Un'udienza infuocata al processo dei veleni

Un'udienza infuocata al processo dei veleni Un'udienza infuocata al processo dei veleni imputata: "Tutti contro di me!.. Soffoco!..„ - Come fu "purgato,, mesto - I^a suocera non può deporre - Un notaio che scatena un pandea sua invettiva all'accusata - Uno che non Ha mai creduto a niente - L'ex sindaco di Ovada riferisce il "caso di coscienza» del dott. Chiappori - Il rinvio a martedì. Dal nostro inviato speciale) esasperazione il picco monto s ( alessandria, 20. Alio O.Cfl il pubblico ì> ammesso nell'aula. Non ò un ingresso, 6 ujj assalto, in un at...no le due irJl>anc rifi-urpitano ; anche lo spazio trasformati iti tribuna riservata, si gremisce assai presto. L'imrutnia entra nello sabbia, lacrimando, Ha il viso congestionato. Piangente si accascia sulla panca e rimane ncJla posizione che l'abbiamo vista per tutta ìa giornata <li ieri, con il capo appoggiato alla palaia delta tónno. " Sono tatti coniro di me!„ Dinanzi a questa Sonno, a guardarla cosi, stremala di ioi"ze, non si può noni seniire- un senso di pioni.. Finzione? Maschera? A vederla ora lo si esclude. L'on. Brezai, l'eminente difensore, si avvicina alla gabbia e si mirata tiene con l'iiocusat-a. Abbiamo poi da.lui qualche impressimi-. La Cravino dichiara che non erudiva di essere tanto odiata. Contessa di non essere stala una buona moglie, ina apergioamente afferma di nwi aver avvelenalo nìì il marito nò i Ilffli. Il pensiero che 11 nome della sua famigliti «Mita ad essere macchiato, è cucilo che la conturba. A chi ebbe ad osservarle che non da più prova di enci'Kta nel ribattere le accuse, ha risposto: « Che Cosa dfcvo faro y Sono tutti contro di me ! ». Alle Oyiij entra il presidente, cnv. Nasi, con il Procuratore g-efierale, cav. Raviola. Il cancelliere A-posta, eia da molto fempo ò al suo posto. Polla di résa è presente l'on. Brezzi. Della parie civile l'avv. porgati. Opjri è assente da Alessandria, con l'Ja-W. .Inchino della parie civile, nuche l'avv. i.a Penìa, lion. Firtai. aperta l'udienza- fa una questione nresiudiziale. li (Jevcrno — efilì dice — ha rìiòli'nvMn il 21 aprile Maiale di Uomo» festa nazioviaì.;. Fa presente che il decreto escitele dall'oli". S del rìPTtsq eli Uffici sin* diziaTi. Àia nòli parla di Tribunali, e che Alessandria inizia domani un CiQjO fii feste'Eìamrnti in onore del duca d.VyoSta. ithi'tle ven^a rinviata l'udienza a martwjì, ed il v?esideriie annuisce. Sono introdotti i testimoni citali per opri: una diecina. Prestano muramento. Rimane nell'aula Giovanni Traverso, un Portalettere di Ovada !•:' il portalettere al quale la Gravino si faceva indirizzare le lettere. Prc tdenlci — Lei ebbe a ricerere dall'autiho alcune lettere destinate alla Cravino; è vero? Teste: — Si, venticinque; su per giù Ire o quattro al mese. Presidente: — Erano tutte dell'Amino? Teste: — lo lo credo, i.a Gravino non mi parlò inni lì altre persone. Avv. Potraii: — Riceveva un compenso Per questo servizio ? Tesie: — No. Presidenti-: — Dopo la morte del Gaione lei rircvclte ancora delle lettere per la Cravino ? Tesie: — SI. Il ragazzo legato per la purga Ratto Paolo, uno de! commessi dei Gaione, $ la persona che aiuto la Gravino a tenere fermo il ragazzo, Ernesto Gaione, perchè prendesse la purga. Presidente: — Lei aiutò la su* padrona a dare la purga ol ragazzo, la vigilia della morte. Spieghi come avvenne il fatto. Teste: — il bambino era alzato. Correva su e giù per la scala. Frano circa In 16, quando la pp.drona mi pregò di aiutarlo per dare la purga all'Frnosto. Il bambino non ne voleva sanere, Gli abbiamo locate le gambo e poi lo abbiamo me Tfìio p-?r essere più comodi a dargli la purga, Io gli tenevo le braccia. Presidente: — La medicina gli fu somministrata quando il ragazzo rrn sul leito? Teste: -- SI. Un mezzo bicchiere di un liquido, eh--» io no.ii so precisare che cosa fesse. Il bambino, come ho detto, non voleva saperne. La madre, per imi involo, gli diodo due. schiaffi. II bambino ?i ribellò egualmente, Chiuse la bocca e cominciò a piangere, In tali condizioni non unto il liquido potè essergli caccialo in bocca.. Presidente: — La medicina era calda o fredda? Tesie: — Fredda. Avv. Brezzi : — Si è accusata la Gravino <3 St-viaie contro i bambini, latito da determinarne la morto. Notò che l'unico teste cho poteva dire qualìhc coki, cioè il Ratto, nui presento, non ve: me seni ilo. Solo tre amai dopo lo si interroga. Proc. Gerì. : — Questo è vero. Nessuna discussione in proposito; Presidente (al teste) : — Quanto lei ha raccontato è successo alla vigilia della marie, vero? Che cosa accaflde dopo che il bambino-] ebbe presa la purga? Teste: — Un'ora dopo il bambino si aggravò. Cominciò a lamentarsi di più forti dolori ; aveva sempre sete. Io restai in caso. Gaione tutto il pomeriggio, poi tornai a caso, mia. Dopo ceuii, ritornai dai miei padroni. Il ragazzo continuava a manifestare grande sete, tanto che più volto dovetti portarlo in-4 cucina a bere ; buttava fuori roba nera conici pece. Al mattiirj, verso lo fi, sentii la Cravino che gridava clic il bambino stava morendo. E mori, infatti, poco dopo, quando giunse il dottoro. Presidente: — E 11 fatto della purga è successo .propr'o alla vigilia della morte? Testi*: — Si, verso le ore 1(1. On. Brezzi: — Che impressione ebbe il teste quando aiutò la Gravino a tenero fermo il ragazzo? Ebbe l'impressione che la madre volesse furo una cattiva azione? Teste: — Ebbi l'impressione che la madre volesse darò una purga al ragazzo perchè di tale purga avesse bisogno. Presidente: — Ed .'. morto il giorno dopo. Avv. Brezzi: — Ma per motivi che discuteremo. Presidente: — Non anticipiamo le perizie! On. Brezzi : — Benissimo, ma Lei non anticipi il verdetto! " Lei giura si falso l „ Gli scatti dell'imputata Si lecge la deposizione resa dal teste in istruttoria. Si accerta che pei- tener fermo il bambino e fargli prendere una purga, la madre prima cercò di indurlo con un giocai- jtolo, poi lo fece legare. II Ratto e la Cravino 'vernVro annali in questa operazione anche jda una donna, che vedremo comparire pil tardi fra i testimoni. . Presidente: — La Cravino era una donna di fai-ili costumi? Teste: — La voce pubblica lo diceva. ?>>Presitlcate: — La Mniello come era considerata ih casa Gaione? . TeSle: — Era una persona di fiducia della Gravino. In seguito ad una osservazione dell'imputata pisce una vivace contestazione fra il Procuratore Generale e la Difesa. L'imputato negli inr,•••-ai' fri ed anche in udienza ha dichiaralo clic al ragazzo diede l'olio di ricino, miste :■ eorTè Contrastando col Ratio, : questa mst ina. dice invece di aver dato al i ragazzo delio carimi'; lo cartine ordinate dal .. dott. oiir,i. j> Imputa;-. [ìnvestei ito II teste) • —Lei ha dichiarato eh.- u bambino è stato legato? .Non si ricorde eli2 stava ritto in piedi sul letto; i se era ritto, ih pioti, corno poteva essere legato? ' Teste: — lo giuro che era legato. Imputata: —- Lei giura il falso Innanzi il Dio, io p-iuro «ne il testiiuo 'iMwmorii vivacissimi Ori pi Presidente: — Como slava (ma di prendere la purga? • Teste: — Meglio di me. i. On. Grezzi: — Il te" ■ oli lice il falso bambino pi-i- „ ,,,, Grilli na'-dichiaraio" che'J'ragtzt da una quindicina di giorni stava male. L'imputata a questo punto scoppia in sin- 'nhiozzi II toste viene allontanato. Gri'tto Paolo, di O/ada, è un vioino di casa. Sentiva la Gravino e il marito^ bisticciarsi ; radevano però presto la pace. I bambini eìlno eprati ben'- dai genitori; erano ben ve- 6'On 6 Br^Jff --Vorrei che il feste confermasse che la Gravino dimustrava grande w ietto Dar i t-iui liahthini. Teste:' — Lo confermo. In questo momento l'imputala con urto scinto impreveduto insorge coniro l'avv. Porrati, della Parte Civile. Con voce che tradisce tutto lo spasimo, con le mani sul cuore, mormora contro la Parte Civile parole di protesta. «Che le ho fatto? Che ho fatto a Lei ? Perchè mi strazia cosi ? Che cosa ho faitn? Perchè non mi