Polverina ritrovata

Polverina ritrovata Polverina ritrovata Consacriamo la prima nota della seduta pomeridiana alla mantellina rossa del signor Ivaldi, l'ufficiale giudiziario. In questo ,?,ndirivieni di testimoni il suo mantello rosso porta una noia di letizili. Ed è ancor l'unica nota, poiché l'irrequietezza del pubblico la si vedo ma senza provarne una impressione di piacevolezza. L'imputata viene introdotta nell'aula prestissimo. E' pallida pallida. Deve essere sorfercnte. Solo cosi si spiega come stamane sia rimasta tranquilla, non sia insorta por ribattere le accuse precise dello parenti e le affermazioni dell'infermiera. Di ben altra sensibilità aveva dato prova nelle prime contestazioni. Si <■ ribellata di fronte allo succerò, ina non ha trovato una parola da dire contio l'infermiera, la sua ex-confldente e le sue cugine, e fino a cho lo suocero si era limitato ad accusarla genericamente, mentre la Fidano e le duo Citiglieli hanno precisato l'accusa di veneficio non servendosi di fatti ma delle sue stesse parole. Se non è, come sembra, fisicamente prostrata, deve sentire che il terréno" della difesa le va franando sotto i piedi. In questo caso però si penserebbe die dovrebbe dibattersi ancor di più. Invece non prolesta e tace. Lo spazio riservato ai testimoni si va sempre più infittendo di pubblico. Entrate riservate: sono in gran parte gente di Ovada. E quanti bei visetti ! L'udienza s'inizia con una domanda del Procuratore Generale cav. Raviola all'avv. Alberti, ultimo testimonio della mattinalo. L'AI berti compilò il primo telegramma di denuncia all'autorità giudiziaria. 11 Procuratore Generale vuole sapere se la notizia dell'avvelenamento la ebbe dal dott. Chiappori. 1! teste dice di aver parlato col Chiappori e di aver avuto da lui notizie dettagliate sulle condizioni del malato. « I sintomi dell'avvelenamento rilevati dal dott.. Ciiiopori rispondono ili sintomi cho ogni maculale di tossico-logia, segnala pei- casi consimili». E ciò lo rassicurò. L'avv. Porrati di Parte Civile chiede si interroghi il teste Ottonello Giacomo che deve partire. Deve riferire su di una circostanza di poco conto;, deve dire cioè se alla vigilia della morte vide il piccolo Ernesto Gaione a giocavo dinanzi al suo negozio, L'interrogato conferma. •< Non posso dire proprio che fosse la vigilia della sua morte, ititi indubbiamente il giorno innanzi a quello in cui seppi che era molto grave ». Alla ricerca di un corpo di reaftì, Awocato La Perna chiedo all'avvocato Alberti se le polverine contenute nelle cartine conservale dalla Mazzoni fossero sublimato corrosivo. Egli vorrebbe inoltro sapere se l'avvocato Alberti conservi quella piccola particella di polvere che dissodi ove- tolto dalla carlina ené conservava là Mazzétti. L'Alberti rispondo che consegno queste piccola pano della porzione ni giudice istruttore. Ilice Clio il giudico l'attaccava ai foglio tìell'iiaterrogatorio. Avv. La Penìa: — Sarebbe utile averla perchè si potrebbe confronterò con quella ohe servì per le perizie. Chiedo si facciano dell: ricerche tra i corpi di reato. Il Presidente constata die nel foglio su cui è scritto l'interrogatorio dell'avvocato Alberti vi sono duo piccoli fori di spillo, ,-egno die la cartina vi è stata attaccata come afferma l'Alberti ma la cartina non c'è. si cerca nei corpi del reato e non si trova. Cancelliere: — Non c'ò. Avv. La Penìa: — Vorrei che l'avv. Alberti dicesse se ha firmato