La nuova Belgrado

La nuova Belgrado LETTE£>?5LL?I jUGCSLftVSft La nuova Belgrado (Bai nostro inviato speciale) ♦a (BBELGRADO, aprilo. Setto, otto, dieci ore eli l-rc-uo attraverso a Croaaià-Slàvonia o la- VojyótUiia eomplc- tamoufca allagato. ~Ko*a si vedovano cho eli¬ stazione di i?: Qgrado una folla di facchini, ' utti a clisposiziono dell'unico viaggiatore ! disceso dall'» Client Express», e fuori, 'qualche vettura sconquassata. Si salo nella vettura v reo la citta stendentesi sul suo grande ppa-Uo in facci.) due lhsmi. j.) -si-) -o e si armato di fucile, pina via ogni duecento irt'.ii trada, s'intèndo, ma :■ truzionc. E innume.re\ arrivati-in una città d plico ragiono cho hi della coni staio'-: un Ho nel ti Oso p do O CUP lira i per f-.'j-.lvi t-. tis^ cerali, ■.■-.il in coeise-rc . sein;ando. ìatnre si ssione i; :o quello no nella oscurità. L'ini; veramente imprevedv.ta. Che sia cho mi raccontava un similoro F.r.iìx. m treno, che esistono 150 mila Jugoslavi i quali aspettano cho lo caie sian finito per venire i raddoppiare l'attualo popolazione di Belgrado? La vettura fa dei salti iniprcssiòiiaiti sul selciato sconnesso della strada, quasi per suggsrirmi olio con lo ceso manca ancora lla futura metropoli una concezione ragionevole della pavimoutasioiio.,. Appureremo domani. Le, carroaza si forma dinanzi a un bell'edificio nuovo. « Quostò non c'ora », dico a stesso pensando «.Ha Belgrado de' marzo i915, dopo la prima cacciata degli austriaci. Da noi e da per tutto, si ò sempre reduto che Belgrado, l'antica Capitale sula frontiera? sia stata presso a poco rasa l suolo dai bombardamenti noni:-': dell'alra riva del Danubio. Vie v. rsa Belgrado ha sofferto pochissimo. E non è ntppur vero ho la sua popolazione l'abbia mai evacuaa. Rimasero quasi tutti i Serbi nella loro Capitalo ed c'obero da parta dei Tedeschi una doiuinazior.o così mito cho il loro riordo qui è tutt'altro cho deprecato. Anzi ! Neppure seno stato aneora .cancellate su erte porto lo indicazioni dei Comandi di ccupazione tedéschi o tutti vi raccontano ho i Tedeschi, ricostruendo il gran ponte n ferro sulla Sava, si sono resi veramente benemeriti della futura Jugoslavia, poiché o non l'avessero fatto, probabilmente il ponte sarebbe ancora da rifaro com'è per 'altro ponte danubiano della Cernavoda in Rumania, cho aspetta da quattro anni e mezzo il ripiiatinamento. Fatto si c che dopo la selva di armature di caso in costruione, la cosa die più vi colpisco a Belgrado l'ecceUente posizione elio vi godono i Teeschi, i quali vi hanno riorganizzato i quatro quinti deU'iiulustria o vi dominano con a lingua e con lo impreso. Questo a propoito dell'influenza francese, assolutamente mponderabile, malgrado là « protezione » ho la Francia -pensa di esercitare su questo Paese.' Città in costruzione Mi avevano detto che a Belgrado era quasi impossibile trovare una camera libera n un albergo decento, viceversa si trova utto quello che si vuolo. Sono quei di Zagabria che calunniano Belgrado, mentre in verità la Capitale croata, con la sua prosopopea « cultural© », ha degli alberghi, i primissimi, che fanno nausea. In ogni modo anche a Belgrt. 'o. la crisi edilizia è al suo olmo, i prezzi dello case sono iperbolici, un mattone costa un dinar e un villino di una dozzina di ambienti sei milioni di dinar, ioè, un miliono o mezzo di lire. Questo norme costo delle abitazioni spiega subito molte coso o infiniti inconvenienti, cho vanno dal Ministero, confinato in una sola camera, all'asi>ttto misercllo deUa cattedrale credo cho Belgrado sia^a città Capitalo he ha il più piccolo numero di «difici religiosi, 3 o 4 in tutto!). La cattedrale non è, corno dicavo, nulla di straordinario, ma da che il Ro vi ha celebrato i suoi sponsali è divenuta storica. La Regina, la Principessa romena, era venula per il gran fiume su di una nave infiorata e scortata dai moniori doi grandi Alleati. Il giorno dopo, nela cattedrale, mentro il metropolita univa a ooppia reale, scoppiò una tempesta terribile, un temporale come non so n'ora mai veduti... 