Sempre più folla, ma non più luce

Sempre più folla, ma non più luce Sempre più folla, ma non più luce Una prima schermaglia, stille -perizie mediche in. fila figlia nella clinica genovese - ILa sorella e #;.Ò£S,1 nostro Irnviatio speciale.) contrasto - ILa morte il fratello del morto ALESSANDRA, 84. 11 presidente, ad evitare clic troppa .conto 6i agglomeri intorno al carrozzone elio porta l'accasala, ha disposto perdio la Gravino eia condotta prestissimo. Quando giungiamo nell'aula, e mancano ancora in gran parte giurati, il presidente e gli avvocati, l'accusata 6 già nella gabbia. Poca gente Ila assistito al suo ingresso alle Assise e non si sono, avute manifestazioni ostili. Meglio coniLa Teresa Olivino pare uscita da lineilo stato di eccitazione delle passate giornate, eccitazione che, so lo dava momenti di grande vivacità, le causava pure ore di abbattimento cupo e di prostrazione. Non ha piti il volto acceso come nei passati giorni; è quasi cerea. Quando entrano nell'aula i suoi avvocati, l'on. Brezzi' e l'nw. l.a Penìa, il suo viso si rasserena: con l'on. Brezzi ella si intrattiene a lungo, quasi avesse da comunicargli il frutto delle sue meditazioni nelle tre giornate di riposo. Dopo avev parlato con l'onorevole Brezzi, si intrattiene con l'avv. La Poma. Cerchiamo negli scanni riservali ai testimonile figure elio hanno assunto nel processo una particolare fisionomia e cioè il dottor Chiappori (da non confondersi con il dottor 'Carlo Chiappori, notissimo a Torino), le sorelle Ghiglieri, mobilissime ed implacabilnell'ira contro l'accusata, il notaio dalla memoria debole, la Zimino, l'allegretto di fantasia, la servetta riguardosa e allarmate, la Scornare pettegola, il padre del defunto Giovanni Gastone, figura di vigoroso rilievo che "mi richiama il Lazzaro de Iloio nell'inobliaJiile interpretazione di Oreste Calabresi.Incidente pregiudiziale AMe 10 entrano nell'aula il presidente cavNasi, il procuratore generalo cav. RàviolaSono •introdotti i testimoni presenti per prestare giuramento. In tutto seno appena otto: compreso il prof. Tovo, quattro donne e quattro uomini. Altri due, il prof. comm. Vallebona e il -comm. Tedeschi, sono ad Alessandria, ma non ancora nell'aula. La difesa insiste -"ercliò al prò" Martini Carlo, che risulta indisposto, sinno fatte pressioni pertìiè compaia al precesso. Il prof. Tovo informa che gli altri penti, prof. Giulio Gnirtaprof. Luigi Mascarelli o prof. Mario Carrara, isono giàin città, e si presenteranno subito. Sui tema dei periti, che sono le parti citate anche come, testi moni, si ha una discussione preliminare, die finisco per assorbirò tutta l'udienza -mattutina. 'Csjv» Jachino chiede sia precisata la pofeiztone "dei perni che sono conternpòraneatmentetesti, e ciò per evitare' un dibattito fra periti, risparmiare ai giurati un contrasto Scientìfico, e mantenere parità di condizione Ira-lc rorti. Precisa elio fra i dottori Tonicilini, Gualco e Porrando, non vi fu all'attideila perizia differenza di giudizio, ma solo riserve del proi. Gualco ri; '• rdo a circostante xli fatto. Fa in conseguenza istanza lebe .questi periti vengano solo sentiti come testi, te'non 'come periti, a-cosi mire non siano Iserrtiìtt'i' periti citati-dal procuratore generale..L^-avv. La perna, della difesa, osserva che Ivi -toron'o- perizi e cliniche e perizie chimiche. La difesa' ba citato i .professori 'fornellini, Gualco.