Come lavora Poincaré

Come lavora PoincaréCome lavora Poincaré {Nostra corrispondenza particolare) parigi, aprile. In quale segreto scenario si svolge l'atti vita quotidiana presiedente ai desimi delia politica estera francese? Come sono distribuiti, come costituiti i laboratori di quella misteriosa onichia cho si chiama i*uai d'Orsay? Una serie di articoli di Filippo Mlllét, pubblicati nell'intenzione di segnalare all'opinione pubblica le ristrettezze e gli inconvenienti della' attuale istallazione del più importante Ministero naziouale ci permettono di gettare un'occhiata dietro 'e quinte del teatro famosissimo. Poincaré lavora In una sala alligna hi gran salone del palazzo principale, le oui finestre guardano verso la Senna. La sala è tappezzata di arazzi riproducemi le storie ! iella vita di Maria de' MeUlci dai quadri del Rubens. La scrivania del ministro, ^d-i clossala al caminetto monumentale, sconi- ! pare sotto i cumuli delle carte che tutte li mattine arrivano e tutte lo sere ripartono, divise in gruppi meticolosamente disposti. Non si può dire, certo, che Poincaré esamini, come la leggenda pretenderebbe, dal primo all'ultimo 1 fogli che passano pel suo ministero : ma poco ci manca; e il signor Hermne. suo capo di gabinetto, sa che anche pratiche e rapporti di ordine secondario trovano presso di lui buona accoglienza. Il presidente arriva al ministero tra lo otto e mezza e e nove. Primo ad esserne ricevuto t il direttore generale degli Affari politici, Perettl della Rocca, il quale si trattiene seco un'ora buona per riferirgli degli affari più urgenti esaminati la sera precedente o dei dispacci della notte, e sentire in pari tempo il risultato dell'esame di incartamenti cui il ministro ha l'abitudine di ''edicarsi durante le ore notturne nel proprio domicilio. I duecento incartamenti di Poincaré Verso le dieci, questa reciproca consultazione è Anita, le principali decisioni circa le questioni in corso sono prese, e il direttore generale, tornando nei propri ulne*, dispone già degli elementi necessari per diramare agli organi speciali le istruzioni necessarie al lavoro della giornata. Poincaré dà intanto principio alle udienze, le quali si prolungano quasi senza interruzione fino quasi a sera. Prima di terminare la propria giornata ufficiale, il ministro riceve ancora una volte Perettl della Rocca, poi il direttore degli Affari amministrativi, Daechner, e il capo del Protocollo, de Fouquières; Arma le pratiche urgenti; sceglie quelle che si porterà a casa per esaminarle dopo pranzò. Questo lavoro a domicilio è forse la parte più fattiva della sua giornata, cerne facilmente s'intende. Dicono a jsifsto proposito che una volta 11 ministra avesse fatto redigere dagli uffici competenti un rapporto per rispondere 11 giorno dopo alla Commissione degli Affari esteri circa le riparazioni e la questione d'Oriente. Parendogli il rapporto troppo sommarlo o non abbastanza convincente, egli portò seco la sera oltre duecento incartamenti e durante la notte ne allestì di proprio pugno uno nuovo che la mattina, senza dare il menomo segno di stanchezza, lesse davanti alla Commissione, impiegandovi la bellezza di tre ore, cosa che ci dà una idea sufficiente delle sue dimensioni. Una diligenza cosi minuziosa e questa incessante preoccupazione di aver l'occhio su lutto, spiegano la specie di regime assolutistico instauratosi al Quai d'Orsay dal giorno dell'insediamento di Poincaré. Il gabinetto, che ai tempi dei ministri precedenti, e sopratutto durante tutto il non breve periodo in cui ne fu capo Berthelot — come e noto, caduto in disgrazia e politicamente liquidato — faceva al Quai d'Orsay la pioggia e il bel tempo, oggi non è più se non un organo strettamente esecutivo, e la personalità piuttosto secondaria del signor HermMe che lo dirige, contemporaneamente ai servizi stampa e all'ufficio del personale, ben risponde al mutato stato di cose. La sala da lavoro del capo-gabinetto segue immediatamente il salone degli arazzi, e forma il centro di una serie di piccole stanze e di corridoi tortuosi dove hanno sede 1 vari organi di collega mento fra il ministro e gli uffici dipendenti. In quanto all'ufficio stampa, diretto dal signor Corbin, esso è stato provvisoriamente allogato sotto i tetti ; ed è li, al calore torrido delle ardesie arroventate dall'estate o al gelo del venti invernali che i collaboratori <it T. Gain compiono quotidianamente lo spoglio della stampa estera. Non è da meravigliare quindi se l'umore che presiede al delicato lavoro di cernita e di interpretazione del pensiero Internozionale non sia sempre dei più sereni. Il "vagone-letto,, La Direzione generale, ossia il regno particolare di Perettl della Ronca, occupa 11 fabbricato lungo e stretto che fiancheggia la piazza degli Invalidi, e gli uffici principali di essa si trovano al terzo piano, il quale col suo corridoio a budello, le sue due file di porticine e il suo continuo andiriveni di diplomatici vestiti all'ultima moda merita la qualifica di vagone-letto che gli venne imposta 1 Sa d*i (Mola «corse, Ssyionche, prima della a e o o e ù a i l a a guerra la qualifica aveva un senso più profondo, in quanto che il diverso carattere dell'attività diplomatica di quei tempi felici permetteva agli ospiti abituali dei luogo di servirsene