I popolari torinese e il Congresso nazionale

I popolari torinese e il Congresso nazionale I popolari torinese e il Congresso nazionale L' assemblea alla palestra Pacchiottì - L' organizzazione del Congresso - La discussione sulla situazione politica e sull'attività del partito - I due ordini de! giorno - La direzione in lieve prevalenza. elftvzrGtidsagplcgAlla vigilia del Congresso Nazionale convocato a Torino per i giorni 12, 13, li del corrente mese, i popolari turinosi si sono riuniti nella Palestra Pacchioni per discuterò sulle direttive da dare ai propri delegati in merito ai temi che devono discutersi alle assise del Partito. La riunione non ha l'imponenza delle appassionate assemblee che si tennero negli scorei anni al medesimo scopo: i vecchi clementi non mancano, nè difettano i giovani gruppi battaglieri, ma la massa è assottigliata. Segno dei tempi. Le donne sono ben rappresentate. La presidenza è assunta dal comm. Maschio che ù assistito dal segretario politico della seziono avv. Piccioni. Vediamo tra i presenti l'assessore Bettazzi, Zanzi, Panetti, i ed i consiglieri: Ghorra, Demo, Corsi, fono- j revole Stella, llampino, Boiardo, ecc. E' presente anche l'on. Fino. . Il presidente riferisco anzitutto sui lavori dello Commissioni per la preparazione del Congresso. Come sedo è stato scelto il Teatro Scribo nel quale si terranno le sedute generali noi giorni 12 e li; le sedute di sezioni, per la discussione particolare sui temi, si terranno il giorno 13; venerdì in cinque diverse sedi. Raccomanda a tutti i soci di voler prestaro la loro opera per la preparazione tecnica del Congresso. Apprendiamo che la sezione di Torino del P. P. ha 351)0 soci ed ha diritto a cinque delegati. Presiederà il .Congresso l'ori. Rodino e sarà uno dei vice presidenti il comm. Maschio. Si aprono le urne per la votazione dei delegati al Congresso e ha la parola l'avvocato Piccioni per riferire sui due temi pnroipnli del Congresso: attività del Partilo e situazione politica e parlamentare. Il congresso, tìico.l'avv. piccioni, avviene in un momento particolarmente, delicato e difficile. E' già una conquista la semplice effettuazione. Dovere di miti ó ili fare in modo elio avvenga senza turbamenti. Premosso questo passa a trattare dei due temi. Afferma rhe la Dilezione del Partito, ed il suo segretario politico don Stnrzo, meritano l'approvazione incondizionata del Partito per averne saputo mantenere immutato l'orientamento, conservandone l'unità. La rivoluzione fascista dell'ottobre non ha mutata la posizione elei Partito o il Congresso deve affermarlo di fronte alla nazione. Fa poi un quadro della situazione nazionale prima e dopo l'avvento del fascismo al potere. Accenna ai caratteri eiella rivoluzione fascista, alle direttive del governo fascista e a quelli che sono i rapporti tra il fascismo e gli altri partili, n fascismo è un falto volitivo, è'un fenomeno di violenza. Identificando in sé stesso la nazione e lo Stato, è portolo a considerare antinazionali quanti sono fuori dalla sua orbita. Lo prova la milizia nazionale che non ammette iscrizioni e:he di fascisti. Di fronte al fascismo il Partito popolare si trovò e si trova in posizione eli recisa opposizione, mu eleve riconoscere che quel suoi uomini che accettarono di collaboraro coi fascisti al Governo agirono nell'interesse del Paese, al 'disopra degli interessi del Partito. Cinque mesi di esperimento confermano in questo giudizio che fu quello della Direzione del Partito quando avvenne la collaborazione. Risponde ad una constatazione di fatto che lascia però impregiudicata la questione di principio. Se" in forma contingente, e per interesse nazionale, la collaborazione potè essere consigliabile, non si può pensare ari una collaborazione conlinua e definitiva, perchè le dottrine dei due Parliti sono in contrasto; sono in contrasto e inconciliabili. La partecipazione di alcuni uomini ad un Governo fascista è stata possibile ed utile ai fini nazionali, ma non è possibile la collaborazione, Ira i due palliti. Lo dimostra il falto che, nonostante la collaborazione governativa, tra popolari e fascisti nei paese permane l'inconciliabilità. Conclusione: popolari al Governo sì, collaborazione effettiva e cordiale tra i. Partiti, no. Nessuna lotta, anche di fronte ad una dichiarazione di ostilità da parte fascista, ma s'orzo per il mantenimento della individualità di Partito. Por mantenere questa situazione, si chiede l'avv. Piccioni, che cosa deve fare il Partito Popolare? E risponde: credere e mantenere fede al proprio programma; collaborare a quei provvedimenti del