l'interrogatorio o se ha firmato anche la carlina. Teste: — Mi sembra. Avv. Porrati : — Io non credo die questo abbia molta importanza. Avv. La Perna: — Se non avesse importanza il Presidente ed il Procuratore Generale e il Cancelliere non si affannerebbero tanto a cercarla. Presidente: — Sarebbe bone che la si trovasse. L'avvocato La Penìa chiede -si dia atto a verbali'; di questa mancanza e si dica anello che l'avvocato Alberti ha firmato,la cartina. Toste: — Che la cartina io l'abbia consegnata è sicuro; firmata, mi sembra. Tanto i: vero dio ho detto ti me stesso: quali mi tcnticità posso garantire firmando il contenente e non il contenuto? Ma si Unisco per trovare lo due cartine. Presidente: — Ci sono! ci sono. Bene. .Meglio però non toccarle. Esamineranno i periti. Avv. La Penìa: — No, no. E' meglio vederle. Si osservano e si trova anche la dicitura, Avv. La Poma: — Benissimo. Sono contento. E si proseguono gli interrogatori. Peslarino Guglielmo, farmacista di Ovadtt. Parlò coll'avvocato Alberti. L'avvocalo Alberti gli mostrò una cartina che conteneva dello polvere bianca. Voleva saperti che costi fosse. Il Pestarino gli rispose die gli senibrava essere sublimato ma, per dirglielo di sicuro, occorreva fare l'analisi. L'avvocato Alberti promise al Pestarino che sarebbe ritornato per l'analisi ina poi non si fece più vedere. Avv. Là Peniti: — Trovo strano il follo che nell'istruttoria il teste abbia detto ni non ri cordare nulla e qui ricorda lutto. La cosa non ha importanza, ma è bene resti precisato. t'vvv. Porrati: -• Che cosa si diceva in paese '! Testo: — Che molto probabilmente l'avvelenamento doveva esserci. Presidente: •— E della perizia negativa che cosa si diceva? Teste: Che era sialo sostituii m .a.l.ivL'i'o ad un altro. In quei giorni nero ili paese ?-i dicevano molte e inolio ullio cose. Ed abbiamo un intermezzo allegro. Ce lo procura una leste: una ( ria /.ninno Mariti una specie di granatiere in gonnella, aliti,' grossa, piena di slancio. Prenderla sul serio non si può. 11 presidente si sforza per farla .staro in carreggiata ma non ci riesce. 11 procuratore generale cav. Raviola si sdegna. 5pubblico se la gode un mondo e ride. Infatti ia testo è un po' comica per le coso che dice e per il modo con cui io dice. Di cognizioni personali lui ben poco da dichiarare ma Ita molte chiacchcre da riferire, particoiarniente delle chìacchere fatto da una sua conoscente, una cucitrice, mia carta Rachele« E' ima commedia, — incomincia — nou une. U'agedia, ina io dirò solo io cose più interessanti ». Questa sua promessa mette l'allegria nella sala. La teste continua: « lo abito a Genova dove mia sorella è proprietaria di un bar. Frequentava questo bar una certa Rachele. Questa Rachele cuciva anche per me. Venivano altre con me a cucireLa Rachele « faceva anche le carte ». Da questa signorina io ebbi la dichiarazione che la Crutvino aveva avuto del veleno da una levatrice celta Fallabrino e che di questo veleno si era servita ner uccidere il maritoL'i Zunino, notando però che questa sua dichiarazione, per il tono con cui è detta, non fa alcuna impressione, esclama irritata« Siamo dinanzi, signori miei, ad una delinquente feroce. Ha avvelenato il marito e (ine figli, ha fatto morire in treno mi fralcl1-, con una dose di aspirina; voleva uccideril padre e la madre e ciò per essere mia nuova Lucrezia' Borgia e sposare tutti gli uomini del mondo ». Questa sparata inette moltilarità