- 'e Porrando, 'che fecero perizie ciinifcbJe 'a ' proposito della, morie del Giovanni Catone. Contrasto esiste fra le due perizie 'di Genova .te di Torino, e siccome.vi & contrasto- deDbono essere sentiti i periti. « Noi non .ci topponiaino a che si eviti il óMbattitò sulle perizie chimica» che'-sono concordi, ma esistiamo porcile si abbia il 'dibattito sulle perizie clmiche. '»- . TLcaV. Raviola-avverte che la Procura generale- tton aveva pensato a 'citare i Periti. Lo fece ;-<róando' fu intarmata cho lo: difesaMtev-a.fi' TomeUini, il Gualco e il PanandoBr'fcssbcta ttHa Parte Civile nel chiedere chefeccia il dibattito sulle- Perizie. Contóahtaran'db ehe 'so; si sentono i periti a' devono-essere anche sentiti quelli . i'-*tno- - E**Vc. poma insiste. Nota che Ja difesa non fa' Pif-S'la questiono 'dei contrasti fra i perit*>$aUa' flessa-perizia, ina. fra gruppo di pentii -Il "contt-asto ira. Torino e Genova, egli dice, .tesisi».- j L'avv. Brezzi \rifà'. In storia dello perizie.Dic"e!che la" difesa, ba'-citato i Periti Martini e Tomellini. pèrche .furono sentiti come -testimoni1 nella causa. contrasto e. stato rilevato, .dalle. conslataztvjDi fotte sulla loro 'deposizione. Venne ànclh0 feismuato il sospetto febei fossero stati m-ut^tì i visceri esaminati. 'L giurati, che .sono i, periti del periti, debbono essere posti m gA-ado di giudicare non su.-contrasti tecnici, ma s„ue risultanze, che vengono fuori da questfi contrasti. La perizia di Genova, favorevoli!ft all'accusata, non fei-istata: annullata dalla -Pe-Vizia di Torino. Ciò fei>acquisiio alla storia. n.jc6 cne l'accusata ha avuto un primo prosciOgjimeD^0 1u jStrutitoria. Le perizie formano/ una Dnf:p Che i fiorati'-debbono conoscere/ r corLtrasti fra' i periti -di Genova e, Torino, -cioè fra chi dice ch&<oì-fu -il veleno e fra clM veleno o.ssicura 'che. non ci fu. sono mate/r;e tu pausa. Noi fai emettiamo alla coscienza «jet plurali, ma tri*enfamo che (mesto dibattito potrebbe giovare a portare luce neli/jritrtento groviglioIn'.vffl; subordinata, elifreararoo se non si vuòìe porre in contraddittorio i periti, che (tatU-i periti' siano senfjftì 'isolatamente. Il contrasto/tra i periti Il ^presidente si rlfira, per deliberare sulla istanza della prato/civile. La questione delle perizio e dei pori}^ forma la parto più importante e dehca„ta, del .-processo. Mentre attendiamo che Presidente deliberi sull'istanza dalla,/-parte civile, appoggiata dal Procuratore" £eneratte, diamo uno sguardo tolte perj&ie. un incartamento voluminoeissinjó, diviso in tre parti: quella die si riferisce al Giovanni Gaione, quella elio riPUairda il piccolo Ernesto e, per ultimo e 5?leno -densa, quella che tratta dell'autopsia della, piccola Angela. Per il Giovanni Gaione, -abbiamo perizie anatomo-pul-ologielie e perizie chimiche. Queste ultime, sia quelle fatte a Genova dal prof. Mai-tini che quelle fatta a Torino dal prof. M. Mascarelli e Gaida, sono concordi: escludono presenza di mercurio nei visceri di Giovanni Gaione. Le perizie anatomo-patologiche differenziano, ónvece; duella di Genova, fatta dai dottori Tomellini e Porrando, con la riserva del faott. Gualco, esclude l'avvelenamento, anche nei riflessi anatomo-patolo.giei ; quella di Torino, invece dei prof. Carrara e Tovo, verrebbe olla conclusione che la Gaione Angela: è stata vittima di avvelenamento, l'or il piccolo Emesto non vi sono contrasti di pa- reri: i prof. Mascarelli e Galda hanno concluso la loro perizia chimi.-a affermando nver U'ovalo nel fegato, negli intestini, nello retti, una fono, dose di cloruro di mercurio [sublimalo), dose assai supcriora alla dose ie1alo minima per ]trotto adulto. j-..t i periti medico legali, iloti. Mario Carrara e prof. | Tovo. hanno concluso che la mone deve attribuirsi all'azione venefica del sublimalo corrosivo. Per l'Ernesto perii non bisogna dimenticare elicla prima perizia venne fatta al cadavere quando la Gravino fu accusata di aver ucciso il figliuolo con sevizie. Questa perizia, fatta dai dottori Alfonso Mari e Achille Boera, si coneludo con la dichiarazione che il bambino ò morto per morto naim-al? e ver la erosione di mi ri-osso ramo deira.rte.rin coronaria. Per l'Angela