Le " specialità,, torinesi

Le " specialità,, torinesi Le " specialità,, torinesi »Qui si vendono lomini alla liore. specialità di Torino ». L'allettante cartellino, coi suoi caratteri sbilenchi, ora l'altro giorno nella minuscola vetrina, un po' sudicetta, se vogliamo, di una bottega di lattivendolo sPerdutAJUfctjy vicolo di Porla Palazzo. E chi si rlcónylàg), piti del « tomini alla llorc », clic effetUwBTrenle ebbero in passato la loro Florida di ' specialità » torinese accanto allo caramelle, al cioccolato, ni grissino ed ci veti mollili? ha loro origine si perde nella solila notte dei tempi, ma si sa che uno specialista, fabbricava i "tomini» por la tavola del Un dt Sardegna. Un altro... celebre ntanipolalore di tomini fu un lai « Scaravutti da 'MiIlonori ». il quale nel 1800 ricevette per ipicstc sue preclaro virtù una pensiono vitalizia da Napoleone 1. più ghiotto assai di quanto si rensi, tanto che per aver assaggiato nel novembre del 1797 a Torino un piatto di lamprede .all'uso torinese» sempre ne volle provvista la stia mensa. Il grande Napoleone, del resto, aveva ordinato che ovunque andasse gli si spedissero anche i famosissimi . grissini ». Ics petits baioni de Twin come egli li chiamava. A. quanto pare 1 grissini furono « scoperti » poco dopo il ria un mastro panettiere Antonio Brunero e si vuole che il giovane Vittorio Amedeo li, infermo, sta stato curato dal dottor Pecchio -di Lnnzo non già con le medecine. ma con pane grissino, come Più delicato e fine. I.a fama del Primoro è contestata dagli... storici, perchè l'abate fiorentino Vincenzo Rucellai. membro di una ambasciata medicea diretta a Parigi, scrisse nel gennaio ll>!3 di aver gustato a ChivasSO - una novità (li stravagante forma, vale a <lire pene lungo più d'un braccio e sottile, sottile». E se non era ,.,'s-ino quello, l'ho mai poteva essere? Quanto alle « «ara: 1 torinesi cosi celebri in tutto il mai :i sappiamo nulla dt preciso. Confessiamo questa grave colpa col rossore sulla fronte. Evidentemente il vocabolo di caramella deriva da quello di caramcle, che cosi è definito il « prodotto dell'azione del calore sullo zucchero, il quale scaldato od alta temperatura rigonfia, ribolle ed imbruntsc.e »• Questo Prodotto gommoso debitamente profumato ili menta, d'anice, di fragola ed altro è diventato sotto l'esperia manipolazione dei confettiori la caramella deliziosa, che nel tempo s'ingentilì sempre più pesr formare la delizia delle signore e dei bimbi. Le' prime caramelle, avevano la forma di minuscole ciambelle sottili; poi l'amore della novità indusse i confettieri a mutare quella forma nell'altra di mandorla corta e rigonfia. Le... ciambelline ricomparvero confezionate eli cioccolato o non pjù di zucchero bruciato, quando verso il 1678 vennero in gran voga i • dia blo ut ni », cioè Ics petits diables gustosissimi, cari a Madama Reale Giovanna Battista, che rilascio una patente di privilegio al pasticciere Giù Antonio Ari. il primo che a Torino iniziò la vendita del cioccolato. Dice infatti il documento: «Avendoci Giù Antonio Ari fatto supplicare ili concedergli il privlleggio di vendere pubblicamente la ticolata in bevanda nella presente Città per anni sei prossimi ..dalla, data., della presente, abbiamo accondisceso volontieri alla sua domanda, per esserne lui il primo introduttore'. Trascorsi i sei anni la vendita della... '« cicolata » divenne di pubblico dominio e Giù Antonio Ari ebbe una terribile serie di concorrenti, alcuni dei quali s'arricchirono a loro volta. La frese spiccatamente torinese té la figura. d'Un cicalate è una conseguenza del lusso a cui quei • nuovi ricchi » s'erano abbandonati. Si narra che all'inizio del regno di Carlo Felice uno dei negozianti di cioccolato molto liceo amasse pavoneggiarsi in giro nella sua carrozza a quattro cavalli, tanto che il Sovrano se l'ebbe a male e lo fece « invitare » a rinunziare almeno ad un paio di cavalli, perchè lui, Carlo Felice, uscendo con la sua quadriglia per 'l'orino non intendeva fare La • figura d'un cicòlaté ». E veniamo all'altra specialità torinese del vermuth che gode di tanta e meritata riputazione. Delle sue origini nulla si sa di veramente preciso. Secondo alcuni... storiografi il vermuth sarebbe una modificazione dell'antico « rosolio di Torino » già noto nel 1600; secondo altri, che prendono motivo dalla significazione del vocabolo tedesco wermuth, cioè assenzio, lo squisito aperitivo avrebbe un'origine spiccatamente germanica a sarebbe stalo introdotto a Tonino da un liquorista teutonico. Comunque il celeberrimo vermuth torinese ,ebbe l'onore d'essere ricordato nello memorie di molti e cospicui viaggiatori di passaggio per la capitele piemontese e la Casa Reale xisava farne dono alle Corti straniere ed alle Ambascerie, che mostravano di gradire assai la gentile attenzione. Ma un'altra « specialità » aveva ancora Torino... duecento anni fa: le calze di seta oggi tornate di gran moda. Forse non .c'è torinese che conosca questa antica gloria nostrana. Eppure già nel 1700 le c calze di seta di Torino » erano cosi ricercate che la loro fama aveva varcato i confini del regno. Rigorose disposizioni reggevano e disciplinavano questa industria ormai perduta e imo speciale Consiglio della Corporazione dei calzettari si preoccupava di procedere a frequentissime visite nei laboratori per assicurarsi della genuinità del prodotto. Il Vicario di Torino il 16 giugno 1737 emanava anzi questa ordinanza: • Le calzette dovranno essere marcate con seta di differente colore in testa ed iniziale diversa a seconda se sono di Organzino, Trama, Filosella o Fioretta, Ciochetta, Doppie, e nome e cognome del mastro calzettai Ed affinchè li forestieri possino essere assicurati delle loro coinpere, si ordina ai bollutori di non bollare salvo gli consti di essere delle rispettive qualità suddette ed 11 bollo dovrà essere differente impronto a seconda delle diverse qualità ». Ah! so il Vicario... gr. uff. Cattaneo potesse istituire i « bollatorl » per certa merce che si spaccia oggi con tanta... disinvoltura! ctiiadlgasangiiiideiolaonddglqfdsancrcmnUddtal