spaccano il cuore? ». E si abballo sulla panca, gemendo c destando viva impressione. R teste riferisce poi delle dichiarazioni della Gravino, quando la piccola Angela cadde ammalata. Manifestò la preoccupazione che la figlia dovesse fare la fine del figlio Ernesto. Torna a ripetere che i coniugi Gaione bisticciavano spesso, ma dimostravano di volersi mollo bene. Alla sera, tuna la famiglia usciva riunitn. Presidente: — Che cosa sa lei deile cartine comperate dal Gaione a Vigevano? Teste: — So quello che si diceva nd Ovada. e cioè clic il Gaione avesse acquistato duo cartine, una la prese a Vigevano e l'altra ad ovada.. Presidente: — La Cravino curava bene 1 suoi affari? . , Teste: — Migliorò molto le condizioni del suo negozio durante l'assenza del marito. Fra attivissima. La voce pubblica diceva tante cose sul suo conto, ma io di preciso non so nulla. Un peso troppo, grave Pronsaii Adele, una modista: — La Gravino, dice, eia una oliente del uno neguzio, e comprava e pagava. Parlava spesso con me dei suoi bambini, come una madre può parliti- dei suoi figli, e cioè con affetto. Ou.in- i do mori il Gaione io mi sono recata a casa j che l'accusata» come hn rovinato fisicamente il primo marini, ha rovinato flnnnzinriamente il secondo. Chiedo perciò sia sentita la Ga veglio sua. Non so se il cadavere ci fosse ancora, tratti la i:raitno. Era attilli a. Mi disse-: ■ Che cosa dice di me la sente? » Risposi: ■ Lei *ia delle spalle motto larghe, ma non può sopportare Cetf'b il poso di cosa dice contro di hi la genio ». E la Gravino: • E opera «del miei cognati ». Ribattei: * No, questa "volta non si tratta dei suoi cognati. Sono tirili piccoli e grandi. Se lei non ha nulla -da riiftpTòvcrarsi, se ne rida ». Ed ho aggiunto- «La calunnia, se è calunnia, vorrà cancellata. Dio non potrà permettere cho si fannia il male che si vuole faro a lei ». Avv Brezzi: — Dio l'ascolii. signora 1 Presidente: — Lei ha detto che la donna piangeva," . Toste: — Non rosso dirlo. Vidi che era afflitta. - _ , Avv. Pomti: — La teste ha dotto che la Cravino accusò 1 parenti di essere aizzati coid.ro di lei, e la teste smentì questa voce. Vholr dirci il pflmhfc? - Tesie: — lo dissi che tatti 1 accusavano, dal "lo n!t.o a! più piccolo. Repetto Ottavio: — Da ima sua nipote., che oegi trova*! in America, ha saputo che avevano arrestato la Cravino. Personalmente non la conobbe mr-i. Da questa nipote seppe che In Gravino aveva promesso olla Minuto di farle una dote di cinque o seimila lire, meni re poi non elione diede che mille, e per questo, diceva la nipote, la Muletto è irritata. La t^io wlude di aver detto, come ha riferito il dott. Chiappori. ohe In Minetto sapeva tante cose da mandare ih galera la pcrlrona. On. Brezzi: — La deposizione di questa teste è sfata provata dal dott. Chiappori. Indagava, forse, per suo conto il dott. Chiappori ? Teste: — Con 11 dott. Chigppori io parlai solo casualmente. " E la suocera ! „ A questo punto si ha un breve intermezzo di riposo, provocato da un incidente sollevato da-H'on. Drezzi dalla difesa. Fra i testi è citata anche la madre del Gavegiio, il secondo marito dell'accusato, che deve del>orre su quanto ha fatto la Cravino dopo che passò a far parte della Compagnia di prosa e canto diretta dal Gavegiio. Deve parlare, cioè, della vita della Gravino a Torino, al cinematografo di via Finanze, dire dei suoi rapporti con lo Spadaro, delle sue peregrinazioni in Sicilia, e attraverso i paesi del Piemonte. La parte civile e il procuratore generale, non potendo citare il Gavegiio, perchè marito dell'imputata, hanno citato la suocera. Contro la suocera, non certo anipiata da sentimenti benevoli verso In nuora, insorge la difesa. La Gavegiio. è una vecchietta sui sessantanni, dalla fisionomia molto marcata. Veste con una protesa di eleganza. Entrata nell'aula, si avvicina al preciderne e fin dalle prime parole tradisce il rancore ohe ha nell'animo: « Sono una parente della Cravino, dice, sì, purtroppo. Ha sposato mio