nell'aula e per qualche minuto ipresidente non può più ristabilire la calmaAw La Perna: (ridondo e rivolgendosalla teste). — Si potrebbe sapere quali uomini si sono disputati queste due donne(risate). Teste: Si vede che Lei non mi conosc(risute). lo sono stòta ai bagni colla Cravino. Aveva la bambina ammalata e non lguardava- affatto. Invece di pensare allsua bambina andava in mare coU'amamePresidente — Prudenza, signorina, non si agiti troppo. A momenti le capita un accidente! Sia tranquilla! • Avv La Penìa: — Quando è che lei fu ai bagni colle. Cravino? Clio cosa vuol dircon queste sue dichiarazioni? A che cosmira? , . , , Teste: - - A dimostrare che io la so la storia! — esclama trionfante la Zunino rivoltall'avv. La Perna. Avv. La l'orna: — Parli con calma, signorina, parli con calma. „ Tosto: — Sono calma, sono calma, ho avuto tanti dispiaceri anche se sono grassaSi soffi e lo stesso anche quando si e loderat' di grasso... Avv. La Perna: — Sta bene! sta bene! Parli, parli pure. Teste- —- Otie'lo clic io so me l'ha dettla Rachele. Fu lei a dirmi die la Cravino aveva avvelenato il inarilo e dio aveva avvelenato i figli. Io so che aveva molli amantiProcuratore generale, rivolto siI Presidente: — La faccia tacere. Presidente, perdendo Ja pazienza: — Vada sederò e stia ferma e zitta. So parla lfaccio andare via. Stare zitta. Come si fa? La sentiamo brontolare per tutta l'udienza. Anche la... stricnina Doiio la Zunino entra nell'aula un'altrdonna e speriamo die sia meno turbolenta più precisa. E' certa Savina Fallabrina, llevatrice indicata dalla Zimino. Sa che lGravino aveva negozio di calzoleria ad Ovada, ma non aveva alcun rapporto Jipn leiNon ebbe mai occasiono di avvicinarla. La Zunino, avvicinandosi nuovamenterossa in viso: — Come non la conosce ? Sha delio con me che le ha dato la stricninper avvelenare il marito ! Teste: — Lei è matta. {Ilarità). Presidente, alla testo; — se non ha altrda diro vada a sedere, ma veda di mettersmolto lontana dui Iti Zunino, poiché non succedano guai. ([Usale). Pastorino Gustavo, negoziante. — Dice dila Cravino per la sua condotta lasciava multo a desiderare. Viveva troppo liberamenteTra lei ed il marito si bisticciava sovente ed il marito bastonava la moglie. Subito dopperù si rappacificavano. 11 Gaione, secondlo dichiarazioni di questo teste, era innamoratissimo della moglie. Sa che l'Alitino eramante della Gravino ma non lo ritiene capace di cattive azioni. Pareto Teresa di Ovada, fu chiamate duliCravino la vigilia delia morte del figlio Ernesto. Lo assistette tutta la noi te. Era inquieto. Aveva sete : saltava da un letto all'altro. Corse in cucina a bere dell'acqua. La teste continua: — Quando lu giorno io mne andai e quando ritornai a casa deGaione, i! bambino era,morto. Presidente: — E si è parlato di avvelenamento? La geme che cosa diceva? Teste: — La gente mono sa e più vuodire. Poi sulla piccola Angola iti teste dice cho notò che era Li condizioni uguali a quello dell'Ernesto, ina un po' più leggereConsigliai di chiamar il Chiappori, dico la leste. La Cravino ini rispose che non lo chiamava perchè aveva la liiutua troppo luhga ». Avv. Porrati: — Quale medicina ebbe a dare al ragazzo? Teste: — Io niente. Ho saputo che nei pomeriggio, verso le quattro, gli aveva dato un « pacchetto ». Procuratore (tollerale: — Un pacchetto ? Prendiamone note. Vedendo die i giurali o l'avv. La Perna la Bscalinno volentieri, i;, Pareto si diffondo poi