Gaione i periti medico legali,: constatato che la perizia chimica, ha orto per risultato che nei visceri della banmina non si lrovarc.no che. qua!h\> grammi di cloruro mercurie?, dose insufficiente per determinare la morte, I prof. Tovo e Carrara, incaricati della, perizia nnatomo-petologlca, hanno dichiarato, pure rio-n escludendolo, di non essere in grado di affer mare che la Gaione Angela è morta per avvelenamento. Oneste le linee generali delle perizie e le loro conclusioni. Ma è. ovvio dire come tutta la materia delle perizie per gli stossi rappi;rti tecnici, induzioni e deduzioni, offra spunti ad un vivace dibattito fra le parti. 1 'istanza fatta dalla Parte Civile rappresenta- un primo spunto dell'inevitabile contrasto. La decisione del Presidente Alle oro lljSS rientra il presidente e legno l'ordinanza relativa alla istanza della parìe civile. Il cav. Nasi, ammettendo por quanto si riferisce alla, morti di Giovanni Gaione che vi è un contrasto fra i periti di Genova e Torino ed anche fra i periti ohe hanno fatto la stessa perizia, Gualco, Tomellini e Porrando, ammette il dibattito sulle perize. « E; inteso però che sentiamo prima i testimoni »! L'ordinanza del Presidente non appiana tutto lo difficoltà. La discussione risorge perchè la difesa vuole si precisi che per quanto di riferisco allo perizie chimiche, non essendovi contrasti devono essere licenziati i periti Gaida, Mascnrelli e Martini, In tale senso fa istanza la difesa, opponendosi il procuralore generalo. Avv. La Perna: — Noi chiediamo al presidente che dica se la perizia chimica di Torino fa un tutto unico con la perizia medico legalo. Proc. Gen.':' — La' perizia chimica è la base di quella medico legalo. Avv. La Perna: — Se è cosi noi vogliamo ette '..'ano intesi tutti i periti; se invece le perizio non vengono considerale come integranti, chiediamo siano esclusi i periti Gaida. Mascarelli o Martini. Il presidente, in armonia alla sua ordinanza dispone perchè tutti i periti siano sentiti e vengano convocati per giovedì. Oggi si sentiranno gli ultimi testimoni di accusa, e domani quelli di difesa. La folla e l'imputata Il Presidente, ad evitare l'agglomeramene dèlta folla, ha fatto chiudere oggi i due porfoul che mòtioiu> nel cortile delle Assise ove sosta la vettura che porta l'accusata. La folla ha fatto ressa contro i duo ingressi e quando, entrata l'accusata, i due portoni sono stati aperti, si è avuto un pigia pigia che è unmiracolo se non sono successe disgrazie. La curiosità cresco ogni giorno di più; la gente 'accorro alle Assise come ad. uno spettacolo. Triste spettacolo! Xi. cortile, gli atni, 1corridoi sono talmente affollati che non si trova più il modo di passare. 1 giurati stentano a trovare la via per giungere all'aula. Due o tre persone, sotio uno del portoni, sono caduto a terra ed hanno corso il rischio di essere travolte. Gli avvocati di Difesa e» di Parte Civile sono puntuali. Alle 14,30 entra. U Presidente. Vinca un giurato e non si può cominciare. Si constata che il cortile è cosi ingombro che vi è. da pensare che il giurato sia rimasto bloccato. Il Presidente chiama il brigadiere dei carabinieri e dà ordine sia sgombrato l corine. Egli ordina pure che se et sono mthorenni nell'aula, siano allontanate. Le donne sono nelle tribune in grandissima maggioranza. L'imputata non ha mutato da stamane il suo attegciamento...E' seduta sulla panca e si appoggia quieta allo schienale. E ogni tanto rivolge qualche parola all on. Brezzi. Giunge finalmente il giurato mancanto e si apre l'udienza. '. - A proposito delle lettere inviate a Genova alla' Mazzotti, lettere (colla cartina di sublimato) di cui una è stata riconosciuta corno sua dall'Autino e l'altra non risulto ancora chi ebbe a. scriverla, l'avvocato La Penìa chiede al presidente siano