11 popolino disse ch'era un segno di cattivo augurio per la Dinastia, che ha sempre qucH'afiaro dell* soppressiono degli Obrcuovic da farsi perdonavo. Ma spesso il popolo sbaglia, come sbaglia era, mostrandosi impaziente perdio la graziosa Regina bionda dagli cechi azzurri non si deddo ancora a dare i segni di voler regalare alla Jugoslavia mi Principe Ereditario. Sbaglia, perchè qualcuno cho è addentro nelle coso della Corte, mi ha confidato che la Regina b in istato interessante da quattro mesi. (Ca veus fera plaisir — jo penso — », mi ha anzi detto il qualcuno, al che io risposi cho evidentemente la cosa non poteva che riempirmi di allegrezza), ma per ragioni ovvio la notizia è ancora tenuta riservata. La madre della Regina, quella tuttora belissima Regina Maria di Romania, è accorsa a Belgrado presso la figUola e tutto va per il meglio... in Serbia. Poiché in quanta alia Croazia, « repubblicana » ■ per odio al Re ortodorso, degli affari di Corte se no infischia, al punto cho non una bandiera sventolò a Zagabria quando mori il vecchio re Pietro e non un croato si trovò alla stagiono quando il giovano Ro Alessandro ci nawtX. E' vero che Alessandro aveva fatto calato persino lo tendo del suo. vagone« salon ». Sono quasi tutti edifid pubblici e sedi di nuovi istituti finanziari o commerciali quelli cho sono sorti o stanno sorgendo a Belgrado. Per i suoi impiegati, por esempio, il Governo, si è deciso ora a far venire centinaia di casette smontabili di legno cho formeranno quartieri nuovi, ma non certo assai estetici/alla periferia della città. Le nuovo banche stà.bilitosi nella Capitalo jugoslava, saranno certo non meno di una sessantina. Quello stranière, per lee?o dolio Stato, dovettero costruirsi la sedo, in modo che si spiega la fungaia di tali edifici, tutti di stilo ultra-tedesco, cho stanno dando a Belgrado una Gsonomia assolutamente teutonica. Infatti'imprese di costruzioni e ingegneri soli tutti tedeschi. I Serbi tentarono di impedirò che la loro Capitale prendesse una fìsonomia eccessivamente nordica, respingendo lo offerto degli americani elle avevano lo migliori intenzioni [ I I | i i jj di costruirò in pochi aiini una metropoli moderna. La xenofobia n sui generis « olio avvelena lo spiritò serbo, un'ostilità cioò verso !o straniero cho si manifesta i-pccialniento centro lo iniziative elio comunque sim< pparo eliectivaperiodo mas- | Sava o il Danubio (s maro mente contemplandolo ora dello inondazioni dagli spalti dell vecchia fortezza) è di là da venire ola mille costruzioni della Belgrado Nuova hanno subito un arresto subitaneo s>. causa della crisi bancaria. Ire banche difettano di numerario, lo Stato è deciso a non emetterò altra oarta-nio:'.;f.i o così i costruttori cui tastava •aniplico acquisto del terreno per ottc- .3 ad un interesse normale trovano ora costretti a cercar] vati al modico iritoterc-a del -fi cr-ulo! E cosi una quantità è rimasta a mezzo e l'ini' 11 avevate ricevuto ar pieno rianovamoute po, illusoria e olii a ra si vedrà la sagOJi torrefgiaro accanto Itf il per il denaro, si presso i p ri o del 50 per : costruzioni .