figlio, per mia disgrazia ». Avv. Brezzi: — E' la suocera. E' bene che questo i giurati lo sappiano. Penso, d'altra carte, che questa causa possa discutersi senza che si geiilno sull'accusata altre manate di fango da parte della suocera. Faccio perciò istanza, in considerazione che la Gavegl.io non ha niente da deporre, che sia inerente all'accusa che grava sulla Cravino, porche non sia sentita. E' una p'àTente prossima e non porta alcuna luce in causa; col morto non ha vincoli di parentela; non può che scagliarsi contro l'abusata, ed è già troppo il fango raccolto in questo processo perchè .«e ne senta bisogno dell'altro. Sulla morte Bel Gaione ella non nuò dire niente. Dimostra poi brillantemente e con grande conia di argomentazioni giuridiche e morali che la Gavegiio non può fare una deposizione equilibrata, che garantisca il principio consacralo dal legislatore e ohe ciò che potrà dire non è affatto necessario alla causa". Chiede in conseguenza al presidente di non far deporre In Gavegiio. Avv. Porrai!, della parte civile: — Io par'o al Presidente: non faccio frasi altisonanti (■proteste dell'on. Brezza. Onello che può dire la teste non lo sappiamo- è una questione di diritto, oueUa che io voglio sottomettere alla osservazione del Presidente^ La teste, a mio giudizio, può essere sentita legalmente. La legge lo consente. La Gavegiio deve deporre su circostanze ohe nessun altro testimone può illuminare; deve dire cho cosa ha fatto la Gravino dopo la morte del Gaione. Deve dire Il Procuratore generale cav. Raviola illuistra le racioni -iuridiche cho danno facoi ■ti di sentire la Gavegiio per quanto sia suocera dell'imputata. Afferma che tutti hanno gettato manate di fango contro la Cravino. i Lo madre, dice il Procuratore generale, nella Cravino, in quello che è la sua santità, è stata macchiata, distrutta dei de litri che la Cravino lui commesso »... (dal parenti del Gaione che trovatisi fra i testiinoni, si ha qualche cenno di approvazione, subito represso). I! prfMdente si ritira per risolvere linci dente Nella tribuna, frattanto, si chiacchiera molto ed a voce alta, come se non si fosse in Assise, ma in piazza. Interviene l'ulti ciale giudiziario Ivaldi: « Silenzio, grida, siamo alle Assise » Come se non avesse dot to nulla, il chiaccherio continua ed anche niù rumoroso. Alle 12, il Prnsldontr> cnv. Nasi, riaperta l'udienza, dà lettura dell'ordinanza con la quale accoglie l'istanza della difesa, facendo sue gran parte delle argomentazioni dell'on. Brezzi. La signora Gaìretrlio, la suocera dell'accusata, non verrà sentita. 11 Procuratore Generalo si riserva di fare di ques'a ordinanza un motivo per un eventuale ricorso alla Corte di Cassazione. E si rinvia l'udienza al pomeriggio, | U»a trovata del presidente - Il notaio Pensiamo che il Presidente farebbe bene a limitare il numero degli Invili. Per un po' j cho ia curiosità aumenti, c!ii è costretto a. stare nell'aula per dovere d'ufficio stenterà a trovare posto. E cosi sarà bene che il prosidchl ■ tisi a fave sgombrare il cori-ile dello A--- quando l'accusala giunge o se iiu vii. Nli- £ bèllo lo .spettacolo che dà di sè stessa la folla quando l'accusata compare o scompare. Ronde torbido l'ambienta aaV l'Assise reso giù losca da questo penoso, oscuro dramma famigliare. La giustizia dtìve essere amministrata in serenità. L'accusata entra nella gabbia alle ore 14.30. E' meno accasciata di stamane. La vedremo nfatti accendersi d'ira quasi subito. Tra i testimoni vediamo che prende posto anche a vecchia Maria Gàveglio, la suocera cho il presidente non ha ammesso a deporrtì con a sua ordinanza di starnane. Primo teste è il notaio Ernesto Basso. Per tenore quieto il pubblico che, entrando nelle tribuno strepita e schiamazza, il Procuratore generale cav. Raviola ha una trovata. Grida rivolto alla tribuna supcriore: o Avverto 11 pubblico che la tribuna non è molto sicura. Avviso a quelli che stanno di sopra ed in modo particolare a quelli che sono di sotto! ». Ciò