Governo fascista che si ritengono utili alla nazione rassegnandone le buono iniziative; esercitare opera di critica perchè non si intacchino le basi programmatiche del Partito. Sarà ciò possibile? Prevedere oggi quale sarà lo sbocco ultimo del Governo fascista, è impossibile: il partito popolare 'leve agire in modo da mantenersi come forza di riserva per un domani di giustizia e di libertà cristiana (applausi). Le direttivo della Direzione Presenta 11 seguente ordine del giorno : « La Seziono Torinese del Partito Popolare Italiano, radunata in assemblea generale alla vigilia del IV Congresso Nazionale, riaffermata la propria incondizionata approvazione all'indirizzo generale seguito dalia Direzione del Partito e all'opera illuminata ed altamente benemerita del suo Segretario politico professor Sturzo ; presa in esame la situazione politica e parlamentare del Paese; « ritenuto che solo attraverso la integrale attuazione del programma fondamentale del P. P. 1. il Paese pe>ssa trovare una duratura sistemazione equilibratrice elio lo riallacci stabilmente alla sua fulgida tradizione cattolica, ne mantenga e rinsaldi le libertà civili e politiche, ne favorisca il progressivo sviluppo economico e sociale; mentre comprende ed approva lo sforzo compiuto da alcuni uomini appartenenti al P. P. per inalveare il pili possibile nella legalità la rivoluzione fascista, risparmiando al Paese ulteriori convulse agitazioni, e per inserire nella susseguente opera eli riforma o di ricostruzione lo spirito ed il programma del partito stesso ; « constatato corno tale nobile tentativo sia stato, in parte, frustrato dalla volontà via via più manifesta eli riassumere tutta l'azione di governo nelle direttive esclusiviste e dittatoriali del fascismo, impedendo, anche per. autorevoli eel inequivoche enunciazioni, ogni dignitosa e feconda opera di collaborazione di partito ; u fa voti elio il Partito Popolare, attraverso l'opera sagace, concorde e costante della sua Direzione e del suo Gruppo parlamentare, senza alcuna aprioristica opposizione all'esperimento eli Governo fascista, ma con vigile assiduità e franchezza, ne sorregga le buone iniziative e ne controlli liberamenie l'operato, rafforzi o intensifichi l'azione di difesa e di valorizzazione delle proprie impostazioni programmatiche e delle conquisto raggiunte, senza vincoli di stretta solidarietà politica che le condizioni di fatui e l'aperta disparità dei principi non consentono ; « auspica che nel sollecito ripristinarsi di tutte le guarentigie della vita pubblica, il popolo italiano, liberamente, senza confusionismo e coartazioni, ma nel pieno possesso dei diritti della sua maggiorità politica faticosamente raggiorna, possa divenire realmente il consapevole reggitore del proprio destino^ed il maggiore artefice delle fortune del Paese ». La discussione 11 presidente Maschio apre la discussione. Canale lamenta che l'on. Meda non abbia assunto il Governo quando era nel caso di farlo: lo stesso on. Mussolini ve lo spingeva. Avrebbe, egli dice, ivitato quanto successe poi. Arata pone in rilievo il contrasto tra le concezioni democratiche sociali e gli atti del (inverni) fascista, Trova che 11 partito l'aseisia rimane sulle sue direttive, ma vi si scosta il parlilo popolare che si asserve al fascismo. Si augura che il partilo si liberi dell'incanto e rinunzi alla collaborazione. Chauvelot poni il dilemma: se è consigliabile una collaborazione di uomini del partito popolare al Governo fascista, deve incpzzhBsspllon essere utile anche la collaborazione di parlilo; logicamente non si può approvare l'una forma di collaborazione e disapprovare l'altra. Tra i popolari e i fascisti esiste una diversa concezione spirituale; la collabomzio:>c non è possibile. I! ministro Gentile rimette il Crocifisso nelle scuole, ma mette Gesù come portiere nella sua filosofìa; con tale gente il contatto ci umilia. Rivendica i principi di libertà e di democrazia propri del partito popolare ed afferma che in nessun atto elei Governo fascista vi è ossequio alla libertà ed alla democrazia. ■ In conseguenza si chiede che cosa stanno a fare 1 popolari nel Governo fascista. Ne assumono le responsabilità senza poter imporre alcuna decisione. Presenta un ordine del giorno a nome della sinistra. La voce della opposizione « La Sezione torinese del Partilo Porolare italiano, riunita in assemblea nella imminenza del IV Congresso nazionale, considera come indispensabile alla salvezza ed alla prosperila della Patria: • In materia di politica interna: a) l'attuazione rapida e progressiva di una democrazia permeata di