a narrare quanto fece- nella notte, sollevanito interesse, curiosila o allegria. Quando poi 11 presidente le dice ohe no ne può andare, saluta romanamente, dicendo- «sa Iute!... » e se ne va. Un parrucchiere e l'autopsia Enrico Recagno, parrucchiere. Dichiara ssergli stato dolio che uno dei medici, che ece l'autopsia, aveva dichiarato che il caavere del Gaione non presentava sintomi peciali di avvelenamento. Tuie medico, econdo le dichiarazioni di questo teste, arebbe aggiunto: «Por dire qualche cosa isognerebbe fare l'analisi ». Onesta dichiaazione il tesle la riferì casualmente al dotor Chiappoli, ma il Chteppori afferma che lesto, avrebbe delto ben altro cose, avrebe detto cioè che il dottore aveva fatto Ja eguente dichiarazione: «Non ci vuole molo studio a dire cho il Gaione è stato avveenato e bruciato da capo a fondo ». 11 dottor hiappori, chiamato a confronto col lesto, onferma la sua versione ed .urgitingc: faptp è vero che io ho messo il'Recagno ella lista dei testimoni da citarsi » Avv. La Perna: — Quale lista? Ella ha atto anche una liste di testimoni? Con quale esto? E' stupefacente! Presidente (per troncare la discussione): — ei ha chiamato il dottor Chionpoti nel suo egòzio 7 Testo : — Nossignore! Presidente: — Quando parlò col Chiappori?Teste: — Quando parlai col Chiappori rano presenti anche altre persone o fu fuori el mio negozio. Dissi che il dottoro non veva nell'autopsia constatato traccio di avelenamento. Qualunque cosa possa dire il ottor Chiappori, io sostengo cho quello cho o detto io è la verità. Avv. Drezzi : — E' sempre il dottor Chiapori che riferisce i particolari contestati! Biglionc Giovanni: -- Fu a visitare il Gaone ammalato subito dopo il suo ritorno da Vigevano. Seppe da lui che si riteneva vitma di avvelenamento a causa delle cartine cquistate a Vigevano. Presidente: — Che impressione ha avuto ei? Che sia stato avvelenato? Teste: — Io non lo posso dire. Lo dicea lui. Presidente: — Quali rapporti correvano ra i due coniugi? Teste: — Buoni o cattivi, secondo i giorni. La signora Cravino aveva molti amanti e ciò eslava l'ira del marito. — Il testo presenta oi una dichiarazione medica per la moglie. E' citata anch'essa ma il medico curante afferma di non essere ella in condizioni di omparire. La signora Mazzetti Sozzano Cinque minuti di riposo, e poi si riprende. E' Ja volta ddlu signora Maria Mazzoni Bozano, unti fra le tosti più importanti della ausa. E' la signora genovese che ha ricevuto o cartine di sublimato cho il Gaione avrebbe ovuto prendere per essere esonerato dal serizio militare e. secondo sostiene l'accusassere anche esonerato dalla vita. Presidente: — Il Gaione era suo parente?'l'aste: — 11 Gaione, di infelice memoriara mio cugino. Soldato a Genova durante la guerra, veniva abitualmente da me. La casa mia era la sua. Ricevette la canina col biglietto che figuava scritto dal padre del Gaione. In questo biglietto era detto dia prendendo la polveina nell'ostia, il Gaione si sarebbe assicuata una lunga licenza. E continua: «Io retai perplessa. Pensai che so i duo profesori, che mi venivano indicati, avessero voluto dare al malato tale polverina, potevano dargliela loro. Ebbi l'impressione duno scherzo o di un brutto tiro. Non consegnili nò la lettera né la polverina». Aggiungo poi: « Vidi la Cravino al letto del maritoEssa dice oggi che non mi conosce. Le ricorderò un episodio per farmi conoscere. La Cravino ora allora all'ospedale