richiamati' ì reBistri della Gravino è che trovatisi presso, suo marito, il Gaveglio, per confrontare la scrittura dì Pria teste certa Blln Bara zzano, che st suppone sia l'autrice della lettera in parola. Il Presidente annuisce. Come morì la bambina V primo teste del pomeriggio è il comm. Ettore Tedeschi, il professore che ha curalo la bambina Angela Gaione. Visitò la fanciulla ad Ovada col doti or Grillo e più tardi, due o tre volte, nella clinica del professor \ allebona a Genova. « Mi fu telefonato — dice il teste — da Ovada che la bambina sarebbe stata portala a Genova; interessai, sapendola grave, perchè ossa fosse ricoverala nella clinica del prof. Vallebona. La visitai in questa clinica poi due o tre volte». Fa quindi una minuta descrizione dei sintomi della malattia di cui era affetta l'Angela Gaione ed aggiungo : « Mori dopo due o tre giorni. Per il trasnorto della salma da Genova a Ovada foci faro, come prescrive la legge, delle iniezioni di sublimato. {Impressione vivissima). Avv. La Poma: — Prego dare atto a verbale che. per il trasporto della salma, furono fatte delle iniezioni di sublimato. Presidente : — Perfettamente. Teste: — La bimba era affetta da stomatite e setticemia con forti emorragie. Altre spiegazioni dà poi il testo sulle iniezioni che vennero fntie alla morta e che furono endo-niuscolarl, sottocutaneo u interoviscerali. Presi-dente: — Chi ebbe a chiamarla a Ovada ? Toste:' — Non so se la famiglia o il medico curante. Avv. Brezzi: — Che contegno tonno la Gravino a Genova? HH0|BHBBM8M Tèste: — L'avvicinai solo por pochi momenti onando visita! l'ammalata. Aveva icontegno che può tenere una madre in taleoccasione. Dopo il comm. prof. Tedeschi 6 introdotto il prof. Vali -bona Davide, il dottore della clinica genovese. Riferisoe che il. giorno otto settembre 1910 dal dottor Tedeschi gli venne ehi sta una stanza per una bambina .di Ovada che si trovava in condizioni gravi. Accondiscese, seppure a malincuore perchè nonaveva mollo postò disponibile e continua« Il giorno dopo, (piando andai alla clinicaincontrai la madre, la Gravino, su por le scalo. Mi venne incontro esclamando: «l^rofi-.-s.re mi salvi la min bambinai» Corcarassicurarla. «Stia tranquilla, le risposi' cho è in liiiono mani ». Alludeva al prof. Tedeschi. Non si quietò per questo ed aggiunseolio paura, ho molta paura perche poco tempo fa mi è morto un altro bambino cosi... ». Avv. Tacitinoj — Non disse forse della stessa morte? Teste: — Mi sembra abbia detto: Mi è morto un altro bimbo così. Presidente: — Che impressione le fece la madre? Teste: —La disperazione della Cravino eraviva e reale. Mi foce tale impressione che ne parlai anche colla mia famiglia la sera rientrando in casa. Seppi poi che la bambina si aggravò c che il prof. Tedeschi chiesnncho un consulto con uno specialista dmalattie infantili. 11 martedì, quando tomaalla clinica la bimba era morta. Presidente: — Ella ebbe occasiono di visitare la bimba ? Teste: — Io non ho visitato la bambinaGeneralmente io non entro nella camera demalati quando sono curali' da altri mediciChiamato da una infermiera che era spaventala per le suo condizioni, l'Angola Gaione l'ho vista. Entrai nella sua stanza mentrIr cambiavano la camicia. Perdeva molto sangue. Per pulirla occorse tutta la biancheria di dotazione della stanza. Nella clinica entrò il venerdì; mori il lunedi. Le iniezioni ai cadavere Avv. Brezzi: — Sa che la Cravino, dopo la morto lìdia bambina, sia rimasta qualche giorno nella sua clinica? Teste: — La madre restò, per quanto mrisulta, una notte accanto alla bimba, posi allontanò. Non mi risulta perchè impegnasse li-or una notte una stanza. Presidente: — Quando è che vide lei la Cravino? Testo- — La vidi due volte: quando portarono ila bimba e quando la bimba mori. Presidente: — E' stato