fa quietare subito tutti. Il notaio Ernesto Basso è un cognato di Giovanni Gaione. Devo riferire sulla morte del piccolo Ernesto. Dica di aver saputo dal dottor Grillo, uno dei medici curanti della famiglia, che l'Ernesto morì avvelenato. Il Grillo si sarebbe manifestato col teste pnre convinto che anche l'Angela sarebbe morta avvelenata. Aggiunge: — Il dottor Grillo mi espresse l'opinione sua e quella del dottor Concila, che sul fatto concordavano. Mi disse che, mentre riteneva prima dell'autopsia clic l'Ernesto fosso morto per un'ulcera allo stomaco, dopo l'autopsia era venuto nel parere dovesse essere morto per avvelenameno. Parlò di errore dei dottori, ma non mi disse però su quale fatto basava questa sua convinzione. Presidente: — Dal dottor Chiappori che cosa ha saputo lei ? Che cosa ebbe occasione di dire a proposito della morte di Ernesto Gaione? -feste : — Il dottor Chiappori disse che se si fosse aperta la cassa di zinco in cui fu chiuso l'Ernesto, si sarebbero trovate le traceie del sublimato corrosivo. Presidente : — Sulla morte di Giovanni Gaione. che cosa sa lei? Teste: — Fui avvertito una sera che il Gaione stava malo. Non si trattava della maattia che lo condusse alla morte ma di quela in cui il mio disgraziato congiunto ebbe a prendere in una volta sola tante cartine d'aspirina. Mi recai a casa sua n trovarlo. Mi fece una triste impressione. Parlai con l dottor Chiappori ed anche con la Cravino. Ricordo che il dottor Chiappori che insieme alla Cravino mi accompagno fino alla porta, disse alla donna: « Ma voi queste cartine glie le avete date tutte? ». La Gravino sorise leggermente senza rispondere. " Tacete, vigliacca! „ Imputata (cho già da qualche momento si agita inquieta nella gabbia) : — Quel signore non è stato mai a casa mia durante quel periodo di 1empo! Tasto (volgendosi inviperito verso la donna): — Tacine, vigliacca! (urla degli avvocati di protesta oon-tro il teste che viene richiamato dal Presidente). L'imputata, cominciando a dar prova nuovamente di combattività .racconta poi come avvenne l'Incidente delle cartine di aspirina, incidente -che già ha narrato più volte. Conferma che il notaio Basso non andò quel giorno a casa sua. Afferma che le cinque carine di aspirina il Gaione le prese da sè. non n una sfla volta, ma nel corso della giornata. Dichiara pure che it Gaione ebbe qualche sospetto su certo Giovanelli. E ripete: — Quel signore non è venuto a casa mia. Avv. Brezzi, rivolto al teste ed alla Parte civile: — Ma come fanno a dire che queste cartine sono state date al Gaione da lei, mentre ciò non risulta? Proc Gen.: — Per intanto constatiamo che le cartine hanno fatto male al Gaione. Imputata (facendosi rossa in volto e con voce esasperata) : — Ripeto, il teste non è venuto quel giorno a casa mia. Basta con queste menzogne, con queste calunnie. Sono tre giorni che sono insultata, soffocata, Premuta da ogni genere di menzogne. Non ne posso più. Soffoco. Che si dica il male che posso aver fatto, va bene; che si dica la verità, tutta la verità, benissimo ; ma quello che non è vero. no. Sono stata zitta sino a questo momento, ma non ne posso più. Proc. Geiu (rivolgendosi al teste) : — Lei ha detto che è stato in casa Gaione, con la moglie? Precisi. Teste: — No, solo. Proc. Gen.: — In istruttoria ha detto che ci fu colla moglie. Presidente: — Citeremo anche la moglie. Imputata: — Vorrei che questo mio signor cognato dicesse se sia vero, o no, che ima sera mi invitò a non procedere contro i fratelli di mio marito per i denari che mi dovevano, onde non avere guai. Testo (all'imputata) : — Io non ti ho visto riù dopo la-morte di tuo marito. Un padre - Uomo di contestazioni Il Presidente chiede poi al teste di voler precisare so si recò colla moglie a visitare il Gaione la vigilia della morte di questi. — Fu la signorina Ghiglieri — risponde il notaio Rasso — ad avvertirmi ohe mio cognato slava nitrendo. Andai a visitarlo. Era agonizzante. Proc. Gen.: — Che cosa faceva la Gravino? Come le sembrò? Teste: — La Gravino faceva -schifo». Sembrava una... iena... (Ouesta nuova dichiarazione del teste suscita proteste vivissime). _ Presidente: — In istruttoria ella Wsse di- versani te. Accennò che le sembrò afflitta. Egli ricorda quanto ebbe a dichiarare in istruttoria. 