di Pammaone dove dovevano tagliarle un pezzo dingua ». Avv. La Perna: — Operazione consigliabile a tutte io donne {risate). Teste; — La vidi poi quando mori la figlia alla clinica di Genova. Fece in quel niometiito una scena che a me parve veramente « comica ». Avv. Brezzi, scattando con passione: — E come fa lei a dire che quella scena era comica? Si ricordi che queste donna è una madre c Ano a prova contraria, deve essero rispettata I Avv. La Perna: — Il prof. Vollebonà, che assistette alla morte della figlia della Cravino, lia detto che la madre era impressionante a vedersi. Che cosa ne sa lei? Avv. Brezzi: — Precisi un po' che cosa ntonde diro colla parola «comica». Teste mo7zo sconcertata: — La Cravino piangeva, si buttava sul letto, aveva d'eglscoppi di riso... Avv. La Perna: — E lei dice questo comico? Un po' di pietà signorai — 11 Presidenteper troncare la contestazione, mostra alla Mazzoni Ja famosa lettela che la teste riconosce. La Miizzolli racconta poi che incontrò a Cravino al letto del marito infermo a Genova. A proposito delle polverine dice chaveva l'intenzione di farlo esaminare da un suo cugino chimico ma poi non ne fecnulla, e prosegue: « Quando poi il Gaione venne esonerato, parlai con lui della cartinaNon vi fece gran caso ». Avv. Brezzi: — Noto dio nel suo interrogatorio la Mazzotli ha escluso di aver parlato col Gaione doliti polverina. Come va dioggi dice che ne purlò? Questo colloquio Mazzotti-Gaione è venuto fuori por la prima volta nelle dichiarazioni dell'avvocato Alberti di questa mattina. All'avvocato Albertnoi crediamo; sullo parole della Mazzonnoi abbiamo qualche dubbio. Teste: — Me ne sarò dimenticata. Avv. La Perna: — E' comodo... La segretaria galante U Presidente legge gli interrogatori della Mazzetti. Si constata che la Mazzoni non ebbe a dire di aver parlato co! Gaione. Esplicitamente dichiara che solo dopo la morte del Gaione parlò delle polverine La Mazzo ittende ad affermare che se essa avesse consegnato la cartina collo polverine, sarebbo ossa oggi nella gabbia degli accusati e non a Cravino. Avv. Brezzi: — Vorrei sapere dalla teste se dell'esistenza di queste polverine ella ha paralo cui suoi famigliari. Teste : — Tulli in casa lo sapevano. Avv. Brezzi : — Tutti, prendiamo notaOggi sappiamo che il Gaione aveva notizia di questa cartina ma die non si stupiva. Msombra però strano che nessuno di casa della signora Mazzoni nò della cusu Gaione si sia prooccupato di questo fatto; che nessuno abbia voluto scoprire, indagare. Testo: — Attendevo il cugino por mostrargliele, ma è morto. Avv. Brezzi : — La lederà era Urinata dapadre. Ha indagato almeno per snperc se era stata scritta da lui ? Teste: — No, p'ò mi era noto che non sajwva scrivere. Presidente: — -.ospCava che la polverina fosse veleno? Teste: — No, se avessi sospettato avrei dato 'allarmo. Avv. Porrati : — La cartina potè essero sostituita nel posto che la Mazzotti la conservava? Tosto: — No. Essa era nel cassetto di un avolo di una stanza, dove non ci andava nessuno. Avv. La Penìa: A chi ha detto Iti, dopo a morte del Gaione, di possedere questa carina colle polverine? Teste: — Ilo scritto ai Gaione e lo dissi anche alla zia, Avv. La Penìa: — E quanto tempo passò ra l'avviso e l'arrivo a Genova dell'avv. Alberti per la consegna all'autorità giudiziaia della cartina ? Teste: — Una quindicina di giorni. — Narra poi come consegnò la cartina, come ssa fu fotografata, come la portò