effettivamente per schiacciarvi sonni pacifici. Il compito di un segretario d'ambasciata addetto alla Direziono degrli Aftnri politici consisteva, allora, nel copiare In bella calligrafia i telegrammi che arrivavano giornalmente, e non erano molti, sul registro da presentare al Dirottare. Ad assolverlo erano adibiti quattro o cinque diplomatici, ai guisa che ognuno di essi non riesciva, con la migliore buona volontà del mondo, o trattenersi al miulstero più di tre o quattro ore al giorno, e la maggior parte di questo tempo veniva impiegata a giocare a dama, a prendere il tè o a fare la siesta. A quell'epoca, se ve ne ricordate, ti grosso pubblico aveva, appunto, la mania di denigrare i diplomatici per te •léro scioperataggine. Ingenuo. Fossero pure i diplomatici rimasti a giocare a dama, a prendere jl tè e a sonnecchiare sui divani dei loro uffici! Ma oggi, oltre all'aumento enorme delle pratiche attinenti afeli affari politici. In Dire zione Generale ha avocato a sè anche la mutazione degli affari commerciali; e ciò lwfatto si che il vagone-letto si trasformasse in un vibrante e rumoroso alveare. La stanza da lavoro di Peretti della Rocca comunicamediante due giganteschi tubi pneumaticicon l'ufficio cifra. Non appena un telegrammaarriva al Quai d'Orsay, l'ufficio cifra lo trasmette da, una patte al gabinetto del ministro, dall'altra alla segreteria della Direzione Generale. Peretti della Rocca, dopo averne proso visione, lo passa a sua volta, e secondo il caso, o al vice-direttore per gli affari d'Eu-ropa, Laoroix, o a ciucilo per gli affari d'Asia, Clinchant. o a quello per gli affari d'America. Dejean, che si trova ai piano superiore, o finalmente a quello per gli affari d'A fricà, Bc-aumarchais, che si trova al primo piano. Più spesso il telegramma concerne affari commerciali: in tal caso parte alla volta della vice-direzione relativa, situata in fondo al piano medesimo della Direzione, alle cui sorti presiede il signor Seydoux. Qualche volta esso va a finire nell'ufficio del signor Massigli segretario della Conferenza deglAmbasciatori. La sera, la lettera o il documento d'altro genere, cui il telegramma ha dato origine, ripercorro in senso inverso la medesima strada e subisce una più attenta revisione da parte del Direttore in personail quale, trovatolo rispondente alle istruziondate, lo ripone nella cartella che allo serte recherà per la firma a Poincaré. Un brillante diplomatico paralitico Pai-etti della Rocca, di origine corsa, è anch'egli uomo molto attivo, maturatosi durante un soggiorno prolungato nelle due Americhe e poi, dopo il 1914, nelle funzioni dvice-direttore per gli affari d'Africa. Egli ha come principale collaboratore il signor Laroche, che fu a lungo a Roma ad lalus dBarrère. Una delle personalità più notevoldella Direzione Generale è poi il Seydouxben noto anche all'estero dall'epoca delle trattative di Versailles che lo misero per la prima volta in evidenza. Il Seydoux ha i difetti e le qualità della sua costituzione fisicaSemi paralitico, arriva in ufficio trascinandosi a stento con l'appoggio di due bastoni e slascia cascare sulla propria poltrona come so da un momento all'altro dovesse rendere l'ultimo respiro. Al contrario, la sua energia e la sua resistenza, al lavoro fanno la meraviglia di tutti. La impossibilità di spendere altrimenti lo proprie energie vitali conferiscanzi alle facoltà intellettuali di quest'uomuna acuita, e una prontezza che tengono della genialità. Senonchè, il suo punto debolsi direbbe essere per l'appunto la mancanzdi contatto con la vita estema, con la realtquotidiana. Le sue soluzioni, sposso ingegnose, le sue argomentazioni sottili, la suconoscenza invidiabile dei problemi studianel corso di questi anni con una esclusivitdi concentrazione che ben pochi hanno potuto raggiungere, peccano sempre in un puntonon tengono sufficiente conto di tutti quegoliri, elementi di osservazione che non si possono raccogliere nel fondo di un gabinetto dlavoro, ma che solo la percezione diretta dchi vive direttamente all'unissono con la viteuropea è in condizione di procurarsi. Le conseguenze di questa lacuna le vediamo in mote decisioni capitali informanti la politicfrancese di questi ultimi anni. Ma, a tale riguardo, un'altra osservazionsi potrebbe fare, di carattere più genericoquesta: ine l'immenso sviluppo preso dall'atività di un ministero da cui tante decisiondi importanza capitale dipendono per le soti del mondo', se da un lato giova al rapiddisbrigo degli afra ri in corso e assicura unmaggiore unità di condotta e di intendimenti nello svolgimento dello varie brandi.! del'attività nazionale, presenta in pari tempun inconveniente di cui da qualche anno danni non sono, in Francia, come in altpaesi, se non troppo visibili. Disperde, ciol'attenzione degli uomini che stanno al Gverno, toglie loro la possibilità materiale dmaturare una soluzione, di scendere al fonddi un problema, di considerare i fatti «nloro insieme, insomma si oppone n una sintesi feconda, non consentendo se non un lvoro di analisi e di dettagli" nel quale l'rientamento il più delie volte viene smarritdeterminandosi in conseguenza quella confsione geiieinl.'1 di cui abbiamo, ohimè, bastati prove ogni giorno. Nomenclator.

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