11 Presidente dà poi lettura di tutte le sue deposizioni, e si irrita e brontola perchè il teste risponde come se fo«se semiaddormentato. Parla a bassa voce, masticando le parole, si che molte non 'giungono anche a chi gli è vicinissimo. 11 testo ron ferina che la Minetto era la persona di fiducia della Gravino. Dice che la cognata faceva muovere lamenti a tutti. A proposito del testamento del Gaione, il notaio Basso suscita un pandemonio di contestazioni, affermando che in tale testamento, che egli definisce reciproco, era contemplato il caso di « morie improvvisa ». On. Brezzi: — Signor notaio, non equivochi. Sarebbe strano per un notaio. Nel testamento, che noi conosciamo, la frase «morte improvvisa » non c'è. Teste: — Io questa frase l'ho letta in un testamento. On. Brezzi: — Ma dove? Senta a me. notaio: lei non ha letto nulla, li se lo ha letto, devo dirci dove. Teste: — In un testamento reciproco. On Brezzi: — Un testamento reciproco: Quale* Quesio testamemo noi non lo conosciamo, questo testamento per noi non c'è Per un notaio questa contraddizione non è allegra. Aw. Ferrati: — Il patrimonio del Gaione a quanto ammontava? Test»': — Si parlava di un pozzo di denari. Io non so nulla. La bara piena d'acqua - Uno a difesa Evasio Riccio, attualmente capo delle guardie municipali di Ovada e che fu anche carabiniere ad Ovada, conosce la Cravino. Dice cho teneva una condotta poco buona. Non sa se litigasse col marito. Assistè all'autopsia del Gaione. Dìcj in proposito: — Mentre avveniva l'autopsia dol Gaione, eseguita dal dott. Toma'lini. è emirato nella stanza il dott. Cordella. I due medici parlarono tra di loro por qualche tempo a basati voce ed il Toinalini dava al Cordella indicazioni e gli indicava delle parti. Insospettito io pensai che gli mostrasse le tracce dell'avvelenamento. Avv. Porieti : — Quaindo si fece la seconda autopsia dell'Ernesto ed il secondo disseppellimenlo, è vero che la cassa venne trovata aperta e piena di acqua? Teste: — La cassa era infatti scoperchiata e piena d'acqua, quando andammo a ripron | derla. Il cadavere ■ era nella cassa mal polta n peggio chiusa. Desiderio Damasco, macellaio di Ovada. dove risiede da quando è nato, dichiara di conoscere l'accusata da otto anni. Sa che era amante del lusso. Preside-ale: — E sa che avesse degli amanti? se- Teste: — Io non so niente. Ho detto al giùdice istruttore che era amante del lusso, ma non che fosse una donna lussuriosa. Che avesse degli am.-unti lo sentivo dire in paese e si indicava anche l'Autino, ma io non ho mai creduto a niente. Presidente, ridendo: — Lei è la sola persona che la ponsi così. Teste: — Sarò solo; ma non me ne importa. Io non ho mai detto niente di ciò. Bado ai miei affari, non ad altro. Ho detto al giudice che la Cravii.no era una donna leggtra, amante del lusso, come si usa dire da noi. Avv. Brezzi : — Sa che volesse bene ai suoi bambini ? Teste: — SI, molto bene. Ricordo che solo por il fatto che avemmo da scambiare qualche parola un po' forte a motivo dei nostri bambini, In Gravino stette due anni 6enza rivolgermi la parola. E non veniva più a servirsi da ma. Avv. IHirrati: — Sa qualche cosa della morte del piccolo Ernesto? Toste: — Quando mori il piccolo Ernesto 10 ero o Milano. Giunsi mentre gli si faceva-no i funerali. Tutta Ovada era impressionala e stupita. 