lei a ordinare le iniezioni? , . ., Teste: — Ordinai lo iniezioni perchè il cadavere doveva essere trasportato ad Ovada11 regolamento stabilisce che queste iniezioni devono farsi con sublimato corrosivo. Proc. Gen.:. — Dove .vennero fatte questa iniezioni ? Testo: — Sono iniezioni in cavità. Si fanno senza -economia. Avv. La Perna: — Constato un caso strano. Nel caso dell'Angela Gaione, che c'era veramente il sublimato corrosivo ilei corpo del malato, i periti non no hanno trovato che 44 milligrammi; nel caso dell'Ernesto invece fitK) e più. Presidente: — Può precisare la quantità dsublimato che venne usata per fare questiniezioni ? Teste:. — Usualmente si fanno al tre pemille. Avv. Brezzi: — Lei ne vede sovente madrafflitto : quando vide per la seconda volta la Gravino le parve veramente addolorata? Teste: Mi Bembrò in. preda ad un dolorfortissimo. Ebbi l'impressione di trovanodinanzi ad una Vera madre e non ad uncommediante. L'imputata ricorda diversi episodi dellmalattia della; figlia ed insiste nel dire chemorta la bimba, restò per tre giorni nella clinica. ' Teste: — Io non jricordo. Potrò, ad ognmodo, verificare. Avv. La Pensa:' — Voglia' fare delle ricerche. Le faccia. Possono tornare utili. Tornando a Genova potrà telegrafare. Teste: — Dai miei registri la stanza choccupava la bimba risultò impegnata dagiorno 8 al giorno 15. Posso anche avere ospitato la madre senza averle fatto pagare. Il prof. Vallebona dà poi lettura di una lettera avuta- dalla Cravino e della sua risposta. Nella sua lettera la Cravino ricorro al professore perchè testimoni sulla causdella morte della figliuola. L'imputata ricorda come la bimba venne portata nella clinica e prega '1 professore di voler dire ciò che aveva avuto modo di constatare. Nella sua risposta il prof. Vallebona afferma dritenere che nulla di criminale possa avecausato la morta della' bimba e dichiara che .l'accusata tenne tale contegno da togliere a lui ogni idea che potesse essersi macchiata di un delitto. Avv. La Poma:'.— Lei ricorda l'accusata fisicamente quando mori la bimba? Geniera ? Teste: — 11 doppio di nuello che è adessoAvv. La. Perna: — 'Adesso è uno speltroTeste: — Precisamente. Una buona infermiera- Dopo il dottore compare l'infermiera. Uscito il prof. Vallebona entra nell'aula una sua infermiera, certa Nina Burberi. E' questa una mite piccola figura di donni profondamente buona, che i.i conquista subito le generalsimpatie. Parla lentamente, plano, come scercasse nel corvello le parole. — L'Angela Gaione — dichiara la teste — ebbe una emorragia interna. Perdeva sangue da numerose parti del colpo. Non ricordo quanto tempo restò nella nostra clinicaPresidente: — I/el vide la madre; come lsembrò? Teste: — Mi raccomandò di tenere bene la sua bambina. Era addolorata. Presidente: — Ma se ne andò via subitoTeste: — Andò via subito, ma poi ritornòRestò tra noi il papà. Partita la madre, In bambina l'abbiamo assistita noi. La madrtornò nuando la bambina morì. Non so sla vigilia o il giorno stesso della morie. Presidente: — Lei era presente quando mo ri la bambina? La madre eva addolorata? Testo: — Quando vide la bambina moria svenne e pianse tanto che suo marito la portò via. Presidente: — Restò qualche giorno nella clinica la Cravino 7 Teste: — Non ricordo bene. Presidente: — Dopo che la Cravino svenne, che cosa è successo? Tosto: — 11 inalilo la portò via in anlomi bile. Poco dopo io me no sono andata a casa e non so più altro. Avv. |}ro;:::i: — ì-'.bbo l'impressione che la Cravino recitasse una commèdia? 'l'oste: — Non poteva essere una commedia. Era troppo triste. La portarono via in .automobile die era ancora svenuta. 