare. AL CARIGNANO. Questa sera Alda Borelli riprende il poema drammatico di Maeterlinck, Monna Vanna che la sua Compagnia interpreta con speciale cura. BRILLANTI e PERLE compro al più alto nreizo j LA PERLA; Galleria Subalpina, Torino I Costa piamente v«nde occasioni in brillanti e parla AUTOMATICI A LETTO J -O-- ao, Vi» del Milla . Torino -AV¬ ALLO SCRIVE. Stasera s'inizia una' breve serie di rappresentazioni di Balletti svedesi. L:i compagnia è diretta da Rolf de Mare. CONCERTO ZANFI. Stasera, al Liceo, il pianista Zantì eseguirà musiche di Bach, Beethoven (op. itti, i.iszt. G'-anndc?. Gianni Schicchi dei Puccini e stata data ieri allo Stadtopera per la prima volta a Berlino c-d ha riportalo uno straordinario successo. N'ori sono state date contemporaneamente le altre due azioni in un'ano che l'accompagnarono in Italia, e cioè il Tabarro e Suor Anodica; ma. do]» il trionfo di Gianni Schicchi. — dice il Ticrliner Tnncblntl — rimane vivissimo il desiderio di ascoltare gli altri dite lavori. Unanime è la critica nel riconoscere la riuscita di ciuesto primo tentativo del Puccini rli ringiovanire le tradizioni dell'opera buffa iniziata Ma Rossini. Tuttavia Puccini — si dice — ha saputo conservare grande originalità e sfuggire vittoriosamente ai tentati paragoni col Barbiere, e col Falstaff. Gianni Schicchi era- In Sette UH. Ottimamente truccalo fra il Meflstofele e In Cicogna, padronissimo della mimica o dell'azione. Anche gli altri attori e l'orchestra contribuirono potentemente a sottolineare il successo; GLI SPETTACOLI D'OGGI chiarella (Compagnia drammatica A. Falconi) Oi-e 91: «La fidanzata rli Crsai-c», commedia rli S. Zambaldi. alfieri (ijompagnlc .11 operette Nella Resini). — Ore il : ■ Sougnizza ». operetta, di M. Costa. (Se rata d'onore il! Renato Trucchi). carichamo 'Compagnia dramni Alda Borellil Ore 91 : .• Monna Vanna ... rliramma di M. Mae- teì'Unk. (Serata .l'onore Alda Borellt). salso — Riposo. rossini 'Compagnia piemontese M. c-isaieggio) — Ore -Jt : ■ riik-me-uen - vaudeville di Manca s0r1be -- ore ai; Palli svedesi della Como Rolf De Stare. MAFFEi — One St: Spettacoli ut variata. Giucco pallone vanch. ore 16. grandi partite a LA quadriennale» (Esposizione Nazionale ci Belle Arti Parco del Valentino). _ ApM?a mìu 1 -orni dalle ore i alle 1? e dalle U*$Z ™ " FERRO ÌOÌIDO PER CEMENTO ARMATO Tutti i diametri sempre pronti —{• PREZZI DI CONCORRENZA LUIGI iuOLINAHl - Piazza Solferò - torin Acquisto oggetti ili vestiario usati da uomo ABITI L. m, PALETOT», SMOKING»», FRACS, SCARPE, prezzi ria convenirsi. 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