11 caso di coscienza del dott. Chiapperi Il dott. Giacomo Gualco, ex-sindaco di Ovada, è l'ultimo teste della giornata. Presidente: — Conosceva la famiglia Gaione? Il teste fa per rispondere ma l'on. Brezzi interviene per pregare il Presidente di voler limitare le domande al teste sui soli dati di fatto escludendo ogni apprezzamento sulle perizio. Il Presidente annuisce. Presidente: — Ebbe occasione di visitare l'accusata? Teste: — Visitai la Cravino nel mio ambulatorio perchè accusava un male al ginocchio Questo male consisteva... Proc. Gen. : — Faccio notare che senza volerlo entriamo nelle perizio e negli apprezzamenti Avv. Brezzi: — Parlando del male a] ginocchio della Cravino non mi sembra che si stia facondo una incursione nel terreno proi b-itó. Teste: — Si trattava di una leggera sinovitc. Guarì presto. E' cosa di parecchi anni fa. Proc. Gen : — n dottor Gualco vuolo Precisare che cosa ebbe a dichiarare il dottor Gliiappori quando gii presentò il caso di coBCienza? E' questo il punto grave su cui deve riferire il testimonio. Teste: — Esporrò brevemente quanto 1! dottor Chiappori ebbe a dirmi, lo uscivo, verso mezzogiorno, da casa mia. In via Cniroli incontrai il dottor Chiaprori. il quale mi disse che aveva bisogno di un consiglio, che era depositario di un segreto che di pesava sulla coscienza, e che chiedeva il mio parere per sapore se doveva rivelarlo si o no. Il dottor Gualco parla in modo affrettato e così concisamente, che il Procuratore Generale erode bene di fermarlo per invitarlo a specificare. Pro,.. Gen.: — Piano, nano, specifichi, specifichi. I giurati debbono sapere ed hanno diritto di sentire. Tes'e: — Il dottor Chiappori mi raccontò che lo Cravino era stata da lui a chiedergli polverine velenose per liberarsi dol marito. Mi raccontò per filo e per senno quello che già ebbe a narrare, secondo quanto mi risulta, al ciudice istruttore ed in udienza. Alia domanda della Gravino rispose con una ripulsa. La Cravino non si diede per vinta e ritorno alla carica nella stessa giornata. Tornata nello studio del dott. Chiappori, fu da questi messa alla porta, il dott. Chiappori chiese a me che cosa doveva fare ed io io consigliai a denunziare il fatto all'Autorità giudiziaria. Presidente: — Quando avvenne questo colloiuio era passato molto tempo dalla morto del Gaione? Testo : — Mi sembra un paio d'anni ; poco meno, poco phV Questa circostanza solleva una certa impressione, poiché non si sa capire corno mai il Chiappori ablia atteso tanto a mutare il sin stato di coscienza. Il Procuratore Generalo e H Presidente insistono perchè il teste precisi meglio questa circostanza. Toste: — Il collorniio tra me ed il dottor Chiappori avvenne molto tempo dopo la prima autopsia. Era già chiusa la Prima istruttoria. Il collonuio. come ho detto, si conchiuse colla mia dichiarazione: cho il Chiappori era in dovere di dire la verità, tutta la verità. Presidente: — Lei conosco da molto tempo il dott. Chiappori ? Teste: — Si, da venticinque anni. Presidente: — Le è sembrato che quando le fece tale dichiarazione celi foisc sincero? Teste: — Mi è sembrato dicesse la verità; ini sembrò convinto di quello che diceva. Da principio le sue diebiarnzioni sollevarono in me un movimento di incredulità, ma Poi finii per convincermi. On. Brezzi: — Il Chiappori gli disse anche che aveva avuto dei rapporti intimi con W Gravino? Teste: — No, questo no. Si accenna poi all'autopsia. 11 Presidente vorrebbe almeno precisare che cosa ha visto il dott. Gualco, anche solo esteriormente. La Difesa si oppone; ma a domanda del Presidome si precisa ugualmente che egli riscontrò delle escare in bocca ed in góla. Tutti i testimoni presentì sono interrogati. Il Presidente legge la Usta di testimoni e prende nota di quelli che non sono comparsi, per rifarli citare. Le parti rinunziano a qualcuno. Sui testi assenti dà informazioni la Maria Chiglieri, che è presente nell'aula e bada tutto e di tutto si preoccupa più ancora del Cancelliere. Si dovrebbero ora leggere le sentenze della Sezione di Accusa, sentenze già largamente riassunte nei preliminari del processo, ma il Presidente dono qualche momento di esitazione chiude l'udienza, rinviando a martedì la prosecuzione del dibattimento. Un po' di riassunto Fuori dell'aida c'è il consueto movimento di curiosità intorno alla vettura che trasporta