11 marini aveva paura morisse. Avv. Porrati: — La bimba parlava? Cho cii;:i. diceva? Teste: — l.a bambina non diceva mai niente. Non faceva che lamentarsi e gemeva. \w. latitino: — Lei ha dotto che la Cravino si mostrava addolorala. Ma come è che Un lasciato la sua. bambina a morire come un rane? Testo (con viva commozione e risentimento): — Questo non è vero. Non l'ha lasciata inerirò come mi cane. Non è vero. Avv. .Inchino: — Me intanto non era presento quando la bambina, è morta. Nasce a questo punto un battibecco fra la Parlo Civile e la Difesa. 1,'i-nput.ala, a chiarimento di quanto avverine nella clinica genovese, fa un dettagli-ito racconto della malattia della bambina. Dice elio passò la notte vicino alla sua bimba. Parli per consiglio del marito. Tornò quando Li bimba ero. morta. « Non volevano lasciarmi entrare nella clinica — esclama con in voce rotta dai singhiozzi. — Quando riuso:1 a penetrare nella stanza dove si trovava la mia bambina, non avevo dinanzi che un cadavere! ». Presidente (rivolto alla teste): — Ricorda quanto dico era l'accusala? Teste: — Sono passati parccclii anni. L la dolce infermiera so no va. Sono cosi raro in questo processo lo noto di bontà, elio questa deposizione rischiara l'ambiente. L'ex carabiniere Scarpe di cartone per i soldati Marcellino della, un carabiniere a riposo. Conobbe il Gaione ad Ovada. Ad Ovada raccolse le voci che correvano sull'avvelenamento del Gaione e ne riferì al pretore. Nel suo rapporto disse elio era convinto che la Cravino .avesse assassinato il marito colla complicità della domestica. Ripete in udienza cose note sulla malattia del Gaione, sulla condotta della Cravino. Dichiara di aver assisiito all'autopsia e di 'aver sentilo dal professore fare delle constatazioni sul buono st;do dei polmoni del Gaione. Conferma poi quanto disse nel suo interrogatorio sulle causo che avrebbero spinto la Cravino ad uccidere il marito: maggiore libertà per una vita di maggioro lussuria. Dice per ultimo che scrisse nel suo rapporto che il Gaione aveva acquistato le cartine di aspirina a Vigevano da un farmacista, paralitico, perchè ciò gli fu riferito dal maresciallo dei carabinieri del luogo. Avv. La Perna: — Da chi ebbe la notizia sul farmacista paralitico? Tasto: — Ripeto, dal maresciallo di Vigevano. In ogni morto ci dove essere agli atti della seziono dei carabinieri. Io non potevo oerupwrmi di tutto. • Avv. La Poma: — C'era il dottor Chiappori a fare il maresciallo! Presidente: — Sa dire qualche cosa sulla morie dei due bambini? Teste: — Erano dei bambini robusti e sani. MI stupì la loro morte. On. Brezzi.- — Che cosa può dire sull'attivi n'i della Gravino? Era operosa, attenta nei suoi affari ? Chi condusse il negozio durante la guerra? Teste: — Lei, sempre lei; Era attivissima. — Pei, con un sorriso malizioso:' — Durante la guerra vendeva anche scarpe collo suole di cartone e venne denunciata. Avv. Brezzi : — Lei pensa che solo nel negozio della Gravino si vendessero delle scarpe con suolo di cartone? Teste: — No, anche in nitri negozi. Ad Ovada ci sono parecchi negozi di calzature. Presidente: — Che cosa può dire del dottor Chiappori? Lo crede veritiero? Teste (fa una smorfia di difficile interpretazione: risponde a fior di labbra): — Io ritengo di sì, ma in materia della sua professione. L'attrice gelosa - L'infermiera sviene Nuovo battibecco tra Difesa e Parte Civile sulla valorizzazione delle impressioni del maresciallo. A conclusione della sua deposizione il Gella racconta un gustoso episodio. La Cravino, che pare abbia avuto sempre simpatie por i vari tipi di attore uso capo-comico Tromboni del « Ratto delle Sabine », divenne l'amante di un capo-comico capitato casualmente ad Ovada. La moglie prima-attrice si ingelosì e la Gravino dovette rinunciare a recarsi a teatro perchè quando c'ora lei ili teatro, la golosa non voleva recitare. Torna poi noH'anla Tinfermiorina. L'avvocato La Perna informa che ha trovato