-castone cho una città in giorno dolili po ancoincompleto a fi m; a ri o ctìiliaio di mielite la eondi zioio della .Iugoslavia in tutte Io sue róà- opratuttc •a Ì1V ri ■.nona, insomma, (grado traduce ofiìr no spiritual© -j eccessiva ed in uifcstùzicau o sentiménto ap lo ciò cho è sto tocipàzionó degli strani dello Stato. In Italia, p> prc nutrita l'illusione ci vino una cria gratili)di ì fai I opsr loro durante 1 c il traspcrto dell'esèrcito a Cerili. Ebbene, il ricordo di quegli avvenimenti è rievocato i serbi tenuti li un. cr tutla parai alla formazióne :r esempio, pi è senile i Serbi ci conr.e'rne p -r quello ohe si i ritirata in Albania solo per rammentare i solo chiusi nei reticolati per timore dei contagi ; epidemici. E in quanto a Ccrfù, siccome i Serbi vi hanno lasciato un cimitero con molti morti loro per malattie, pe.'isano che questo è un buon pretesto per esigerne un giorno la rivendicazione territoriale !... Cho più? Mi hanno raccontato cho Spalaikovic, l'ex-Ministro degli Esteri, ora Ministro a Parigi, durante la guerra quando seppe che Trebisonda, sul Mar Nero, conquistata sai Russi, era stata ripresa dai Turchi, si mostrò così accorato cho un rappresentante estero gli disse: a Ma infine, Eccellenza, cho cosa può importerò ai Serbi di Trebisonda? ». — «Ah! — risposo il Ministro, — si vede cho voi non sapete la canzono serba: « II mercante che venne da Trebisonda! s. Avelie da quella parte noi abbiamo una tradizione!.~ ». li elssissi e il n$\m sesso Como acoennavo, la vita a Belgrado è notevolmente a caro prezzo, nò si comprendo corno possano fronteggiamo lo necessiti gli impiegati e gli ufficiali con gli stipendi meschini che percepiscono. Infatti un colonnello arriva a mala pena a riscuotere 3000 dinari al mese, doò, circa 700 lire, mentre i magazzini espongono camicie di tela a 500 dinari e scarpo a 750 dinari. Così molti ufiiciaU se ne vanno e gli impiegati per vivere debbono possederò una integrità molto elastica. Tuttavia la disoccupaziono non è grave, l'urbanesimo c inagnificanto, il privilegiato, al solito, c il contadino. Lo sforzo, operato dallo Stato per faro di Belgrado il cuoro della Jugoslavia, è evidente. Del resto, gli elementi di successo per la futura metropoli esistono tutti, dalla ricohezza della campagna intorno, alla superba posiziono sul Danubio. Manca, essenziale, la ferrovia diretta per l'Adriatico, rimasta in panna a causa delle preteso americano. Gli Americani, concedendo i 100 milioni di doUari per far la ferrovia _che dovrebbe sboccare a Cattavo (finirà per sboccare ad Antivari per la semplice ragione che là vi è già un buon porto costruito da noi e ancora esercito dalla Compagnia italiana di Autivari) e dar lavoro e pacificare il Montenegro, non no dettero, in numerario cito 15, cho lo Stato impiegò nel tentativo di rialzare il dinaro, mentro il resto fu offerto in material© da costruzicmo, con uno strozzinesco interesse, — ma gli Jugoslavi, tanto, non pagano. Mi sono trovato a Belgrado durante la giornata dello elezioni generali. Mi aspettavo di veder la città animata dall'avvenimento, la gento infervorata nelle votazioni, i muri tappezzati di manifesti, la passiono politica elettrizzare l'aria. E' stata viceversa una domenica più dello altre calma e monotona. Il solo provvedimento visibile preso da Padc per le elezioni è stato quello di proibirò per tre giorni in modo assoluto la consutnaziono di ogni bevanda che non fosse l'acqua nei caffè, nei ristoranti o in tutti i luoghi dove d'ordinario- si trangugiano alcoolioi. Il regimo socco d'America insomma. 