ai carabinieri. Avv. La Perna: — Si faccia spiegare dal'uvv. Alberti dove si trovava la cartina. Avv. Porrati chiede al teste qualche inormazione sulla morte della piccola Angela. La deposizione è linilu. La teste so ne va borbottando contro l'avv, La Perna he o sudo il più tenace nelle contestazioni! Brontola: ■ Io ho detto la verità » Una brevissima pausa. Poi vediamo un'alra persona della famiglia fiatone. E' Ja ginane Rita Marezzano, sorella della moglie di Angelo Gaione, uno dei fratelli del morto. Fu impiegate della Cravino. La Cravino ebbe a pregarla di scrivere una lettera ano: nimà al marito per invitarlo a prendere dei pacchetti di polverine, affermando che, prendendo queste polverine, sarebbe stato riformato. « Io — dice la teste — non ho scritto, ed allora la Gravino si è rivolta ad altra persona». Questa persoi.. sarebbe lAutino. Imputata: — La P.arazzano mentisce. Teste: — Io lo sostengo anche dieci volte. Imputata, con accento d'ira: — La Barazzano è sorella della moglie di Angelo Gaionfi ed agisce contro di me perchè ho fatto fallire suo cognato. La Barazzano mi scrisse tempo addietro minacciandomi e promettendomi ohe si sarebbe vendicata. Vedo ogn-i che mantiene la promessa. Un vivace battibecco si ha tra l'imputata e la llarazzano. Si apprende che la Boraziano faceva da segretaria galante della padrona. Scriveva lettere all'Autino. Si fanno poi accertamenti sul fallimento di Angelo Gaione e si conferma che la Cravino fece quanto potè, per farlo fallire, acquistando anche i crediti dogli nitri. La teste conferma, che minacciò la Cravino di rivelazioni. L'Atitino, ex-amante dell'imputata L'ultimo teste della giornata è l'ex-amante della Cravino : quel Carlo Alitino che scrisse la famosa lettera alla Mazzotli. Arrestato per complicità, venne poscia, per inesistenza di reato prosciolto. Quando l'Autino compare nell'aula, il pubblico si abbandona ad un lungo mormorio. Tutte lo donno, che sono nello tribune, vogliono vederlo. Il testo racconta che conobbe la Cravino quando si trovava ad Ovada nell'autunno del 1915 e continua: «Nel 1016. nel gennaio o nel febbraio, fui nominato direttore del dazio a Santa Margherita Ligure e trasferito. La nostra relazione durò tre mesi. Nel marzo l'accusata venne a trovarmi- a Santa Margherita Ligure per pregarmi di farle una lettera per ottenere una licenza a suo marito ». Avv. La Perna: — Una licenza? Da ottenersi con quali mezzi? Toste: — Coi mezzi consueti come una moglie può fare... Io scrissi la lettera e gliela consegnai. La lettera era diretta ad una signora. Ma in essa non si parlava affatto di canine e di polverine. 11 Presidente fa dar lettura della lettera incriminata. E' quella inviata alla Mazzotti. Vi si i>arla di qualche cosa che doveva servire ad ottenere la licenza, ma non si precisano né lo cartine nò lo polverine. Teste: — Io ho scritto la lettera questo, sì, ma noto però che quei duo nomi con cui è firmata non li ho mai sentiti nominare e mi pare impossibile di averli scritti. Io nou pensavo allo conseguenze che quella lettera poteva avere. La scrissi cosi, senza riflettere troppo. Ma mi sembra che nei nomi elio servono di firma vi sia una mistificazione. Avv. La Perna: — La lotterà è stata da lei riconosciuta. Toste: — Si, e la riconosco anche ora. L'ho scritta senza pensare allo conseguenze che poteva avere. E si passa cosi al secondo foglio che si trovava nella lettera e che ò una specie di avvertimento. Il