nel corridoio la Burberi in lacrime. Piangeva perchè aveva dimenticato ili dire una circostanza importante, dire cioè che è. slata lei a faro le iniezioni di sublimato alla bambina. La Burberi ritorna e dichiara che le iniezioni ebbe a farlo lei la mattina dopo la morte. Poi, siccome il Presidente e gli avvocati insistono por farle precisare ila quantità di sublimato usato, ella si alza in piedi esclamando: «Io me ne vado. Sentano io me ne vado, io ho male ni cuore, qui muoio » 10 tranquillamente se ne va Ira un lungo mormorio di simpatia. Il presidente sospende per qualche minuto l'udienza. L'inferminrin'a uscita dall'aula si sente male. Molto persone lo si nffolln.no intorno e corcano confortarla e consolarla. La sorella del morto Quando l'udienza si riprende compare sulla pedana Angela Gaione, la sorella del morto, la moglie del notaio. Presidente; — Lei fu in casa dei Gaione quando suo fratello proso tanto cartine di aspirina in una volta sola? Teste: — SI, c'ora anello il dottor Chiappori e fu lui a dire che la Cravino gliele aveva date tutto in una volta porche riteneva le facessero bene. Presidente: — Nell'ultima malattia di suo fratello ella andò sovente a trovarlo? Teste: — Sovèntis&imo, sola, n con mio marito. Nrm posso racconterò quello elio ho visto. Il dottor Chiappori coniinuninimo parlava, diceva clic era stato avvelenato. Ilo assistito poco mio fratello perchè non potevo restare a vederlo soffrire tanto. Avv. Jachino: — Sa che la Cravino malrattasse i suoi bimbi? Testo: — SI. E so no va. E cede il posto a r,ita Bollatila, quella tae commessa in biancheria che fu amica dela Cravino e la difese di fronte al marito geloso. Racconta come conobbe il famosa giovinot.ro che doveva diventare l'amante della Gravino. « Quindi il Gaione si ingelosì di questo giovanotto, — dice la lesto — e co niinciò a faro dello scenate. Per rimettere la paca in casa, io mi addossai la responsabiità di questa tresca, malvai la Gravino dal'e minaccio del marito facendo eroderò che il giovano fossi mio amante ». Presidente: — La Cravino non lui i".3tta con lei cho voleva far morire il marito? Testo diventando rossa in viso: — La Gravino non mi ha .detto niente di simile. Procuratore generalo: — Vi sono dei tes;i cho dicono il contrario. 11 toste Priolo lo afferma. Testo : — Dico cose non vero. La Cravino non ebbe mai a dirmi niente di simile. S.i tt Priolo afferma questo, dice una bugia Procuratore geminila: — Chiedo che la tosto sia messa a confronto col testo Priolo. Toste: — Io non ho dotlo nulla. Io non so nulla. Procuratore generalo: — Lo dirà la Priolo quando si troverà in confronto con lei. La tosto se ne va protestando porche vorrebbe puri ire subito. _ Nell'aula. — dice la testi — mi manca il respiro. — Hssfi infatti è rossa in volto come se fosso congestionata. Giovanni Repello, calzolaio ed Infermiere. Ila assistilo il Gaione sino quando inori. Dice olio si lamentava di. male di gola c di inalo al ventre. Aggiunge: — Quaiulo lo sofferonzn diventavano più forti, chiamava ia mog'llo. Solo in questo momento egli parlava. Io restai presso il suo letto fino a cho ! morto. Vi erano con me dei parenti. Procuratore generalo: — Il Gaione padre venne a. trovare il figlio per parlargli del testamento? Testo: — Non lo ricordo. Procuratore generale: — Lei è sempre rimasto presso il Iettò dell'infermo, vero? 