religiosità, nome il Partito ha propugnato nelle sue massime assise, da Bologna a Venezia, la quale poggi sulle basi sicure ed incrollabili di un sindacalismo costitutivo di. sane r.liles proletarie, tutelatore pertinace dei diritti di queste, promotore dello loro ascese politiche ; M il rispetto di quelle formo di libertà fondamentali, maturate ornai a tal punto da non poter essere impunemente conculcate, e la riaffermazione dei valore della vita e del pensiero umano; c).il mantenimento integrar,-, dea sistema proporr zlonitlistico, per cui impegna il Partito ed 11 Gruppo parlamentare a battaglia serrata ed estrema: d) la composizione, del dissidio tra Sialo laico e Chiesa, su basi di sincera onestà, lungi da ogni rinascenza «li cesareo papismo: e la progressiva applicazione di tutti i postillati sociali del Ptirlito. pur ora contingentnlmente giustificati. « In materia di politica estera il rigetto di tutte le follìe di nuovi imperialismi e l'accettazione invece di un organico Innuadramento dell'amore per la Nazione, nell'amore Per l'Umanità, che avvicini a forme di pacificazione universale, e faccia comprendere come i massimi problemi elolla vita delle Nazioni non traggano conforto che da soluzioni ossequenti dPlle realtà internazionali: credo: al che nrima di un ritorno ad un regime di riena liberlà nelle manifestazioni del diritto di voto sin impossibilfi ogni consultazione del Corpo elettorale: b) che quando questa avvenga, con qualsiasi sistema elettorale il P. "P. I. debba riaffermare la sua intransigenza nel campo politico ed in quello amministrativo; fa voti affinchè il P. P. T.. conscio delle sue origini, geloso rivendicatore del suo magnifico programma, ricomposto In fisionomia rinnovato .in vigore eli forza, si avvìi verso le sicure vittorie del domani, respingendo tutte le alleanze e collaborazioni non rispondenti allo condizioni prima esroste. — Firmati : Chauvelot, Zocchi, Dclpian'o*. Crosetti lamenta, che i popolari che sono al Governo non diano segno di vita. Zachen, con considerazioni di carattere pratico, illustra a sua volta l'ordirle del giorno presentato da Chauvelot. — Rispondo l'avr. Piccioni. Esalta la piattaforma che ebbe la discussione e cio.> la passione, l'amore- per 11 Partito, al fllsoora di ogni contingenza. Il contrasto fra la dottrina e la pratica, ha osservato Chauvelot, è evidente : manca la logicità tra i postulati e l'azione. E' vero, elice il segretario politico, ma il contrasto è determinato non dalla volontà, ma dai fatti. I fatti hanno onch'essi un loro svolgimento logico, ma che non sempre» st svolge parallelamente a quello ideale. Un dualismo esiste tra popolari o fascisti, come e esistito quando si trattò di collaborare con altro partito. Il dilemma risalo all'ingresso del Partito nel campo politico e lo si risolse a Napoli affermando il ìirlnclpiej del caso per caso. La situazione politicele tale che Don consente maggiori speranze che per 11 nassato: la realtà è tale che non permette, illusioni, ti Partito popolare, non può fare oggi che opera di difesa o di resistenza ; inutile elencaro. conio fa il Chauvelot, un programma concreto di politica interna ed osterà. Il Partito non potè iniziare la realizzazione del suo programma quando era in migliori condizioni politiche: non lo può faro oggi. Gli.nom'ni del Partito che sono al Governo e che vi andarono per un superiore inlcessp nazionale, devono essere lasciati arbitri dì acni loro decisione. Quanto fa il Governo fascista non grava come responsabilità sul Partito popolare. Consente con il Chauvelot nella parte programmatica del suo ordine del giorno, ma ne respinge le deduzioni e lo prega di ritirarlo. Acconsente ad inserire nel suo ordine del giorno l'affermazione sulla intransigènza elettorale contenuta nell'ordine dell'opposizione. Replica Chauvelot. parlano poi ancora la prof. Bertelli, l'on. Fino e Quiu-ello. L'on. Fino si dicblara favorevole all'ordine del giorno Piccioni. La collaborazione ponolare. egli dice, non va intesa come una fusione col Partito fascista, ma come contributo di valori e (li masse al tentativo di restaurazione nazionale. Ritiene opportuna, nello attuali contingenze, la permanenza al Governo. Anche Quarello si dichiara favorevole all'ordine del giorno Piccioni, ma non alle dichiarazioni dell'ori. Fino. SI passa poi alla votazione. L'ordine del giorno Piccioni è approvato con lieve maggioranza. Come delegati al Congresso sono designali i signori : Chauvelot Vittorio. Corsi marchese Alessandro, Piccioni avv. Attillo, Quarello Gioachino.

Luoghi citati: Bologna, Napoli, Torino, Venezia