teste ha già protestato cho questo foglio non è suo e conferma. Avv. La Perna: — L'indirizzo della lettera da chi ò stelo scritto ? Teste: — Da me. Avv. La Penìa: — Il teste non ha chiesto alla Cravino a che cosa si alludesse coll'accenno a quanto doveva ossero accluso allalettera ? Tesle: — lo non so. Mi sembra che la lettera racchiuda una mistificazione. Aw. La Penìa: — Ed allora se ci fu mistificazione — il che vorrebbe dire, .secondo lei. che lei non avrebbe scritto i nomi-dei dottori — come da lei sarebbo stata firmate, la lettera? Teste: — Non ricordo. .; ■■. La " suggestione diabolica „ Avv. Là Penìa: — NeU'interrogatorió ella ha parlato di « suggestione diabolica » che avrebbe operata la Cravino su di lei. Si spieghi. La Zunino iiTompendo dal fondo..;,— E' un diavolo la Cravino, è un diavolot^grta delpubblico). Avv. Brezzi: —- Ci spieghi che còsa ha voluto dire parlando di " « suggestione diabolica ». •La Zunino: — Domando la parola. {Nuove urla da parie del pubblico). Presidente: — Carabinieri, fatemi il piacere, mettete fuori quella donna. La Zunino : — Volevo dire che vi ò sotto il diavolo... Avv. Brezzi: — Sotto di chi... Di lei forse?Presidente: — La faccia finita o la faccio mettere fuori. E la « suggestione diabolica » di cui ha parlato il leste, è messa a .tacere e si passa al rapporti fra l'Autino a la Gravino Sono però così facili da precisare che il Presidente tira avanti. 11 teste ricorda la lettera colla quale la Gravino lo informava che il cognato10 diffamava. — Lo minacciai di querela ma poi nou ne feci niente. 11 Presidente legge la lettera dalla quale risulta invece elio l'Autino era stato infor-muto che il cognato della Cravino minacciava di faro uno scandalo a causa dei loro rapporti. Questo tentativo doU'Aulino per dimostrare che i rapporti fra lui e la Cravino non avevano una base seria fa scattare l'aw. La Pernii, il "quale affronta fi teste con un numero infinito di contestazioni. Avv. La Poma: — Quanto sono durati i rapporti fra lei o Ja Cravino ? Lei ha parlato di tre mesi. Tre mesi o tre unni ? A me sembra 3 anni. Tesie: — Tre anni, — dice a bassa voce. Avv. La Perna: — Era una relaziono d'amore o una semplice relazione da strapazzo? Tesle: — Da strapazzo. Avv. La Perna: — Tate difatto la diceva lei a tutti. Non è vero dio questa sua era una relaziono da strapazzo? E ld parla anche della donna coi suoi amici, non c vero? Teste: — Si. Avv. La Perna: — Ed uJlora prego il presidente, di voler lep-gere cho cosa scrisse questo signore alla donna ohe oggi battezza da strapazzo e diffama colle sue parole. Si legge la lettera. E' una lettera nella quale J'Autino giura alla Cravino amore eterno. Si profonde in auguri ed in espressioni intime ed affettuose. Conclude affermando cho il suo affetto e la sua stima per lei sono duraturi c grandi e augurando che la fiaccola dell'amore non si spenga mai... Non è senza fin senso di pena che si nota 11 contrasto fra quanto scriveva l'Autino e 1 attutile suo contegno. A maggiore effetto ed impressione, l'avv. La Perna fa dar lettura di un brano di un'altra lettera che tutto quanto sopra conferma. Avv. Brezzi, con vivacità: — E' una li* coscienza questa I * Avv. La Perna: — Abbiamo dei doveri verso le donne e dobbiamo sentirli. Sono le 18 e il presidente rinvia l'udienza a domani, n pubblico attende Daziente una buona mezz'ora per vedere la Gravino quando sale nel carrozzone e sfolla lentamente. GIGI M'CHELOTTI.