'Poste; — Qualche momento posso essermi allontanato. Imputata: — Lei si recò a prendere 1 ossigeno. Non si ricorda più? Tosto: A prendere l'ossigeno non sonoandato io. Avv. .Inchino: — lei ha assistito del malati di febbre spagnuola? Tosto: — SI, parecchi, ma 1 sintomi del Gaione non li ho visti in altri. Avv Prezzi : — I Gaione erano sempre vicini aì letto? Tosto: SI, non npnona la Gravino corsoad annunciare la maialila del marito. Una maestra e una commessa Maria Bertolini, una maestra del piccolo Ernesto Gaione, Dice che il bimbo si recava da lei a prendere qualche lezione quando faceva la prima elementare, inchiesta, rispondo: « Il piccolo all'apparenza poteva sembrare robusto, mn In realtà non posso dirlo. La madre lo teneva bone: ora sempre pulito. La Cravino si interessava molto della scuola c ci teneva ohe il suo bambino figurasse bene. Il piccolo Ernesto stentava nd apprendere ». Presidente : — Sa qualche cosa sulla morto ? Testo: — Da me non veniva più da molto tempo. Seppi della sua malattia. Lo vedevo talvolta por hi strada. Era sempre tenuto bone. Avv. Brezzi: — Lei fu maestra anello dell'Angela Gaione7 Che ne dico? Tosto: — La bimba ebbe altri Insegnanti doiw di me. Veniva da me a prendere qualche lezione privata. La mamma era severti col suoi bambini. La bambina temeva la mamma e si impressionava a ricordargliela.Maria Piccardo, una commessa della famiglia Galene. E' la donna cho ha aiutato il Ratto a tenero fenno il bimbo Ernesto quando si doveva dargli la purga. Racconta alte, chiamata, si porto a aiutare la padrona ed il Batto. Il bambino velino legato e la madre gli diede due schiarii por obbligarlo a prenderò la medicina. Presidente: — Como era il liquido che si fece bere al ragazzo? Teste: — Era un liquido, ma io non so se era bianco o nero.- Presidente: — li ragazzo, prima di prendere la medicina, stava bene? Testo: — Prima di prendere la-medicina il ragazzo stava bene. — No, no, — esclama l'accusata — no, questo non è vero. Avv. Brezzi:' ■— Ma so il dottor Grillo aveva visitato il ragazzo 11 giorno prima! Teste: — Questo non so.- Avv. Brezzi: — E so non lo sa, perchè dice che stava bene? Il fratello Angelo Gaione, fratello del morto, 6 l'ultimo teste della giornata. 11 Gaione Angelo ha la figura del padre e del padre ha anclfo il modo di fare. DI fronte all'accusata 1 Gaione hanno tutti l'identico atteggiamento di appassionato rancore. Presidente: — Lei ha avuto rapporti di Intel-osse coll'accusata, non è vero? Teste : — Alla morte di mio fratello la Cravino si trovò ad essere creditrice verso di me per 1C.0OO lire. Pagai il 50 % dopo un concordato col creditori. La Cravino, sapendo che io slavo corcando chi aveva assassinato mio fratello ed i miei nipoti, ha pensato di farmi fallire. Ila acquistato dai miei creditori i loro crediti al 110 % e poi ha tentato di rovinarmi. Questa signora voleva impedirmi di cercare chi avesse ucciso mio fratello. Mi odiava ed ha corcato di farmi del malo, ma io la ripago in abbondanza. Avv. Brezzi : — La Cravino non era sua crodilrice alla morto del marito? Toste: — Si, di 4 o 5000 lire. Presidente : — Lei ha parlato col dottore Gervlno, vero? Teste: — Sono io elio andai a Genova a cercarlo per il consulto. Quando visitò mio fratello era stanco c non vide nulla, — Racconta poi il colloquio tra il dottor Cervino e 11 dottor Cortella sul viale della Stazione, colloquio che venno smentito dall'interessato. Teste: — Il dottor Cortella mentisce e sa di mentirò. Quello cho disse il Gervino, e cioè, che mio fratello moriva della stessa malattia dei suoi ngli. lo ha ripetuto poi nel negozio di mio fratello. Avv. La Perna: — Chiedo si faccia il confronto fra il dottor Cortella e il tosto. Anche nel confronto col dottor Chiappori, il dottor Cortella, è bene ricordarlo, ha riconfermato di non aver detto nulla. Presidente: — Chiameremo il dottor Cortella ed il dottor Gervino. Si legge poi la doposiziono di Paola Grillo, infermiera, perchè assente. Non dice nulla di particolarmente notevole. E l'udienza pomeridiana è Unita. Romani si udranno i testi a difesa, quindi giovedì, i periti. Dai calcoli, clic si furino stasera, Ja Sentenza non si avrà prima di mercoledì o giovedì della settimana ventura, GIGI MIOHELOTTI.