l'accusata. E non mancano le imprecazioni e le grida ostili. Abbiamo dinnanzi tre giorni di riposo. \ chiarezza di quanto avverrà poi, credo opportuno, dopo quattro giorni di senato dibattito in cui il Presidente cav. Nasi trovò modo di palesare la sua mordente ironia, il Procuratore cav. Raviola il diligente o coscienzioso studio fatto della causa e crii avverati di Difesa e di Parte Civile la intelllpente passione professionale che hanno messo a servizio dello parli credo opportuno fissare le. circostanze che sono emerse prò o contro l'accusata e che fissano le linee det dibattito. Prima che il processo si iniziasse 1 giornali non hanno fatto alvro che pubblicare larghi riassunti dell'atto di accusa e per l'accusa la Teresa Gravino, vedova del morto lìifivanni Gaione e sposa in seconde nozze del comico Gavegiio, i> responsabile della morte del marito Giovanni Gaioni, avvenuta nel febbraio 1919 per avvelenainoiuo. della mone del figlio Ernesto avvenuta nel l'jlfi aneli esso per avvelenamento, nonché della morte della figlia Angela, avvenuta nello stsso anno e. secondo quanto si sospetta per la medesima causa. La prova di ques'envinnl /ìe-1 ii T i uuirniuln l'allr, jli azioni delittuose, secondo l'atto di accusa sta, per quanto riguarda il marito, nella denunzia del medico curante doti. Chiappori t nel fatto che qualche anno prima la Gravino avrebbe tentato di indurre il marito a prendere del sublimato corrosivo, che essa inviò alla Mazzocchi colla ! Itera dell'Amino. Cosi l'atto di accusa per la morte del figlio Er iiesto sta nella constatazione fatta dai periti elle avrebbero trovato nel fegato del morto una certa quantità di sublimato corrosivo e noi sintomi constatati sul maialo: per la fi j glia Angela, poi. nella testimonianza di molto persone che concordano nelt'afferma re che la bimba mori anch'essa misteriosamento come il bimbo e con gli stessi sintomi esteriori. Principali accusatori sono: tutta la famiglia Gaione, il dott. Ghiappor; medico curante, i periti che fecero la seconda au- opsia (perchè i primi non trovarono nulla da rilevare). Quattro giorni di processo, otto udienze, la filata di gran parto dei testimoni di accusa, hanno dato queste risultanze: di cinque dotori che visitarono il Gaione malato, tre, con dichiarazioni di poco discordanti, hanno afermato che mori per bronco-polmonite nd nfluenza spagnuola: uno, che mori per avvelenamento, ina solo perchè ciò gli fu detto dal medico curante ; ed il quinto, il dottor Chiappori, ha ribadito, confermato e preciato l'accusa. Il Chiappori, medico curante, ramante occasionale dell'accusata, ha preisato non solo che riscontrò nel malato i intomi dell'avvelenamento e che la morte avvenne per causa venefica: ma altresì che 'accusata chiese a lui del veleno per assi urare la morte del marito. Questa sua verione ha corroborato con numerose testimo nianze. In gran parte di membri della fam'glia Gaione. che direttamente o per sentito dire, molto per sentito dire, più ohe per cogniione dirotta, si sono fatti la persuasione he il Gaione è stato avvelenato dalla moglie. Per il tiglio Ernesto, accertato ohe in uri primo tempo la Crevino venne accusata di aver nei iso il figlio con sevizie ed in un se condo tempo col veleno, è risultato dalle estimonianze che l'accusata fece. ingoiare a orza a] bambino una sostanza bevuta, per cui esso poggiare e mori. Per la piccola angola non si sono raccolte fino ad ora che prove generiche. Sul tentativo di aweenamento del Gaione ounndo si trovava sotto l servizio militare tutti i dati raccolti dalla Sezione d'accusa sono sfati conformati dai ecti. Dna lettera con polverine è stata spe dita e rfco«uta dalla Mazzocchi, che insospet lta non la consegnò e la rimise, solo, dopo re anni, a! giudice istruttore. L'imputata mantiene la sua posizione neeattva. Afferma e riafferma che è innocente, pure ammettendo che non agi come deve a-gire una donna che ama suo marito e che non vive se non per l'amore dei suoi figli. ^IGI M'CHELOTTl