10 che ignoravo la cosa, non seppi sullo primo darmi ragiono ddla generale, improvvisa scomparsa del vino o elella birra che constatai sui tavoli del grande ristorante dov'ero entrato. La attribuì sullo primo ad un residuo di simpatie wilsoniaue... Ma con che profonda malinconia mi si mise al corrente della verità ! i E noti bene — mi si aggiunse — cito la prcibiziono deve durare tre giorni, mentre lo elezioni non durano che un giorno solo ». Ma queste sono piccolezze. Mi ha colpito, piuttosto, l'assenza durante le elezioni di una qualsiasi evocazione delle "memorio della guerra. Nessuno ha ricordato la lotta sostenute con l'Impero, nessuna voce si è levata per «-.altare il prodigio della liberazione e l'altro evento ancor più gratulo del crollo austriaco. Si sente che manca a questa gento la coscienza dell'unità nazionale oppure cho essa è stata travolta da fenomeni cho hanno disorientato completamento 11 popolo. Ita i-Mia e un mecenate Parlavamo deli-Italia qui. Si potrebbero scrivere dei volumi per dimostrare come tutto quello cho in Jugoslavia potrà scaturire di seducente vieno da nei. Già a Belgrado non si conosco che musica italiana e quei pochi sonisi d'arte che vanno germogliando nello sterpalo dell'aspra lotta per la costituzione dello Stato sono tutti o quasi fioriti al solo di Dalmazia, cioè al solo d'Italia. Ho fatto una visita presso qualcuno degli studi di scultori e di pittori jugoslavi, dei giovani, animati da. un gran desiderio BrsmetogtlsI di dare al loro pacso rnanifeslazioni d'arte nazionali. Sono quasi tutti dalmati. 11 Governo, beninteso non fa nulla per loro, non ha fatto nulla neppuro per il graudo Mestroviolt. Non esiste del reste a Belgrado una galloria d'arte, sia pure modesta. Porse verrà con il tempo, come, cou il tempo. Belgrado diventerà una metropoli cho la ferrovia per l'Adriatico potrebbe avvicinare a Roma con un percorso minerò delio 2-1 ore. Nell'attesa, pittori, scultori e poeli vegetano penosamente o oscuramente. Nulla di più commovente dello studio di Itosandic, lo scultore elio modella dei gruppi di una cesi umana espressione dolorosa da superare Mostrovieli medesimo. Nella camera attigua li. signora Rosandic esercita « et pour cause! » l'arto fotografica, meno esaltante, ina più remunerativa... Del resto non immaginato Belgrado sottratta ai pervertimenti generali dell'Oriento o dell'Occidente che erano ignoti alla vecchia e piccola Serbia. Ma anche qui, accanto alla corruzione e al pescscanismoj trovato oasi di purità... Ho scoperto a Belgrado un poeta, uu vero poeta. E' anch'esso dalmate c certo se i .uni carmi fossero scritti in ulta lingua più diffusa della serba consolerebbero molle animo lontano. Si chiama Sibe Milicic. Mi ha dichiarato di essere un poeta cosmico cicè che canta preferibilmente le esaltazioni ispirato dalla volta celeste. C'è del Leopardi in lui. Mi ha tradetto con molte grazia la descrizione di una pesca notturna sul calmo mare fra 10 isole d dmate, quando nella barca il poeta fanciullo e suo padro, simile all'apostolo Pietro, ritiravano con fatica, dal profonda de! mare, lo reti piene di strilo... • Ma debbo anche rp'/Ltrare l'esistenza a Belgrado di un geniale e per sua fortuna ricchissimo signor Talvy il quale ha avuto la buona idea di portarsi qui una numerosa colleziono di opero d'arto italiane, col proposito di ornarne lo salo di mi suo grande albergo e1'.", sia per inaugurarsi. 11 signor T-'lvy è un mecenate ed ha fatto la suo. scelta con gusto e larghezza. Cosicché gii jugoslavi accorrenti alla metropoli potranno ammirare con la suggestiva statua del <■■ D'sfacimento » di Ertiesto Eazzoro una folla di bronzi di questo ilii'stre scultóre nostro assieme ad altre opere, numerose di T'anetti, di L. Bazzaro. di Prendoni, di Covteoni, di Camici, di Ma!;navacca, di Ca-sciaro, di Bettinelli, di Mazza-, di Morelli e di molti altri. E onesto all'Italia non porrà che arrecare del beno. ARNA'-DO CIPOLLA

Persone citate: Bettinelli, Camici, Corte, Fatto, Mazza, Morelli, Ro Alessandro, Turchi